CITAZIONE (Andrea Rolli @ 22/7/2018, 21:11)
Il punto è: quali sono queste conoscenze tecniche (e tecnologiche) che fanno gola ad una eventuale impresa che opera nel campo?
Aggiungerei l'astronomia sferica (cioè la conoscenza del cielo ad occhio nudo) che negli ultimi anni ha fatto nascere la figura dell'Archeoastronomo.
Figura, questa, non ancora ufficiale ma che sta contribuendo non poco alla conoscenza dei primordi dell'umanità, dal Paleolitico superiore (principalmente Aurignaziano/Gravettiano) all'inizio dell'Età dei metalli, permettendo di scoprire come l'Uomo abbia
inventato il Tempo, o meglio: la sua scansione.
Attualmente gli storici/archeologi/antropologi non dispongono delle conoscenze adatte (almeno gran parte di essi) e questo costringe l'archeoastronomo a iniziare il suo lavoro quando finisce quello dell'archeologo.
Non è un caso che la Società Italiana di Archeoastronomia (SIA) sia costituita (sia dalla sua fondazione, nel 2000) da un 80% di Astrofisici e Astrofili e solo per il resto da Antropologi, Storici e Archeologi.
Il paradosso è che l'Archeoastronomia è stata "inventata" negli anni '70 proprio da un archeologo americano, Alexander Marschak, e che la stessa SIA abbia tra i suoi fondatori alcuni archeologi italiani, come Paola Moscati, Giovanni Lilliu, Rodolfo Striccoli, Gustavo Traversari ...
Io stesso, per le mie ricerche, mi sono avvalso della collaborazione di numerosi archeologi, tra cui ricordo in particolare il compianto Paolo Caputo e l'attuale Soprintendente per la Calabria Mario Pagano.