Ostraka - Forum di archeologia

Il patrimonio archeologico è sempre in pericolo, Anche quando teoricamente ben custoditi, i beni archeologici di grande valore venale sono comunque sempre in pericolo

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view post Posted on 12/11/2019, 17:09
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Su 83 monete d'oro, datate tra V e VI sec., custodite nel Museo di San Mamiliano a Sovana (Grosseto), 65 sono state rubate tra il 3 e il 9 novembre, mentre il Museo era chiuso, dato che d'inverno apre solo il sabato e domenica

https://www.finestresullarte.info/flash-ne...o-di-sovana.php
 
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view post Posted on 12/11/2019, 20:08

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Chiaramente un furto su commissione.
I piccoli musei come questo immagino abbiano molte difficoltà a dotarsi di adeguati sistemi di sicurezza. Non sarà il caso che pezzi di grande valore vengano tenuti nei grandi musei?
 
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view post Posted on 13/11/2019, 06:34
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Il professionista, in realtà, non può essere fermato, gli si può solo rendere il compito molto difficile, lo si può rallentare, fargli "perdere" tempo, in mdo che giudichi il suo "lavoro" troppo dispendioso e pericoloso, insomma in modo da fargli valutare che il gioco non valga la candela.

Nemmeno i grandi musei garantiscono la protezione assoluta, ci sono innumerevoli casi al proposito, ne cito alcuni recenti.

Venezia, Palazzo Ducale, 3 gennaio 2018, rubati all'aperura della sala alcuni gioielli Moghul, sono stati sufficienti 5 minuti, dalle 10:03 alle 10:08 del mattino, gli autori fuggirono in una sala già piena di visitatori.
La banda venne identificata dopo alcuni mesi di indagine, ma i gioielli non mi risulta siano sati recuperati, benché giudicati incommerciabili, perché pubblicati in numerosi cataloghi. Quindi si trattò di furto su commissione, agevolato da una talpa, un custode che aprì la teca contenente una coppia di orecchini e una spilla in diamanti, oro e platino, permettendo la fuga dei ladri prima che scattasse l'allarme.

Verona, Museo di Castelvecchio, 19 novembre 2015, il guardiano notturno agevolò l'entrata dei ladri, un gruppo ucraino-moldovo, disattivando il sistema di allarme. Vennero asportate 17 tele importanti, Tintoretto, Rubens, Mantegna, Pisanello... vennero rintracciate dai Carabinieri a Odessa, in Ucraina, ma ci volle del bello e del buono per farsele restituire. Furono portate al Museo Kanenko di Kiev e le autorità ucraine ce le restituirono solo nel settembre 2017.

Roma, Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Pasqua 2013, 27 ori della Collezione Castellani asportate da banditi incappucciati e armati di accette con le quali ruppero le vetrine. Per fuggire fecero addirittura uso di fumogeni. La commitente fu una signora di San Pietroburgo, identificata e fermata all'aeroporto di Fiumicino. I ladri, sfumato l'affare, si rivolsero al locale mercato clandestino, così furono identificati e vennero recuperati i 23 pezzi più importanti. I 4 pezzi mancanti, definiti i più piccoli e meno importanti, non vennero mai recuperati.

Mi fermo qui, l'elenco è lunghissimo... speriamo che lemonete vengano rcuperate.

Inoltre, c'è da tenere in conto il fatto che le autorità locali, quelle del luogo di rinvenimento degli oggetti, si oppongono sempre più decisamente al trasferimento nei grandi musei, forse non a torto.
Si tratta di una questione molto dibattuta, sono almeno parzialmente d'accordo con questa linea, secondo me piccolo è bello, nel senso che si può gustare con calma.
I grandi musei sono spettacolari, ma alla fin fine o il visitatore entra con un obiettivo, vedere solo alcune cose e magari tornare più volte, oppure ne resta "annoiato" e tira dritto, per così dire. Ma tornare più volte può essere, anzi, è costoso e richiede tempo, due ostacoli pressoché insormontabili per il "normale" turista...
A parte il fatto che si creano fenomeni distrorsivi incredibili, ne cito uno.
Nella sala della Gioconda al Louvre, sulla parete di fronte, quindi alle spalle del "manicomio" che si crea davanti al dipinto leonardesco, sta il gigantesco dipinto "Le Nozze di Cana" di Paolo Caliari, detto il Veronese, 10 mt x 6,7, della cui esistenza pochissimi si accorgono... anche per colpa, mi verrebbe da scrivere addirittura dolo, delle guide che accompagnano i gruppi, le quali non possono "perdere tempo" per illustrare un altro dei capolavori dell'arte italiana, che però non è un "must", come si usa dire oggi.
 
