Ostraka - Forum di archeologia

Nuova vita per un antico pigmento.

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view post Posted on 30/3/2020, 17:36
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Segnalo questo articolo che oltre tutto dimostra come Egizi e alieni fossero pappa e ciccia! (Vi ho risparmiato la più volgare espressione che si riferisce alla camicia). ;)
https://news.artnet.com/art-world/egyptian...%5BAFTERNOON%5D
 
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view post Posted on 24/4/2020, 18:29
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- Γνῶθι σεαυτόν -

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Questo vecchio post, che avevo letto di sfuggita tempo fa, mi è tornato in mente solo oggi, quando un altro vecchio link mi è (ri)passato di recente sotto gli occhi: https://scienze.fanpage.it/quando-l-essere...-il-colore-blu/. Il link riporta il risultato di un'indagine condotta su un ampio campionario di lingue antiche, che avrebbe provato l'incapacità di molti popoli del passato di distinguere agevolmente il colore blu da altri colori (in particolare dal verde).

A una prima lettura, il contenuto di questo studio mi era parso abbastanza improbabile (per non dire assurdo): mi chiedevo, infatti, come fosse anche solo possibile immaginare che un popolo come quello dei Greci - abituati a vivere in molti casi a stretto contatto con il mare - non fosse stato in grado di riconoscere un colore familiare come il blu (basti pensare alla talassocrazia minoica e poi a quella ateniese, alle molte rotte commerciali tracciate lungo tutto l'Egeo, ai fenomeni delle colonizzazioni oltremare etc.).

Mi aveva colpito anche la rassegna di fonti esaminate, a cominciare dai poemi omerici, al cui interno sarebbe stata ravvisabile questa mancanza di termini riferibili esclusivamente al colore blu. Sulla questione del mare "nero come il vino", ad esempio, avevo pensato che si sarebbe potuto pensare effettivamente anche a una banale "licenza poetica"... Inoltre, mi era venuto in mente che, già in Esiodo (VIII secolo a.C.), un termine spesso tradotto con "azzurro" - ma apparentemente non citato dallo studio - è kyaneos (Poseidone è infatti detto molto spesso "Azzurrocrinito", Kyanokaites).

Tuttavia, a cercare online, ho scoperto che tanto kyaneos quanto glaukos sembrerebbero aver indicato un notevole spettro di tonalità nel vocabolario greco antico - fra cui il blu scuro, il violetto e il nero (kyaneos), e ancora il verde e il grigio chiaro (glaukos).
A questo punto, mi è tornato in mente un dettaglio che mi colpì quando studiavo per preparare l'esame di geroglifico egizio: pur producendo il ben noto pigmento "blu egizio" (a cui si riferiva anche il link di Dceg), gli antichi egiziani per indicare il mare utilizzavano l'espressione w3dj-wr, che significa letteralmente "il Grande Verde".
A questo punto, mi sono chiesto se davvero in antico il verde e il blu non potessero esser stati intesi come due sfumature di un medesimo colore (tanto più che, a pensare bene a certe tonalità che può assumere il mare greco, il passaggio dal verde al turchese, fino all'azzurro, talvolta è quasi impercettibile e difficile da distinguere).

Che ne pensate di questo studio?
Ci sono altri dati e/o riflessioni che potreste portare rispetto a questa teoria?
 
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view post Posted on 24/4/2020, 19:13
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Io l'intruso lo avevo subito identificato, non saprei però dire perché, ma lo vedevo diverso.
Anche se vi è un insieme di sfumature che va dal blu al verde per me, e credo però tutti noi, a meno di non essere affetti da daltonismo, le differenze sono palesi. Perché tante popolazioni non distinguano blu e verde , o meglio non abbiano nomi diversi per indicarli mi resta poco chiaro. E mi chiedo: esistono altri esempi di concetti per noi differenti tra di loro che per altri sono eguali o meglio appartengono alla stessa categoria?
Forse Usékar, che ha familiarità con culture diverse può dirci qualcosa.
Mi viene in mente che culture diverse hanno sistemi musicali diversi.

Edited by dceg - 24/4/2020, 23:52
 
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view post Posted on 24/4/2020, 20:03
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Il primo ad aver notato in Omero questa anomalia sembra sia stato William Ewart Gladstone, quand'era ancora M.P. (Member of Parliament) in rappresentanza della Oxford University.
Il futuro primo ministro britannico pubblicò nel 1858 Studies on Homer and the Homeric Age, nel quale dedicò un capitolo a questo soggetto, pubblicando anche in contemporanea un articolo di 23 pagg. intitolato "The colour sense".

