Ostraka - Forum di archeologia

Come rappresentavano il cielo gli Antichi

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view post Posted on 5/3/2020, 17:09
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Già dalla preistoria e almeno fino al XVI secolo i nostri antenati avevano l'abitudine di rappresentare le immagini che credevano di vedere in cielo - quelle che noi chiamiamo asterismi - oppure l'intera volta celeste, così come noi oggi rappresentiamo le nazioni della Terra o l'intero pianeta.
Infatti noi disegniamo i confini di un territorio come se lo vedessimo dall'alto oppure il pianeta stesso come se lo guardassimo dallo spazio esterno.
Ma l'uomo del Mesolitico così come un antico abitante della Magna Grecia, dovendo tracciare una mappa del cielo, si poneva mentalmente al di fuori della "sfera celeste", così come noi ci immaginiamo al di sopra della Terra per tracciare una mappa dell'Australia.
Ne è un esempio il celebre Atlante Farnese (copia romana di un originale greco di II sec. d.C.) custodito presso il MANN. Il globo celeste che sovrasta Atlante è stato riprodotto con una tale precisione che, misurando la posizione dei coluri rispetto alle immagini degli asterismi, si può ricostruire l'aspetto del cielo così come descritto da Ipparco di Nicea, più o meno intorno al 125 a.C.

Ma non è di Atlante che volevo parlarvi, piuttosto di Perseo.
Ve lo immaginate il nostro Perseo ribaltato destra/sinistra?
(absit iniuria verbis) Ma almeno è in buona compagnia.
così:
www.righel40.altervista.org/0/PerAnd.htm


Comunque qualche anno fa avevo effettuato una sommaria ricerca al MANN e quasi tutte le rappresentazioni di Perseo, provenienti da Pompei e da Ercolano, presentavano nella stragrande maggioranza la figura di Perseo a destra e quella di Andromeda a sinistra.
Anche in questo caso la posizione comincia a cambiare (credo) dal XVI secolo.
Mentre guardando il cielo (anche stasera, nuvolosità permettendo, perché ambedue le costellazioni sono circumpolari alle nostre latitudini cioè non tramontano mai) Perseo lo vediamo a sinistra ed Andromeda a destra… guardando verso nord, è ovvio.

Fuori tema: ma oggi, 5 febbraio, non è la data del Navigium Isidis?
 
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view post Posted on 5/3/2020, 18:06
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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A parte il fatto che oggi è il 5 marzo... ;) a quanto leggo la festa del Navigium Isidis si svolgeva il giorno del primo plenilunio dopo l'equinozio di primavera, che quest'anno cadrà tra 15 gg, alle h. 3:50 di venerdi 20 marzo, quindi la data della festività cadrà l'8 di aprile, primo plenilunio successivo.
 
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view post Posted on 5/3/2020, 20:42
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Scusa... a volte il mio orologio fa i capricci.
 
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view post Posted on 6/3/2020, 09:44
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CITAZIONE (Righel @ 5/3/2020, 17:09) 
Ma non è di Atlante che volevo parlarvi, piuttosto di Perseo.
Ve lo immaginate il nostro Perseo ribaltato destra/sinistra?

Nella realtà io sono molto più bello... :P

Comunque mi sono sempre detto che ci volesse una certa fantasia nell'identificare alcune costellazioni con quello che gli antichi pretendevano di vederci... Tanto e tanto Orione, un po' di stilizzazione di una figura umana quello me la può ricordare, ma qui onestamente neppure con tutta la buona volontà ci riesco (non me ne voglia il buon Righel)...

CITAZIONE (Righel @ 5/3/2020, 17:09) 
Comunque qualche anno fa avevo effettuato una sommaria ricerca al MANN e quasi tutte le rappresentazioni di Perseo, provenienti da Pompei e da Ercolano, presentavano nella stragrande maggioranza la figura di Perseo a destra e quella di Andromeda a sinistra.
Anche in questo caso la posizione comincia a cambiare (credo) dal XVI secolo.
Mentre guardando il cielo (anche stasera, nuvolosità permettendo, perché ambedue le costellazioni sono circumpolari alle nostre latitudini cioè non tramontano mai) Perseo lo vediamo a sinistra ed Andromeda a destra… guardando verso nord, è ovvio.

Non so se ho capito bene: quindi, in alcuni periodi storici, la posizione dei personaggi nelle opere d'arte potrebbe essere stata influenzata (o ispirata) a quella effettiva delle costellazioni in cielo?

Io mi sono occupato a lungo del tema dell'iconografia di Perseo e di Medusa, ma posso parlarvene in caso più che altro per l'arte greca d'età arcaica, che è quella che conosco meglio sotto questo profilo (e che è anche la più intrigante, a mio avviso, per l'incredibile quantità di varianti iconografiche che presenta).
 
