Ostraka - Forum di archeologia

Fine della Cultura Clovis e impatto cometario

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alb_curioso
view post Posted on 19/11/2018, 10:57




Salve a tutti.

Segnalo questa notizia che riguarda solo marginalmente l'Archeologia, ma che ha comunque il suo interesse.

Recentemente sono stato trovati i resti di un enorme cratere da impatto in Groenlandia, sepelliti da almeno un chilometro di ghiaccio.

www.nationalgeographic.it/natura/20...landia-4193353/

Le stime dell'antichità di questo cratere collocano l'evento che lo ha generato in un periodo, almeno geologicamente molto vicino al presente: da un paio di milioni di anni fa a 12000 anni fa.
In sè, come ogni scoperta, è affascinante e interessante. Però in particolare, questo cratere potrebbe confermare una teoria che è cominciata ad essere dibattuta qualche anno fa. Ovvero che la civiltà Clovis del Nord America sia stata distrutta o per lo meno quasi messa in forte crisi da un evento celeste improvviso.

https://it.wikipedia.org/wiki/Impatto_cosm...l_Dryas_recente

Ancora più che su quella civiltà e sulle popolazioni umane, questo ipotetico evento avrebbe avuto conseguenze terribili su molte specie animali portandole all'estinzione e sul clima causando uno stadio freddo, che è comparso in tempi molto rapidi ed è durato per alcuni secoli, il Dryas recente.
Ricordo di aver letto riguardo a questa teoria che essa fosse stata formulata inizialmente perchè molte ossa di Mammuth di quel periodo (e non quelle più antiche) contenvano tracce di micro e nano impatti e microcristalli estranei che erano come "conficcati" dentro di esse.
Poi come tutte le teorie calza bene per alcuni aspetti dei dati e delle evidenze sperimentali e male per altre.
Però questo cratere potrebbe essere davvero una prova importante.

Dopo di che, è possibile che la cometa o l'asteroide abbiano colpito la Terra proprio in quel momento con conseguenze enormi e facilmente immaginabili che abbia localmente portato distruzione e causato l'estinzione della megafauna, ma a scala più grande, continentale o addittura globale, non abbia avuto effetti così netti nell'immediato. (Non tutti i Mammuth, per fare un esempio, si sono estinti nello stesso momento dovunque).
Ma è anche possibile che abbia dato luogo ad una serie di trasformazioni da cui il Mondo sia poi uscito modificato drasticamente. Ad esempio se le popolazioni di animali di grossa taglia erano sopravvissute, ma a stento, poi potrebbero essere state decimate dalla caccia umana senza avere possibilità di riprenderso e finendo per sparire definitivamente.

Per quello che ne so, l'inizio dell'evento climatico del Dryas recente è stato molto rapido, quindi si sposerebbe bene con questa teoria, sebbene non sia l'unica possibile spiegazione. C'è chi sostiene che questo cambiamento climatico abbia sì reso difficile la vita in molte zone del Pianeta, ma rendendo maggiori le precipitazioni in altre abbia favorito fortemente la comparsa dell'agricoltura.
In questo caso avrebbe avuto davvero un effetto nettissimo sulla civilizzazione umana. Direi fondamentale.

Ma come considerazione generale, si potrebbe dire che il numero delle volte che gli eventi naturali, climatici, geologici o, come in questo caso, astronomici, hanno influenzato le sorti dell'Umanità è di gran lunga superiore a quello che ci farebbe piacere credere...
 
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Fedenefe
view post Posted on 22/11/2018, 15:04




CITAZIONE (alb_curioso @ 19/11/2018, 10:57) 
Le stime dell'antichità di questo cratere collocano l'evento che lo ha generato in un periodo, almeno geologicamente molto vicino al presente: da un paio di milioni di anni fa a 12000 anni fa.
In sè, come ogni scoperta, è affascinante e interessante. Però in particolare, questo cratere potrebbe confermare una teoria che è cominciata ad essere dibattuta qualche anno fa. Ovvero che la civiltà Clovis del Nord America sia stata distrutta o per lo meno quasi messa in forte crisi da un evento celeste improvviso.

