Per il poco che ne so, l'unico continente in cui non è ancora stato rinvenuto un propulsore è l'Africa... curioso, nevvero?
In Europa è noto sin dal Paleolitico, qui puoi vedere foto di originali e repliche
www.archeologiasperimentale.it/propulsore.htmRispondere alla tua domanda circa il fatto se sia stato inventato una sola o più volte nel corso dei millenni credo sia impossibile.
La seconda, invece, trova una risposta già nelle foto di cui sopra: i propulsori non sono tutti uguali, anche se si basano tutti sullo stesso principio, quello della leva che moltiplica la forza.
Al termine di un'asta mai più lunga di 70/80 cm c'è un dente, sagomato nei modi più vari, destinato a trasferire alla lancia la forza impressa dal braccio del lanciatore, moltiplicata per il coefficiente dovuto alla lunghezza della leva.
Per quanto riguarda la lunghezza del propulsore propriamente detto, si va da un minimo di 20 cm ad un max di 70-80, dipende se si tratta del solo terminale destinato ad essere immanicato o di un'asta completa.
Nelle foto vedi alcuni terminali, sono corti e in genere hanno un foro passante all'estremità destinata a fissare la corda per l'immanicatura su un'asta più lunga.
Gli atlatrl nord e centroamericani, invece, erano ad asta unica, il gancio destinato a "spingere" la lancia era ricavato direttamente nello spessore dell'asta. Così è anche per quelli degli aborigeni australiani.
Il corpo dell'asta dei propulsori più antichi è costituito da un semplice ramo di legno, quindi è sub-cilindrico.
Quello degli atlatl maya e aztechi può essere semi-cilindrico, cioè l'asta della lancia veniva appoggiata sulla parte piatta di un ramo appositamente piallato, oppure avere addirittura una concavità sulla faccia al termine della quale c'è il dente, in modo che l'asta della lancia restasse ben ferma prima del lancio.
Uno splendido esempio di atlatl azteco, in legno con applicata una lamina d'oro, si può ammirare al Museo Luigi Pigorini di Roma.
Sulla parte laminata in oro è inciso un bassorilievo molto complesso: vi è raffigurato un guerriero con scudo e propulsore, un uccello dal quale esce un viso (probabilmente, si tratta della "visione dell'antenato", da parte del personaggio al quale l'atlatl apparteneva), una raffigurazione di Mictlantecutli, il Signore dei Morti, quindi il dio della guerra e del fuoco Huitzilopochtli e altre divinità non facilmente identificabili (ho fotografato il testo della didascalia presente a lato della vetrina del museo).
L'oggetto faceva parte della collezione del Marchese Cospi, al quale venne donato, prima del 1677, dall'erudito Valerio Zani. Era certamente un'arma da parata di un guerriero di altissimo rango, se non addirittura di un Tlatoani, in nahuatl "grande oratore", cioè colui che parlava con gli dei, titolo che spettava a quello che noi chiamiamo "imperatore" degli Aztechi.
Qui, una foto che la didascalia dichiara essere dell'atlatl di cui parlo
http://www.agefotostock.com/age/en/Stock-I...ed/DAE-11332259Secondo me, si tratta di una riproduzione o di un altro oggetto presente nei musei italiani (sicuramente ce n'è uno in Vaticano e uno a Firenze), perché l'anello che si vede vicino all'estremità inferiore non c'era quando ho fotografato io l'oggetto nella vetrina del museo. Inoltre, l'altra estremità nella mia foto è appena appena arrotondata.
Ho ingrandito la mia foto e quella di cui ho trascritto l'indirizzo, i bassorilievi sono differenti.