Ostraka - Forum di archeologia

Mosaico da nave di Caligola recuperato dai CC

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view post Posted on 13/3/2021, 17:40
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Non solo i nazisti, dopo l'8 settembre 1943, hanno "esportato" illegalmente opere d'arte dall'Italia, anche i liberatori si sono dati da fare.
Il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale continua a sua volta a darsi da fare, per completare la meritoria opera di Rodolfo Siviero, un personaggio quasi dimenticato, dal carattere un po' all'Indiana Jones.
Agente dei servizi segreti, per la sua competenza in campo artistico-archeologico da Degasperi fu nominato nel 1946 ministro plenipotenziario e capo dell'Ufficio Interministeriale per il Recupero delle Opere d'Arte e si impegnò per anni nella ricerca degli oggetti d’arte trafugati dai nazisti.
Fu protagonista di epici inseguimenti finiti a volte in sparatorie, dato che girava sempre armato di pistola.

Ecco l'ultimo frutto del lavoro altrettanto meritorio dei CC, il recupero di uno dei mosaici delle navi del Lago di Nemi, "esportato" illegalmente negli USA
https://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2...2305bddd6f.html
 
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view post Posted on 14/3/2021, 10:45

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CITAZIONE (Usékar @ 13/3/2021, 17:40) 
Non solo i nazisti, dopo l'8 settembre 1943, hanno "esportato" illegalmente opere d'arte dall'Italia, anche i liberatori si sono dati da fare.

Non vorrei ricordare qualcosa di inesatto, ma se non sbaglio i nazisti nel caso del Museo di Nemi hanno fatto di più, perché l'hanno proprio distrutto completamente appiccandovi deliberatamente un incendio poi alimentatosi per via dell'impregnante che era stato utilizzato nel restauro conservativo dei legni antichi.
Non vorrei però ci fosse un equivoco: in realtà la esportazione clandestina (forse meglio senza virgolette?) del reperto musivo qui in discussione ad opera di chi era stata? Insomma quella al Museo delle Navi è una "restituzione" (con le virgolette, eventualmente) o una assegnazione a seguito di sequestro internazionale con avocazione allo Stato in assenza di un legittimo proprietario?
Dall'articolo citato non si capisce, ma a me viene qualche dubbio.

CITAZIONE (Usékar @ 13/3/2021, 17:40) 
. . . Siviero, un personaggio quasi dimenticato, . . .
Fu protagonista di epici inseguimenti finiti a volte in sparatorie, dato che girava sempre armato di pistola.

Chi nell'ambiente ci lavora, il nome di Siviero se lo ricorda benissimo, altroché.
Quanto alla scelta ancor oggi se sia meglio in situazioni gravissime tutela o di contrasto ad azioni a danno del Patrimonio Culturale della Nazione farsi trovare armati (legalmente, è ovvio) oppure sfacciatamente disarmati (affidandosi unicamente alla incisività di azione delle Forze dell'Ordine) è una questione di fronte alla quale ognuno di noi si trova prima o poi a dover prendere delle delicate decisioni.
 
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view post Posted on 14/3/2021, 15:35
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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CITAZIONE (LAVORI ARCHEOLOGICI @ 14/3/2021, 10:45) 
Non vorrei ricordare qualcosa di inesatto, ma se non sbaglio i nazisti nel caso del Museo di Nemi hanno fatto di più, perché l'hanno proprio distrutto completamente appiccandovi deliberatamente un incendio poi alimentatosi per via dell'impregnante che era stato utilizzato nel restauro conservativo dei legni antichi.