Ecco, questo è un argomento di Archeoastronomia, la disciplina di cui mi occupo.
Notizie della scoperta di questo cratere erano già trapelate un paio d'anni fa ma lo studio recente ne migliora notevolmente la conoscenza.
Notevolmente, ma non abbastanza.
Per il momento io resto dell'opinione di Ludovic Ferriere, del museo di Storia Naturale di Vienna, che è scettico circa l'interpretazione dei dati.
Finora la datazione è troppo approssimativa per essere certi di poter attribuire all'evento l'ipotesi della cometa di Clovis.
Inoltre è troppo settentrionale per aver inciso su quella cultura che ha coinvolto soprattutto le zone costiere dell'America del nord, ma anche la parte settentrionale dell'America del Sud.
Ho l'impressione che si stia cercando una comune risposta facile a una serie di eventi che non sappiamo nemmeno se siano stati "ragionevolmente" contemporanei: fine della Clovis, estinzione di grossi mammiferi e perfino la diffusione dell'agricoltura nel Medio Oriente.
Dobbiamo avere pazienza ed aspettare per conoscere con migliore approssimazione la data dell'evento e le dimensioni della sua portata.
 
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alb_curioso
view post Posted on 28/11/2018, 11:43




Ciao.

Mi sento di darti ragione. Attualmente questo ritrovamento può al massimo suggerire un collegamento tra alcuni fatti e non è (ancora?) una prova diretta. Nulla vieta che il cratere possa essere ben più antico e quindi che non abbia niente a che fare con l'ipotesi proposta. Certo è suggestivo, questo è innegabile. Come minimo si dovrebbe determinare il periodo con maggiore accuratezza.
Sono meno d'accordo sul fatto che in ogni caso sarebbe stato troppo a nord, perchè un cratere del genere pressuppone un'energia liberata immensa. Ritengo che conseguenze almeno a scala continentale siano possibilissime. Del resto si stima che l'impatto che creò il Meteor Crater in Arizona, il quale ha un diametro di "solo" :rolleyes: un Km o poco più, abbia generato un'energia pari a quasi mille bombe di Hiroshima
Questo cratere è ben più grande. Inoltre ai tempi, la Groenlandia era sicuramente coperta da ghiacci che sarebbero stati vaporizzati all'istante. E quindi, oltre al ""botto"" in sè, anche questa immensa quantità di vapore acqueo che improvvisamente venuta a creare nell'atmosfera deve essere tenuta in conto.

Dopo di che, anche ammettendo che l'impatto sia avvenuto proprio in quel momento, probabilmente può non aver avuto una conseguenza diretta, ma aver dato via ad una serie di mutamenti, di cui è difficile valutare le conseguenze. Perlomeno non in maniera semplice

Ma a prescindere da questo, dall'impatto celeste e dall'estinzione dei Mammuth e dall'altra cosidetta megafauna, mi chiedevo quali sono le evidenze che la civiltà Clovis abbia avuto un tracollo netto? Cioè, indipendentemente dalle cause, ciò è accertato? ed esiste un consenso generale?

E dopo i Clovis, quale civiltà si sviluppò nel Nord America?


Inoltre mi chiedevo, nelle tradizioni indiane, esiste qualche traccia di un evento distruttivo di questo genere? Cioè qualcosa di cui si è conservata una memoria atavica nei racconti e nella cultura di quei popoli? (un po'come il mito del diluvio)

A presto
 
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view post Posted on 29/11/2018, 16:23
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CITAZIONE (alb_curioso @ 28/11/2018, 11:43) 
E dopo i Clovis, quale civiltà si sviluppò nel Nord America?

A questo può risponderti, immagino, Usékar, molto meglio di me.
Comunque ho trovato in rete un'immagine che potrebbe essere attendibile. Uso il condizionale perchè nella preistoria americana è vero tutto e il contrario di tutto. E la prima a destra qui:
https://it.wikipedia.org/wiki/Cultura_Clovis
Dove si mostrano i siti abitati in ambedue le Americhe e le datazioni proposte. E' ovvio che non solo i Clovis vi avevano abitato
CITAZIONE
Inoltre mi chiedevo, nelle tradizioni indiane, esiste qualche traccia di un evento distruttivo di questo genere? Cioè qualcosa di cui si è conservata una memoria atavica nei racconti e nella cultura di quei popoli? (un po'come il mito del diluvio)

A me non risulta ma io non sono competente in materia. Anche qui devo rimandare la palla a Usékar.

Ciao
 
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view post Posted on 29/11/2018, 17:01
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Sinceramente, avevo già pensato di rispondere ad alb, il problema è che ci vorrebbe un intero trattato.
Senza arrivare a tanto, personalmente non ho mai letto di una estinzione di massa dei Clovis, più semplicemente avrebbero dato origine ai successivi abitanti del nord, centro e sud America.
Mi serve un po' di tempo per controllare, sto andando a memoria e non sono particolarmente interessato alla questione.
Tuttavia, ricordo di aver scritto qui nel forum qualcosa sui primi abitanti delle Americhe, https://ostraka.forumfree.it/?t=57394338 ma non ricordo alcunché sulla evoluzione seguente.

