CITAZIONE (ratapena @ 18/9/2018, 21:26)
Il problema era parlare di determinate civiltà o che a parlarne fosse uno venuto da fuori? Non riesco a capire che problema possa avere, per esempio, un ligure attuale a sentir parlare dei Liguri Intemelii o degli Ingauni...
Era un'epoca nella quale scottava ancora (e veniva scioccamente ricambiato fino ad essere poi inconsapevolmente riproposto secondo uno schema analogo persino nei campanilismi spiccioli di livello locale) un certo atteggiamento sciovinista da parte francese riguardo alla fondatezza storica già di epoca preromana dei "giusti confini" con l'Italia.
Io non vado tanto indietro, ma ai miei tempi era ancora vivo il ricordo di Archeologi del secondo dopoguerra ai quali era stato negato permanentemente l'accesso in Francia per aver sostenuto idee scomode sulle popolazioni antichissime di quell'area di confine. Sia chiaro che non voglio ora dare tutta la colpa ai "cugini", se pensiamo a cosa era appena successo durante la IIGM e se ci rendiamo conto di quali tentazioni ideologicamente inconfessabili ancora covassero nell'Italia di quel tempo (gridare a Briga e Tenda io l'ho sentito in certi ambientini ancora per molto tempo, quando non a Nizza e Savoia
), possiamo facilmente non dico giustificare, ma capire.
Il punto dolente, quello che considero inaccettabile come Archeologo, quello che mi pare nessuno si sia mai preoccupato di scardinare, sta secondo me nella pretesa di individuare una continuità etnica fra il passato lontano (intendo quello di scala "archeologica") e la dimensione nazionale attuale (posto che il concetto di "nazione", persino quello più moderno e pacifico come è nella nostra Costituzione, viene solitamente del tutto rigettato da alcune culture politiche del Novecento e di oggi, e invece sbandierato un po' sguaiatamente da altre).
CITAZIONE (Righel @ 17/9/2018, 19:11)
D'accordo. Ma come si fa ad escludere, o anche solo a prevedere, il "pregiudizio sulle interpretazioni"?
In qualche modo, chi più chi meno, siamo tutti affetti da qualche pregiudizio. Negarlo sarebbe insincero.
Ma sì, ma sì, dai. Intendevo una cosa molto meno filosofica: intendevo dire che non possiamo accettare pregiudizi palesemente pretestuosi come nella citata ideologia razzista e magari però già che ci siamo nemmeno la "
reductio ad Hitlerum" del dire o sottintendere che se l'importanza dei contatti genetici fra popolazioni di origine romana in Italia e popolazioni in qualche modo definibili come "Longobardi" è stato -come in effetti è stato- il presupposto fondante del "Manifesto della razza", allora vuol dire che questi contatti non sono veri ed è un po' scomodo persino parlarne (salvo che poi arriva qualcuno a "scoprirli").