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view post Posted on 6/3/2020, 13:12
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CITAZIONE (Perseo87 @ 6/3/2020, 09:44) 
Comunque mi sono sempre detto che ci volesse una certa fantasia nell'identificare alcune costellazioni con quello che gli antichi pretendevano di vederci...

Sono d'accordo, nemmeno io ci vedo molta rassomiglianza.
Una delle costellazioni più frequentemente rappresentate nell'antichità è quella dell'Orsa Maggiore. Il motivo è che si tratta di un gruppo di stelle circumpolari, visibili quindi tutto l'anno sia pure a orari diversi, ma soprattutto che hanno sempre indicato la direzione del nord, anche quando a causa della precessione degli equinozi non disponevamo di una stella "polare" (Odissea, V, 270-277).
Ma come si fa a vederci un'orsa? Io al massimo ci vedo un pentolino, eppure i Greci ci hanno costruito su una complicata leggenda per giustificare la presenza in cielo di una fedele (seppure incauta) compagna di Artemide, Callisto.

Il vero problema è che anche alcuni nativi americani, precolombiani, ci hanno visto la figura di un orso: quindi tale immagine mentale risalirebbe almeno al Mesolitico se non addirittura al Paleolitico superiore.
Ho visto delle riproduzioni ma non l'originale, quindi non posso escludere che si tratti di una bufala. Ma la credibilità teorica è rafforzata dal fatto che le stesse popolazioni hanno visto e riprodotto su di una parete rocciosa l'esplosione di una Supernova (M1) nel 1054.
Ho di recente tenuto una lezione su questo argomento in Osservatorio. Seguita a poca distanza da una lezione di un Collega che ha precisato alcuni aspetti della questione che a me erano sfuggiti.
CITAZIONE
Non so se ho capito bene: quindi, in alcuni periodi storici, la posizione dei personaggi nelle opere d'arte potrebbe essere stata influenzata (o ispirata) a quella effettiva delle costellazioni in cielo?

Non ho detto questo: il mio riferimento è limitato a Perseo (che, nell'immagine postata, in qualche modo riproduce la posizione delle sue stelle principali) e ad Andromeda che, in epoca romana e limitatamente alle immagini che ho potuto consultare, si trovano quasi sempre nella posizione che occuperebbero sulla volta celeste se li potessimo osservare dall'esterno: Perseo a destra e Andromeda a sinistra.
La finalità era solo di mostrare come in antichità esistesse questa convenzione tecnico-artistica: le stelle sono disposte sulla sfera celeste che, essendo appunto una sfera, può essere apprezzata, immaginata e quindi riprodotta solo dall'esterno.
Il resto, come le posizioni reciproche di Perseo e Andromeda, sono solo illazioni, spunti di discussione.
CITAZIONE
Io mi sono occupato a lungo del tema dell'iconografia di Perseo e di Medusa, ma posso parlarvene in caso più che altro per l'arte greca d'età arcaica, che è quella che conosco meglio sotto questo profilo (e che è anche la più intrigante, a mio avviso, per l'incredibile quantità di varianti iconografiche che presenta).

E dunque parlacene!
Chissà che dal confronto delle idee, necessariamente diverse perché differenti sono i punti di vista di partenza, non si raggiunga qualche briciola di comprensione che sarebbe certamente più importante del ferale scontro che ci attende sabato prossimo prima di pranzo.
Quest'ultimo può attendere: la conoscenza è più importante.
argue
 
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view post Posted on 6/3/2020, 14:49
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Scusate, io non sono un astronomo e rischio di scrivere fesserie, mi sono occupato di alcuni asterismi per via del mio interesse sulla lavorazione della giada.

Credo che l'asterismo a cui noi ci riferiamo spesso col nome di Orsa maggiore sia in realtà composto da molte più "stelle" che non le sole sette che individuiamo tutti nel cielo notturno, vedi questa stampa del 1825 https://it.wikipedia.org/wiki/Orsa_Maggior...Ursa_Major2.jpg

Le sette stelle da sole vengono di solito chiamate Grande Carro, in "antagonismo" con il quasi speculare Piccolo Carro, che a sua volta viene spesso chiamato Orsa minore, solo per "imitazione" della Maggiore.
Se non erro, i Latini ci vedevano septem triones, cioè i sette buoi e da lì deriva il termine settentrione per indicare il nord.
Gli anglosassoni chiamano le sette stelle the big Plough: visto che l'aratro, a quei tempi, era trainato da buoi, credo, ma non ne sono certo, che ci sia un qualche ciollegamento.

