Ostraka - Forum di archeologia

Competenze collaterali

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view post Posted on 22/7/2018, 20:11

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Buonasera,
apro questa discussione con l'intento di saperne di più circa le competenze che creano un valore aggiunto sul curriculum dello storico/archeologo/antropologo negli ultimi tempi.
Senza dover spremere l'immaginazione è abbastanza palese che le moderne tecniche computazionali aiutano molto il lavoro sul campo e quello post-scavo.
Il punto è: quali sono queste conoscenze tecniche (e tecnologiche) che fanno gola ad una eventuale impresa che opera nel campo?

A voi la palla
 
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view post Posted on 23/7/2018, 15:32
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CITAZIONE (Andrea Rolli @ 22/7/2018, 21:11) 
Il punto è: quali sono queste conoscenze tecniche (e tecnologiche) che fanno gola ad una eventuale impresa che opera nel campo?

Aggiungerei l'astronomia sferica (cioè la conoscenza del cielo ad occhio nudo) che negli ultimi anni ha fatto nascere la figura dell'Archeoastronomo.
Figura, questa, non ancora ufficiale ma che sta contribuendo non poco alla conoscenza dei primordi dell'umanità, dal Paleolitico superiore (principalmente Aurignaziano/Gravettiano) all'inizio dell'Età dei metalli, permettendo di scoprire come l'Uomo abbia inventato il Tempo, o meglio: la sua scansione.
Attualmente gli storici/archeologi/antropologi non dispongono delle conoscenze adatte (almeno gran parte di essi) e questo costringe l'archeoastronomo a iniziare il suo lavoro quando finisce quello dell'archeologo.

Non è un caso che la Società Italiana di Archeoastronomia (SIA) sia costituita (sia dalla sua fondazione, nel 2000) da un 80% di Astrofisici e Astrofili e solo per il resto da Antropologi, Storici e Archeologi.
Il paradosso è che l'Archeoastronomia è stata "inventata" negli anni '70 proprio da un archeologo americano, Alexander Marschak, e che la stessa SIA abbia tra i suoi fondatori alcuni archeologi italiani, come Paola Moscati, Giovanni Lilliu, Rodolfo Striccoli, Gustavo Traversari ...
Io stesso, per le mie ricerche, mi sono avvalso della collaborazione di numerosi archeologi, tra cui ricordo in particolare il compianto Paolo Caputo e l'attuale Soprintendente per la Calabria Mario Pagano.
 
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view post Posted on 23/7/2018, 21:58

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CITAZIONE (Andrea Rolli @ 22/7/2018, 21:11) 
Senza dover spremere l'immaginazione è abbastanza palese che le moderne tecniche computazionali aiutano molto il lavoro sul campo e quello post-scavo.
Il punto è: quali sono queste conoscenze tecniche (e tecnologiche) che fanno gola ad una eventuale impresa che opera nel campo?

Secondo me in realtà una azienda guarda con interesse alle competenze informatiche nel curriculum molto più per capire una attitudine individuale che non per fare concreto affidamento sulla capacità di utilizzare una particolare piattaforma o uno specifico pacchetto software.
A parte forse un poco di Autocad, che bene o male si ricicla sempre (se non altro perché di solito è su quella base che ancora oggi si sviluppa lo scambio di dati planimetrici con gli studi di progettazione o di direzione lavori) tutto il resto non lo porti in azienda, lo impari lì secondo gli standard aziendali o semplicemente a seconda degli investimenti che l'azienda sta facendo in quella direzione.

Molto più interessante per il datore di lavoro è che emergano competenze solitamente inusuali nel percorso universitario ma indispensabili nel mondo "reale", per esempio nell'ambito del diritto civile e di quello amministrativo se non anche una infarinatura di penale (e non intendo diritto dei Beni Culturali, ma intendo come funzionano le istituzioni, quali sono i poteri dei pubblici ufficiali e quali le irregolarità che potrebbero essere da essi commesse, quali sono le competenze degli enti locali e di quali strumenti dispongono per il governo del territorio e per contrastare i principali reati in ambito urbanistico etc. etc.)

Ah, patenti di conduzione di qualsiasi genere di veicolo (terrestre, aereo, marittimo e chi più ne ha più ne metta) sono sempre molto interessanti. A cominciare dalla patente B automobilistica che sarà una mia impressione ma mi pare che fra i giovanissimi non sia più così scontata come un tempo: ti si potrebbe affidare un'auto aziendale? e se occasionalmente invece che un'auto fosse qualcosa di un po' più grosso? e se ci fosse la necessità di dare due ranzate con un bobcat noleggiato a freddo? e se parlassimo di un drone? di una imbarcazione a motore per raggiungere una località isolata? :o:
 
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view post Posted on 23/7/2018, 22:36

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per la patente nautica ci stiamo ancora lavorando. Per ora ho conoscenza in campo radiotecnico, telemetrico e di modellazione 3D. Nell'attesa di completare il percorso di studi, proverò a sondare il mercato lavorativo nella mia zona (che comunque ospita diverse realtà) nella speranza di qualche opportunità. Grazie a tutti per i vostri preziosi suggerimenti
 
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archaeologica
view post Posted on 25/7/2018, 23:06




Il disegno CAD ritengo sia importante. Per mia esperienza, le ditte possono avere una figura "stabile" che si incarica di digitalizzare e "montare" la documentazione grafica degli archeologi, ma se un libero professionista può farselo da solo, può fatturarlo oltre allo scavo e snellisce il lavoro aziendale.

