Ostraka - Forum di archeologia

Peania (Atene): scoperte due statue funerarie

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icon11  view post Posted on 29/1/2021, 11:25
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- Γνῶθι σεαυτόν -

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Segnalo la scoperta di due statue funerarie femminili durante i lavori per la costruzione del nuovo municipio di Peania, a est di Atene: https://mediterraneoantico.it/articoli/new...0Zy66msaXrRCshk.

Rinvenute in frammenti ed entrambe acefale, le due sculture in marmo rappresentano verosimilmente due donne della classe agiata dell'Attica del IV secolo a.C., come denuncia anche la lavorazione delle figure ad altorilievo. Una delle due appare seduta su uno sgabello, avvolta in una tunica leggera, che ne lascia immaginare le forme del corpo; l'altra, in posizione eretta, è ancora più lacunosa, ma, a giudicare dalla parte superstite, doveva forse appoggiarsi al fondo di una edicola (naiskos), eventualmente insieme alla prima scultura, e portare la mano sinistra al volto, in un gesto di dolore tipico dell'arte funeraria di questo particolare contesto geografico e storico.

Un possibile confronto potrebbe forse essere suggerito con questo rilievo funerario attico, datato verso la metà del IV secolo a.C. e appartenuto a Thraseas ed Euandria, oggi conservato al Pergamonumuseum di Berlino: https://en.wikipedia.org/wiki/Grave_relief...as_and_Euandria.

Edited by Perseo87 - 29/1/2021, 12:01
 
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view post Posted on 31/1/2021, 10:15

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Perché nelle foto a lavori in corso c'è una così nitida differenza fra ciò che si vede nella parete Est dello scavo rispetto alla parete Ovest?
 
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view post Posted on 31/1/2021, 10:41
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Aggiungo un altro link anche a questo sito, dove viene riportata la stessa notizia, corredata però, stavolta, da una serie di ulteriori dati e riflessioni: https://tech.everyeye.it/notizie/atene-tro..._0JoEfhNTSd7d8I. Trovo plausibile identificare la donna seduta come una ricca signora ateniese, forse destinataria del sepolcro, mentre l'altra in piedi, rappresentata nel gesto di portarsi la mano al volto, potrebbe esser stata anche una schiava (così come si vede anche nel séma di Thraseas ed Euandria), ma non sono sicuro che questa sia l'unica interpretazione possibile.

La scoperta è stata commentata, fra l'altro, da Olga Palagia, uno dei nomi più eminenti nell'ambito dell'archeologia ellenica (e forse il più conosciuto negli studi sulla scultura greca), che tuttavia, a mio avviso, non sempre arriva a formulare interpretazioni condivisibilissime. Quelle suggerite qui, in particolare, mi paiono oggettivamente poco realistiche.
Se - come il sito riporta - gli scavi hanno davvero intaccato un'antica area necropolare, quelle figure dovevano verosimilmente provenire dall'abbattimento di un ricco naiskos funerario (quando e per mano di chi questo abbattimento sia avvenuto è però molto difficile stabilirlo, soprattutto in base alle sole foto pubblicate). Mi sembra tuttavia inverosimile che un privato potesse arrivare a distruggere il volto delle statue funerarie apposte sul proprio mnema (ammesso che il monumento fosse stato ultimato mentre lui era ancora in vita, e non commissionato dai parenti dopo la sua morte), fra l'altro solo perché i ritratti sarebbero stati giudicati "poco accurati e/o idealizzati" (che poi, anche questo di per sé potrebbe quasi suonare come un controsenso...).

Similmente è strana anche l'attribuzione della distruzione del naiskos alle leggi suntuarie di Demetrio di Falero. Demetrio resse le sorti di Atene fra 317 e 307 a.C. ed è ricordato da Cicerone nel De legibus per aver promulgato alcuni decreti che avrebbero impedito agli artisti di realizzare monumenti funebri particolarmente grandi ed elaborati (cit.: "(...) ne quis sepulcrum faceret operosius quam quod decem homines effecerint triduo"). Alla promulgazione di queste leggi si ricollega dunque solitamente la progressiva scomparsa dei grandi e raffinati monumenti funebri in marmo dalle necropoli dell'Attica, più spesso sostituiti in età ellenistica da piccoli kioniskoi. Devo ammettere però di non aver mai letto che queste leggi potessero aver avuto anche una sorta di "valore retroattivo", andando a legittimare la distruzione di sémata più antichi (quelli di cui ho notizia erano infatti tutti monumenti distrutti e riutilizzati in età cristiana per la costruzione di nuove strutture, anche funerarie).

A naso, io avrei pensato a monumenti funebri distrutti nella loro interezza in seguito alle devastazioni prodotte dai barbari, oppure ancora all'azione di gruppi di cristiani in età tardoantica o bizantina. Ma i dati sono forse troppo pochi al momento per potersi sbilanciare.
 
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view post Posted on 31/1/2021, 17:09

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CITAZIONE (Perseo87 @ 31/1/2021, 10:41) 
. . .
A naso, io avrei pensato a monumenti funebri distrutti nella loro interezza in seguito alle devastazioni prodotte dai barbari, oppure ancora all'azione di gruppi di cristiani in età tardoantica o bizantina. Ma i dati sono forse troppo pochi al momento per potersi sbilanciare.

Mmh, mi sa che i dati a riguardo se li siano nel frattempo già belli che fumati.

Come dicevo, basta una sommaria occhiata alle foto diffuse sul web per rendersi conto che c'è una nitidissima differenza fra ciò che appare nella parete residuale del limite di scavo Est rispetto a quello Ovest.
Di norma dovrebbe essere un segnale d'allarme che dovrebbe indurre l'Archeologo a fermarsi un momento, sforzarsi di ragionare un po' più in estensione astraendosi dall'eclatanza dei singoli reperti e chiedersi se per caso non stia facendo in termini di scavo stratigrafico la cosa sbagliata che si porterà dietro irreparabilmente un travisamento riguardo alla corretta comprensione del contesto di rinvenimento.

