Ostraka - Forum di archeologia

Come rappresentavano il cielo gli Antichi

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view post Posted on 9/3/2020, 17:32
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- Γνῶθι σεαυτόν -

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CITAZIONE (Righel @ 9/3/2020, 16:08) 
Ma più interessante, per me, è l’immagine dalla coppia che hai postato. Proviene da Zeugma, che si trova in Turchia, sulla riva destra dell’Eufrate, molto lontana dal mondo greco. Il sito web non porta la data ma il mosaico mi sembra tardo, forse di II o III secolo. E’ interessante perché a dispetto della distanza presenta la stessa caratteristica delle immagini con cui è cominciata questa discussione: la posizione di Perseo è a destra di Andromeda.

Confermo la datazione: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Ga...mosaic_4170.jpg.

Non mi sono mai occupato nello specifico di mosaici romani (soprattutto per quanto concerne i territori provinciali dell'Impero), ma non escludo che le somiglianze fra l'affresco della Casa dei Dioscuri di Pompei e il mosaico in questione possano essere da ricercare anche nella circolazione di un possibile archetipo famoso (magari andato perduto). Infatti, pur con le dovute varianti - in parte attribuibili alla fantasia del mosaicista, e in parte anche al contesto in cui l'opera fu realizzata (penso in particolare al "berretto frigio" di Perseo, che è più tipico appunto di dèi ed eroi microasiatici) - lo schema generale dell'opera è pressoché il medesimo: Perseo è raffigurato in piedi, sulla destra, con l'harpe (qui più simile a una spada) e la testa di Medusa sorrette nella mano sinistra, mentre tende la mano destra ad Andromeda, raffigurata alla sua sinistra, libera dalle catene e in posizione rialzata, alla presenza del cadavere del ketos steso a terra. Lo scarto cronologico potrebbe peraltro essere spiegato non solo con l'eventuale fortuna di questo particolare soggetto, ma anche con il ritardo con cui gli ambienti provinciali - soprattutto quelli più distanti dalla capitale - mostrano solitamente di percepire i grandi temi decorativi diffusi nell'Italia romana.

CITAZIONE (Righel @ 9/3/2020, 16:08) 
I “primi” centauri?
Ora non ho sottomano i miei appunti ma mi pare che i “primi” in senso cronologico fossero di origine orientale, forse anatolica. D’altra parte mi pare di ricordare che l’uso del cavallo venga da un oriente ancora più... orientale :lol: ed è possibile che i primi cavalieri visti dai greci siano stati scambiati per mostri umano/ferini. Così come ricordo che alcuni centauri, forse iraniani, avevano anche le ali, simbolo di velocità.

Io intendevo dire i primi esempi di iconografie di Centauri presenti nel mondo greco (dei quali il più antico - se non ci sono stati aggiornamenti nel frattempo - dovrebbe essere un famoso esemplare in terracotta da Lefkandi, datato al IX secolo a.C.). Che ci fossero già state creature semiferine, per metà uomini e per metà cavalli, anche in Anatolia, ben prima dello sviluppo della civiltà greca, non ho motivo di dubitarlo; ma questo vale allora anche per Sfingi, Chimere, Gorgoneia e molti altri soggetti.
Confermo che l'uso del cavallo viene da Oriente: la domesticazione dei cavalli sembrerebbe essere avvenuta abbastanza tardi, intorno al 3500 a.C., nell'area dell'odierno Kazakistan. Per quanto concerne l'archeologia greca, il cavallo domestico era comunque già ampiamente diffuso in area elladica fin dall'età micenea (come dimostrano i numerosi esemplari sepolti nei dromoi delle tholoi e le produzioni di figurine di cavalieri in terracotta).

