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Cina La leggenda della Festa di Mezzo Autunno, Storia dell’amore tra la bellissima Cháng'è e Hòu yì, il grande Re degli Arcieri

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view post Posted on 10/1/2021, 21:28
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Il racconto che segue è il frutto di una mia profonda rielaborazione di tre versioni di una stessa leggenda che riguarda la “nascita” della festa che i cinesi chiamano Zhōngqiūjié e i vietnamiti Tết Trung Thu, la Festa di Metà Autunno, nota anche come Festa della Luna o Festa delle Torte Lunari, celebrata in Cina e in Vietnam.

La data è mobile, perché cade il quindicesimo giorno dell'ottavo mese del calendario cinese, che sul calendario gregoriano si situa tra la seconda settimana di settembre ed i primi giorni di ottobre.

Probabilmente, la festa ebbe origine in tempi lontanissimi, per celebrare la fine del periodo del raccolto.

Per capire l’origine di alcune figure mitologiche che popolano il racconto è necessaria qualche spiegazione.
Yùtù, il Coniglio di Giada, si riferisce a quanto i cinesi vedono nelle “macchie” visibili a occhio nudo sulla superficie lunare al momento della luna piena. Questo coniglio è simbolo di fertilità e lunga vita.
È curioso notare come gli antichi Maya identificassero la stessa figura nella stessa posizione ed abbiano elaborato lo stesso concetto simbolico di fertilità legato a quella figura.
Ix Chel, la dea Luna dei Maya, viene rappresentata sempre con in braccio un coniglio.

Di seguito, presento due fotografie della luna piena, nella seconda è evidenziata la figura identificata come il Coniglio di Giada.

Sempre nella seconda è evidenziata anche l’area in cui i cinesi dicono di vedere jīn chán, il rospo con 3 zampe.
Questo rospo, che maschera un’altra figura presente nel racconto mitico, è simbolo di fortuna e ricchezza.
Ancor oggi, i salvadanai per bambini hanno la forma di questo mitico essere e in molte case ne è presente anche un simulacro in porcellana, con le labbra appena aperte, tra le quali è infilata una monetina, in genere antica, sebbene di pochissimo valore.
Alle due foto della luna segue la foto di una antichissima lastra di arenaria, sulla quale è scolpito il Drago Azzurro dell’Est Celeste, una costellazione composta da 16 stelle raffigurate nella lastra come sedici pallini, costellazione molto importante per i cinesi.
Sopra il Drago Azzurro si vede la luna, con delineati il Coniglio di Giada e il rospo con 3 zampe.


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Storia dell’amore tra la bellissima Cháng'è e Hòu yì, il grande Re degli Arcieri

Tra le montagne di Dēngfēng, nello Henan, sul versante settentrionale del monte Sōngshān sorge Shàolín-sì, il grande e venerabile monastero buddhista in cui vivono in povertà, meditazione e molto esercizio alcuni Venerati Maestri, che praticano l’antica arte marziale dello Shàolínquán assieme ai loro discepoli.

Chi scrive è uno di questi ultimi, un modesto e umile apprendista degli insegnamenti necessari per seguire la tradizione Chán di Bodhidharma e del buddhismo Mahāyāna .
Una sera d’autunno, il nostro anzianoVenerato e Saggio Maestro ci raccontò una bella leggenda, che ci disse tramandata di Saggio in Saggio, attraverso i secoli. E incaricò me, giovanissimo incolto monaco, indegno apprendista dello Shàolínquán, di mettere per iscritto il racconto che uscì dalle sue Sante e Venerabili labbra, perché non vada perduto.
Questo mi accingo a fare, chiedendo a chi vorrà leggere questo scritto di perdonare errori e omissioni che io sicuramente avrò commesso.

C’era una volta, tanto, tanto tempo fa… le favole non cominciano spesso così? E questa è una favola. Ma no, forse è una storia vera, di cui però nessuno conosce tutti gli esatti dettagli.

Ricominciamo.

C’era una volta, tanto, tanto tempo fa nel Tiāntáng , il magico Paradiso tra gli altissimi e inaccessibili monti del Kūnlún, Yùyuán, il Giardino di Giada.
Era il Regno di Yù Huáng l’Imperatore di Giada, noto anche con i nomi Huángdì, Imperatore Giallo, Tiān Gōng, Gran Padre Cielo, e Yù huáng shàngdì, Puro Primo Imperatore di Giada.
Nel meraviglioso Palazzo dell’Imperatore vivevano esseri immortali, come l’Imperatore stesso, fate, maghi e altre brave persone.

