| Entro anch'io in questa conversazione sui cosiddetti "castellieri", perché fin da bambino sono sempre stato interessato sia di "archeologia" che di "astronomia" e quindi, gioco forza, agli stretti legami intercorsi in antichità tra queste due scienze, da cui poi è stato coniato il termine di "archeoastronomia". Venendo alla questione dei castellieri veneti, che conoscevo, in quanto ho anch'io il libro di "Archeostronomia italiana" del prof. Giuliano Romano, che ho avuto l'onore ed il piacere di conoscere personalmente una trentina di anni fa, quando, su mio espresso invito, venne in visita alla mia città, Matelica, per vedere dal vivo il cosiddetto "Globo di Matelica", l'orologio solare che ho studiato ed interpretato e che era stato rinvenuto nel sottosuolo di Matelica solo qualche anno prima. Ricordo che il prof. Romano venne con la moglie e con l'occasione, visto che già allora era famoso per i suoi studi archeoastronomici, lo accompagnai a visitare alcuni possibili "castellieri" della zona delle Marche dove vivo e della confinante Umbria. La zona dove abito infatti, come anche la vicina Umbria, soprattutto l'area plestina/colfiorito, è veramente molto ricca di queste "alture" e monticelli, dalle forme particolari, ovali, circolari, a punta, spesso modificati artificialmente, ma che hanno come minimo comun denominatore la presenza sulla loro sommità di fossati, alternati a terrapieni, a volte con veri e propri muri composti da pietre ecc... Sono siti che proprio per la loro natura "particolare" e, soprattutto, per gli "scopi" per cui venivano utilizzati, ovvero principalmente come luoghi di culto, dove venivano officiati dei riti, offerte votive, sacrifici di animali ecc..., in stretta relazione con gli astri e con le stelle, in particolare con il sorgere ed il tramonto del sole in particolari date dell'anno, come i solstizi e gli equinozi, sono stati poco studiati o perlomeno non a sufficienza, in quanto chi se ne è finora occupato (gli archeologi) dovrebbe avere delle nozioni minime di astronomia che però, a causa della loro preparazione prettamente "umanistica", evidentemente non possiedono... Comunque, per quello che ho potuto capire in molti anni che me ne occupo, la loro origine, come detto, è legata ai cicli stagionali, ovviamente molto importanti per le popolazioni antiche, nel mio caso gli antichi Umbri, che vivevano di agricoltura, ma anche di caccia (vedi i valichi montani interessati dalle rotte migratorie degli uccelli) e quindi coloro che osservavano e che erano in grado di comprendere i cicli solare o lunare, appartenevano ad una particolare casta "sacerdotale", preposta alla mediazione con le divinità, che a quel tempo erano associate principalmente agli astri. Questi sacerdoti, con le loro osservazioni e con i riti che officiavano, erano anche in grado di "predire" gli eventi, m anche di "modificarli" a vantaggio della comunità, grazie alle offerte ed ai sacrifici compiuti in questi particolari luoghi. Poi, con il passare dei secoli, questi siti, trovandosi generalmente in posizione elevata o in prossimità di valichi, gole, strade ecc..., vennero utlizzati anche come punti di controllo e di sorveglianza e vi furono costruite quindi torri d'avvistamento, rocche, castelli ecc...
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