Questa è, per ovvii motivi, la più accreditata delle due versioni ancora in piedi.
La seconda era ed è molto meno "politically correct", come si usa dire oggi.
I militari tedeschi del 163° gruppo antiaereo motorizzato che tra il 27 e il 28 maggio avevano installato una batteria nei pressi, allontanando i custodi, se ne andarono il 2 giugno.
L'incendio era già avvenuto nella notte tra il 31 maggio e l'1 giugno 1944.
Venne istituita una commissione d'inchiesta che il 21 luglio dello stesso anno si recò sul posto e oltre a interrogare i custodi, visitò quanto rimaneva nei capannoni che ospitavano gli scafi.
La conclusione della commissione fu che "verosimilmente" l'incendio venne appiccato dai militari tedeschi. Tuttavia, mentre furono trovati molti dei chiodi di rame che tenevano assieme gli scafi e alcuni reperti bronzei che non erano stati portati in salvo quando tutto il trasportabile era stato molto tempo prima prelevato, non si trovò traccia della grande quantità di piombo che rivestiva gli scafi stessi. La commissione concluse, molto opportunamente, che il piombo era evaporato.
Visto che il piombo bolle a oltre 1700° C, a più di qualcuno sorse il dubbio che in realtà l'incendio fosse stato appiccato proprio per facilitare il recupero del piombo, da recuperanti di metalli agevolati da abitanti del posto, se non da questi ultimi stessi.
Ho letto anni fa un lavoro che parlava appunto di questa ipotesi, pubblicato su una nota rivista di storia che ebbe una lunga vita ma cessò la pubblicazione almeno una ventina di anni addietro.
Purtroppo, non sono più in possesso della collezione...

CITAZIONE (LAVORI ARCHEOLOGICI @ 14/3/2021, 10:45) 
Non vorrei però ci fosse un equivoco: in realtà la esportazione clandestina (forse meglio senza virgolette?) del reperto musivo qui in discussione ad opera di chi era stata? Insomma quella al Museo delle Navi è una "restituzione" (con le virgolette, eventualmente) o una assegnazione a seguito di sequestro internazionale con avocazione allo Stato in assenza di un legittimo proprietario?
Dall'articolo citato non si capisce, ma a me viene qualche dubbio.

Tutti i reperti trasportabili erano stati prelevati dai capannoni di Nemi molto tempo prima e portati in luogo definito sicuro, tanto che i grandi reperti bronzei si possono tutt'ora ammirare nei musei che li ospitano.
Anche questo mosaico, che sarebbe meglio chiamare commesso o opus sectile, mi sembra trasportabile, quindi è stato forse "prelevato" da chi lavorava con l'incarico di restituirlo ai vari musei dello Stato Italiano.
Nell'articolo è scritto sin dall'inizio
<< il mosaico proveniente dalle navi di Caligola, esportato illegalmente in America nel dopoguerra e restituito all'Italia grazie all'azione dei carabinieri del comando Tutela Patrimonio Culturale >>
il che mi sembra lasci poco spazio ai dubbi circa la illiceità/illegalità dell'esportazione e mi sembra che anche il fatto che sia stato "restituito all'Italia grazie all'azione dei carabinieri" faccia propendere per il sequestro da parte delle autorità degli USA, a seguito dell'azione dei CC.

CITAZIONE (LAVORI ARCHEOLOGICI @ 14/3/2021, 10:45) 
CITAZIONE (Usékar @ 13/3/2021, 17:40) 
. . . Siviero, un personaggio quasi dimenticato, . . .
Fu protagonista di epici inseguimenti finiti a volte in sparatorie, dato che girava sempre armato di pistola.

Chi nell'ambiente ci lavora, il nome di Siviero se lo ricorda benissimo, altroché.

Appunto, chi ci lavora, ma nel forum ci sono lettori che non lavorano in quell'ambiente e penso che di Siviero non sappiano alcunché.

CITAZIONE (LAVORI ARCHEOLOGICI @ 14/3/2021, 10:45) 
Quanto alla scelta ancor oggi se sia meglio in situazioni gravissime tutela o di contrasto ad azioni a danno del Patrimonio Culturale della Nazione farsi trovare armati (legalmente, è ovvio) oppure sfacciatamente disarmati (affidandosi unicamente alla incisività di azione delle Forze dell'Ordine) è una questione di fronte alla quale ognuno di noi si trova prima o poi a dover prendere delle delicate decisioni.