Negli USA e in Canada prevale la versione big Dipper, grande mestolo.
I cinesi le chiamano Běidŭ qīxīng, le stelle della coppa del nord, i Celti vi vedevano la coscia del mitico cinghiale bianco, i Tuaregh un cammello, meglio, una cammella.
Tornando ai cinesi, in un asterismo prossimo alle sette stelle, essi vedono il Muro Orientale del Palazzo Purpureo, in quanto tutta la zona celeste del nord è la grande Città Celeste, circondata da un "muro" di stelle, del quale le mura purpuree della Città Proibita riproducono il tracciato

Per quanto riguarda le popolazioni della Mesoamerica, i Maya in epoca classica chiamavano le stelle Ek', lo stesso nome delle macchie del mantello del giaguaro, e identificavano nelle Pleiadi il sonaglio della coda del crotalo.
In epoca postclassica, i Maya yucatechi chiamarono le stelle "fiori della notte" e l'arco celeste notturno "pancia del cielo", mentre per i Mexica (non mi piace usare il nome Aztechi, inventato da Humboldt) chiamavano Mamalhuatzli, cioè "legenetti per il fuoco", l'asterismo che per noi costisuisce le gambe di Orione. Questo mi fa pensare al fatto che i Maya vedevano nel triangolo Righel, Alnitak Saiph le "tre pietre del cuore", dove per cuore intendevano il focolare, al cui centro sta la nebulosa M42, che per loro costituiva il fumo del primo fuoco. Forse per lo stesso motivo, ma non sono certo, i Mexica vedevano i legnetti...

Non ho notizie che nella Mesoamerica precolombiana si vedesse nelle stelle del nord un'orsa, e nemmeno tra i Quechua (vulgo: Incas) di Perù e Bolivia, né tra i Mapuche di Cile e Argentina. Credo, ma non ne sono certo, che questa idea sia stata patrimonio di quelli che noi chiamiamo Pellerossa e degli Inuit.

Edited by Usékar - 6/3/2020, 18:06
 
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view post Posted on 6/3/2020, 16:22
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CITAZIONE (Righel @ 6/3/2020, 13:12) 
E dunque parlacene!
Chissà che dal confronto delle idee, necessariamente diverse perché differenti sono i punti di vista di partenza, non si raggiunga qualche briciola di comprensione che sarebbe certamente più importante del ferale scontro che ci attende sabato prossimo prima di pranzo.
Quest'ultimo può attendere: la conoscenza è più importante.

Domani, con un po' di tempo, vedo di passarvi un po' del materiale sull'iconografia di Perseo e Medusa che avevo raccolto ormai diversi anni fa.

Ma il nostro scontro credo sia comunque da rimandare, anche per l'emergenza del coronavirus...

:shifty:
 
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view post Posted on 6/3/2020, 16:43
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CITAZIONE (Usékar @ 6/3/2020, 14:49) 
Credo che l'asterismo a cui noi ci riferiamo spesso col nome di Orsa maggiore sia in realtà composto da molte più "stelle" che non le sole sette che individuiamo tutti nel cielo notturno, vedi questa stampa del 1825 https://it.wikipedia.org/wiki/Orsa_Maggior...Ursa_Major2.jpg

E' certamente così, ma stai confondendo l'asterismo, che contempla solo le sette stelle più brillanti, con la costellazione che è una porzione di cielo contenente centinaia di astri visibili ad occhio nudo... inquinamento luminoso permettendo.
Inoltre la stampa che mostri è del 1825, mentre il tema che ho proposto riguarda il periodo che va da una generica preistoria fino al XVI secolo d.C.
Prendo comunque nota delle immagini mentali dai vari popoli che citi: non ci sono utili per svilupppare questo tema ma sono comunque interessanti.
Anzi ne approfitto per citare una curiosità che si può verificare proprio da quella stampa.

Al centro della coda c'è una stella che si chiama Mizar (zUma) e accanto ad essa una più piccola che si chiama Alcor (80Uma).
Se guardi il cielo ad occhio nudo vedi chiaramente Mizar ma è difficile che tu veda anche Alcor, non perché sia molto più piccola ma perché è prospetticamente tanto vicina a Mizar che la luminosità di questa ne impedisce l'osservazione.
Gli antichi Greci usavano questa "doppia prospettica" per valutare la qualità della loro vista: chi riusciva a distinguere Alcor aveva una vista ottima. Oggi diremmo "dieci decimi".

CITAZIONE (Perseo87 @ 6/3/2020, 16:22) 
...
Ma il nostro scontro credo sia comunque da rimandare, anche per l'emergenza del coronavirus...

:shifty:

Giusto!
Il nemico del mio nemico è mio amico.
taz
 
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view post Posted on 6/3/2020, 18:19
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CITAZIONE (Righel @ 6/3/2020, 16:43) 
CITAZIONE (Usékar @ 6/3/2020, 14:49) 
Credo che l'asterismo a cui noi ci riferiamo spesso col nome di Orsa maggiore sia in realtà composto da molte più "stelle" che non le sole sette che individuiamo tutti nel cielo notturno, vedi questa stampa del 1825 https://it.wikipedia.org/wiki/Orsa_Maggior...Ursa_Major2.jpg

E' certamente così, ma stai confondendo l'asterismo, che contempla solo le sette stelle più brillanti, con la costellazione che è una porzione di cielo contenente centinaia di astri visibili ad occhio nudo... inquinamento luminoso permettendo.

