Non direi che non esista una esatta terminologia: la terminologia c'è ed è abbastanza univoca (almeno fintanto che si rimane nell'ambito della ceramica in Archeologia, certo che se si sconfina in quello della ceramica artistica contemporanea allora è diverso e persino il termine "ceramica" potrebbe diventare controverso).
Piuttosto non mi pare facile suggerire un riferimento manualistico particolarmente adatto come assolutamente generale, nonostante vari manuali di ceramica in Archeologia in realtà esistano (e andrebbero comunque sfogliati almeno una volta in biblioteca).
Giusto suggerirei di cominciare dall'ormai
archeologico esso stesso impegno di sistematizzazione da parte del Mannoni tra gli anni Sessanta e Settanta, per esempio qui (ma del medesimo studioso ci sarebbe dell'altro):
www.storiapatriagenova.it/Docs/Bibl...749fec470d1.pdfPoi andare a vedere nelle poco meno vecchie "Norme per la redazione della scheda del saggio stratigrafico" (a cura di F.Parise Badoni e Maria Ruggeri Giove, Roma, 1984) a pag. 72-75 quali siano le denominazioni delle classi ceramiche medievali riconosciute dall'ICCD e relativa bibliografia originale che presiede alla individuazione della singola classe
www.storiapatriagenova.it/Docs/Bibl...749fec470d1.pdfAlla fine temo comunque rassegnarsi a farsi uno uno specchietto aggiornato da osservazioni personali integrando con qualche buon lavoro
recente di catalogazione edito per la zona riguardo alla quale si sta inizialmente concentrando gli studi.
CITAZIONE (Roberto Firu @ 24/8/2019, 09:40)
. . . non mi è ben chiaro in cosa differiscono a livello macroscopico-visivo. Ho visto infatti che molti testi riportano immagini di ceramiche molto simili, a volte presentate come "maiolica", altre volte come "ceramica ingobbiata ed invetriata".
In che modo si riconoscono?
La difficoltà è comprensibile, ma è da superare con un po' di esperienza diretta con il coccio in mano.
Il trattamento della superficie anche in relazione alle cotture a farsi l'occhio dovrebbe essere
solitamente distinguibile guardando bene le stratificazioni nelle fratture, anche dove la parte vetrificata fosse un po' scheggiata.
Forse ti conviene prendere la questione anche un po' dal verso contrario rispetto a quello di dover decidere come è la classificazione di un dato esemplare.
Perché non parti in qualche caso dall'esame (ma dal vero, però) di manufatti che stilisticamente e tipologicamente sei già in grado di stabilire che sono senza dubbio appartenenti a classi precise per farti da te stesso (alla luce della teoria che hai già studiato) una esperienza diretta delle loro caratteristiche tecnologiche?