Si direbbe che il bisogno di informazioni non fosse poi così impellente.
A giudicare dalla presentazione di chi ha postato sopetterei anche per l'oggetto una possibile provenienza dalla Sardegna: è un po' poco come informazione, sarebbe utile focalizzare meglio.
Comunque per non tralasciare nessun indizio già così direi che in territori non vulcanici è possibile che una malta idraulica di cocciopesto assuma quell'aspetto e quella -si direbbe- non particolare durezza. In tal caso i segni sulla superficie sarebbero ben compatibili con una certo periodo passato in arativo prima di venire definitivamente portato in superficie dalle attività agricole.
Come alternativa -a primo colpo d'occhio ci credo leggermente meno, ma da quel poco che vedo decisamente non lo escluderei- potrebbe trattarsi di ua grossa (?) scheggia staccata da un importante manufatto ceramico (tipo dolio o simile o forse un po' meno bene qualche elemento laterizio), qualora si potesse ipotizzare in un dato momento in quel territorio una produzione (sospetterei nel caso relativamente locale perché la qualità tecnica non sarebbe eccelsa) con forte impiego di
chamotte al posto di un degrassante naturale (probabilmente perché sul luogo non tanto disponibile o magari non tanto adatto per qualche motivo chimico) e con temperatura di cottura non elevatissima.
In entrambi i casi è appena possibile che si vedano aderenze di malta grigiastra qua e là e apparentemente anche sopra qualche precedente frattura marginale: in tale eventualità l'oggetto potrebbe aver avuto anche una vita -eventualmente dopo una prima defunzionalizzazione- come elemento murario reimpiegato entro un nuovo manufatto edilizio.
(sempre che non si tratti semplicemente di fratture sporche di terra).