L'immagine proposta da wiki all'indirizzo trascritto da Righel non mi sembra rispondere al primo quesito posto da alb, dato che si riferisce sempre a siti considerati pre-clovis.

Per "tradizioni indiane" cosa intendi? Per indiani d'America si intendono normalmente quelli che chiamiamo anche pellerossa, cioè coloro che abita(va)no l'America del nord dall'attuale confine Messico - USA fino all'estremo limite settentrionale delle foreste del Canada.
E delle culture di queste popolazioni conosco poco o niente.

Se invece intendi le tradizioni di tutti gli amerindiani, beh la questione è complicata, perché per es. i Maya hanno racconti che parlano di 4 ere passate terminate con grandi disastri, una in particolare con una grande inondazione.
Se non ricordo male, sarebbe quella precedente l'attuale, ma anche qui, vado a memoria, devo controllare.
Sempre se non ricordo male, lo stesso vale per gli Aztechi.
 
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view post Posted on 29/11/2018, 18:20
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CITAZIONE (Usékar @ 29/11/2018, 17:01) 
L'immagine proposta da wiki all'indirizzo trascritto da Righel non mi sembra rispondere al primo quesito posto da alb, dato che si riferisce sempre a siti considerati pre-clovis.

Certo, lo so.
Ma l'ho indicata solo per chiarire che le popolazioni antecedenti o contemporanee (le datazioni sono ancora oggetto di discussione) ai Clovis erano distribuite in tutto il doppio continente e quindi sarebbe stato un po' difficile che l'evento meteorico, per disastroso che fosse, li avesse sterminati tutti.
Comunque fa con calma, so che sei impegnato in questo periodo. Tuttavia un evento, accaduto al più tardi 12.000 anni or sono, può aspettare ancora qualche giorno per essere esaminato.

P.S.
Ah!... finalmente sono rientrato in possesso del mio nick e della mia immagine!
Non ne potevo più di nascondermi sotto il falso nome di Fedenefe.
:woot_jump.gif:
 
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view post Posted on 29/11/2018, 18:40
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Bentornato Righel :lol: :lol: :lol:

La fase successiva viene chiamata Folsom e ci sono siti USA nei quali la stratigrafia ha restituito punte clovis con sovrapposte punte folsom.
Quindi, sembra chiaro che i Clovis si sono tecnicamente e culturalmente evoluti in Folsom, almeno negli attuali USA.
Appena ho un po più di tempo, chiarisco.
 
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alb_curioso
view post Posted on 30/11/2018, 12:01




Si avevo in mente il Nord America, in effetti non ero stato preciso. Immagino che per quanto grande quell'impatto, ammesso e non concesso che sia avvenuto davvero in quel periodo, non possa aver lasciato segni nelle culture geograficamente molto distanti come potrebbero essere quelle del Centro o Sud America.

Quindi, non sembrebbe che ci sia stato un declino più o meno rapido dei primi abitanti del nord America.

é un argomento di cui non so nulla e quindi vi ringrazio per le informazioni. Cioè immaginavo che con il passare dei secoli le culture dei primi abitanti si siano via via modificate dando vita ad altre culture, ma non sapevo come ciò fosse avvenuto, se in maniera netta o più graduale.
Senza arrivare all'estinzione totale dei Clovis (cosa che avrebbe dovuto implicare un sucessivo ripopolamento del continente da parte di altre genti), magari i fautori di questa teoria potevano intendere che ci fu un drammatico calo della densità della popolazione. Però questo potrebbe risultare in qualche modo. Faccio un ipotesi: se ci fosse una sorta di buco dei reperti in una certa zona, allora magari potrebbe essere più plausibile che l'evento abbia avuto luogo e che abbia avuto serie conseguenze. Intendo dire: se, ad esempio dalle parti dei Grandi Laghi, fossero ben noti noti reperti archeologici antichi precedenti i 12000 anni fa, poi niente per qualche secolo, poi di nuovo altri reperti più recenti, allora è abbastanza lecito supporre che qualche evento abbia ridotto la presenza umana localmente.
Ma se invece nulla di tutto ciò è chiaramente evidente allora forse battezzare questo impatto come impatto della cometa Clovis è quanto mento fuorviante.

E riguardo alla mia domanda, se in qualche modo i discendenti di quelle genti, avessero un qualche ricordo, allargando il discorso, mi verrebbe anche da chiedere quanto a lungo si conserva la memoria degli eventi naturali più grandi.
Ad esempio, io posso immaginare che la notizia dell'Eruzione del Vesuvio si sia rapidamente diffusa in tutto l'Impero e che localmente il ricordo sia rimasto vivo per generazioni. Ma dopo?
Le persone che vivevano in zone limitrofe (Napoli, Capua...), diciamo nel 300 dopo Cristo erano a conoscenza di quella catastrofe? e ancora successivamente? Magari nel 600 o nel 1000?

