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| CITAZIONE (Righel @ 5/2/2021, 11:41) Vabbé, Ratapena, mi hai convinto che non conosco il dialetto della mia terra. Il che ha la sua ragion d'essere: io sono nato a Napoli; mio padre era di Catania (ma figlio di una Maltese); mia madre di Milano (ma figlia di Piemontesi); le mie due sorelle ambedue Siciliane: la prima ha sposato un Napoletano ma è andata a vivere a Milano, la seconda ha sposato un Tarantino ed è andata a vivere a Manduria (TA) ora, rimasta vedova, è tornata a Napoli. A casa mia non si è mai parlato alcun dialetto: abbiamo rappresentato l'Italia nella sua unità. E, come se non bastasse, non sono "portato" per le lingue. Epperò! Io conosco abbastanza bene il dialetto della mia città d'origine semplicemente perché all'età di poco più di 1 anno mia madre, maestra, è andata in Perù a raggiungere mio padre e mi ha affidato a mia nonna materna, che parlava solo il dialetto. Pur sapendo leggere, scrivere e far di conto, aveva frequentato le scuole solo fino alla terza elementare, poi era stata bandita da tutte le scuole del Regno per aver tolto, con una smanacciata, il velo e la cuffia alla sua suora maestra, a causa del fatto che non sopportava più il fatto che, essendo mancina, la suora continuamente la bastonava sulla mano sinistra. Mia madre tornò di laggiù solo dopo più di 2 anni, impose ai figli di parlare in famiglia solo in italiano per non affrontare troppi problemi a scuola, ma con i miei stessi compagnetti parlavo solo dialetto, nessuno di essi parlava italiano, la cosa non era ben vista, puzzava di snobismo, di una persona che usava solo l'italiano si diceva che "voleva parlare in chicchera"...
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