Dopo l’Imperatore di Giada, per importanza veniva solo Xīwángmù, la Grande Madre dell’Occidente, la Regina Celeste, dea della Creazione di Taiji, il Materiale Mondo Illusorio.
Ella è protettrice delle partorienti, le quali appunto creano la Vita nell’ingannevole Mondo Materiale, a Lei spettano molti titoli, come Jīnmù Yuanjun, cioè Prima Sovrana del Mondo, o Wángmùniángniáng, Grande Madre Imperatrice.
Ma è chiamata anche Yáochí Jīnmù, Grande Madre del Yáochí, il Lago di Giada come Ella chiamò lo Hēihăi, il Mare Nero da cui nasce lo Hēiyù hé, il Fiume della Giada Nera nella nostra lingua, il musicale e sacro wényán (così è chiamato il cinese letterario, ndr.)

Alla corte dell’Imperatore lavorava Cháng'é, una bellissima ragazza, e nel palazzo serviva anche il giovane Hòu yì, il più bello, famoso e abile degli arcieri di tutto l’Universo.
Forse, però, i loro nomi erano un tempo Héng'è e Shen Yì, il vostro anziano maestro vi chiede umilmente perdono, sapete com’è, le favole sono raccontate ai bambini e ai giovani come voi dagli uomini ormai divenuti vecchi e col tempo è difficile ricordare con esattezza i nomi.

Purtroppo, un giorno Cháng'è fece cadere un preziosissimo vasetto di giada, o forse era di porcellana, non ricordo bene, fatto sta che Yù Huáng l’Imperatore di Giada si irritò moltissimo e cacciò Cháng'è dal Palazzo, mandandola a vivere sulla Terra, tra la gente comune. Sarebbe potuta tornare a palazzo, solo se fosse autrice di un prezioso servizio sulla Terra.

Cháng'è entrò in una povera famiglia di agricoltori e aveva per compagnia solo un piccolo coniglio.
Quando aveva 18 anni, il giovane arciere e cacciatore Hòu yì, sceso sulla Terra a cacciare cervi per la corte dell’Imperatore, la vide, ora bellissima giovane donna. Divennero amici e le visite di Hòu yì sulla Terra, per cacciare, divennero più frequenti, perché si stava innamorando della bellissima fanciulla.

Hòu yì era un vero eroe, l’unico che seppe affrontare un pericoloso accadimento.
Un bel giorno, sempre tanto, tanto tempo fa, apparvero nel Cielo 10 Soli, che producevano un calore tale che sulla Terra ogni goccia d’acqua evaporava velocissimamente e tutti gli esseri viventi sulla Terra rischiavano di bruciare, prima ancora di morire di sete.
Allora Hòu yì si fece avanti per cercare di salvare la Terra e tutti gli esseri viventi su di essa.
Prese il suo potente arco, costruito con le sue mani utilizzando durissimo ma flessibile legno di tasso, lame di corna di bue e tendini dello stesso generoso animale, e la faretra d’oro, con nove frecce dallo stilo di legno di tasso e con la punta di durissima e incorruttibile giada.
Tendendo l’arco che solo sotto la sua forza si fletteva, incoccò la prima freccia e lasciandola andare, con mira infallibile colpì al cuore il primo Sole, abbattendolo all’istante. Avete capito bene, attenti discepoli, anche i Soli hanno un cuore. E altrettanto fece con tutti gli altri 8 di troppo, abbattendoli uno dopo l’altro, con un preciso dardo conficcato nel loro cuore, senza mai sbagliare un colpo.

Questa sua impresa suscitò l’ammirazione e il tripudio di tutti gli abitanti della Terra e anche l’ammirazione degli Immortali che vivevano nel Giardino di Giada, tra le altissime e inaccessibili montagne del Kūnlún.
Così fu che Hòu yì venne subito da tutti acclamato Re degli arcieri, ma restava ancora un mortale, come la sua bellissima amata Cháng É.
Per premiarlo, la Regina Celeste pensò di donargli un sacchetto pieno dell’elisir di lunga vita. Volendo che il suo dono fosse per Hòu yì una grande sorpresa, per tenere celato il nome di chi gli aveva donato l’immortalità diede il sacchetto a Cháng È, la promessa sposa di Hòu yì che era molto bella, intelligente e di buon cuore.

Ma tutto questo non sfuggì alla vista di Féng Méng…
O forse il suo nome era Péng Méng? Non ricordo bene, perdonate la fallace memoria di questo vecchio che vi sta parlando.