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view post Posted on 13/11/2019, 12:34
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Significative due cose: la convivenza dei custodi e la provenienza dei committenti, che non rifuggono dal furto.
Quanto ai piccoli musei, sono anch'io del parere che abbiano il loro fascino e che siano, per certi versi più interessanti di quelli grandi.

Un ricordo: molti anni fa al Kunsthistorisches Museum di Vienna feci scattare gli allarmi appoggiando l'obbiettivo alla vetrina per fotografare degli oggetti e venni quasi giustiziato seduta stante dai guardiani, alacremente accorsi. Di lì a poco venne rubata, nella stessa sala, la saliera del Cellini... (a scanso di equivoci: fu ritrovata alcuni anni dopo e io non c'entro, mi devo accontentare di una saliera in ceramica a forma di testa di Schiller, per il pepe c'è Goethe )

Edited by dceg - 13/11/2019, 15:50
 
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view post Posted on 14/11/2019, 16:36

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CITAZIONE (dceg @ 13/11/2019, 12:34) 
Un ricordo: molti anni fa al Kunsthistorisches Museum di Vienna feci scattare gli allarmi appoggiando l'obbiettivo alla vetrina per fotografare degli oggetti e venni quasi giustiziato seduta stante dai guardiani, alacremente accorsi. Di lì a poco venne rubata, nella stessa sala, la saliera del Cellini... (a scanso di equivoci: fu ritrovata alcuni anni dopo e io non c'entro, mi devo accontentare di una saliera in ceramica a forma di testa di Schiller, per il pepe c'è Goethe )

O.T.: Ma guarda il mondo. Anche io ricordo benissimo di aver dato -tanti anni fa, pressappoco quaranta credo- una botta paurosa con l'obiettivo della macchina fotografica al vetro (sottilissimo e alquanto ballerino ma evidentemente sufficientemente resistente) della teca della Saliera del Cellini. La luce solare dai finestroni della sala faceva una serie di riflessi impossibili anche per il mio polarizzatore, per cui l'unica soluzione era provare ad andare vicino, più vicino, più vicino e ... bam!
Niente allarme, direi proprio che non ci fosse ancora a quell'epoca, comunque anche nel mio caso ci fu un intervento prontissimo, veramente istantaneo, della custode.
Ma l'approccio umano fu invece cortesissimo: la non giovane signora di fronte alla profusione di scuse nel mio stentato tedesco dall'accento inequivocabile mi attaccò bottone in un ancora più terrificante italiano per raccontarmi quanto le piacesse l'Italia e quanto lei e suo marito amassero trascorrere le vacanze al mare in Riviera Romagnola e continuava a dirmi che anche a suo marito l'Italia piaceva tantissimo, ma proprio tantissimo, e che ci tornava sempre volentieri, anche perché lui in Italia ci aveva fatto il militare . . . Momento. Il militare in Italia? Feci mentalmente una botta di conti sull'età della custode, una stima approssimativa per conseguenza di quella dell'a me ignoto consorte e sbiancai più che se mi avessero detto chissà cosa per l'inconveniente :o:

Edited by LAVORI ARCHEOLOGICI - 14/11/2019, 17:40
 
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view post Posted on 14/11/2019, 16:44
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Io, appunto per evitare i riflessi, usavo, e talora uso ancora, un paraluce in gomma appoggiandolo al vetro impedendo quindi alla luce di entrare di lato. Quando scatenai l'allarme per la prima volta la reazione fu abbastanza umana, ma quando lo rifeci pochi minuti dopo non fu tanto cortese. Inoltre io il tedesco lo parlo correntemente, seppure con un certo accento svizzero, cosa non sempre gradita.
 
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view post Posted on 14/11/2019, 17:20

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CITAZIONE (dceg @ 14/11/2019, 16:44) 
Io, appunto per evitare i riflessi, usavo, e talora uso ancora, un paraluce in gomma appoggiandolo al vetro impedendo quindi alla luce di entrare di lato.

Da quella volta il vetro nei musei non mi sono azzardato più neanche a sfiorarlo.
Di solito per certe occasioni mi vestivo di scuro il più possibile uniforme; qualche rarissima volta in passato sono arrivato a togliermi la giacca ed indossarla a contrario senza infilare fino in fondo le maniche per fare una specie di tenda. Comunque per me sono storie del passato; oggi per motivi professionali ho una certa ritrosia a farmi vedere a fare foto nei musei altrui (ma non nascondo che qualche volta commissiono ad altri lo scatto al quale non so resistere).

CITAZIONE (dceg @ 14/11/2019, 16:44) 
. . . io il tedesco lo parlo correntemente, seppure con un certo accento svizzero, cosa non sempre gradita.

E si sa che Austriaci che abbiano fatto il "militare" in Svizzera non ce n'è questo granché e che ne siano rimasti entusiasti poi . . . ;)
 
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view post Posted on 14/11/2019, 17:51
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CITAZIONE (LAVORI ARCHEOLOGICI @ 14/11/2019, 17:20) 
Da quella volta il vetro nei musei non mi sono azzardato più neanche a sfiorarlo.