Concordo, volevo solo dire che, per recuperare il più possibile di quanto asportato dai nazisti, mise più volte in pericolo se stesso, come del resto aveva fatto in precedenza, dato che prima della fine della guerra fu anche catturato, imprigionato e torturato dai nazisti, venendo salvato da alcuni ufficiali repubblichini che garantirono per lui.

Nonostante la sua veramente imponente opera di recupero e documentazione, credo che ai CC risultino ancora mancanti quasi 1700 opere d'arte e di archeologia. E di alcune di queste si sa benissimo dove si trovano, ma il Governo Tedesco tutt'ora fa orecchie da mercante alle nostre richieste di restituzione. O meglio, promette continuamente di attivarsi, ma non lo fa.

Di quelle "prelevate" dagli alleati si sa pochissimo, la materia è sempre stata "off limits", anche se questo rientro sembra attestare che i CC sono comunque attivi anche in quel campo.
 
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view post Posted on 14/3/2021, 19:05

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Grazie per la articolata e preparatissima serie di risposte.

Però, scusami, forse non mi ero spiegato bene riguardo alla questione della "restituzione" (tra virgolette) del mosaico in questione.
Io non sono mica poi così sicuro che esso fosse in precedenza appartenuto al "Museo delle Navi". Non è che più semplicemente esso aveva fatto parte di qualche preesistente e legittima collezione privata e che la sua storia non ha nulla a che vedere con le disgrazie belliche del museo nemorense?
Perché da come ti esprimi tu -anche se non esplicitamente- sembreresti quasi sottintendere che l'esportazione clandestina in questione sia stata una sorta di trafugamento con qualche relazione con fatti militari, ma sai qualcosa di preciso in tal senso?
 
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view post Posted on 14/3/2021, 19:47
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Ho dovuto ricorrere a tutte le mie arti per rintracciare qualche notizia in più, a conferma del tuo fine odorato.

Ecco qua in fondo, l'indirizzo di un articolo addirittura dell'ottobre 2017, quindi la vicenda è iniziata da tempo.
Era in possesso di una anziana signora italiana da tempo residente a NY, la quale se l'era portata dall'Italia, assieme a tutta la sua collezione.
Non è dato sapere come il commesso fosse pervenuto in possesso della signora.

In quella occasione venne annunciata la restituzione all'Italia anche altri importanti reperti, almeno uno dei quali passato dalle "mani" di Giacomo Medici, che presumo tu sappia bene chi è, che lo vendette al Met di NY.

Mi sembra quindi di capire che il lancio dell'ANSA di qualche giorno addietro, ripreso da un sacco di giornali, non riguardi il recupero, bensì il fatto che il commesso, peraltro molto rimaneggiato a causa di vecchi restauri e integrazioni, è tornato nel Museo delle Navi Romane di Nemi
https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/1...501a89a96.shtml
 
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view post Posted on 15/3/2021, 09:09

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Caspita, i miei complimenti: avevo fatto qualche ricerca web anche io, ma senza cavare un ragno dal buco.

L'articolo di CorSera Roma del 2017 direi che è risolutivo quanto al mio quesito, anche se introduce una ulteriore perplessità. Cito testualmente: ". . . Il frammento di mosaico con serpentino e porfido, risalente al II secolo d.C., era stato rubato nel secondo dopoguerra dal Museo delle Navi Romane . . ."

Quindi a quanto pare il manufatto musivo proviene davvero da un trafugamento a danno del Museo delle Navi di Nemi, anche se non propriamente collegato ad eventi bellici (immagino un trafugamento dai magazzini temporanei nei quali il materiale salvatosi dall'incendio in tempo di guerra era stato negli anni successivi conservato, ma la sto un po' buttando là) e quindi si tratta davvero di una restituzione (senza virgolette), anche se non c'è responsabilità diretta da parte di forze militari di alcun genere, a quanto pare.
Contemporaneamente mi sorge un ulteriore dubbio: se il mosaico è databile al II sec. d.C., come fa a provenire dalle navi di Caligola? Si tratta di un banale errore giornalistico nella trascrizione del secolo, oppure la datazione è corretta (a occhio mio potrebbe anche essere), la provenienza dal Museo delle navi pure, ma non si tratterebbe di un mosaico ascrivibile direttamente alle navi bensì a qualche sito archeologico presente sul lago? Lo dico perché mi pare di ricordare che nel ponderoso lavoro edito negli anni Trenta sul recupero degli scafi (poi andati distrutti in eventi bellici) si dedicava anche una certa attenzione a siti archeologici terrestri individuati nelle vicinanze. Purtroppo non lo possiedo ed in questi tempi di emergenza sanitaria non ho proprio occasione di fare controlli in biblioteche.
 
