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Coca: mito creativo e utilizzo tra gli indigeni della Colombia, Mito raccolto tra gli indigeni della Sierra Nevada de Santa Marta

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view post Posted on 28/3/2020, 12:20
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Il mito creativo della coca, raccolto tra i Kogi

Note.
Con igname si intende una intera famiglia di piante rampicanti, delle quali si consumano i tuberi.
La coca fu creata dai capelli di una donna, quindi è femmina, per questo le donne non possono consumare le foglie di coca,


A quel tempo, non c’era di che cibarsi. C’erano solo persone, uomini e donne.
Allora Nyíueldue prese una donna e un uomo e con loro creò il cibo.
Prese la donna e con il suo polpaccio creò la yucca, con la coscia l’igname, con le sue braccia un’altra specie di igname, con le mani un altro tipo di yucca, con i suoi reni la patata dolce, con i suoi intestini i fagioli. Con il suo tallone la patata, con il dito del suo piede la malanga (un tubero chiamato anche ñampi, immagino che con "dito" intenda con l’alluce, ndr), con i suoi occhi l’albero di totumo (vedi oltre, ndr), con la sua saliva il cotone, con i suoi capelli la coca, con i suoi seni la totuma (frutto del totumo, detto anche jicara, che viene utilizzato per lavori artigianali, ndr), con la testa un’altra specie di igname e con la sua vagina un frutto che già non c’è più (vedi più avanti guánguala, ndr).
Poi prese l’uomo e con esso creò il mais e con i suoi testicoli creò un’altra specie di igname.
Così Nyíueldue creò il cibo e tutti mangiarono e seminarono sementi.

Ai tempi più antichi non si usava la coca. Gli antichi usavano un'erba che già non c’è più e che si chiamava guánguala (vocabolo intraducibile perché non ha più senso nemmeno per i Kogi, ndr).
C’erano un uomo e una donna che avevano una figlia. Ella aveva bei capelli, lunghi sino alla vita e quando li scuoteva cadevano a terra foglie di coca (la fanciulla stessa è la coca, vedi oltre, ndr).
In questo modo, il padre della fanciulla aveva la coca.
A quel tempo, c’era un mama che si chiamava Teyuna (nome da cui è derivato lo spagnolo Tairona, che indica gli antichi indigeni della Sierra de Santa Marta, ndr), egli desiderava molto la coca (desiderava una donna e anche la coca, ndr) e continuava a pensare: “Come faccio ad avere la coca?”.
Allora Teyuna si trasformò in una graziosa uccellina bianca per attirare l’attenzione della fanciulla.
Fece il proprio nido sulla sponda del vicino fiume dove ogni giorno la ragazza andava a bagnarsi. Così la fanciulla notò la bella uccellina bianca.
L’uccellina era molto mansueta e la fanciulla le si avvicinò e la prese in mano.
Così faceva ogni volta che andava a bagnarsi nelle acque del fiume, la chiamava e l'accarezzava, e le si affezionò.
A casa raccontò di quell'uccellina e disse che le si era molto affezionata. Ma il padre le disse: “Quell’uccello è cattivo. Non lo toccare più.”
Ma la fanciulla tornò lo stesso al fiume a trovarla, la accarezzava e baciava e le voleva così bene che le lasciava bere la sua saliva dalla bocca.
Così, un giorno l'uccellina bianca le chiese: "Mi vuoi tanto bene?" “Si, ti voglio tanto bene” rispose la fanciulla. Allora l’uccellina disse: "Tira la cordicella che ho in mezzo alla testa".
La fanciulla cercò sulla testa e trovò la cordicella. Poi la tirò.
Appena lo fece, il piumaggio sulla testa si divise e le penne ricaddero all'indietro, ne venne fuori Teyuna che l'abbracciò ringraziandola.
Poi Teyuna se ne andò, e la lasciò sola sulla sponda del fiume.
Giunto a casa sua Teyuna scosse i suoi capelli e ne caddero al suolo due semi di coca.
Teyuna li raccolse e li seminò. Subito crebbero e così Teyuna ebbe la coca che tanto desiderava, e ne diede anche a tutti gli altri.
 
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view post Posted on 30/3/2020, 07:44
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Alcune considerazioni sulla etimologia della parola cannibale

Come visto nel racconto mitico, le piante utilizzate sin dall’antichità a scopi alimentari dagli indigeni della Sierra Nevada de Santa Marta vennero ricavate da parti del corpo di una donna e un uomo.

La Sierra corre parallela alla costa caribica dell’attuale Colombia sud orientale e prima dell’arrivo degli spagnoli, le popolazioni attualmente ridotte a poche migliaia di individui stanziati sui monti, oltre i 1000 mt di altezza, erano molto più numerose e vivevano nelle fertili pianure lungo la costa, occupandone un lungo tratto.

Pensiamo agli spagnoli appena arrivati costaggiù, individui in genere molto ignoranti.
Trovano indigeni stanziati lungo la costa caribica e apprendono dai racconti mitici che gli questi consumano qualcosa che in origine era costituita da parti del corpo umano.