CITAZIONE (Righel @ 9/3/2020, 16:08) 
Non lo conosco e non sono riuscito a trovarlo in rete. Che tipo di aryballos era? Globulare o lungo? Scusa l’imprecisione nella terminologia

Eccolo qui, Museum of Fine Arts di Boston: https://collections.mfa.org/objects/155711.
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Copio e incollo dal lemma Centauri della Treccani:
<<La figurazione del c., la cui origine, come quella di analoghi esseri mostruosi va ricercata in Oriente, ci appare la prima volta espressa schematicamente su di un sigillo babilonese riferibile alla seconda metà del III millennio a. C. Un millennio dopo è già fissata in ambiente mesopotamico l'iconografia del c. saettante, alato o non, in funzione prevalentemente di segno zodiacale - il sagittario che domina nell'arte orientale fino alle sue manifestazioni più tarde. La prima documentazione in Grecia è offerta da una gemma tardo-micenea; poi seguono monumenti tardo-geometrici e protocorinzî. È stata proposta la tesi che attorno al 675 a. C. il tipo non fosse stato ancora fissato definitivamente per i c. ma usato anche per altri esseri mostruosi.>>

Qui, un lavoro che penso possa interessare le ricerche di Righel, con molte immagini, pubblicato nel 2014 da Mattia Maturo, oggi all'Università dell'Insubria, copio e incollo dall'inizio

<<In ambito orientale le prime attestazioni della figura risalgono al periodo Cassita (XVI-XIV secolo a.C.) e Medio-Assiro (XIV-X secolo a.C.) in manufatti di esplicita valenza simbolica come sigilli e kudurrus>>

che sembra decisamente in contrasto con quanto afferma la Treccani, riguardo la datazione della prima rappresentazione su sigillo babilonese.

www.researchgate.net/publication/3...CUNI-ESEMPI.pdf

Non so se possa essere interessante anche questa recente tesi di laurea (2016)

https://amslaurea.unibo.it/12819/1/Sulle%2...stellazioni.pdf
 
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CITAZIONE (Usékar @ 9/3/2020, 17:36) 
Copio e incollo dal lemma Centauri della Treccani:
<<La figurazione del c., la cui origine, come quella di analoghi esseri mostruosi va ricercata in Oriente, ci appare la prima volta espressa schematicamente su di un sigillo babilonese riferibile alla seconda metà del III millennio a. C. Un millennio dopo è già fissata in ambiente mesopotamico l'iconografia del c. saettante, alato o non, in funzione prevalentemente di segno zodiacale - il sagittario che domina nell'arte orientale fino alle sue manifestazioni più tarde. La prima documentazione in Grecia è offerta da una gemma tardo-micenea; poi seguono monumenti tardo-geometrici e protocorinzî. È stata proposta la tesi che attorno al 675 a. C. il tipo non fosse stato ancora fissato definitivamente per i c. ma usato anche per altri esseri mostruosi.>>

Questo lemma è molto interessante, grazie Usékar :)

Io ne traggo spunto solo per una ulteriore puntualizzazione, rispetto a quello che avevo detto poco sopra. In linea di massima, non sono molto concorde con il chiamare indistintamente "centauri" tutte le creature per metà uomo e per metà cavallo che si trovano raffigurate nelle produzioni artistiche di area mediterranea e vicino-orientale (a patto che non lo si faccia "per intendersi", cioè in senso colloquiale), e questo per un problema puramente metodologico.

Il centauro è una figura che si trova nell'immaginario letterario e mitologico greco, e che ha una sua storia, genealogia e simbologia più o meno precise. Nel seguire le rispettive linee evolutive, abbiamo già detto che l'iconografia di un soggetto può cambiare nel corso dei secoli (es. il centauro diviene da uomo con il solo posteriore di cavallo a uomo con intero corpo di cavallo, il volto della Gorgone Medusa passa da maschera mostruosa a semplice viso di donna anguicrinita etc.). Tuttavia, non è corretto identificare tutti gli uomini-cavallo nell'arte di mezzo mondo come "centauri", perché il rischio è quello di fraintendere appunto il soggetto rappresentato (soprattutto in assenza di fonti scritte), e magari generalizzare e moltiplicare la sua presenza su contesti che, nella realtà, potrebbero non averlo riguardato.
Se è vero che i centauri iranici hanno le ali, già questo è un dato che non torna con l'idea di centauro che la cultura greca ci ha trasmesso (nessuna fonte, che io sappia, ci dice infatti che in Grecia i centauri volassero). Sarebbe interessante, per questo, sapere che tipo di figura rappresentasse nel mondo iranico l'uomo-cavallo alato: se, ad esempio, fosse protagonista di qualche vicenda mitologica, oppure se avesse anche solo un significato araldico. Di utile spunto per gli interessati all'argomento potrebbe essere questo articolo di Alessandro Grossato, che parla, se non ricordo male, dell'iconografia e dei significati incarnati dall'uomo-cavallo fra l'antica Grecia e le culture dell'estremo Oriente: https://www.academia.edu/1795644/_Luomo-ca...reco_e_indiano_.