Io ho continuato imperterrito a farlo, perseverare diabolicum :twisted.gif:, non nego che qualche custode si sia inquietato un po' ;) .
 
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view post Posted on 16/11/2019, 09:02

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Mi sento in dovere di correggere la deriva O.T. alla quale ho fin qui abbondantemente contribuito.

Tornando all'argomento principale riguardante il recente furto vorrei provare a suggerire qualche considerazione diciamo così "in controcampo".

Intendiamoci: quello di San Mamiliano era un piccolo gioiello, che forse andava oltre -se non per la ragione puramente dimensionale- all'idea della piccola esposizione archeologica locale.

In questi ultimi anni -e la riforma 2016 delle Soprintendenze, avendo rotto il legame diretto fra l'esercizio della tutela archeologica e quello delle strutture museali statali, unita alla falsa retorica del patrimonio culturale come "petrolio della Nazione" a mio parere ha aggravato notevolmente il problema- stiamo vedendo una vera e poropria nebulizzazione della distribuzione del materiale archeologico presso amministrazioni locali anche piccolissime, le quali non di rado intendono l'assunzione in carico di tali beni nazionali come se si trattasse della acquisizione di un cimelio per motivi puramente di prestigio o di illusione turistica, quando non per disdicevole campanilismo (come dire: non sia mai che i "nostri" reperti di Casette di Sopra finiscano nell'antiquarium di quei puzzoni di Casette di Sotto regalando loro l'opportunità di lucrarci sopra con gli immensi flussi turistici che quei quattro oggetti hanno il magico potere di generare).

Ora, sarò io a sragionare, ma nella mia illusione il senso del Patrimonio Culturale dovrebbe essere quello che ciascuno ritrovi nei medi e grandi musei il "segno" del contributo del proprio piccolo paesello e non che ogni piccolo paesello cerchi di marcare un senso esagerato di identità o di superiorità sulla base della detenzione dei reperti archeologici che casualmente provengono dalla attuale perimetrazione del proprio territorio amministrativo.
Stiamo vedendo cosa invece accade: l'Archeologia viene fatta strumento pretestuoso per il campanilismo e piccole amministrazioni squattrinate si impiccano (magari fidando su un finanziamento iniziale non ordianario, ma senza preoccuparsi troppo di cosa avverrà una volta a regime) nella realizzazione di contesti espositivi che non sono ragionevolmente in grado di mantenere nel tempo.

Sia chiaro che non mi riferisco specificamente al caso di San Mamiliano, anzi mi dispiace che la questione emerga proprio in occasione di un grave fatto a danno di quella realtà, sicuramente migliore di tante altre.

Non è -nella mia idea- questione di quanto siano preziosi gli specifici beni: non dico affatto che ad una piccola amministrazione locale si possano dare cassette di cocci sì ma ori no, dico invece che mi pare esserci generalizzatamente in gioco una mancata o una non corretta valutazione dell'a che cosa il patrimonio archeologico debba servire.

In una ottica di utilizzo di tali beni, non ideologicamente localistica e non di bieco sfruttamento turistico, bensì veramente coerente con i principi costituzionali, farei ovviamente ogni ragionevole sforzo per proteggere i materiali archeologici museali, ma allora sì accetterei anche l'idea che essi corrano qualche rischio nell'inopinato caso di azioni criminali o eventi imprevedibili piuttosto che ridurmi per eccesso di prudenza a seppellirli in casseforti inaccessibili.

Edited by LAVORI ARCHEOLOGICI - 16/11/2019, 13:11
 
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view post Posted on 16/11/2019, 13:09
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Tra casseforti inaccessibili e rischio di furti facili si potrebbe trovare un via di mezzo. Chiedo scusa per un altro OT, ma ricordo che quando visitai, non fu l'unica volta, il Museo di Villa Giulia il custode i disse che le Lamine di Pyrgi lì esposte erano delle copie, mentre gli originali erano custoditi nei forzieri della Banca d'Italia. Se sia vero naturalmente non lo so. Con questo non voglio certo proporre di esporre copie anziché originali, ma magari di raggruppare i reperti in musei "medi", né troppo grandi, né troppo piccoli.

Edited by dceg - 16/11/2019, 13:19
 
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view post Posted on 16/11/2019, 13:16

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Anche per San Mamiliano mi pare proprio di ricordare che una parte delle monete visibili fossero delle copie. Però c'erano anche degli originali (comunque solo una parte dell'intero complesso -ben più cospicuo- che è stato ivi rinvenuto nel 2004, il resto è custodito altrove).
Immagino che non sia stato difficile per i ladri distinguere quali portare via.