Anche se non ci sono attestazioni in merito, mi è spuntata l'idea che forse quel mito, diffuso lungo la costa caribica dell’America meridionale, contribuì alla credenza che le popolazioni caribiche si cibassero di carne umana, tanto che da caribe (nella lingua arawak delle Antille significava ardito, audace, quindi guerriero) è derivata, attraverso la corruzione in caníbal dell’aggettivo spagnolo caríbal = abitante del Caribe, la parola cannibale.
 
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view post Posted on 31/3/2020, 07:20
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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L’utilizzo delle foglie di coca

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piantagione di coca nel momento della raccolta

La foglia di coca ha un ruolo centrale nella vita quotidiana degli Indigeni della Sierra Nevada de Santa Marta.
L’utilizzo delle foglie è proibito alle donne, probabilmente perché causa inappetenza e insonnia, quindi indebolimento del corpo e di conseguenza scarsa fertilità.
Esso è riservato esclusivamente agli uomini adulti, che portano sempre con sé una borsa contenente alcune manciate di foglie, in precedenza leggermente tostate. L’etichetta impone che quando due uomini si incontrano, se ne scambino una manciata, in segno di rispetto reciproco.

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un mama arhuaco, etnia “cugina” dei Kogi anch’essa stazionata sulla Sierra Nevada de Santa Marta, mentre procede alla tostatura delle foglie di coca

Dentro la borsa, trasportano anche una zucca svuotata, il “poporo”, contenente una pasta di colore giallastro. Questa viene ricavata scaldando, frantumando e infine macinando grosse conchiglie di Strombus assieme a un fiore di colore giallo chiamato moroche, ottenendo così una polvere di calce spenta colorata di giallo, che viene poi impastata con bava di lumaca.

https://video-images.vice.com/_uncategoriz...g?resize=1050:*
alcune tappe della preparazione delle foglie di coca per il consumo: raccolta delle foglie (in realtà, tra le dita si vedono un fiore e un frutto della pianta), tostatura, manciata di foglie tostate, molitura di conchiglia di Strombus, poporo di un Kogi adulto e bolo pronto per l’introduzione in bocca

https://doctorlib.info/herbal/encyclopedia...es/image421.jpg
conchiglie di varie specie di Strombus, in molti dialetti latinoamericani chiamate tutte cambute, sono la casa di un mollusco dalla carne molto apprezzata, perché considerata potente afrodisiaco

Con un bastoncino chiamato sokunu prelevano un po’ di questa pasta e la portano alla bocca per mescolarla alle foglie di coca premasticate: in questo modo l’alta alcalinità della pasta reagisce con le foglie di coca, macerate e insalivate, stimolandone i principi attivi.

https://imgs.mongabay.com/wp-content/uploa...f-1-10_edit.jpg
borsa con foglie di coca tostate e poporo

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così si fa!

Quando la estraggono, fissano la pasta in eccesso attorno all’apertura del poporo formando, con il passare del tempo, un bordo dal cui spessore si può stimare l’età approssimativa del proprietario, dato che questi, se possibile, conserva con grande cura il poporo per tutta la vita.
Una volta masticate assieme foglie e pasta, gli uomini formano in bocca un bolo, che spingono con la lingua tra le gengive e la guancia. Quindi, lo succhiano periodicamente e inghiottono il succo, per ottenere un effetto stimolante e smorzare la sensazione di affaticamento e di fame, durante il quotidiano lavoro nei campi e le marce di spostamento, che avvengono a quota relativamente alta.

https://assets.survivalinternational.org/p...-42a_screen.jpg
si dissoda il terreno in altura

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coltivazioni in quota

Durante la cerimonia di uscita dalla pubertà, che si svolge poco prima del compimento dei 13 anni, il giovane viene istruito all’uso delle foglie e gli viene fatto scegliere il suo poporo, dicendogli che la forma e le dimensioni del poporo che sceglierà indicano la sue preferenze in fatto di donne (vedi oltre.)

La cerimonia completa, oggi sempre meno praticata, dura 4 giorni e 4 notti.
Il giovane deve rimanere per tutto questo tempo nella kankurua, la grande casa sacra degli uomini, seduto su uno sgabello cerimoniale, ad ascoltare gli insegnamenti e i racconti mitici dei mama (così sono chiamati i capi e gli shamani) della comunità e deve confessare se ha avuto rapporti sessuali. In caso affermativo, viene punito con alcuni colpi di bastone e costretto a un rituale che serve a fargli recuperare l’energia dispersa.
Come visto nel racconto iniziale, la coca è pianta femminile, più ancora, la pianta è l’incarnazione dello spirito di una fanciulla. Al giovane viene insegnato che il poporo è la vagina della fanciulla, o forse il suo ombelico, vedi il racconto della creazione dell’Umanità.
In un certo senso, il giovane si sposa con questa “moglie”, tanto che perfora con il bastoncino il tappo intatto del poporo, una “deflorazione” in piena regola, seguita dallo sfregamento ritmico di va e vieni del bastoncino, un vero e proprio “coito” con il poporo che in seguito i maschi adulti ripetono spesso, a volte in maniera ossessiva.
Quindi la cerimonia di ingresso all’età adulta rappresenta anche l’introduzione alla sessualità, dato che ogni manifestazione di questa è in precedenza assolutamente vietata ed eventualmente duramente repressa, a bastonate.
Non solo, sembra che la cosa venga intesa anche come il fatto che la vera attività sessuale debba esercitarsi solo attraverso l’uso delle foglie di coca, nella maniera che ho descritto in precedenza, dato che nei giovani maschi all’inizio causa anche eccitazione sessuale.