Sono consapevole che il mio ragionamento sia molto sottile - e che per certi versi possa apparire una puntualizzazione esagerata - ma il problema in realtà è molto mio profondo, a mio avviso, di quanto non si possa immaginare.
Provate a pensare, ad esempio, ai giganteschi tori androcefali - i Lamassu - del palazzo di Sargon II a Khorsabad (oggi esposti al Louvre): https://it.wikipedia.org/wiki/Lamassu#/med..._Louvre_01a.jpg.
Nessuno mi risulta li abbia mai chiamati "Acheloi"; eppure - al netto delle ali - l'iconografia di queste entità guardiane è pressoché identica a quella del celebre dio fluviale Acheloo, sconfitto da Eracle durante le sue peregrinazioni: https://it.wikipedia.org/wiki/Acheloo#/med...Louvre_G365.jpg. Forse in questo caso specifico, però, l'essere a conoscenza del nome e della funzione delle creature così raffigurate ha costituito anche un aiuto nella loro corretta identificazione, impedendo agli studiosi di fraintenderli.

Ancora più pertinente, allora, è forse il caso del Gorgoneion, la maschera della Gorgone, la cui presenza trovai anni fa segnalata in un'importante raccolta di sigilli geroglifici relativi alla Creta del periodo minoico. Gli studiosi hanno infatti ribattezzato questo simbolo del geroglifico cretese come Gorgoneion per il suo ghigno mostruoso, per la visione frontale che lo caratterizza e per quella sorta di "alette" laterali, che molte teste paiono mostrare. Ma basta questo a identificare tale volto con il Gorgoneion greco? Si può dimostrare che già nella Creta minoica esistesse una creatura analoga alla Medusa d'età storica?
La domanda non è oziosa, perché tale genere di affermazioni rischia di dar luogo a fraintendimenti, generalizzazioni e anacronismi che, invece di portare un reale contributo, contribuiscono talvolta a fare solo più confusione... Per alcuni studiosi appare verosimile riconoscere nei volti "gorgonici" della Grecia protostorica la stessa figura demoniaca, che in seguito darà origine alla Gorgone Medusa (volevo citarvi un altro studio, ma ho trovato questo che ha il pregio di essere almeno più recente: http://saa.uaic.ro/articles/SAA.25.2.2019.353-385.pdf). Tuttavia, in considerazione del fatto che fra MM II-III e VIII-VII secolo a.C. c'è un lasso di tempo enorme (per il quale non abbiamo fonti letterarie o epigrafiche illuminanti, e al cui interno non si può neppure dimostrare alcuna continuità effettiva fra le due tradizioni iconografiche), sarebbe forse opportuno muoversi con più cautela, parlando di generici volti mostruosi, senza pretendere di rintracciare già nella Creta dell'età del Bronzo le origini del Gorgoneion d'età storica, che sicuramente molto deve invece a simboli orientali, quali il Bes egizio e l'Humbaba mesopotamico (con cui i Greci del IX-VIII secolo a.C. entrarono in contatto grazie soprattutto alla mediazione dei mercanti fenici).

Vi chiedo scusa per la lunghezza del post, ma è stata necessaria per permettermi di illustrare al meglio (spero) il mio pensiero, spiegando perché concordassi poco con l'idea che le prime immagini di centauri fossero orientali, e non greche (secondo una concezione che vedo è riportata anche dall'Enciclopedia Treccani).
 
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view post Posted on 9/3/2020, 22:34
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Non devi certo scusarti per queste considerazioni davvero importanti, anche sul piano del metodo.
 
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Ho dimenticato di trascrivere l'indirizzo dela lemma della Treccani, dal quale ho tratto la citazione. È necessario, perché si trova nella parte "Arte Antica", quello nel vocabolario è molto più stringato

http://www.treccani.it/enciclopedia/centau...Arte-Antica%29/

Le considerazioni di Perseo mi sembrano ineccepibili.