Però non vorrei allontanarmi troppo dal tema iniziale? Se qualcuno ritiene l'argomento interessante si può aprire una discussione separata.

A presto
 
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view post Posted on 30/11/2018, 15:01
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CITAZIONE (alb_curioso @ 30/11/2018, 12:01) 
Cioè immaginavo che con il passare dei secoli le culture dei primi abitanti si siano via via modificate dando vita ad altre culture, ma non sapevo come ciò fosse avvenuto, se in maniera netta o più graduale.

In genere è quello che è accaduto in tutte le culture note: pian piano ogni società, sia per naturale evoluzione, sia per influenze provenienti dall'esterno tramite il commercio o le guerre, si trasforma, accogliendo le novità utili o quelle imposte dal vincitore.
Ovviamente tranne il caso di Atlantide :alienff: ! Ma qui scivoliamo, nella migliore delle ipotesi, nell'errata interpretazione del Crizia o del Timeo di Platone e, nella peggiore, nella fantascienza di basso livello.

CITAZIONE
E riguardo alla mia domanda, se in qualche modo i discendenti di quelle genti, avessero un qualche ricordo, allargando il discorso, mi verrebbe anche da chiedere quanto a lungo si conserva la memoria degli eventi naturali più grandi.

Questo problema, secondo me, non ha una risposta unica. Dipende dai casi.
La memoria di un'inondazione catastrofica, di un maremoto (oggi si direbbe tsunami, come se lo avessero inventato i giapponesi nel 2004 :lol: ) può perdersi nel giro di alcune generazioni. Eppure molte culture antiche (dai Sumeri agli Ebrei, ma anche altri) conservano la memoria di inondazioni talmente vaste da meritare il titolo di Diluvio Universale.
Così come il caso dell'eruzione del Vesuvio del 79 d.C. può darsi che sia stata dimenticata per breve tempo. Ma 'a Muntagna, come la chiamano a Napoli, non accetta di essere obliata a lungo e si fa risentire, di tanto in tanto.
Certo, molto della memoria si deve alla parola scritta: da prima del IV millennio a.C. non ci giungono ricordi di catastrofi particolarmente violente, ma allora la scrittura non c'era ancora e la decifrazione di simboli o pitture preistoriche non sempre è agevole.
Ad esempio, tanto per restare vicino all'area vesuviana, del super vulcano dei campi Flegrei non abbiamo notizia, nella memoria popolare, prima del 1.538 (eruzione e nascita del Monte Nuovo, presso Pozzuoli) ma gli studi geologici hanno ritrovato abbondanti tracce di eruzioni, a volte cataclismatiche, fin da 60.000 anni or sono. Per di più con brevi periodi di quiescenza, la maggiore fra 8.200 e 4.800 anni fa. Da una di queste eruzioni è nata gran parte della Campania.
Ma qui nessuno ne sapeva niente fino al 1.538. Ora, credimi, fa molto più paura del Vesuvio.
 
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view post Posted on 30/11/2018, 16:48
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Bene, la mia memoria è ancora valida, anche se tendo a sottovalutarla, motivo per cui non mi sono fidato ad indicare il nome di un sito famoso per la sua stratigrafia. Ho controllato, aveva ragione la mia memoria.

Il sito in questione è quello di Blackwater Draw, considerato il "sito tipo" per definire in cosa consistono le punte clovis.
Questo sito, scoperto nel 1929 (in realtà, reperti "non di scavo archeologico" provenienti da quel sito erano noti già da tempo), viene studiato dal 1932, ed è proprio quello che, essendo vicino alla località di Clovis nel New Mexico, ha dato il nome alla cultura.
Copio e incollo da
NewsMA, Newsletter of the New Mexico Archaeological Council 2013-2
CURRENT RESEARCH AND INVESTIGATIONS AT BLACKWATER DRAW, NM
David Kilby (Department of Anthropology and Applied Archaeology, Eastern New Mexico University)
George Crawford (Director, Blackwater Draw Site, Eastern New Mexico University)

consultabile online qui
https://www.academia.edu/3314210/Current_R...ckwater_Draw_NM

"Archaeological investigations at BWD over the last 80 years have revealed an extensive stratigraphic record that established a sequence of archaeological cultures (Hester 1972; Stanfordet al. 1982; Boldurian and Cotter 1999; Haynes and Warnica 2012), including Clovis, Folsom,Agate Basin, Plainview, Angostura, and Cody (the latter four were originally named the “Portales Complex,” and are referred to here as Late Paleoindian) as well as Ar
chaic and later Prehistoric cultures, and provided a chronological ordering for the earliest archaeologicalcultures on the Southern Plains and the Southwest. Located between the towns of Clovis andPortales on the Llano Estacado of eastern New Mexico, BWD is owned by the state of NewMexico and managed by Eastern New Mexico University. Despite years of destructive gravelmining, intact deposits remain preserved at the site and it remains central to active research being carried out by a number of institutions. Here we will focus on describing four avenues of continuing research at BWD being carried out by ENMU."