Sinceramente, per me costellazione e asterismo erano la stessa cosa, dalle tue parole credo di capire che Orsa Maggiore è una costellazione, il Grande Carro e il Piccolo Carro sono asterismi...
Ho confessato all'inizio dell'intervento la mia quasi totale ignoranza in materia, aspetto l'assoluzione... ;)

CITAZIONE (Righel @ 6/3/2020, 16:43) 
Inoltre la stampa che mostri è del 1825, mentre il tema che ho proposto riguarda il periodo che va da una generica preistoria fino al XVI secolo d.C.
Prendo comunque nota delle immagini mentali dai vari popoli che citi: non ci sono utili per svilupppare questo tema ma sono comunque interessanti.

Beh, i nomi con i quali differenti popolazioni/culture indicavano lo stesso asterismo sono molto antichi, ben anteriori al XVI sec., a parte il big Dipper nordamericano...
Mi resta da capire se la consuetudine di cui parli coinvolgeva o no anche le popolazioni/culture dell'Estremo Oriente e della Mesoamerica.


CITAZIONE (Righel @ 6/3/2020, 16:43) 
Al centro della coda c'è una stella che si chiama Mizar (zUma) e accanto ad essa una più piccola che si chiama Alcor (80Uma).
Se guardi il cielo ad occhio nudo vedi chiaramente Mizar ma è difficile che tu veda anche Alcor, non perché sia molto più piccola ma perché è prospetticamente tanto vicina a Mizar che la luminosità di questa ne impedisce l'osservazione.
Gli antichi Greci usavano questa "doppia prospettica" per valutare la qualità della loro vista: chi riusciva a distinguere Alcor aveva una vista ottima. Oggi diremmo "dieci decimi".

Non supererei la prova, la miopia, sia pur lieve, mi è stata diagnosticata quand'ero ancora al liceo, più di 50 anni addietro...

CITAZIONE (Righel @ 6/3/2020, 16:43) 
CITAZIONE (Perseo87 @ 6/3/2020, 16:22) 
...
Ma il nostro scontro credo sia comunque da rimandare, anche per l'emergenza del coronavirus...

:shifty:

Giusto!
Il nemico del mio nemico è mio amico.
taz

Ogni scusa è buona... :lol: :lol: :lol:
 
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CITAZIONE (Usékar @ 6/3/2020, 18:19) 
Non supererei la prova, la miopia, sia pur lieve, mi è stata diagnosticata quand'ero ancora al liceo, più di 50 anni addietro...

A me la presbiopia, o meglio ipermetropia, fu diagnosticata nelle scuole elementari, quasi 70 anni fa. Cioè ero vecchio già da bambino. :blink:
 
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view post Posted on 7/3/2020, 15:46
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Eccomi qui, come promesso :)

Non so quanto questo breve excursus sulle figure di Perseo e Medusa possa essere d'aiuto alla discussione, ma della questione dell'iconografia di questo episodio mitologico mi ero occupato, come dicevo, diversi anni fa, e mi risulta che questo soggetto sia stato uno fra i più apprezzati nel mondo greco (e magnogreco) d'età arcaica, così come anche uno fra i più controversi per gli studiosi del settore. Le iconografie adottate dagli artisti greci, che io mi ricordi, privilegiano solitamente lo scontro fra Perseo e Medusa, oppure la fuga dell'eroe dalle Gorgoni, mentre non concedono molto spazio alle atmosfere certo più serene e distese di Perseo e Andromeda, alla fine delle loro avventure, che invece si nota in alcune pitture romane (come per esempio quella, celeberrima, già segnalata da Righel).
Il tema di Andromeda, peraltro, credo sia abbastanza più raro nell'arte greca (soprattutto quella più antica), dove al momento ho in mente solo un paio di esemplari vascolari che raffigurano la principessa etiope - peraltro rappresentata, nella ceramica corinzia a figure nere, con il tipico stratagemma della pelle bianca (indicativa dei personaggi femminili), che tuttavia mal si sarebbe adattata, nella realtà, a una donna di origini di fatto africane: https://it.wikipedia.org/wiki/Andromeda_(m...a_and_Ketos.jpg. Ma l'argomento, come dicevo, lo conosco meno, quindi mi manterrei sull'episodio di Perseo e Medusa.

Fra le più antiche raffigurazioni della vicenda mitologica c'è un bel pithos cicladico, di proprietà del Louvre, datato verso la metà del VII secolo a.C., che mostra la decapitazione della Gorgone Medusa da parte di Perseo: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Pe...ouvre_CA795.jpg.