Sulla stessa linea, un programma di grafica vettoriale tipo Inkscape, Corel Draw o Freehand per il disegno dei reperti mobili.

Negli ultimi anni, almeno dove lavoro io, si "vende bene" la conoscenza e la pratica del GIS. Non per gli scavi, ma per le valutazioni di impatto ambientale, soprattutto di grandi infrastrutture.

Per quanto riguarda non la tecnologia ma la tecnica (di cui pure chiedi), consiglio di formarsi - senza dover arrivare a livelli ultra specialistici - sui materiali ceramici. Quando ero ancora studente, un impresario ligure-piemontese mi consigliò di fare la tesi sulla ceramica romana, perché mi sarebbe servita sugli scavi. La feci sui "monumenti funerari a torre", che a tutt'oggi non mi serve a una ..., e dovetti negli anni successivi impararmi la ceramica (non solo la romana, se ti interessa lavorare in archeologia urbana) da autodidatta. La seriazione ceramica può sembrare poco attraente, o al contrario c'è il rischio che diventi un'ossessione fine a se stessa, ma se la usi come quello che è - un mezzo - ne trarrai sempre vantaggio, sia in ambito lavorativo di salvamento sia in quello accademico, se hai la fortuna di poterli alternare.

Insomma, se sai di ceramica e di stratigrafia, e puoi plasmarle entrambe in un pdf finale (passando attraverso CAD e disegno vettoriale), sei un archeologo autosufficiente e le ditte credo che lo apprezzino.
Se poi, come suggerisce LA, hai anche conoscenze legislative - o anche solo il savoir faire necessario a risolvere un certo tipo di problemi e tensioni che si generano in un cantiere, cosa che però è difficile da dimostrare in un CV - sei a cavallo. Nei limiti del ramo, s'intende.
 
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view post Posted on 26/7/2018, 06:55

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CITAZIONE (archaeologica @ 26/7/2018, 00:06) 
. . . conoscenze legislative - o anche solo il savoir faire necessario a risolvere un certo tipo di problemi e tensioni che si generano in un cantiere, cosa che però è difficile da dimostrare in un CV . . .

Indubbiamente. Difficile, ma qualche elemento segnalatore nel curriculum potrebbe esserci: un tempo esisteva magari il servizio militare reso in ruoli un po' particolari, per esempio come ufficiale di complemento oppure nelle forze dell'ordine, ma ancora oggi qualche giovane potrebbe vantare una esperienza -magari durante l'ultima parte degli studi- come vigile urbano stagionale (in alcune regioni credo esistano ancora o siano esistiti fino a tempi recenti); anche più semplicemente aver fatto il presidente di seggio elettorale secondo me qualche cosa dice sulla attitudine giuridica della persona (non sto suggerendo di impegnarvisi se non per spirito civico sperando chissà che cosa, ma dico che avendolo fatto io non tralascerei di farlo apparire).
 
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view post Posted on 26/7/2018, 07:41

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Grazie ad entrambi per l'altissimo valore dei vostri suggerimenti. La parte legislativa non la avevo affatto considerata (seppur comunque fondamentale quando ci si approccia con la realtà lavorativa e le istituzioni), spero che in questo senso mi aiutino i miei studi superiori e le varie partecipazioni ai concorsi per le FFOO.

Ancora un sentito ringraziamento.
 
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view post Posted on 27/7/2018, 10:10

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A proposito di competente particolari, possono essere utili i moderni corsi MOOC o indicandoli sul CV, chi lo legge, scoppia a ridere?? Linko qui sotto due esempi:

Archeoastronomia

Osteoarcheology
 
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view post Posted on 27/7/2018, 12:06

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Cercherei di mettere ordine nel ragionamento.

Un conto è mettere a fuoco quali competenze sia utile avere e -immaginando che probabilmente qualsiasi competenza sia comunque meglio averla che non averla- quali sia raccomandabile farsi prioritariamente per un giovane Archeologo che aspira al primo impiego.

Un discorso che merita di non essere confuso con il precedente è quali competenze "collaterali" sia utile -avendocele- farle notare al potenziale datore di lavoro.

Esempio: io oggi non raccomanderei ad un giovane collega fra tante cose che si possono imparare di investire del tempo ulteriore, magari in un momento delicato e finale del percorso di studi quando tanta e probabilmente ben più succulenta carne potrebbe essere al fuoco, di fare un corso di camera oscura tradizionale. Però se per qualsiasi motivo pregresso si ritrovasse quella competenza, io senz'altro gli consiglierei di farla notare: difficile che serva, ma magari per caso sì, e in ogni modo fornisce un elemento di valutazione sulla attitudine personale alla precisione, alla passione per le questioni tecniche ed in definitiva alla manualità secondo tempi controllati, che potrebbe essere ritenuto significativo.