In ogni caso la struttura era di tipo moderno e ben organizzata e quando si tratta di progetti di quella importanza anche di fronte al rischio ipotetico di poter prima o poi subire un furto in grado di superare le misure di sicurezza il gioco vale la candela.
 
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view post Posted on 16/11/2019, 13:31

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CITAZIONE (dceg @ 16/11/2019, 13:09) 
. . . quando visitai, non fu l'unica volta, il Museo di Villa Giulia il custode i disse che le Lamine di Pyrgi lì esposte erano delle copie, mentre gli originali erano custoditi nei forzieri della Banca d'Italia. Se sia vero naturalmente non lo so.

Che tu ad un dato momento abbia visto esposte delle copie mi sembra senz'altro possibile perché sono piuttosto sicuro che delle copie sono state fatte (attualmente però non darei per scontato che quella sia la situazione), mentre che il luogo di conservazione fosse la Banca d'Italia mi suona molto strano, a meno che non si sia trattato di qualcosa di temporaneo. Francamente non so, anche se cercando sul web "Pyrgi Banca d'Italia" qualche notizia in effetti sembra venire fuori.
 
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Per quanto riguarda il cosiddetto tesoro di Sovana, scoperto nel 2004 sotto il pavimento della chiesa di San Mamiliano, all'atto del rinvenimento era composto da 498 solidi aurei.
Di questi, 83 erano conservati ed esposti nel Museo di San Mamiliano a Sovana, gli altri sono custoditi dal Museo Archeologico Nazionale di Firenze e non so se siano esposti.

Per il fatto che la chiesa porta appunto il nome di San Mamiliano, qualcuno ha sollevato l'ipotesi che si trattasse del leggendario tesoro nascosto nel monastero o nella grotta di San Mamiliano, sull'Isola di Montecristo, di cui si narra in alcuni scritti del XVI sec. e reso famoso da Dumas.

Copie delle monete ne sono state sicuramente fatte, anche se forse solo di alcune, vedi la foto di una vetrina qui, al 15° post di una discussione che riporta notizie sulla composizione del tesoro e molte foto del museo appositamente creato nella ex chiesa a Sovana
https://www.lamoneta.it/topic/152411-tesor...-novembre-2016/

Il primo catalogo completo con il relativo studio è questo
IL RIPOSTIGLIO DI SAN MAMILIANO A SOVANA (SORANO - GR): 498 SOLIDI DA ONORIO A ROMOLO AUGUSTO, a cura di E.A.Arslan e M.A.Turchetti
poi è stato pubblicato questo studio, credo ancor più completo
Stefano Bani con un contributo di David Tuci IL RIPOSTIGLIO DI S. MAMILIANO(Sovana, Grosseto, 2004)
Ministero dei Beni e della Attività Culturali e del Turismo, Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo

Con l'espressione "piccolo è bello" non intendevo dire che tutti i musei debbano essere come quello di Monterchi, dove è conservato ed esposto l'affresco della Madonna del Parto di Piero della Francesca: una unica piccolissima sala con il solo affresco, appunto.
Benché Monterchi sia carina e offra qualche piacevole spunto al visitatore, ci sono andato solo perché ero a Sansepolcro, per visitare la cittadina e il locale museo, ben più ricco, e poi mi sono allungato fino ad Anghiari, per finire a Monterchi, che è vicinissimo ad Anghiari.

Ecco, diciamo che il museo di Sansepolcro o quello di Amelia, l'ulitmo che ho recentissimamente visitato e che ospita l'incredibile statua bronzea di Germanico, 2.15 mt di altezza, sono quelli che considero della "giusta dimensione".
La sala di Monterchi credo soffra appunto del problema di campanile evidenziato da LA.

Per quanto riguarda le lamine di Pyrgi, ho fatto una veloce ricerca, alcuni, pochi, siti riportano il fatto che quelle esposte a Villa Giulia sarebbero copie, mentre gli originali si troverebbero appunto alla Banca d'Italia.
Però mi sembrano tutti non proprio affidabili, mi pare riportino la notizia come copia-incolla.
La pagina del Museo di Villa Giulia che le presenta non ne parla, anzi, alla voce "Data di acquisizione" riporta 1964
www.museoetru.it/opere/lamine-doro-da-pyrgi
 
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view post Posted on 16/11/2019, 16:31
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Ho scritto al Museo, vediamo che, e se, rispondono.
 
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view post Posted on 16/11/2019, 17:45

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Parli di Roma, sì?
Escono da una recentissima ennesima riorganizzazione amministrativa, quindi non ho idea di chi sarà a risponderti.
Ma se per caso tu arrivassi fino alla direzione (e ammesso che il Direttore sia ancora quello che mi ricordo io) prova a vedere se per caso sono interessati a lanciare (anche) su questo Forum i propri comunicati-stampa ;)
 
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