| Salve, vi ringrazio per avermi citato e ne approfitto per aggiungere alla discussione alcuni dettagli che spero apprezzerete.
Come avete ben capito, al di sotto della spiaggia non c'è roccia nell'immediatezza, almeno nell'area urbana: consultando le foto aeree del Geoportale Nazionale o anche di Google Maps notere che a poca distanza dalla riva ci sono delle macchie scure, che corrispondono ad affioramenti di calanchi argillosi. In passato esistevano delle scogliere naturali, oggi "inglobate" dal porto, dalla passerella e dalla lega navale. Un esempio di tali massi, che non sono infrequenti andando verso sud e che si trovano anche poggiati sui calanchi a varie altezze, è visibile dietro al porto vecchio, ed è noto come "scoglio", "casa" o "passo" del gigante.
Le moderne scogliere hanno avuto un periodo di realizzazione piuttosto lungo. La realizzazione degli scogli in cemento e riempiti di ghiaia è materiali di risulta avvenne direttamente sulla spiaggia, all'interno di grandi cassoni metallici nei quali veniva versato il cemento. Una volta solidificato, gli scogli venivano messi lentamente a dimora. I frangiflutti sono di due dimensioni, e troviamo cubi da 1 metro e cubi da 1.5 metri. Solo nella parte finale a sud del lungomare sono state impiegate anche pietre naturali rinvenute in loco.
Ogni scogliera è composta da almeno due file di scogli, una prevalentemente interrata e l'altra poggiata al di sopra. Ciò vuol dire che si è proceduto a scavare almeno per un metro in profondità, senza contare che le caratteristiche "mezzelune" del litorale sono state realizzate, in parte, scavando con gru e macchinari. Al resto c'ha pensato il moto ondoso. Le scogliere vennero realizzate per "difendere" chi viveva in zona, in quanto esisteva una vasta baraccopoli nota come Shangai, oggi rione Carmine, e le abitazioni erano realizzate letteralmente fin sulla spiaggia. In inverno le mareggiate creavano parecchi danni, e si decise di realizzare i frangiflutti: come spesso però accade, nel corso del dopoguerra le baracche di legno divennero lentamente abitazioni in cemento, ed il lungomare venne rialzato di circa 8 metri rispetto al livello del mare.
Fatta questa premessa, è altamente improbabile che al di sotto del tratto di spiaggia indicato si trovi un sito che possa essere definito una "cava", che sia di macine, di rocchi di colonne o di ancore per imbarcazioni. Anche perché la totalità della documentazione storica riporta come il commercio di massi e materiali da costruzione fosse praticato solo tra Capo Colonna e Le Castella, dove si estraevano vari blocchi di rocce ed esistevano diverse cave anche a terra. In questo tratto di costa, incluso oggi in area marina protetta, il fondale è molto differente: sono numerosi gli scogli sommersi ed emersi, ma anche delle particolari "lastre" di pietra che sembrano sabbia, anche piuttosto estese.
A tal proposito, avendo menzionato il Lido degli Scogli, sappiate che tale nome non corrisponde ad un toponimo storico dell'area, ma solo al nome commerciale dell'attività. Tuttavia, venne scelto proprio perché a partire da quel punto è nota la presenza di numerosi scogli prevalentemente sommersi, alcuni dei quali emergono in periodo di bassa marea. Da li a pochi centinaia di metri, in concomitanza con Capo Donato e con la località nota come Irto, si trovano le prime tracce di cave utilizzate fino agli inizi del '900.
È improbabile che un pesante blocco in pietra riemerga a pelo d'acqua dopo essere stato sepolto nella sabbia marina, e sopratutto che ricompaia circondato tra frangiflutti di recente realizzazione. Ci sono dunque numerosi elementi non solo di natura geologica, ma anche storica, che non lasciano, a mio avviso, particolare spazio a dubbi. Sommandoci poi che i più grandi ricordano chiaramente l'impiego delle mulazze, ed alcuni di loro abbiano preso parte a diverse "spedizioni" per tentare di recuperare oggetti metallici o di scarto da vendere o riutilizzare, ma anche del fatto che frammenti di pietre circolari o di sassi bucati (usati come pesi e zavorre nelle imbarcazioni) si possano intravedere praticamente in ogni scogliera, personalmente credo che si tratti di un manufatto moderno gettato li, attorno al quale si è costruito un brutto film.
Di tutto ciò sarebbe stata informata la sovrintendenza, ma ad oggi non abbiamo alcuna novità al riguardo. In tempi più recenti è stata formulata una nuova ipotesi, che parla (ancora) di una cava emersa in tempi arcaici e successivamente ricoperta dalla sabbia a causa dell'innalzamento del mare. Quando si parla di tempi così antichi è facile produrre teorie, che per carità potrebbero anche rilevarsi fondate, ma mi fa sempre sorridere il fatto che non si prenda in considerazione l'ipotesi più plausibile: quella di un oggetto gettato li in tempi recenti.
Non ci resta che attendere un verdetto ufficiale, o quantomeno di un sopralluogo svolto da tecnici specializzati.
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