Ho accennato in precedenza al fatto che mi resta da capire se la consuetudine di rappresentare le costellazioni su una sfera vista dall'esterno sia comune anche alle antiche culture indiane, cinesi, giapponesi e della Mesoamerica.
Per quest'ultime, non credo abbiamo dati disponibili. Sculture in tal senso non mi sono note e rappresentazioni sui supporti "cartacei" precolombiani superstiti sono limitate a singole costellazioni, che per quanto ho visto finora sono rappresentate come viste "da sotto", quindi nella posizione in cui le vediamo osservando il cielo notturno.
Il problema, in questo caso, è che i codici sono stati in gran parte distrutti dai missionari francescani, troppo pochi sono quelli superstiti, chissà se anche in quelle culture è esistita una rappresentazione dell'intera volta celeste.

Qualcosa abbiamo anche per le culture polinesiane: partendo dall'Asia sud orientale, le popolazioni di quell'area colonizzarono gradatamente migliaia di isole, espandendosi da ovest verso est.
Per farlo, dovettero imparare a navigare e orientarsi e a questo scopo realizzarono mappe celesti con stecche di bambù tenute insieme da nodi. Ciascuno dei nodi rappresentava la posizione di una stella. Perlomeno, questo è quanto ricordo di aver letto, vado a memoria, cercherò di rintracciare documentazione in merito.

Per quanto riguarda le culture cinesi, invece, i dati li abbiamo.
Per ora, ho trovato questa riproduzione della mappa astronomica, scolpita nel 1247 nella pietra nel tempio Wen Miao di Suzhou, una citta a ovest di Shangai, corredata di testo esplicativo

https://it.wikipedia.org/wiki/Costellazion...cartography.jpg

e la carta celeste di Dunhuang, Gansu, conservata presso la British Library, forse inizio dell'VIII sec. e trovata in una delle grotte di Mogao (qualcuno ha letto le mie storielle cinesi, ambientate tra i monaci che vivevano in quelle grotte? vedi sezione del forum Miti e Leggende)

https://2.bp.blogspot.com/-gX0-F39SHa8/V-T...mart-people.jpg

Particolare curioso: le stelle sono riportate utilizzando colori diversi, a seconda della scuola di astronomi che le individuò e descrisse.
 
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CITAZIONE (Perseo87 @ 9/3/2020, 17:32) 
Io intendevo dire i primi esempi di iconografie di Centauri presenti nel mondo greco (dei quali il più antico - se non ci sono stati aggiornamenti nel frattempo - dovrebbe essere un famoso esemplare in terracotta da Lefkandi, datato al IX secolo a.C.).

Credo si tratti del X secolo a.C., non del IX. Probabilmente di poco successivo al 906 a.C.
Lo dico perché ho in atto una ricerca su questo tema specifico.
CITAZIONE
Confermo che l'uso del cavallo viene da Oriente: la domesticazione dei cavalli sembrerebbe essere avvenuta abbastanza tardi, intorno al 3500 a.C., nell'area dell'odierno Kazakistan.

Ok, questo lo ricordavo bene, allora.
E trovo ragionevole ipotizzarne un uso come cavalcatura sin dall’età micenea o poco prima.
CITAZIONE
(come dimostrano i numerosi esemplari sepolti nei dromoi delle tholoi e le produzioni di figurine di cavalieri in terracotta).

Compresa la stessa Lefkandì (Tomba 65, ma vado a memoria)

CITAZIONE
Eccolo qui, Museum of Fine Arts di Boston: https://collections.mfa.org/objects/155711.
Descritto come aryballos dalla "sagoma ovoide" in Paribeni 1975.

Grazie mille.

CITAZIONE (Usékar @ 9/3/2020, 17:36) 
Qui, un lavoro che penso possa interessare le ricerche di Righel, con molte immagini, pubblicato nel 2014 da Mattia Maturo, oggi all'Università dell'Insubria, copio e incollo dall'inizio.

Sembra interessante.
Appena possibile me lo leggerò (ora sono impegnatissimo :( )
CITAZIONE
www.researchgate.net/publication/3...CUNI-ESEMPI.pdf

Non so se possa essere interessante anche questa recente tesi di laurea (2016)

https://amslaurea.unibo.it/12819/1/Sulle%2...stellazioni.pdf

Questa la conoscevo, scaricata da Academia e stampata l'anno scorso.
Tra l'altro conosco il relatore.
 
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CITAZIONE (Righel @ 10/3/2020, 14:50) 
Credo si tratti del X secolo a.C., non del IX. Probabilmente di poco successivo al 906 a.C. Lo dico perché ho in atto una ricerca su questo tema specifico.