Tengo a precisare che questo è un racconto raccolto dagli etnologi, dato che nessun estraneo alla collettività viene ammesso a queste cerimonie, tantomeno a quelle magico-religiose celebrate dai mama.
Di conseguenza, anche l’interpretazione data a questo racconto è una inferenza degli studiosi, anche se pare una deduzione plausibile e verosimile.

https://video-images.vice.com/_uncategoriz...g?resize=1050:*
Nella "casa lunga", un gruppo di uomini adulti si esibisce per mostrare una danza rituale. Come si vede, la dimostrazione a beneficio dei visitatori si svolge di giorno, nella casa lunga, la casa rettangolare nella quale si riunisce l’intera comunità. In realtà le cerimonie rituali vengono tenute solo di notte, nella kankurua, la casa sacra degli uomini che è circolare e ha il tetto conico.

Tuttavia l’utilizzo di questo miscuglio foglie di coca + pasta alcalina + saliva non è limitato al lavoro, alla marcia e alle cerimonie di ingresso nell’età adulta.
Dagli uomini e dai mama viene utilizzato sia nel corso di cerimonie magico-religiose, che avvengono di notte nella kankurua, sia per una serie di pratiche che per noi sono singolari.
Anzitutto, dato che smorza la sensazione di affaticamento e di fame e causa insonnia, serve a prolungare l’attività durante le riunioni notturne della parte maschile della comunità, che prevedono l’astinenza dal cibo mentre si canta e si balla anche per più notti consecutive.
Prima di queste due attività, si discutono i problemi della comunità e si prendono le decisioni in merito. Poi si procede alle confessioni pubbliche dei “peccati” eventualmente commessi da ciascun uomo e si decide il castigo da comminargli, che può andare da una lunga predica degli shamani, nel caso di un “peccato” lieve, a una solenne bastonatura, se il “peccato” è stato tanto grave da aver causato un danno alla comunità, come per esempio una malattia.
Finite le discussioni e le confessioni, si passa al canto e al ballo.
In secondo luogo, i mama dicono che nelle foglie di coca è contenuta tutta la loro sapienza e la loro memoria storica in quanto la masticazione dei boli, in grande quantità, consente ad essi di mettersi in contatto con gli spiriti che narrano loro le vicende del passato, permettendo di ricavarne insegnamenti sul presente.
In questo modo riescono a mantenere l’equilibrio fisico e spirituale all’interno della comunità.
Ma c’è di più.
Nella loro visione dell’Umanità, essi stessi, Indigeni della Sierra Nevada, e in particolare i loro mama sono i Fratelli Maggiori, depositari di una conoscenza mistica superiore, che permette ad essi di vivere senza disturbare l’equilibrio del Mondo, mentre i bianchi invasori sono i Fratelli Minori, i perturbatori di questo equilibrio, perché hanno dimenticato le giuste regole per mantenerlo.
L’uso delle foglie di coca, trattate in quella maniera, permette ai mama di trarre insegnamenti sul comportamento dei Fratelli Minori e di cercare le parole per istruirli.
Essi affermano che devono essere molto comprensivi e pazienti con i Fratelli Minori, perché questi non hanno colpa di aver smarrito il corretto comportamento, ma devono essere rieducati per ritrovare l’antica via dell’equilibrio con il Mondo intero, equilibrio di cui i Fratelli Maggiori sono i custodi.
Tuttavia, dato che gli insegnamenti quasi sempre non sono compresi, quel tipo di utilizzo delle foglie di coca permette mama di arrivare a conoscere le cerimonie utili per riequilibrare direttamente i danni che noi, i Fratelli Minori, con il nostro comportamento sconsiderato, apportiamo all’equilibrio del Mondo.
 
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view post Posted on 30/10/2020, 17:23
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Scusa: devo essermi perso qualcosa.
Ma chi sono i "mama"?
 
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Vedi 3° post, dal titolo L’utilizzo delle foglie di coca, paragrafo che inizia con "La cerimonia completa, oggi sempre meno praticata, dura 4 giorni e 4 notti", 3a riga "così sono chiamati i capi e gli shamani"
 
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view post Posted on 31/10/2020, 19:14
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Ok, grazie. Me l'ero appunto perso.
 
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view post Posted on 1/11/2020, 05:50
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Non c'è di che, sempre un piacere ;)
 
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