Perseo è raffigurato, come da buona tradizione, con tutti i suoi attributi identificativi: i sandali "alati" (qui resi con appena due riccioli laterali), la magica kibisis (la sacca dove contenere la testa decapitata del mostro) appesa al fianco, l'harpe dorata (ossia la lama ricurva, che qui pare più una spada) e la kynee, il copricapo di Ade (spesso presentato come una sorta di elmetto o di petaso, che garantiva l'invisibilità a chiunque lo indossasse). L'eroe argivo ha la testa rivolta indietro, mentre con una mano afferra la chioma del mostro, e con l'altra si prepara a decapitarlo, senza fissarlo negli occhi. La Gorgone, per contro, appare in una soluzione iconografica molto insolita (che personalmente ho riscontrato solo su alcuni scarabei greco-orientali), e che la mostra con il corpo di un cavallo. Alcuni studiosi hanno creduto di leggere in questa iconografia una anticipazione della nascita di Pegaso, ma per me questa idea è alquanto bizzarra: a ben vedere, infatti, il motivo a zigzag sulla veste di Medusa prosegue anche su tutto il corpo del cavallo, senza soluzione di continuità (come se effettivamente i due elementi fossero una cosa sola). Inoltre, secondo il mito Pegaso nacque dal collo decapitato di Medusa, in accordo con quanto già narrato da Esiodo (VIII secolo a.C.) e raffigurato in seguito, specialmente sulla ceramica a figure nere. Dunque, per spiegare questa iconografia, occorre cercare altrove una possibile risposta.

Immagini solo in apparenza più "normali" - ma in realtà per certi aspetti sempre controverse - si trovano anche nella scultura in pietra. Verso il 600 a.C., sul frontone occidentale del tempio di Artemide a Corfù (uno dei più antichi esempi di tempio greco totalmente in pietra - se non il più antico in assoluto), è stata raffigurata l'immagine di una gigantesca Medusa, nello schema detto Knielauf ("corsa in ginocchio", tipica delle figure alate d'età arcaica), con il figlio Pegaso alla sua destra (oggi quasi totalmente perduto) e una figura maschile, lacunosa, alla sua sinistra, variamente interpretata dalla critica come Perseo o come Crisaore (altro figlio di Medusa, fratello di Pegaso): https://commons.wikimedia.org/wiki/Categor...le_in_Corfu.jpg.

Proprio sulla lettura di quest'ultimo personaggio si è acceso in passato il maggior dibattito fra gli esperti di arte greca (fra cui Gerhart Rodenwalt, Ronald Hampe, Sandro Stucchi etc.), incerti se leggere il soggetto come Crisaore con la mano armata di spada (Χρυσάωρ, in greco, significa infatti "spada d'oro"), pronto a difendere la madre dall'assalitore, oppure come Perseo, nell'atto di assaltare la Gorgone alla gola con un colpo della sua harpe. In entrambi i casi resta difficile spiegare la presenza sulla scena dei figli di Medusa (o comunque del solo Pegaso) prima della morte generatrice del mostro, ma va ricordato comunque che iconografie in cui la Gorgone appaia "in gloria" fra i suoi figli sono note, in età arcaica, anche per certi ambienti magnogreci e sicelioti, come nel caso della rinomata placca in terracotta dall'Athenaion di Siracusa (di poco successiva al frontone di Corfù), o ancora nel caso di un'ara in terracotta da Gela, degli inizi del V secolo a.C., con rappresentato sopra sempre lo stesso soggetto.
Qui potete vedere in particolare l'ara di Gela: www.my-favourite-planet.de/images/p...orgon-altar.jpg.
Non mancano comunque le scene in cui la morte generatrice di Medusa sia stata effigiata come da tradizione mitologica - ossia con il corpo decapitato che si accascia a terra, e dal cui collo un cavallino alato (occasionalmente in coppia con un giovane in miniatura) salta fuori: www.theoi.com/Gallery/P23.19.html.

Molto interessante negli studi sulla definizione dell'iconografia dell'episodio (e della Gorgone in particolare) è poi anche un'anfora del Pittore di Polifemo, artista protoattico che, sempre nell'ambito del VII secolo a.C., per realizzare l'immagine delle Gorgoni su un'anfora funeraria rinvenuta a Eleusi, sembra essersi ispirato ai calderoni in bronzo diffusi in età orientalizzante, caratterizzati da un corpo rotondeggiante e decorati lungo tutto l'orlo con una serie di protomi ferine (serpente, leone, grifo etc.).
Qui il dettaglio delle sorelle di Medusa sull'anfora di Eleusi: https://commons.wikimedia.org/wiki/Categor...sis,_Elem03.jpg.
Qui un tipico calderone in bronzo, oggi esposto al Museo Nazionale di Villa Giulia: https://i.pinimg.com/originals/cd/11/a2/cd...af8bc6b1214.jpg.