Possibile che ci sia stato un aggiornamento delle datazioni.
Ho ricontrollato adesso il volume di Boardman 2002 (Archeologia della nostalgia), dove ricordavo di averlo visto, e infatti lì è datato al IX secolo a.C. Tuttavia, non escludo che la cronologia proposta possa esser stata rialzata, in seguito a un riesame del contesto. Sul più recente manuale del Bejor (2013) non lo si data con precisione, ma si dice comunque che è riconducibile al passaggio fra Protogeometrico (1050-900 a.C.) e Geometrico antico (900-850 a.C.), dunque credo che potremmo convergere per un "intorno al 900 a.C.".

CITAZIONE (Righel @ 10/3/2020, 14:50) 
Ok, questo lo ricordavo bene, allora. E trovo ragionevole ipotizzarne un uso come cavalcatura sin dall’età micenea o poco prima.

Sulla storia della domesticazione del cavallo e sul suo impiego da parte dei popoli antichi (mediterranei e orientali), semmai ti dovesse servire, ti segnalo il catalogo della mostra "A cavallo del tempo. L'arte di cavalcare dall'Antichità al Medioevo", a cura di Lorenza Camin e Fabrizio Paolucci (Livorno, Sillabe, 2018). Credo di poter dire che sia, a oggi, il lavoro più completo e aggiornato in merito al cavallo e al suo rapporto con l'uomo, fra la l'età preistorica e il periodo longobardo.

CITAZIONE (Righel @ 10/3/2020, 14:50) 
CITAZIONE
(come dimostrano i numerosi esemplari sepolti nei dromoi delle tholoi e le produzioni di figurine di cavalieri in terracotta).

Compresa la stessa Lefkandì (Tomba 65, ma vado a memoria)

Yes, confermo che anche il sito sepolcrale di Toumba (Lefkandì) ha restituito casi di inumazioni di cavalli. In un capitolo della mia tesi di specializzazione ho provato a fare una piccola sintesi di tutte le sepolture di cavalli note per la Grecia continentale e insulare, fra il Medio Elladico e la prima età del Ferro (senza la pretesa di completezza, perché mi occupavo del problema dei cavalieri d'età classica) e un po' di interessante bibliografia sull'argomento si trova.
 
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view post Posted on 11/3/2020, 11:08
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CITAZIONE (Perseo87 @ 10/3/2020, 19:10) 
Possibile che ci sia stato un aggiornamento delle datazioni.
Ho ricontrollato adesso il volume di Boardman 2002 (Archeologia della nostalgia), dove ricordavo di averlo visto, e infatti lì è datato al IX secolo a.C. Tuttavia, non escludo che la cronologia proposta possa esser stata rialzata, in seguito a un riesame del contesto. Sul più recente manuale del Bejor (2013) non lo si data con precisione, ma si dice comunque che è riconducibile al passaggio fra Protogeometrico (1050-900 a.C.) e Geometrico antico (900-850 a.C.), dunque credo che potremmo convergere per un "intorno al 900 a.C.".

Tutte le relazioni che ho trovato sul celebre "Centauro di Lefkandì" lo datano a Protogeometrico. La datazione, che può apparire anche troppo precisa, che io ho proposto, deriva da una ricerca di carattere astronomico (sic! :shifty: ) che lo poneva poco dopo il 14 settembre del 905 a.C.
E' stata una ricerca interessante... anzi entusiasmante!
E del tutto inutile! :cry:
Mentre stavo preparando una relazione da presentare al Congresso della Società Italiana di Archeoastronomia, una Collega mi ha fatto rilevare che c'era già arrivato un archeologo italiano e l'aveva pubblicato ad Atene nel 2004.
Pazienza...
Mi era già capitato qualcosa di simile con uno studio sulla fine della VI Dinastia, in Egitto, e alla fine l'ho trasformato in un romanzo di fantascienza.
Questo studio su Toumba lo continuo comunque perché mi diverte e alla fine diventerà un racconto a sfondo antropologico.