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view post Posted on 15/3/2021, 10:37
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Caligola venne assassinato nel gennaio del 41 d.C., non ci avevo fatto caso, il tuo rilievo circa la data è corretto, anche se c'è scritto che si tratta di un frammento proveniente dal ponte di comando di una delle due navi.
Per via dell'altro articolo che ho rintracciato, vedi oltre, non credo che l'errore, se tale è, sia ascrivibile ai giornalisti, forse è un errore di comunicazione durante la presentazione del 2017 che si è trascinato fino ad oggi, oppure, come ipotizzi tu, il commesso non appartiene alle navi di Caligola, ma venne rinvenuto nei dintorni, quindi si tratterebbe di un errore di comunicazione o interpretazione dei giornalisti ben più grave.

Questo è un altro articolo dell'ottobre 2017, nel quale si scrive la stessa cosa che si legge nel precedente
http://www.artemagazine.it/attualita/item/...ave-di-caligola
copio e incollo il passaggio
<< Il frammento, realizzato in marmo romano a mosaico con serpentino e porfido nel II secolo d.C., è parte del ponte di comando di una delle due navi da cerimonia dell'Imperatore Caligola rinvenute nei fondali del lago di Nemi durante una campagna di scavo archeologico condotta tra il 1928 e il 1932. >>
 
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view post Posted on 15/3/2021, 10:58

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Quando invece -che pasticcio!- l'articolo ANSA dal quale siamo partiti dice espressamente " . . . proveniente dagli scavi condotti nel 1895 . . ."

C'è una bella differenza, perché i vecchi scavi erano stati recuperi parzialissimi più o meno accurati in condizioni subacquee, mentre quelli di Ucelli (lo stesso del Museo della Scienza e della Tecnica di Milano, ma anche un cognome noto per altri motivi in ambiente archeologico preistorico, soprattutto a chi è della mia generazione) furono eseguiti in grande stile abbassando il livello del lago (se ben ricordo grazie ai potenti mezzi della Riva-Calzoni, guarda te le nostre storie familiari italiane come si intrecciano).
 
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CITAZIONE (Usékar @ 14/3/2021, 19:47) 
Ho dovuto ricorrere a tutte le mie arti per rintracciare qualche notizia in più, a conferma del tuo fine odorato.

Hai di certo usato shamanici algoritmi.
Sei davvero bravissimo a ripescare notizie nel gurgite vasto.
 
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Non escludo che il pasticcio sia stato causato dai giornalisti, ma non mi sembra verosimile che il giornalista dell'ANSA si sia inventato qualche giorno fa la notizia che il commesso provenga dai primi scavi, quelli ottocenteschi, mi sembra più probabile che questo caos sia dovuto alle fonti dirette, cioè ai dati forniti ai giornalisti, in forma scritta o a voce, il 10 marzo u.s. oppure durante la precedente presentazione, nell'ottobre 2017.

A meno che non sia stato detto ai giornalisti che proveniva dalle navi di Nemi, senza specificare in quale periodo era stato rinvenuto e quindi i giornalisti abbiano deciso loro a quali indagini archeologiche attribuirne il ritrovamento. Ma mi sembra improbabile.