Viste le critiche di cui LA ed io siamo stati fatti oggetto, per presentare brani in lingua straniera senza la relativa traduzione, presento la mia di questo passo
"Le indagini archeologiche nel sito di BWD (Blackwater Draw, ndt) negli corso degli ultimi 80 anni hanno portato a un'estesa registrazione stratigrafica che ha stabilito una sequenza di culture archeologiche (Hester 1972, Stanfordet al 1982, Boldurian and Cotter 1999, Haynes and Warnica 2012), tra cui Clovis, Folsom, Agate Basin, Plainview, Angostura e Cody (gli ultimi quattro erano originariamente chiamati il "Complesso di Portales", e qui ad essi ci si riferisce come Paleoindiano recente) così come Arcaico e di Tarde Culture Preistoriche (nelle Americhe i periodi preistorici assumo nomi differenti dai corrispondenti europei, il Periodo Arcaico è quello subito posteriore al Folsom, cioè parte dall'8000/7000 a.C., ndt) , e fornì un ordinamento cronologico per le prime culture archeologiche delle pianure meridionali e sud-occidentali (degli USA, ndt). Situato tra le città di Clovis e Portales sul Llano Estacado del New Mexico orientale, BWD è di proprietà dello stato di New Mexico e gestito dalla Eastern New Mexico University. Nonostante anni di distruttivi prelievi di ghiaia, intatti depositi restano preservati e il sito rimane centrale per la ricerca attiva condotta da un certo numero di istituzioni. Qui ci concentreremo sulla descrizione di quattro percorsi di ricerca continua alla BWD in corso da parte di ENMU."

Come ho scritto, gli strumenti clovis giacciono nello strato immediatamente al di sotto del folsom.
Per quanto riguarda la datazione della cultura Plainwiev è un po' un mistero, perché produsse punte che sono considerate una evoluzione delle folsom, anche se nei siti settentrionali le precedono, mentre in quelli meridionali, come appunto BWD, sono a loro successive.



I dati archeologici riguardanti la paleoantropologia delle Americhe sembrano in contrasto con quelli genetici, anche di questo abbiamo già discusso qui nel forum, forse nella stessa discussione che ho citato in precedenza.
Le rilevazioni di alcuni siti centro e sud americani sono addirittura in anticipo rispetto a quella che viene considerata l'ondata migratoria attraverso la Beringia, stimata attorno a 12000 anni fa, mentre i dati genetici confermano che tutti gli attuali amerindiani discendono da genti di origine cino-siberiane che avrebbero attraversato l'attuale Stretto di Bering appunto attorno a quell'epoca.

In realtà, molti non vedono contrasti tra le differenti datazioni, in quanto sono tranquillamente ipotizzabili anche migrazioni precedenti il ponte della Beringia apertosi durante il Wurm-Winsconsin, alcuni ipotizzano arrivi anche via navigazione in piccolo cabotaggio, cioè lungo le coste.
Ci sono prove genetiche anche di un arrivo sulle coste occidentali dell'America Meridionale di austronesiani-polinesiani circa 4000 anni fa, ma le tracce rilevate ci dicono che si trattò di un numero di individui non rilevante rispetto alla popolazione già presente nella zona.
Analogamente, sono irrilevanti a questo fine le analisi genetiche sugli Inuit, per i quali lo Stretto di Bering non ha mai costituito un ostacolo: l'URSS, a suo tempo, cercò senza successo di impedire i loro continui passaggi dalle coste siberiane a quelle dell'Alaska e viceversa. Un braccio di mare di 80 km, lungo il quale si possono bordeggiare le isole Aleutine e le Diomedee, non ha mai costituito un problema per quelle popolazioni.


Veniamo alle ere dei Maya.
Noi oggi saremmo appena usciti dalla V era, quelle dell'Oro, le quattro precedenti sono l'Era dell'Acqua, quella dell'Aria, quella della Terra e quella del Fuoco e sarebbero tutte terminate con immani catastrofi.
A proposito dell'Era dell'Acqua, nel Popol Vuh dei Maya Quiché, si legge:
“un diluvio fu suscitato dal Cuore del Cielo… una pesante resina cadde dal cielo.. la faccia della terra si oscurò, e una nera pioggia cadde su di essa, notte e giorno”.