Invece sembrerebbe che dal momento in cui hanno visto i pregevoli manufatti i simpatici scavatori non si siano saputi trattenere dallo scontornarli, come se stessero pensando unicamente al loro recupero in quanto oggetti da museo. Mi pare soprattutto evidente che non ci sia stata nessuna preoccupazione riguardo alla individuazione del piano di calpestio in fase, nè riguardo alla posizione dei resti in un crollo (cioè in una giacitura comunque in rilevato rispetto al proprio piano) piuttosto che entro un taglio (come per esempio nel caso di una fossa di fondazione).

L'osservazione che già richiamavo avrebbe dovuto indurli a sospettare che la particolare giacitura secondaria dei resti monumentali con i lati lunghi lungo un sostanziale allineamento geometrico e con presenza di materiale lapideo costipato unicamente da una parte delle sculture (e non invece dalla parte opposta) fosse un chiaro segnale di una giacitura in posizione strutturale -evidentemente con materiale di reimpiego- secondo una tecnica comune in svariate epoche che comporta la collocazione del materiale più regolare e più grande verso l'esterno della struttura e quello più irregolare o più frammentato all'interno, insieme a terra pressata quando non disponibile altro legante.
Probabilmente molto prima di iniziare a scontornare le "opere d'arte" avrebbero dovuto trovare un modo ragionevole per individuare le geometrie complessive della giacitura -a mio avviso palesemente strutturale- entro la quale erano state ad un dato momento del passato collocate: vuoi allargando -se possibile- lo scavo verso la zona solo apparentemente poco interessante del pietrame, o almeno cercando meticolosamente di documentare la natura stratigrafica del rapporto fra la terra pulita che si trova immediatamente ad Ovest e i resti scultorei nella giacitura attuale (insomma, lo strato si appoggia alle pietre o le pietre sono dentro ad un taglio nello strato?)
Se anche quello che io sto ipotizzando non fosse corrisposto a verità, il suo contrario sarebbe dovuto essere da dimostrare con opportuna modalità di scavo ed adeguata documentazione.

Questo approccio sarebbe stato la condizione indispensabile per raccogliere elementi di datazione (eventualmente anche grazie ad occasionali piccolissimi reperti nel terreno) che soli avrebbero potuto fornire evidenza archeologica oggettiva per una proposta di datazione dell'abbattimento dei monumenti e riutilizzo dei loro elementi e frammenti.
Temo che l'occasione sia allo stato attuale da considerarsi irrimediabilmente perduta.
 
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view post Posted on 31/1/2021, 18:17
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CITAZIONE (LAVORI ARCHEOLOGICI @ 31/1/2021, 17:09) 
Invece sembrerebbe che dal momento in cui hanno visto i pregevoli manufatti i simpatici scavatori non si siano saputi trattenere dallo scontornarli, come se stessero pensando unicamente al loro recupero in quanto oggetti da museo. Mi pare soprattutto evidente che non ci sia stata nessuna preoccupazione riguardo alla individuazione del piano di calpestio in fase, nè riguardo alla posizione dei resti in un crollo (cioè in una giacitura comunque in rilevato rispetto al proprio piano) piuttosto che entro un taglio (come per esempio nel caso di una fossa di fondazione).

Se anche quello che io sto ipotizzando non fosse corrisposto a verità, il suo contrario sarebbe dovuto essere da dimostrare con opportuna modalità di scavo ed adeguata documentazione.

Non ho detto volutamente nulla in merito alle foto dello scavo che circolano in rete perché aspettavo il tuo intervento. Dal canto mio avevo notato anch'io la strana "linearità" nella disposizione delle due sculture, ma confesso anche che, lì per lì, non le avevo dato più di quel tanto peso (nella misura in cui, appunto, oltre a quelle 2-3 foto di dettaglio, al momento neppure io ho dati e documenti alla mano utili per comprendere qualcosa di più sul contesto oggetto di indagine e sul tipo di scavo effettuato dai colleghi greci). Trovo comunque interessante (e plausibilissima) la lettura che proponi di darne, in relazione a quel materiale lapideo accatastato a fianco delle due statue.
 
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view post Posted on 1/2/2021, 07:53

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Nella comunità internazionale qualcuno dovrebbe trovare l'opportuno garbo e le parole giuste per porre un po' di freno alla tendenza per queste operazioni così incentrate sul puro recupero di begli oggetti purtroppo ancora oggi ricorrente in una sorta di "Archeologia Mediterranea" (in senso in questo caso non lusinghiero quanto mi piacerebbe che invece diventasse): capisco che allargamenti di scavo -ancorché piccoli- per un approccio più stratigrafico e magari impiego di tecniche geognostiche (che in questo caso sarebbero andate non benissimo, di più) non sono sempre nel budget nemmeno di fronte a prospettive così importanti, ma almeno il buon atteggiamento di chiedere pareri a Colleghi prima di compiere interventi troppo invasivi non dovrebbe essere così estraneo alla prassi. Non c'è niente di sminuente nel chiedere un consulto prima di operare, anzi.

Se la mia idea è giusta (ma anche se non lo fosse essa è così ovvia che avrebbe richiesto di essere smentita da apposita documentazione sul campo), lì c'era una struttura post-classica o qualche altra forma di importante giacitura intenzionale di materiali di recupero, che mi auguro non venga in mente a nessuno di continuare a scontornare con una trincea incentrata sull'allineamento dei "pezzi grossi".
 
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