@dceg: lo sai bene che i miei poteri sono grandi :lol: :lol: :lol: a parte quando prendo clamorose cantonate :rolleyes:
 
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view post Posted on 15/3/2021, 13:11

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Forse ho capito tutto, appena ho un momento vedo di riepilogare, comunque viene proprio da una delle navi ed è stato proprio trafugato, ma dopo i fatti bellici. Il II sec. d.C. è puramente un errore.
 
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In attesa di quanto sei riuscito a capire tu, ho fatto qualche altra ricerca e ho trovato questo lavoro, che tra l'altro contraddice quanto scritto nel sito del Comune di Nemi a proposito dell'incendio. Il lavoro è stranamente pubblicato nel sito ufficiale del Comune

www.comunedinemi.it/le_navi.html

da cui copio e incollo il passaggio relativo all'incendio
<< La notte tra il 31 maggio e il 1 giugno le fiamme rischiararono il Lago di Nemi. Bombardamento? Cannoneggiamento? Scintille sfuggite ai fornelli degli sfollati che, riparatisi nel museo, cuocevano il desinare sotto le navi? Atto vandalico delle truppe tedesche in ritirata? Non si seppe mai, con certezza, il perché di quelle fiamme. >>

Chi sostiene l'ipotesi dell'incendio scatenato dai soldati tedeschi scrive che dall'edificio erano stati allontanati i custodi e nessuno accenna al fatto che all'interno soggiornassero degli sfollati...

Tornando al commesso in opus sectile, dalla descrizione che ne fanno i due autori, sembra uno dei due recuperati nel 1895, copio e incollo dal lavoro citato
<< Due frammenti di pavimento a mosaico realizzati con la tecnica mista dell’opus sectile in porfido e serpentino, dell’opus tessellatum in palombino e dell'opus vermiculatum in pasta vitrea lavorata a bacchetta. Entrambi provengono dalle ricerche condotte sulla prima nave per conto di Eliseo Borghi nell’anno 1895. >>

Quanto venne recuperato durante i lavori di Borghi venne in gran parte acquistato dallo Stato e trasferito al Museo Nazionale Romano, il resto venne venduto sul mercato antiquario.
Forse i due commessi fanno parte di questo "resto"? Tu scrivi che sarebbero davvero stati trafugati, attendo il tuo post.

Tra l'altro, più cerco di documentarmi, più vedo posizioni critiche nei confronti dell'ipotesi che siano stati i soldati tedeschi ad incendiare le navi, vedi per esempio

www.saveriog.net/le-navi-di-nemi/

da cui copio e incollo
<< Ma l’incendio fu davvero un estremo atto di sfregio di un nemico che sentiva prossima la sconfitta? La relativa incertezza che aleggiava sulla vicenda, unitamente alla decisa smentita da parte del comando germanico, portò alla valutazione di altre ipotesi, alcune delle più fantasiose, altre tristemente possibili. Una di queste, la più probabile, vede protagonista la miseria più nera: nella notte si sarebbero introdotte nel museo alcune persone del luogo che volevano impossessarsi dell’enorme quantità di piombo che ricopriva gli scavi, dato l’alto valore rivestito dai metalli nel periodo bellico. Furono visti lumi aggirarsi nel museo per tutta la notte, prima dell’incendio: la lanterna di uno dei ladri, si vuol sperare accidentalmente, dovette entrare in contatto con il legno delle navi, attecchendo immediatamente. >>

La decisa smentita del comando germanico alla quale si accenna venne dopo che, negli anni successivi alla guerra, il Comune di Nemi presentò al governo tedesco una richiesta di rifusione dei danni provocati appunto da quel rogo.
La testimonianza del fatto che si videro luci "aggirarsi" nel museo per tutta la notte tra il 31 maggio e il 1° di giugno 1944 è trascritta nella relazione della commissione d'inchiesta e venne raccolta nel corso dei colloqui con i custodi.
Questi raccontarono di essere stati allontanati dai militari tedeschi e di essersi rifugiati in grotte situate nei pressi, continuando tuttavia a sorvegliare dall'esterno il museo delle navi. Magari non erano fra quanti si erano accampati all'interno del museo? ...
 
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