Una curiosità.
L'Era dell'Oro sarebbe iniziata nell'agosto del 3114 a.C, sul giorno ancora si discute se sia il 6, l'11 o il 13, e terminata il 21.12.2012, in totale 13 bakt'un.
Secondo la loro nomenclatura 1 bakt'un equivale a 144.000 giorni, quindi 13 bakt'un sono 1872000 gg, cioè poco meno di 5129 anni. E tutte le 4 ere precedenti avrebbero avuto la medesima durata.
5129 x 5 = 25.645 numero suggestivo... non abbiamo alcuna prova che i Maya conoscessero quella che noi chiamiamo precessione degli equinozi, ma ripeto il numero è suggestivo (Righel, perdonami :worthy.gif: ;) )
 
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view post Posted on 3/12/2018, 18:13
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CITAZIONE (Usékar @ 30/11/2018, 16:48) 
Viste le critiche di cui LA ed io siamo stati fatti oggetto, per presentare brani in lingua straniera senza la relativa traduzione, presento la mia di questo passo

Ed io te ne ringrazio.
Ma sia ben chiaro che la mia non è mai stata un "critica" nel senso comune di questo termine, né a te né a LA. Mi sono limitato a rilevare che non tutti conoscono l'inglese abbastanza bene da leggere lunghi testi senza dover ricorrere all'uso di un vocabolario. Io, ad esempio ho studiato tedesco e spagnolo... con risultati appena più che mediocri :(. Così come le vicende della vita mi hanno costretto a studiacchiare anche un po' di francese.
Ed anche l'uso del traduttore di Google non garantisce la correttezza della traduzione.
Meglio evitare equivoci.

CITAZIONE
Ci sono prove genetiche anche di un arrivo sulle coste occidentali dell'America Meridionale di austronesiani-polinesiani circa 4000 anni fa, ma le tracce rilevate ci dicono che si trattò di un numero di individui non rilevante rispetto alla popolazione già presente nella zona.

Il che sembra in contrasto con quanto affermato qui:
http://www.lescienze.it/news/2018/11/09/ne...alasia-4183918/
dove la datazione degli arrivi nel sud-ovest delle Americhe sembra essere di parecchio anteriore.
Forse è ancora troppo presto per trarre delle ipotesi attendibili sulla datazione delle prime colonizzazioni del continente.
CITAZIONE
Veniamo alle ere dei Maya.
...
“un diluvio fu suscitato dal Cuore del Cielo… una pesante resina cadde dal cielo.. la faccia della terra si oscurò, e una nera pioggia cadde su di essa, notte e giorno”.

Il che conferma la quasi universalità del mitologema del Diluvio.
CITAZIONE
Una curiosità.
L'Era dell'Oro sarebbe iniziata nell'agosto del 3114 a.C, sul giorno ancora si discute se sia il 6, l'11 o il 13, e terminata il 21.12.2012, in totale 13 bakt'un.

Vuoi vedere che invece è terminata il 13 gennaio del 3113 a.C., alle 21:45? :lol:
No, non è una battuta di spirito ma solo un'ulteriore ipotesi fantasiosa basata su di un diverso punto di vista.
CITAZIONE
5129 x 5 = 25.645 numero suggestivo... non abbiamo alcuna prova che i Maya conoscessero quella che noi chiamiamo precessione degli equinozi, ma ripeto il numero è suggestivo (Righel, perdonami :worthy.gif: ;) )

Perdonato!
Anzi mi congratulo con il tuo spirito d'osservazione. Effettivamente quel numero corrisponde alla durata ipotizzata di una rotazione completa del polo nord celeste.
E non è affatto detto che i Maya non avessero notato lo spostamento delle stelle nel corso del lungo periodo.

Certo che ne abbiamo di fantasia, noi umani !!! :alienff:
 
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view post Posted on 3/12/2018, 18:36
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Righel, non mi riferivo a te, la critica molto chiara, diretta e pesante è arrivata da altra persona, che tra l'altro nemmeno partecipa attivamente, come invece fai tu, alla poca vita del forum.

Per quanto riguarda la precessione degli equinozi e i Maya, ho appunto scritto che non abbiamo nessuna prova che ne avessero conoscenza, ma quel numero è suggestivo... ci si può tranquillamente ricamare sopra e se fossi un fantarcheologo lo farei...
 
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alb_curioso
view post Posted on 4/12/2018, 10:55




CITAZIONE (Usékar @ 3/12/2018, 18:36) 
Per quanto riguarda la precessione degli equinozi e i Maya, ho appunto scritto che non abbiamo nessuna prova che ne avessero conoscenza, ma quel numero è suggestivo... ci si può tranquillamente ricamare sopra e se fossi un fantarcheologo lo farei...