Ci sarebbero una miriade di altri esempi interessanti, che tuttavia, per ragioni di tempo e di spazio, non posso discutere uno per uno (sennò altro che OT!). Con il procedere verso l'età classica, l'iconografia di Perseo va poi sempre più stabilizzandosi, canonizzando l'immagine di un giovane solitamente sbarbato, con gli attributi già ricordati in precedenza, mentre quella Gorgone acquista una forma progressivamente più umana, mantenendo le ali, ma perdendo i tratti ferini che caratterizzavano il suo volto nel VII e VI secolo a.C. (es. occhi sporgenti, naso porcino, zanne appuntite, lingua pendente etc.): www.beazley.ox.ac.uk/dictionary/Dict/image/perseus4.jpg.
Ancora in età ellenistica troviamo ormai effigi della Medusa in cui il volto reciso è praticamente quello di una giovane donna, con la chioma decorata da qualche serpente e occasionalmente coronata da una coppia di alette laterali. A partire da un uso già diffuso all'epoca di Alessandro Magno, i sovrani ellenistici (e in particolare i Tolomei d'Egitto) adotteranno proprio la testa di Medusa - il Gorgoneion - come loro simbolo araldico, al punto che, quando Augusto sconfiggerà Cleopatra, farà raffigurare sulle lastre decorative del tempio di Apollo sul Palatino anche l'episodio (dal sapore qui indubbiamente propagandistico) della consegna della testa decapitata di Medusa a Minerva da parte di Perseo - chiara allusione alla caduta della dispotica regina egizia, che il futuro imperatore aveva sconfitto nel 31 a.C. con il favore di Apollo.

Vi chiedo scusa se questa rassegna possa apparirvi un po' caotica o incompleta, ma l'argomento è davvero vastissimo, e si presta a una serie notevole di approfondimenti.
Gli interessati possono trovare un buon compendio delle varie versioni letterarie (in traduzione) riguardanti il mito di Perseo e Medusa qui sopra: www.theoi.com/Heros/Perseus.html.
Similmente, per chiunque volesse farsi una bella ricerca iconografica e approfondire il tema da me introdotto, c'è sempre il buon sito del Beazley Archive, dove poter esaminare un numero spropositato di ceramiche (a vernice nera e rossa), usando filtri per soggetto, forma vascolare, datazione, autore e collezione museale: www.beazley.ox.ac.uk/pottery/default.htm.

Resto ovviamente a disposizione per qualsiasi curiosità sull'argomento ;)

Edited by Perseo87 - 7/3/2020, 16:02
 
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Molto interesante e ben fatto. Grazie!
 
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CITAZIONE (Perseo87 @ 7/3/2020, 15:46) 
Non so quanto questo breve excursus sulle figure di Perseo e Medusa possa essere d'aiuto alla discussione

Qualunque contributo può essere d'aiuto, prima o poi.
Anch'io, molti anni fa, mi sono interessato a questo mito e ho cercato di approfondirlo sia dal punto di vista strettamente mitologico che da quello iconografico.
Perché l'ho fatto?
Perché mi è sempre piaciuto spaziare nei vari campi della conoscenza e dei modi della sua diffusione. In altre parole stavo scrivendo un lungo racconto che riportava con terminologia moderna il mito in questione e quindi ho consultato un'infinità di testi sull'argomento.
Che fine ha fatto il racconto?
Chissà dove si è perso fra i meandri della memoria di questo computer! :sick:
Comunque, in linea di massima, conoscevo già tutto quello che hai scritto, immagini comprese. Ma è stato piacevole rileggerlo.
A parte alcune rappresentazioni di Perseo, il mito non mi suggerisce nulla che possa essere collegato con l'Archeoastronomia. Anzi, anche quelle risultano interessare più che altro la storia dell'astronomia, che è cosa diversa.
CITAZIONE
... la principessa etiope - peraltro rappresentata, nella ceramica corinzia a figure nere, con il tipico stratagemma della pelle bianca (indicativa dei personaggi femminili), che tuttavia mal si sarebbe adattata, nella realtà, a una donna di origini di fatto africane

La caratteristica della pelle bianca femminile era comune, se non ricordo male, anche al mondo egiziano e sarebbe interessante scoprire se venisse usato anche dai popoli orientali: Fenici, Cananei, Babilonesi, nativi Americani... ma questo è un altro discorso.
Tuttavia ricordo di aver letto da qualche parte (sempre molti anni fa) uno studio che poneva il regno di Cefeo sulle coste dell'attuale Libano o giù di lì.
Ti risulta? Perché io non saprei proprio dova andare a rintracciare quella ricerca.
CITAZIONE
l'harpe dorata (ossia la lama ricurva, che qui pare più una spada)

Effettivamente dell'harpe non ha per nulla l'aspetto, almeno per come l'immagino io. Ma perché dorata? Questo è un particolare che mi è sconosciuto. Chi ne parla?
CITAZIONE
La Gorgone, per contro, appare in una soluzione iconografica molto insolita (che personalmente ho riscontrato solo su alcuni scarabei greco-orientali), e che la mostra con il corpo di un cavallo. Alcuni studiosi hanno creduto di leggere in questa iconografia una anticipazione della nascita di Pegaso, ma per me questa idea è alquanto bizzarra: a ben vedere, infatti, il motivo a zigzag sulla veste di Medusa prosegue anche su tutto il corpo del cavallo, senza soluzione di continuità (come se effettivamente i due elementi fossero una cosa sola). Inoltre, secondo il mito Pegaso nacque dal collo decapitato di Medusa, in accordo con quanto già narrato da Esiodo (VIII secolo a.C.) e raffigurato in seguito, specialmente sulla ceramica a figure nere. Dunque, per spiegare questa iconografia, occorre cercare altrove una possibile risposta.

