| I Camuni, cioè gli abitanti della Val Camonica, li chiamano da sempre pitóti, cioè pupazzi, disegni di bambini. Ma non sono pupazzi e nemmeno disegni di bambini, sono incisioni rupestri realizzate lungo un arco di tempo che va dall'Epipaleolitico fino al Medioevo inoltrato. In Val Camonica ne sono state censite più di 350.000, in una miriade di siti lungo le pareti rocciose dell'intera valle.
Alcuni di questi siti sono pressoché inaccessibili, perché posti in posizioni pericolosissime, altri invece, circa una ventina, sono stati resi fruibili ai visitatori, perché posti in posizioni facili da raggiungere e attrezzati con passerelle, sia per facilitare l'accesso, sia per evitare che i visitatori calpestino i massi su cui si vedono le incisoni e i graffiti.
Due di questi siti facilmente fruibili sono: - il Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Naquane, a Capo di Ponte, il primo parco istituito in Valle Camonica nel 1955 - l'area di Foppe di Nadro, facente parte della Riserva Naturale Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo.
Naquane è una località situata sul lato orientale della Val Camonica, nel Comune di Capo di Ponte. Pare che l'attuale toponimo sia una "corruzione" moderna di quello in uso fino a non molti anni fa che era Aquane, che designava un luogo abitato appunto dalle Aquane, esseri mitologici legati alle acque, specie di "sirene" alpine il cui culto è forse alla base dell’arte rupestre preistorica tipica della Valcamonica (in Veneto sono chiamate anguane).
Foppe di Nadro si trova in Comune di Ceto, poco più a sud di Naquane e sullo stesso lato della valle.
Ho passato un paio di giornate entusiasmanti, sgambettando come un cerbiatto tra i massi, alla ricerca delle incisioni più interessanti, segnalate dalle pubblicazioni che avevo consultato, per scoprire che le incisioni sono tutte interessanti...
A Foppe di Nadro si accede passando per il locale piccolo museo. Uno dei custodi, Maurilio, è uno studioso della costruzione di archi monossili e della lavorazione della selce e della giadeite nel Neolitico, un vero esperto che pratica l'archeologia sperimentale, ho passato alcune piacevoli ore a chiacchierare con lui. E poi c'è Eliza (con la z, non la s), che sperimenta le tecniche di tessitura che si presume venissero praticate nel Neolitico (le incisioni rupestri mostrano donne che lavorano a vari tipi di telaio... e nei corredi funebri del Neolitico sono stati rinvenuti attrezzi utilizzati per la tessitura).
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