Assolutamente suggestivo. Uno dei popoli più attenti osservatori dei cieli, di sicuro.

Se non sbaglio, gli antichi astronomi greci, Tolomeo su tutti, avevano osservato il fenomeno anche se non so se ne avessero calcolato esattamente la periodicità (cosa che probabilmente è più difficile). Quindi direi che di per sè non è impossibile dedurre questo movimento terrestre con strumenti e osservazioni semplici e quindi assolutamente alla portata dei Maya. Non penso che occorrano osservazioni celesti per un tempo enormemente lungo, secoli o migliaia di anni. Probabilmente bastano pochi decenni.
Ovviamente non basta una suggestione per stabilire una conoscenza e nemmeno per ipotizzare una teoria, ma perlomeno si può pensare che fosse possibile.
Però la divisione dell'intero ciclo in cinque epoche non saprei dire che significato astronomico possa avere (chiarisco: sono io che non lo so, non mi permetto assolutamente di dire che non ce l'ha).
Dopo un semiciclo il solstizio estivo si sposta dal perielio all'afelio (ovviamente in modo invertito per i due emisferi nord e sud). Quindi ad una differenza climatica molto netta. Del resto una delle ragioni principali delle glaciazioni va proprio ricercata nelle lente variazioni dell'orbita terreste che portano ad un diverso irraggiamento solare. Però non vorrei spingere troppo il là le elucubrazioni
 
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alb_curioso
view post Posted on 4/12/2018, 11:34




CITAZIONE (Righel @ 30/11/2018, 15:01) 
Questo problema, secondo me, non ha una risposta unica. Dipende dai casi.
La memoria di un'inondazione catastrofica, di un maremoto (oggi si direbbe tsunami, come se lo avessero inventato i giapponesi nel 2004 :lol: ) può perdersi nel giro di alcune generazioni. Eppure molte culture antiche (dai Sumeri agli Ebrei, ma anche altri) conservano la memoria di inondazioni talmente vaste da meritare il titolo di Diluvio Universale.
Così come il caso dell'eruzione del Vesuvio del 79 d.C. può darsi che sia stata dimenticata per breve tempo. Ma 'a Muntagna, come la chiamano a Napoli, non accetta di essere obliata a lungo e si fa risentire, di tanto in tanto.
Certo, molto della memoria si deve alla parola scritta: da prima del IV millennio a.C. non ci giungono ricordi di catastrofi particolarmente violente, ma allora la scrittura non c'era ancora e la decifrazione di simboli o pitture preistoriche non sempre è agevole.
Ad esempio, tanto per restare vicino all'area vesuviana, del super vulcano dei campi Flegrei non abbiamo notizia, nella memoria popolare, prima del 1.538 (eruzione e nascita del Monte Nuovo, presso Pozzuoli) ma gli studi geologici hanno ritrovato abbondanti tracce di eruzioni, a volte cataclismatiche, fin da 60.000 anni or sono. Per di più con brevi periodi di quiescenza, la maggiore fra 8.200 e 4.800 anni fa. Da una di queste eruzioni è nata gran parte della Campania.
Ma qui nessuno ne sapeva niente fino al 1.538. Ora, credimi, fa molto più paura del Vesuvio.

Ecco, io intendevo proprio questo. Quanto può sopravvivere un ricordo senza la scrittura. Ovviamente rispondere è impossibile.
Pensavo a coloro che da bambini hanno assistito all'eruzione del 79: di sicuro lo avranno raccontato ai loro nipoti e questi alle generazioni dopo. Non mi stupirebbe se il ricordo fosse rimasto vivo per qualche secolo
Ma invitabilmente prima o poi questa tradizione oserei dire diretta e famigliare si perde. Dopo, può rimanere ma viene distorto dalle lenti del mito e l'attinenza con reale diventa debole.
Dopo quanto tempo la zona ai piedi del Vesuvio ha cominciato ad essere di nuovo popolata? Nel Medioevo? Evidentemente i nuovi abitanti non sapevano più del pericolo sopra le loro teste. Quelli delle aree dei Campi Flegrei non hanno visto eruzioni vere prima di quella che giustamente citi tu. Quindi potevano non sapere di quanto sia pericoloso quello che hanno sotto i piedi (allora. non saperlo oggi è più grave.) L'eruzione in sè non è stata così terribile da non far tornare le persone lì, dopo che terminò.

