Oltre 10 anni fa avevo aperto una discussione su questo argomento nel precedente forum Archeologia Italiana. Lo ripropongo qui dopo aver letto di un recente aggiornamento.
L'argomento principale è una vecchia questione (da almeno duemila anni) che viene dibattuta dagli studiosi:l'identificazione dell'isola di Itaca, patria di Odisseo, descritta nei poemi omerici, principalmente nell'Odissea.
Il regno di Odisseo è, almeno su questo sono tutti concordi, il gruppo di isole occidentali del Mar Ionio, le isole ioniche. La principale referenza è l'inizio della narrazione che Odisseo fa riguardo alle proprie peripezie al re dei Feaci Alcinoo e alla sua corte. Odisseo si presenta e rivela le sue origini e la sua terra:
"Abito a Itaca piena di sole.
C'è un monte sull'isola, il Nerito coperto di boschi,
e molte isole intorno, una vicino all'altra, Dulichio, Same e la selvosa Zacinto.
Itaca giace sul mare in basso, verso occidente, più lontane le altre, verso l'oriente ed il sole."
(Odissea, IX, 20-26)*
L'isola omerica di Itaca (Ιϑακη) è stata identificata sin dall'antichità con l'isola situata a Nord Est del gruppo di isole, chiamata anche oggi Itaca (Ithaki). Così l'aveva collocata il geografo greco Strabone (Geografia, Libro X 2). Tuttavia, secondo altri studiosi , soprattutto moderni, questa identificazione non sarebbe sostenibile in base ad una diversa interpretazione di questi versi omerici. In particolare sono tre i vocaboli sotto discussione, relativi alla posizione dell'isola di Itaca: due aggettivi,
χθαμαλὴ e
πανυπερτάτη, e l'espressione
πρὸς ζόφον (lett. "verso le tenebre").
Secondo Strabone
χθαμαλὴ significa "che giace vicino alla terraferma" e
πανυπερτάτη insieme con
πρὸς ζόφον "la più lontana verso le tenebre" cioè verso Nord.
Invece, altri studiosi, soprattutto moderni, danno a
χθαμαλὴ il significato di "che giace in basso" e
πανυπερτάτη "la più lontana", in senso opposto a Strabone, mentre
πρὸς ζόφον viene interpretato "verso il tramonto" cioè verso Ovest. Le altre isole guardano verso l'alba ed il sole, cioè ad Est.
Nella sua classica traduzione Ippolito Pindemonte aveva seguito l'interpretazione di Strabone, mentre diverse traduzioni moderne (come quella di Maria Grazia Ciani) seguono la seconda interpretazione.
Ne consegue però, che se si accetta la seconda interpretazione, l'Itaca omerica dovrebbe essere bassa e la più occidentale delle isole. Same è sempre stata identificata con Cefalonia, o almeno una parte di essa mentre Dulichio (che contiene nel suo nome il significato di "lunga") non sarebbe mai stata identificata con sicurezza. Zacinto è invece sicuramente l'attuale Zacinto. In pratica l'Itaca bassa e più occidentale del gruppo di isole non esisterebbe.
Nel 2005, un britannico appassionato classicista, Robert Bittlestone, di formazione economista e di professione manager aziendale, aveva avuto l'idea che l'Itaca omerica fosse in realtà Paliki, la penisola occidentale di Cefalonia, ipotizzando che in epoche antiche compatibili con il racconto di Omero fosse un'isola, separata da Same da uno stretto braccio di mare, riempitosi in epoche successive in seguito a fenomeni geologici. Bittlestone aveva pubblicato la sua ipotetica tesi in un libro, scritto insieme a due studiosi, James Diggle, professore di greco e latino presso il Queen's College di Cambridge, e John Underhill, un geologo professore presso la Heriot-Watt University, Edinburg:
Odysseus Unbound: The Search for Homer’s IthacaRobert Bittlestone, with James Diggle and John Underhill
Cambridge University Press.
Inoltre Bittlestone aveva organizzato una ricerca sul campo per trovare conferme scientifiche alla sua ipotesi. Tutte le informazioni relative sono disponibili su questo sito (in inglese):
www.odysseus-unbound.org/che è attivo da oltre dieci anni. Dopo aver scritto il mio post su AI, lo guardavo di tanto in tanto, e per molti anni, dopo il 2013 è rimasto statico, senza nessuna novità, forse per mancanza di fondi, ed anche per la morte prematura di Robert Bittlestone, avvenuta nel 2015.
Ho visto ora che la ricerca ha ripreso, con i due figli di Bittlestone. C'è un aggiornamento all'inizio di quest'anno (2020) con dei risultati di una ricerca geologica che potrebbero dare un qualche fondamento all'ipotesi.
Personalmente sono abbastanza scettico su questo tipo di studio (non ho comunque letto il libro). Se anche fosse provato che Paliki era un'isola nei tempi compatibili con le vicende omeriche, questo non proverebbe l'identità con Itaca.
L'attuale Itaca, aspra e scoscesa come nella descrizione omerica (non era adatta ai cavalli) ed un monte cospicuo, il Nerito, ha una particolarità che stranamente è messa molto poco in evidenza: il golfo di Vathy, cosi' particolare nella sua forma, è uno dei porti naturali più grandi al mondo. E' così chiuso e protetto, che l'acqua al suo interno sembra spesso un lago.
E nell'Odissea troviamo:
"Vi è un porto a Itaca, che è sacro a Forco, il vecchio marino. Due promontori si spingono avanti, scoscesi, che verso il porto degradano e lontane tengono le grandi onde sollevate dai venti impetuosi; dentro stanno le navi ben costruite, senza bisogno di ormeggio, quando hanno raggiunto il punto di attracco. "
(Odissea, XIII 96-104)*
Non è facile trovare un porto naturale con queste caratteristiche, ed il porto di Vathy ad Itaca è in ottimo accordo con questa descrizione. Il golfo di Livadi, proposto dall'ipotesi di Bittlestone, non è altrettanto convincente.
*) Omero Odissea trad. Maria Grazia Ciani, Edizioni Marsilio