CITAZIONE (LAVORI ARCHEOLOGICI @ 23/2/2021, 19:31)
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Orbene, se per caso dovessimo considerare che per realizzare una matrice per medio/piccole fusioni in bronzo il modo più semplice è partire da un oggetto finito preesistente, allora forse certe standardizzazioni formali e ponderali assumerebbero un significato anche puramente in termini di ordine pratico legato alle modalità della produzione (e l'eventuale affidamento entro una determinata comunità circa la tendenziale equivalenza di valore sarebbe più che altro una conseguenza non inizialmente prevista) .
Ciò che dici è più che condivisibile ma affronta solo una parte del discorso, infatti torni alla conclusione che si trattasse di una proto-moneta o qualcosa di simile.
Ma la mia domanda era di diversa natura e mi rendo conto di non averla espressa con chiarezza.
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RighelCITAZIONE
L'esempio più eclatante mi sembra dato dal grafico C: quasi il 77% su 2425 oggetti (rings)
Ma può darsi che esista un significato specifico, nella terminologia archeologica, del termine rings che mi è ignoto e che magari si riferisce ad un determinato oggetto di uso comune, per il quale il peso di circa 200 gr. costituisca l'optimum per il suo uso normale.
Mi chiedevo infatti se non fosse possibile ipotizzare un uso diverso questi "anelli".
Per esempio come arma: ricordo un articolo letto tempo fa su "LE SCIENZE" (n.189, maggio 1984, pag. 35 - Articolo di Rita Cosentino e Guido Devoto) in cui si illustravano dei
dischi da getto in bronzo e in forma di anelli utilizzati nel Lazio e in Campania nell'età del ferro come arma femminile.
Questi ultimi in realtà dovevano essere più piccoli, con un diametro massimo di circa 10 cm e sono datati fra la fine del IX e l'inizio del VII Sec. a.C.. Purtroppo non sono riuscito a trovare nell'articolo citato da
dceg alcun riferimento alle dimensioni dei
ring, solo il peso.
Un anello di bronzo del peso di circa due etti potrebbe essere utilizzato come arma da difesa, soprattutto da una donna.