Sarebbe interessante sapere quanto a lungo è perdurato e se ancora perdura il ricordo delle eruzioni catastrofiche del Tambora e del Krakatoa nei strati non scolarizzati della popolazione. (l'indonesia è purtroppo ancora un Paese povero e credo che non tutti possano andare a scuola; lo stesso vale anche e di nuovo purtroppo per gli altri Paesi dell'area). Entrambe quelle eruzioni non sono stare come "le altre" (nell'assurdo pensiero che un eruzione possa essere un evento qualsiasi), ma tra le più intense di quest'epoca geologica. Il famoso anno senza estate, il 1816, che tanta importanza storica ha avuto, fu causato proprio dall'eruzione del Tambora.
é ovvio che i sopravvissuti ne hanno parlato a lungo. Chissa se oggi dopo due secoli dalla prima, la popolazione se la ricorda.
Io penserei di si, ma se invece non fosse così allora vorrebbe dire che i ricordi di eventi terribili si perdono molto rapidamente.


PS
L'argomento del diluvio e della sua mitologia e delle possibili cause naturali è molto affascinante.
Varrebbe la pena di parlarne a parte.

PPS
" Ma qui nessuno ne sapeva niente fino al 1.538. Ora, credimi, fa molto più paura del Vesuvio"

hai ragionissima. una delle zone più pericolose del mondo, con una delle densità umane maggiori del mondo.
C'è da rabbrividire.
Ho letto che in questi giorni il Vesuvio "borbotta" un po' speriamo che si tranquilizzi rapidamente

Edited by Usékar - 4/12/2018, 12:28
 
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view post Posted on 4/12/2018, 13:05
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Alb, scusa se ho modificato il tuo intervento precedente, l'ho fatto per rendere più chiara la citazione di Righel, avevi messo un /QUOTE di troppo.


CITAZIONE (alb_curioso @ 4/12/2018, 10:55) 
CITAZIONE (Usékar @ 3/12/2018, 18:36) 
Per quanto riguarda la precessione degli equinozi e i Maya, ho appunto scritto che non abbiamo nessuna prova che ne avessero conoscenza, ma quel numero è suggestivo... ci si può tranquillamente ricamare sopra e se fossi un fantarcheologo lo farei...

Assolutamente suggestivo. Uno dei popoli più attenti osservatori dei cieli, di sicuro.

Se non sbaglio, gli antichi astronomi greci, Tolomeo su tutti, avevano osservato il fenomeno anche se non so se ne avessero calcolato esattamente la periodicità (cosa che probabilmente è più difficile). Quindi direi che di per sè non è impossibile dedurre questo movimento terrestre con strumenti e osservazioni semplici e quindi assolutamente alla portata dei Maya. Non penso che occorrano osservazioni celesti per un tempo enormemente lungo, secoli o migliaia di anni. Probabilmente bastano pochi decenni.
Ovviamente non basta una suggestione per stabilire una conoscenza e nemmeno per ipotizzare una teoria, ma perlomeno si può pensare che fosse possibile.

In realtà, abbiamo prove che i Maya trascrissero le loro osservazioni celesti nel corso dei secoli.
Ciò che non conosciamo con certezza è quando venne fissata la data di inizio del computo lungo della V era.
Tra l'altro, il metodo di contabilizzazione delle date su lunghissimi periodi, quello che va sotto il nome attuale di computo lungo, venne inventato dagli Olmechi o almeno da quelli che vengono chiamati Epi-Olmechi, quindi almeno tra il VI e il IV sec. a.C., quando la società Maya, secondo l'attuale archeologia, era ancora allo stadio pre-classico.



CITAZIONE (alb_curioso @ 4/12/2018, 10:55) 
Però la divisione dell'intero ciclo in cinque epoche non saprei dire che significato astronomico possa avere (chiarisco: sono io che non lo so, non mi permetto assolutamente di dire che non ce l'ha).

Mi associo, non ne ho idea.
Mi fa piacere chiarire che l'osservazione di cui ho scritto, e cioè che le cinque ere corrispondono a 25.645 anni, è tutta mia, tra l'altro spuntata nella mia testa da poco, e non mi sono mai imbattuto in essa in tutte le mie letture.
Ora, non sono così presuntuoso da credere di essere l'unico ad averci pensato, la letteratura in merito è semplicemente sterminata e io ne ho letta una minima parte.
A parte questa ipotesi molto verosimile, e cioè che qualcuno ne abbia scritto senza che io ne sia a conoscenza, è anche possibile che qualche studioso ci abbia pensato ma non gli sia sembrata una osservazione rilevante, dato che come ho scritto non ci sono prove che i Maya abbiano associato quel numero a qualcosa di significativo né che abbiano considerato la suddivisione in cinque ere legata a qualche fenomeno rilevante.
 
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