Credo che la ricerca vada orientata nell’ambito dei centauri, e della loro natura umano/ferina.
Esistono alcuni casi di centauri rappresentati allo stesso modo: corpo umano anteriormente e corpo equino posteriormente, come il centauro di Vulci, del VI secolo a.C.

Una mia collaboratrice, medico anatomopatologa, sostiene che queste immagini possano essere state suggerite da una particolare patologia delle articolazioni: il genu recurvatum, presente, seppur rara, anche oggi e che consiste nella piegatura in avanti delle ginocchia, tale che si è costretti a camminare “a quattro zampe”. Si tratta di una malformazione di solito congenita. Ai nostri tempi si cura chirurgicamente. (https://en.wikipedia.org/wiki/Ella_Harper#...irl-500x280.jpg)

CITAZIONE
Crisaore con la mano armata di spada (Χρυσάωρ, in greco, significa infatti "spada d'oro"), pronto a difendere la madre dall'assalitore

Ancora una spada d’oro. L’etimologia è certamente corretta ma l’oro mi sembra un metallo inadatto alla funzione di spada.

Mi fermo qui, per ora, ma ci sarebbe ancora molto da discutere su questi argomenti.
 
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view post Posted on 9/3/2020, 13:01
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CITAZIONE (Righel @ 9/3/2020, 11:14) 
La caratteristica della pelle bianca femminile era comune, se non ricordo male, anche al mondo egiziano e sarebbe interessante scoprire se venisse usato anche dai popoli orientali: Fenici, Cananei, Babilonesi, nativi Americani... ma questo è un altro discorso.Tuttavia ricordo di aver letto da qualche parte (sempre molti anni fa) uno studio che poneva il regno di Cefeo sulle coste dell'attuale Libano o giù di lì.Ti risulta? Perché io non saprei proprio dova andare a rintracciare quella ricerca.

Sì, la pelle chiara è quantomeno tipica anche di certe iconografie egiziane, anche molto più antiche di quelle greche da me menzionate. Ricordo, fra le tante, le statue del principe Rahotep e della principessa Nofret, della IV Dinastia, che mostrano proprio questa ben evidente distinzione cromatica: https://commons.wikimedia.org/wiki/Categor...airo)_-_075.jpg.

Per quanto riguarda il discorso della localizzazione del regno di Cefeo e Cassiopea, in effetti, alcune tradizione (Pausania, Plinio il Vecchio) lo pongono nella città giudaica di Joppa (attuale Giaffa), ma la famiglia di Andromeda viene perlopiù considerata dai mitografi come quella che regnava sugli Etiopi - un popolo di cui, peraltro, l'epica omerica aveva una concezione alquanto vaga, immaginandolo diviso in due grandi nazioni, poste alle estremità occidentali e orientali della terra abitata. Io in merito a questo avevo letto anni fa un bel libro di Albrecht Dihle (I Greci e il mondo antico, Firenze, 1997), ma vedo che qualcosa si può ritrovare anche su Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Etiopia_(mitologia_greca). Per la questione delle fonti e della localizzazione del mito di Perseo e Andromeda segnalo comunque il link al sito di theoi.com, che raccoglie un gran numero di fonti antiche per ciascuno dei miti più noti della tradizione greca: www.theoi.com/Heros/Perseus2.html.

CITAZIONE (Righel @ 9/3/2020, 11:14) 
Effettivamente dell'harpe non ha per nulla l'aspetto, almeno per come l'immagino io. Ma perché dorata? Questo è un particolare che mi è sconosciuto. Chi ne parla?

CITAZIONE (Righel @ 9/3/2020, 11:14) 
CITAZIONE
Crisaore con la mano armata di spada (Χρυσάωρ, in greco, significa infatti "spada d'oro"), pronto a difendere la madre dall'assalitore

Ancora una spada d’oro. L’etimologia è certamente corretta ma l’oro mi sembra un metallo inadatto alla funzione di spada.

Chiedo scusa, è possibile che qui mi sia confuso io nello scrivere, con tutte queste spade (dorate e non)... L'arma di Perseo, come dicevo, più che una spada, dovrebbe esser stata una sorta di falcetto, fatto di adamante secondo almeno la versione dello Pseudo-Igino (Astr. 2, 13) - e quindi analogo a quello (o forse lo stesso?) usato da Crono per evirare il padre Urano (così come narrato, per esempio, dallo Pseudo-Apollodoro e da Ovidio).