La questione venne formalizzata da Jules Davidoff e collaboratori, che pubblicarono nel 2012 Perceptual and categorical judgements of colour similarity, Journal of Cognitive Psychology, 24:7, 871-892, frutto soprattutto del loro lavoro con gli Himba, circa 12.000 indigeni che vivono nel Kaokoland (regione del Kunene), nella Namibia settentrionale.

Qui il riassunto, in inglese ovviamente, quindi per meglio dire l'abstract
www.tandfonline.com/doi/abs/10.1080/20445911.2012.706603

Qui, l'articolo intero
www.academia.edu/29633073/Perceptu...lour_similarity

Non sono particolarmente ferrato in filosofia del linguaggio, ma mi sembra che il tutto rientri nell'antica domanda "le cose esistono prima di avere un nome?"

Mentre scrivevo, è arrivato il commento di dceg.
Non saprei rispondere, non mi sono mai accorto se Maya dello Yucatàn e del Chiapas e/o BriBri, Guatuso, Brunka etc, del Costarica abbiano o meno aggettivi (che possono essere anche sostantivi) differenti per indicare il verde, l'azzurro e il blu. Certo è che il colore prevalente delle loro antiche giade lo identificano in spagnolo come "jade blu", mente a noi sembra un verde tendente all'azzurro, anzi, al celeste.
Per quanto riguarda la musica, mi vengono sempre in mente gli antichi egizi, greci e forse romani, che apprezzavano il suono stridulo del sistro, e l'antica musica cinese, che suona anch'essa stridula ai nostri orecchi, perché, dicono i musicologi, i cinesi sono sin da piccoli abituati a percepire una armonica in più di noi occidentali.
Questo a noi non riesce per mancanza di allenamento (anche i sensi si comportano come un muscolo...), mentre loro sono abituati sin dalla più tenera età, perché la loro è una lingua tonale.

Ah, dimenticavo: gli Inuit usano numerosi sostantivi per i differenti tipi di ghiaccio, che per noi è un concetto unico. Intendevi questo, dceg?
Altro esempio: i Quechua, per noi Inkas, non studiavano le forme costruite sugli asterismi, bensì quelle dei vuoti interstellari, che per loro avevano un significato analogo.
 
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view post Posted on 24/4/2020, 20:16
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Sì, intendevo a cose del genere, quello degli Inuit non è l'unico esempio. Per restare qui vicino ho scoperto anni fa che i contadini tedeschi, quanto meno nella zona dove abitavo e vo hanno nomi diversi per indicare il fieno di primo e di secondo taglio.
 
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view post Posted on 25/4/2020, 10:58
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apò ña spitha èni jinumèna aćà khàra

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CITAZIONE (dceg @ 24/4/2020, 21:16) 
Sì, intendevo a cose del genere, quello degli Inuit non è l'unico esempio. Per restare qui vicino ho scoperto anni fa che i contadini tedeschi, quanto meno nella zona dove abitavo e vo hanno nomi diversi per indicare il fieno di primo e di secondo taglio.

Interessante articolo sui colori
http://www.istitutoeuroarabo.it/DM/i-color...iche-e-moderne/

Perquanto riguarda il fieno, anche nel mio dialetto ligure ci sono termini diversi per il fieno di primo e secondo taglio. Vi sono dei dialetti in zona alpina che hanno addirittura quattro tagli di fieno con denominazioni diverse.
 
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view post Posted on 25/4/2020, 11:18
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Articolo interessantissimo.
Conferno, per aver studiato a lungo la lavorazione neolitica e non solo, delle pietre verdi, che le teste d'ascia in serpentino, nefrite e giadeite, di prevalente colore verde (pietra verde polita), sono da sempre legate al fulmine.

Ancora in tempi molto recenti, nelle campagne venete (e anche in quelle piemontesi,), quando durante l'aratura veniva alla luce una testa d'ascia di quel tipo, la si raccoglieva e la si metteva sopra il caminetto di casa, al fine di proteggere la casa dalla caduta dei fulmini, dato che la pietra stessa era reputata frutto di un fulmine caduto nel punto di rinvenimento.

Per le popolazione della Mesoamerica, il legame tra testa d'ascia in giadeite verde e il fulmine fu costante.
Sia per i mesoamericani che per i cinesi la giada verde, nefrite e giadeite, altro non era che acqua solidificata.
 
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6 replies since 30/3/2020, 17:36   96 views
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