CITAZIONE
Sulla storia della domesticazione del cavallo e sul suo impiego da parte dei popoli antichi (mediterranei e orientali), semmai ti dovesse servire, ti segnalo il catalogo della mostra "A cavallo del tempo. L'arte di cavalcare dall'Antichità al Medioevo", a cura di Lorenza Camin e Fabrizio Paolucci (Livorno, Sillabe, 2018). Credo di poter dire che sia, a oggi, il lavoro più completo e aggiornato in merito al cavallo e al suo rapporto con l'uomo, fra la l'età preistorica e il periodo longobardo.

Ti ringrazio, ma ho già circa un quarto di metro cubo di pubblicazioni da studiare e approfondire... e da poco ho compiuto i miei primi ottant'anni.
E' ora di "misurarsi la palla", come diceva Maradona :lol:

CITAZIONE
Yes, confermo che anche il sito sepolcrale di Toumba (Lefkandì) ha restituito casi di inumazioni di cavalli. In un capitolo della mia tesi di specializzazione ho provato a fare una piccola sintesi di tutte le sepolture di cavalli note per la Grecia continentale e insulare, fra il Medio Elladico e la prima età del Ferro (senza la pretesa di completezza, perché mi occupavo del problema dei cavalieri d'età classica) e un po' di interessante bibliografia sull'argomento si trova.

Deve essere stata una ricerca affascinante, anche se esula dai miei interessi più immediati.
 
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CITAZIONE (Righel @ 11/3/2020, 11:08) 
Mentre stavo preparando una relazione da presentare al Congresso della Società Italiana di Archeoastronomia, una Collega mi ha fatto rilevare che c'era già arrivato un archeologo italiano e l'aveva pubblicato ad Atene nel 2004.

E' per caso questo?
www.academia.edu/1311346/Sul_Centauro_di_Lefkandi.

Dentro noto che ci sono peraltro proprio alcune delle immagini che ho segnalato, come il pithos cicladico del Louvre, con Perseo e Medusa in forma di cavalla, e ancora l'aryballos (o meglio, il disegno dell'aryballos) di Boston, con Zeus che lotta contro un uomo-cavallo. Si riporta inoltre anche l'ipotesi di Buschor a cui avevo accennato (p. 393).

Magari se le tue conclusioni non sono proprio le stesse, identiche di questo studioso puoi intavolare una discussione sugli aspetti più astronomici della questione e dare il tuo parere sul suo lavoro.
 
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Sì, è proprio lui.
Intavolerei volentieri una discussione in merito ma per ora non posso: devo inviarvi almeno un paio di immagini che, di solito, trasmetto tramite il mio sito.
Tuttavia quest'ultimo, chissà perché, non riconosce più la mia password e quindi mi si è bloccato tutto.
Ho tentato il recupero della PW ma non mi riesce.
Appena risolvo il problema continuo.
 
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Oh :o: -_- , anche il tuo sito personale fa le bizze! Di questi tempi, va di moda il contagio :lol:

Se non ricordo male, la piattaforma che lo ospita è Altervista, spiegami quale messaggio di errore ti arriva, magari posso aiutarti, se nelle 4 ore e mezza nel frattempo trascorse non sei riuscito a risolvere il problema da solo.
 
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Grazie, Usékar, sai che le mie competenze informatiche sono poco al di sopra dello zero e per di più ho un pessimo rapporto con la lingua inglese.

No, non ci sono riuscito: intorno alle 2 me ne sono andato a dormire ed ora mi sono alzato da poco.
Il messaggio di errore è:

Si è verificato un errore FTP; impossibile accedere all'HOST. 530 Authentication failed. Your nickname must be lower case host case and your nickname.altervista.org, go to www.altervista.org to recover your password. Remember thet AlterBlog, AlterForum, and AlterGallery don't have FTP access.

Ho tentato il recupero della password: mi rimandava ad un sito web con una nuova password complicatissima che poi comunque non riconosceva.
Ora ci riprovo.
 
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Ti ho inviato un mp
 
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Ce l'ho fatta, almeno in parte.
Prima di tutto chiariamo che il nostro calendario va all'indietro dall'anno 1 d.C. all'anno 1 a.C.
L'anno zero se lo sono dimenticati. :lol:
Per le nostre esigenze quotidiane va benissimo così, nella vita di tutti i giorni come nell'Archeologia.
Ma in Matematica e in Astronomia no! :angry:
Quindi tenete presente che quando parlo, ad esempio, dell'anno 455 a.C., in realtà mi riferisco all'anno -456 astronomico.