Detto questo io non consiglierei nessuno di quei due corsi linkati se è solo "per fare curriculum", in particolare diffiderei di quello sulla osteoarcheologia almeno fino a quando non fosse un minimo chiaro come funzionerà il regolamento di attuazione della Legge 110/2014 (in merito alle attività che si devono ritenere specificamente di competenza degli antropologi fisici), però se qualcuno quel corso l'avesse fatto non vedo perché dovrebbe tenerlo nascosto, se anche dovesse fare un po' sorridere si tratterebbe comunque un sorriso bonario.
 
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view post Posted on 27/7/2018, 12:26

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Ma a questo punto, siccome a livello universitario sono ancora in tempo (certo, impiegandoci un anno in più) è possibile virare verso una laurea antropologica pur conservando le possibilità di lavorare anche in ambito archeologico?
Lo chiedo perchè magari il settore antropologico POTREBBE avere maggiori sbocchi, ma sono solo speculazioni data la mia pressochè totale ignoranza circa questo mercato del lavoro.


Come sempre grazie dell'inestimabile valore delle vostre parole spese.
 
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view post Posted on 27/7/2018, 12:39

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CITAZIONE (Andrea Rolli @ 27/7/2018, 13:26) 
. . . è possibile virare verso una laurea antropologica pur conservando le possibilità di lavorare anche in ambito archeologico?

E chi lo sa.
Bisognerebbe sapere come sarà quel testo di regolamento (ci sarà un decreto ministeriale, ma se ricordo bene il testo dovrebbe prima passare dalla Settima Commissione di Camera e Senato, bisognerebbe di tanto in tanto andare a guardare negli atti parlamentari che sono online).
Comunque io ai ripensamenti in extremis ci credo poco (poi attenzione che si tratterebbe di antropologia fisica, non culturale): è vero che qualche volta possono essere strategicissimi, ma non farei nulla alla cieca.
 
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view post Posted on 3/8/2018, 16:29

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Ti ringrazio ancora LAVORI ARCHEOLOGICI. Tuttavia la mia ansia è appena aumentata.
 
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view post Posted on 3/8/2018, 19:29

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CITAZIONE (Andrea Rolli @ 3/8/2018, 17:29) 
. . . la mia ansia è appena aumentata.

Impara a mettere da parte l'ansia: è incompatibile con il tuo futuro ruolo professionale e nemica della qualità della tua vita.

Decidi tu se guardare le cose più con entusiasmo o più con cinica oggettività, ma renditi conto che l'ansia non serve a niente.

Rassegnamoci tutti quanti che nessuno di noi sa quali saranno i requisiti accademici per lavorare di qui ad una manciata di mesi, ma rendiamoci anche conto che sarà sempre così e non ci sarà mai un momento nel quale le cose sareanno definitive (di qui ad un dato tempo ci vorrà per forza il dottorato o basterà la specializzazione post-magistrale? forse diventerà addirittura obbligatoria la cosiddetta "alta formazione" di un ulteriore +1 o +2 anni oltre all'attuale percorso universitario di 3+2+2 o 3+2+3 anni? e con quali forme contrattuali nel mondo del lavoro? e soprattutto con quale inquadramento INPS? e con quale durata minima di versamenti pensionistici nell'arco della vita lavorativa? etc. etc.)
Non sappiamo nemmeno quali saranno le regole della tutela archeologica un domani, nè come si configurerà da qui ad un battito di ciglia il nostro ruolo sociale in questo Paese.

E allora cosa fare?
Se nonostante tutto ci si crede, prepararsi seriamente a saper fare il proprio mestiere e intanto tenersi informati.
Preoccuparsi? Volendo sì (del resto non c'è categoria professionale in Italia che oggi possa ritenersi nella proverbiale botte di ferro).
Volendo, magari potrebbe anche essere una buona idea farsi una coscienza politica o sindacale o associativa mediante la partecipazione alle forme di rappresentanza della propria categoria: gli studenti nelle organizzazioni studentesche, i dipendenti pubblici fra di loro, quelli privati nei sindacati del privato, i datori di lavoro nelle organizzazioni datoriali (per contro magari diffidando invece di quelle associazioni che sostengono di rappresentare genericamente gli interessi "degli Archeologi" indistintamente).

In ogni caso l'ansia individuale garantisco che non serve proprio a nulla, nè nel passaggio storico attuale nè in quelli futuri ;)
 
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view post Posted on 3/8/2018, 22:21
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L'ansia non si elimina dicendo che serve a nulla. Serve, eccome, a indicare che c'è un pericolo. Richiudersi nell'ansia, lasciarsi paralizzare da essa, non serve. Accettare che c'è, riconoscere insicurezze e pericoli (e tu li elenchi chiaramente, LA) e trovare gli strumenti per affrontarli, dove si può, accettare il rischio come parte della vita, questo sì, serve ed è forse l'unica strada possibile.
 
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