Al termine della conversazione tenuta ieri, mercoledì 15/4/2020, su Skype,
Perseo87 mi ha fatto una domanda cui, per l'ora tarda, non ho potuto rispondere subito. Gli ho promesso una risposta su Ostraka, anche perché si integra in questo "campo" di Astronomia Culturale.
Io rispetto le promesse, tardi, ma le rispetto.
CITAZIONE
... Talete parrebbe esser stato il primo greco ad aver calcolato un'eclissi nella civiltà classica, ma ciò non ha evidentemente comportato un mutamento generale e radicale nell'approccio degli antichi a questi fenomeni naturali (si sono giustamente ricordati alcuni famosi esempi, fra cui quello di Nicia).
Per quanto mi risulta, Talete è stato il primo a calcolare la data e il luogo di un'eclissi solare. Il primo, non il primo greco.
Bisogna però dire che alcuni secoli prima (fra il XII e l'VIII a.C.) i Caldei avevano approfondito alcuni temi di astronomia relativi all'esistenza dell'eclittica e dei nodi lunari che li aveva portati, credo all'epoca del regno di Nabonassar (prima metà dell'VIII secolo a.C.), a scoprire la regolarità dei fenomeni delle eclissi, stabilendo il cosiddetto "Ciclo di Saros".
Questo è un periodo di circa 18 anni nel corso del quale si verificano 41 eclissi di Sole e 29 eclissi lunari. Tuttavia non erano ancora in grado di stabilire con accuratezza
quali zone della Terra ne sarebbero state interessate né
quando questi fenomeni si sarebbero verificati.
E Talete senza queste premesse non ce l'avrebbe fatta, probabilmente.
Bisognerà dunque arrivare a Talete per valutare con sufficiente esattezza questi dati, fatte salve le perplessità di Giorgio Colli
1 sul personaggio.
Erodoto comunque non ne dubita
2.
Resta il fatto che, mancando ancora la televisione e soprattutto internet, certe nozioni acquisite in seguito a severi studi di matematica e di geometria restarono a lungo patrimonio di una
élite che difficilmente ne rendeva partecipe il volgo... basterebbe rammentarsi di Pitagora per averne certezza.
Quindi sì, i capi degli eserciti, a volte, ne erano al corrente. Gli opliti certamente no.
L'esempio di Nicia è celebre ma non è l'unico né il più importante. Ad avere tempo a disposizione chissà quanti ne troveremmo in rete.
Sempre da verificare, però.
CITAZIONE
Mi interessava sapere se e come questa scienza possa essersi sviluppata in senso astronomico (e non astrologico) dopo l'età di Talete, soprattutto nel periodo ellenistico, quando le scienze e la tecnica conobbero un'importante fioritura all'interno della civiltà greca.
Premesso che la superstizione legata agli astri continuò a esistere (arrivando anche in età romana), ci fu almeno una parte di intellettuali greci che comprese che si trattava di fenomeni puramente naturali e prevedibili, che nulla avevano a che fare con l'azione degli dèi?
Astronomia ed Astrologia hanno camminato di pari passo, forse già dal Neolitico, e almeno fino al tempo di Galileo.
L'Astronomia soddisfaceva il piacere della conoscenza, che però non portava abbastanza pane sul desco.
L'Astrologia, invece, aiutava a campare. Anche se talvolta il suo esercizio si è rivelato estremamente pericoloso, come dimostrano certe abitudini babilonesi e poi greche (φαρμακός) e cinesi (scoperta della Supernova M1 nel 1054 d.C.).
Ma certamente esisteva quella
èlite cui ho accennato prima che disponeva di conoscenze scientifiche notevoli per il tempo, specialmente nel periodo ellenistico
3.
D'altra parte all'esistenza degli dei non tutti i filosofi hanno creduto ma, prudentemente, hanno tenuto per sé certe convinzioni, a parte Socrate, naturalmente, che forse era troppo innamorato di sé stesso e questo lo ha reso imprudente. O forse, come narrano le male lingue, ne aveva abbastanza di Santippe per mirare ad una serena vecchiezza.
1 Giorgio Colli, La sapienza greca, Milano 1992, Vol.II., 23-28
2 Erodoto, Le Storie, I 74
3 Lucio Russo, La rivoluzione dimenticata, Milano 2001, tutto il libro.
Edited by Righel - 16/4/2020, 18:40