CITAZIONE (Righel @ 9/3/2020, 11:14) 
Credo che la ricerca vada orientata nell’ambito dei centauri, e della loro natura umano/ferina. Esistono alcuni casi di centauri rappresentati allo stesso modo: corpo umano anteriormente e corpo equino posteriormente, come il centauro di Vulci, del VI secolo a.C.

Senza dubbio. Non avevo modo di approfondire tutte le questioni aperte dal mio post, come dicevo, ma l'iconografia di queste "Ippogorgoni" appare coerente con quella arcaica dei Centauri, che tutti noi immaginiamo come uomini con busto di uomo e corpo di cavallo dalla vita in giù, secondo un'iconografia tuttavia ormai "classica" del Centauro, celebrata ad esempio da Fidia sulle metope del Partenone di Atene, o ancora presente sui famosi frontoni del Tempio di Zeus a Olimpia... I primi Centauri, invece, come giustamente dici tu, avevano un corpo umano su tutta la parte frontale, e solo nell'area posteriore mostravano un prolungamento equino. Una vecchia teoria (di Buschor, se non ricordo male) suggeriva di interpretare questa forma come quella dei primitivi nemici degli dèi dell'Olimpo (ossia i Titani), a partire da un aryballos corinzio che mostrava un personaggio maschile barbato con una folgore in mano (Zeus?), mentre lottava contro un mostro semiferino con le caratteristiche fin qui descritte... ma non so se questa idea sia poi stata ripresa (e magari avvalorata) con altri esempi tratti sempre dai repertori iconografici del VII secolo a.C.
 
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view post Posted on 9/3/2020, 16:08
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CITAZIONE (Perseo87 @ 9/3/2020, 13:01) 
Per quanto riguarda il discorso della localizzazione del regno di Cefeo e Cassiopea, in effetti, alcune tradizione (Pausania, Plinio il Vecchio) lo pongono nella città giudaica di Joppa (attuale Giaffa)

Sì, nel mio racconto la città si chiamava Joppa e il suo re era Cefeo.

Ma più interessante, per me, è l’immagine dalla coppia che hai postato. Proviene da Zeugma, che si trova in Turchia, sulla riva destra dell’Eufrate, molto lontana dal mondo greco. Il sito web non porta la data ma il mosaico mi sembra tardo, forse di II o III secolo.
E’ interessante perché a dispetto della distanza presenta la stessa caratteristica delle immagini con cui è cominciata questa discussione: la posizione di Perseo è a destra di Andromeda.
Cioè fa ipotizzare che riproduca la posizione delle due costellazioni vista dall’esterno della sfera celeste, come d’uso all’epoca.


CITAZIONE
Chiedo scusa, è possibile che qui mi sia confuso io nello scrivere, con tutte queste spade (dorate e non)... L'arma di Perseo, come dicevo, più che una spada, dovrebbe esser stata una sorta di falcetto, fatto di adamante secondo almeno la versione dello Pseudo-Igino (Astr. 2, 13) - e quindi analogo a quello (o forse lo stesso?) usato da Crono per evirare il padre Urano (così come narrato, per esempio, dallo Pseudo-Apollodoro e da Ovidio).

Appunto. Anche io ricordavo il falcetto di Perseo.
Non tutti gli autori (sic!) però sono d’accordo sul fatto che Crono abbia usato un falcetto per evirare il padre.
https://en.wikipedia.org/wiki/Uranus_(myth...s_by_Saturn.jpg


CITAZIONE
I primi Centauri, invece, come giustamente dici tu, avevano un corpo umano su tutta la parte frontale, e solo nell'area posteriore mostravano un prolungamento equino.

I “primi” centauri?
Ora non ho sottomano i miei appunti ma mi pare che i “primi” in senso cronologico fossero di origine orientale, forse anatolica.
D’altra parte mi pare di ricordare che l’uso del cavallo venga da un oriente ancora più... orientale :lol: ed è possibile che i primi cavalieri visti dai greci siano stati scambiati per mostri umano/ferini. Così come ricordo che alcuni centauri, forse iraniani, avevano anche le ali, simbolo di velocità.
L’idea del centauro potrebbe essere nata così. Freud diceva, parlando dei mostri visti nei sogni, che erano sempre composti da parti umane o animali che esistevano nella realtà.

Me lo confermi, dceg ?
CITAZIONE
… a partire da un aryballos corinzio che mostrava un personaggio maschile barbato con una folgore in mano (Zeus?), mentre lottava contro un mostro semiferino con le caratteristiche fin qui descritte...

Non lo conosco e non sono riuscito a trovarlo in rete. Che tipo di aryballos era? Globulare o lungo? Scusa l’imprecisione nella terminologia :blush.gif: .
 
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