Il dr.Fabio Caruso, Archeologo, che ha pubblicato quello studio cui ti riferisci, si è rivolto, correttamente, all'Osservatorio Astronomico di Catania per sapere se nel periodo compreso fra il X e il IX secolo a.C. si fossero verificate eclissi di Sole nella zona dell'isola di Eubea, l'antica Makris, e specificamente nella zona di Lefkandì, o comunque si chiamasse allora.
Gli hanno risposto che ce n'erano state due: la prima il 14 settembre del 906 a.C. (e non 907, come ha erroneamente trascritto l'Autore), cioè nel -907 e l'altra il 5 Novembre del 901 a.C., cioè nel -900.
Per motivi suoi che non condivido ha scelto l'anno 901 a.C., ignorando l'altra eclissi.

Il problema è:
1) l'eclissi del 906 a.C. ha avuto una magnitudine 0,955, cioè il sole è stato oscurato, in Eubea, per il 95,50% per circa 4 minuti.
2) l'eclissi del 901 a.C. ha avuto una magnitudine 0,898, cioè il sole è stato oscurato, in Eubea, per il 89,80% per circa 1 minuto.
Sembra poco, per chi non ha avuto occasione di osservare un'eclissi TOTALE di sole, ma quel poco fa la differenza fra un'eclissi parziale e una totale.

Precedentemente c'erano state altre eclissi con valori di magnitudine inferiori al 10%, ma nessuno se n'è accorto. Così anche in seguito.
Un'eclissi "fa notizia" quando supera il 95%, altrimenti si nota solo un più o meno intenso abbassamento della luminosità locale.

Ne consegue, a mio parere, che quella del 901 a.C. (-900) è stata notata e avrà spaventato moderatamente la popolazione. Ma quando cinque anni dopo (906 a.C.) se n'è verificata una totale la gente deve essersi presa una tale fifa da rivolgersi allo sciamano locale o al sacerdote di un'antenata di Athena (po-ti-ni-ja ?) per sapere con quale dio prendersela per farsi perdonare chissà quale peccato collettivo.

Qui le immagini ricostruttive dei due fenomeni che, ingrandite, mostrano anche i valori astronomici.

Ed ora, la vostra opinione.
 
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Scusa, Righel, forse avevi un po' di fretta e hai pubblicato il tuo ultimo intervento senza dare una bella controllata alle date.

Partiamo dal -456 astronomico = 455 a.C.
L'anno 0 astronomico è per convenzione fissato all'1 a.C., quindi il -1 è il 2 a.C. e così via, arrivando al -456 che è il 457 a.C.
O sbaglio?

Nelle due immagini ricostruttive c'è scritto, rispettivamente partendo da quella a sx di chi guarda, 5 nov -900, cioè 5 nov 901 a.C., e 14 set -906, cioè 14 set 907 a.C.
O persevero diabolicamente nell'errore?

quindi, qui
CITAZIONE (Righel @ 12/3/2020, 18:16) 
1) l'eclissi del 906 a.C. ha avuto una magnitudine 0,955, cioè il sole è stato oscurato, in Eubea, per il 95,50% per circa 4 minuti.
2) l'eclissi del 901 a.C. ha avuto una magnitudine 0,898, cioè il sole è stato oscurato, in Eubea, per il 89,80% per circa 1 minuto.

si dovrebbe leggere 907 a.C al posto di 906 a.C.

Andando avanti, scrivi

CITAZIONE (Righel @ 12/3/2020, 18:16) 
Ne consegue, a mio parere, che quella del 901 a.C. (-900) è stata notata e avrà spaventato moderatamente la popolazione. Ma quando cinque anni dopo (906 a.C.) se n'è verificata una totale la gente deve essersi presa una tale fifa da rivolgersi allo sciamano locale o al sacerdote di un'antenata di Athena (po-ti-ni-ja ?) per sapere con quale dio prendersela per farsi perdonare chissà quale peccato collettivo.

Ora il 906 a.C. viene cinque anni prima del 901 a.C. ... e poi, se è vero quanto ho osservato in precedenza, si parla del 907 a.C., quindi 6 anni prima del 901 a.C., come si deduce anche dal fatto che l'uno astronomicamente è il -906, l'altro il -900

Edited by Usékar - 13/3/2020, 05:26
 
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