CITAZIONE (Caecilia @ 30/10/2019, 10:52)
Salve a tutti, sono una studentessa del secondo anno di scienze archeologiche all'università La Sapienza di Roma, . . ., mi sono scontrata con il vuoto siderale che circonda l'archeologia dell'estremo oriente (Cina e Giappone) in Italia.
Nel curriculum che sto seguendo attualmente nonostante si chiami ''orientale'' si spinge al massimo nell'Asia centrale (Turkmenistan, Uzbekistan, Tagikistan, Afghanistan).
L'unica alternativa che vedo è fare una magistrale all'orientale di Napoli.
. . .
Forse sul tema di quale sia il perimetro della "orientalità" nei nostri piani di di studi e per qualche altra considerazione sull'argomento puoi trovare interessante questa vecchia discussione:
https://ostraka.forumfree.it/?t=76675189CITAZIONE (Caecilia @ 30/10/2019, 10:52)
Pensate sia possibile fare una carriera in questo ambito . . . ?
Secondo me no.
Al momento tutto dovrebbe indurre al pessimismo (non più così buona reputazione della nostra Archeologia a livello internazionale, refrattarietà dei Paesi che hai indicato a mettere in mani straniere le questioni riguardanti il proprio patrimonio, storico scarso attivismo delle nostre Università ed istituzioni anche politiche in quella particolare direzione).
CITAZIONE (Caecilia @ 30/10/2019, 10:52)
. . . e scavare in estremo oriente?
Potrebbe capitare in termini di singola esperienza universitaria, qualora -ma al momento non me ne vengono in mente- qualche Università attivasse forme di "scambio" internazionale, ma certo che alla fine trovarsi su uno scavo di pura ricerca probabilmente non rappresenterebbe veramente una gran differenza da una parte piuttosto che l'altra del mondo (altro sarebbe entrare dentro al sistema locale dell'archeologia "esecutiva", intendo quella di
routine, ma francamente mi sembra molto difficile per entrambi i Paesi che hai nominato e comunque richiederebbe una conoscenza non superficiale delle loro lingue). Comunque sì, a volerci proprio provare Napoli potrebbe essere una opzione da considerare (controllare prima le opportunità concrete, in ogni caso).
Insomma, vedo una strada molto in salita e dagli sbocchi professionali quantomeno molto nebulosi (ammesso che pur non essendocene oggi si possa nutrire qualche speranza che sulla base di novità che io attualmente non vedo se ne aprano nel medio-breve periodo).
Certo, in teoria per aprire nuovi canali sarebbe bastata una frasetta scritta bene riguardo a future collaborazioni nell'ambito dei Beni Culturali in uno qualsiasi degli importanti trattati commerciali che in questi anni abbiamo firmato con quei Paesi (e che infatti hanno portato ad un incremento negli scambi universitari e ad opportunità reciproche per tanti giovani riguardo allo studio delle rispettive lingue e forse riguardo a qualche particolare ambito della ricerca scientifica), seguita possibilmente da un po' di iniziativa da parte dei nostri Centri di Cultura magari nel giocare contemporaneamente la oggi più prestigiosa carta della nostra ancora buona reputazione nel campo del Restauro, ma nella realtà non mi pare che per l'Archeologia si stia concretamente andando in una direzione promettente per il momento (anzi come sensazione mi pare che qualche tentativo di collaborazione degli ultimi decenni, anche nel senso opposto in termini di nostra apertura a loro "missioni", sia andato un po' a spegnersi).
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