Féng Méng era il discepolo di Hòu yì, al quale il Re degli arcieri stava insegnando la propria arte.
L’allievo era molto invidioso dell’abilità del suo Maestro, della sua forza e del fatto che fosse riuscito a costruire un arco così bello e potente, tanto potente che solo Hòu yì riusciva ad usarlo.
Féng Méng nutriva ben dissimulate intenzioni malvage nei confronti del suo Maestro, così architettò un piano per cercare di impadronirsi del sacchetto contenente l’elisir di lunga vita, consegnato dalla Regina Celeste a Cháng È affinché lo donasse al Re degli Arcieri, salvatore dell’Umanità.
Allora, scese sulla Terra e minacciò Cháng È con una spada per ottenere l'elisir di lunga vita.
Pur molto spaventata, Cháng È ebbe la prontezza di aprire il sacchetto e inghiottire l'elisir di lunga vita senza alcuna esitazione.
Poi, tentando di scappare dalla furia dell’infido e traditore Féng Méng, saltò da una finestra della povera casa nella quale abitava e volò sulla Luna, portando con sé il fido compagno coniglietto.
Una volta sulla luna, Cháng È come punizione venne tramutata dalla Regina Celeste in un rospo con tre zampe.

Nel frattempo, appresa la notizia della sparizione del sacchetto con la polvere dell’elisir, Hòu yì si infuriò e corse sulla Terra in cerca della promessa sposa.
Non la trovò, gli dissero che era volata sulla Luna, dove anche lui si affrettò a volare. Ma sulla Luna trovò solo un taglialegna, un odoroso albero di osmanto, un coniglietto e un rospo con tre zampe e non si accorse che il rospo celava la sua bellissima amata. Così, ancor più arrabbiato, afflitto e sconsolato, tornò al Palazzo dell’Imperatore.

Come ho appena detto, sulla Luna cresceva un albero di osmanto, l’albero molto odoroso che popola i nostri bellissimi giardini.
Il taglialegna Wú Gāng era stato condannato ad abbattere l’albero. Ma una volta abbattuto, esso ricresceva perché era radicato in un terreno ricco dell’elisir dell’immortalità.
Così il coniglietto prese un bel po’ di quella terra, la pestò in un mortaio e la portò al suo amico rospo, che gli disse di spargerlo nell’aria, affinché ricadesse sulla Terra.

Questo fu il prezioso servizio che l’Imperatore aspettava per perdonare Cháng È, perché da quel giorno gli esseri che vivevano e vivono sulla Terra, che prima poco a poco morivano tutti, muoiono ancora, ma rinascono continuamente come l’albero di osmanto sulla Luna, rigenerando la vita. E per questo motivo il coniglietto divenne Yùtù, il Coniglio di Giada, nome importante perché per noi cinesi la giada è la pietra più preziosa che esista.

Allora l’Imperatore Giallo ridiede il suo bellissimo aspetto a Cháng È, ormai divenuta immortale, e tranquillizzò Hòu yì raccontandogli la vera storia del tradimento di Féng Méng, che aveva costretto Cháng È a inghittire la polvere dell’elisir e a fuggire sulla Luna.
Poi inviò quel suo potente e infallibile Re degli arcieri sul Sole, lo rese immortale e lo fece sposare con la sua amata.

E da allora, nelle notti di luna piena, i Cinesi mettono l’incenso nei bracieri sotto i raggi del Piccolo Sole per chiedere la benedizione di Cháng È, la Gentile Signora. E a tutti i Cinesi, ormai, piace apprezzare la Luna e festeggiarla nel cortile delle loro case, con tutti i loro familiari, durante il Festival di Mezzo Autunno, mangiando in suo onore le Torte della Luna.
 
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view post Posted on 11/1/2021, 00:18
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Bellissimo, grazie!
Noi, dovrei dire io, ma non ci riesco, abbiamo due rospi con tre zampe, uno in giada, con la moneta in bocca, ed uno in bronzo, a cui manca la moneta.
 
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view post Posted on 11/1/2021, 06:59
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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La vostra deve essere una specie di casa-museo! Ho nostalgia di quella di mio prozio, antiquario collezionista i cui arredi sono dispersi nelle abitazioni degli eredi...
 
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view post Posted on 11/1/2021, 09:16
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Sì, è piena di ricordi. Il rospo di bronzo proviene da un conoscente di mia moglie, morto da un pezzo, il cui padre fu in Cina alla fine dell'800, quello di giada (o comunque di pietra verdina) lo comprammo per un paio d'euro in un negozio di cose cinesi a Friburgo, in cui ogni volta che andavamo in quella città compravamo qualcosa: un oggettino, un portafortuna, una ciotola, una conchiglia fossile...

Edited by dceg - 11/1/2021, 15:08
 
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