CITAZIONE (LAVORI ARCHEOLOGICI @ 14/3/2021, 10:45)
Non vorrei ricordare qualcosa di inesatto, ma se non sbaglio i nazisti nel caso del Museo di Nemi hanno fatto di più, perché l'hanno proprio distrutto completamente appiccandovi deliberatamente un incendio poi alimentatosi per via dell'impregnante che era stato utilizzato nel restauro conservativo dei legni antichi.
Questa è, per ovvii motivi, la più accreditata delle due versioni ancora in piedi.
La seconda era ed è molto meno "politically correct", come si usa dire oggi.
I militari tedeschi del 163° gruppo antiaereo motorizzato che tra il 27 e il 28 maggio avevano installato una batteria nei pressi, allontanando i custodi, se ne andarono il 2 giugno.
L'incendio era già avvenuto nella notte tra il 31 maggio e l'1 giugno 1944.
Venne istituita una commissione d'inchiesta che il 21 luglio dello stesso anno si recò sul posto e oltre a interrogare i custodi, visitò quanto rimaneva nei capannoni che ospitavano gli scafi.
La conclusione della commissione fu che "
verosimilmente" l'incendio venne appiccato dai militari tedeschi. Tuttavia, mentre furono trovati molti dei chiodi di rame che tenevano assieme gli scafi e alcuni reperti bronzei che non erano stati portati in salvo quando tutto il trasportabile era stato molto tempo prima prelevato, non si trovò traccia della grande quantità di piombo che rivestiva gli scafi stessi. La commissione concluse, molto opportunamente, che il piombo era evaporato.
Visto che il piombo bolle a oltre 1700° C, a più di qualcuno sorse il dubbio che in realtà l'incendio fosse stato appiccato proprio per facilitare il recupero del piombo, da recuperanti di metalli agevolati da abitanti del posto, se non da questi ultimi stessi.
Ho letto anni fa un lavoro che parlava appunto di questa ipotesi, pubblicato su una nota rivista di storia che ebbe una lunga vita ma cessò la pubblicazione almeno una ventina di anni addietro.
Purtroppo, non sono più in possesso della collezione...
CITAZIONE (LAVORI ARCHEOLOGICI @ 14/3/2021, 10:45)
Non vorrei però ci fosse un equivoco: in realtà la esportazione clandestina (forse meglio senza virgolette?) del reperto musivo qui in discussione ad opera di chi era stata? Insomma quella al Museo delle Navi è una "restituzione" (con le virgolette, eventualmente) o una assegnazione a seguito di sequestro internazionale con avocazione allo Stato in assenza di un legittimo proprietario?
Dall'articolo citato non si capisce, ma a me viene qualche dubbio.
Tutti i reperti trasportabili erano stati prelevati dai capannoni di Nemi molto tempo prima e portati in luogo definito sicuro, tanto che i grandi reperti bronzei si possono tutt'ora ammirare nei musei che li ospitano.
Anche questo mosaico, che sarebbe meglio chiamare commesso o opus sectile, mi sembra trasportabile, quindi è stato forse "prelevato" da chi lavorava con l'incarico di restituirlo ai vari musei dello Stato Italiano.
Nell'articolo è scritto sin dall'inizio
<<
il mosaico proveniente dalle navi di Caligola, esportato illegalmente in America nel dopoguerra e restituito all'Italia grazie all'azione dei carabinieri del comando Tutela Patrimonio Culturale >>
il che mi sembra lasci poco spazio ai dubbi circa la illiceità/illegalità dell'esportazione e mi sembra che anche il fatto che sia stato "restituito all'Italia grazie all'azione dei carabinieri" faccia propendere per il sequestro da parte delle autorità degli USA, a seguito dell'azione dei CC.
CITAZIONE (LAVORI ARCHEOLOGICI @ 14/3/2021, 10:45)
CITAZIONE (Usékar @ 13/3/2021, 17:40)
. . . Siviero, un personaggio quasi dimenticato, . . .
Fu protagonista di epici inseguimenti finiti a volte in sparatorie, dato che girava sempre armato di pistola.
Chi nell'ambiente ci lavora, il nome di Siviero se lo ricorda benissimo, altroché.
Appunto, chi ci lavora, ma nel forum ci sono lettori che non lavorano in quell'ambiente e penso che di Siviero non sappiano alcunché.
CITAZIONE (LAVORI ARCHEOLOGICI @ 14/3/2021, 10:45)
Quanto alla scelta ancor oggi se sia meglio in situazioni gravissime tutela o di contrasto ad azioni a danno del Patrimonio Culturale della Nazione farsi trovare armati (legalmente, è ovvio) oppure sfacciatamente disarmati (affidandosi unicamente alla incisività di azione delle Forze dell'Ordine) è una questione di fronte alla quale ognuno di noi si trova prima o poi a dover prendere delle delicate decisioni.
Concordo, volevo solo dire che, per recuperare il più possibile di quanto asportato dai nazisti, mise più volte in pericolo se stesso, come del resto aveva fatto in precedenza, dato che prima della fine della guerra fu anche catturato, imprigionato e torturato dai nazisti, venendo salvato da alcuni ufficiali repubblichini che garantirono per lui.
Nonostante la sua veramente imponente opera di recupero e documentazione, credo che ai CC risultino ancora mancanti quasi 1700 opere d'arte e di archeologia. E di alcune di queste si sa benissimo dove si trovano, ma il Governo Tedesco tutt'ora fa orecchie da mercante alle nostre richieste di restituzione. O meglio, promette continuamente di attivarsi, ma non lo fa.
Di quelle "prelevate" dagli alleati si sa pochissimo, la materia è sempre stata "off limits", anche se questo rientro sembra attestare che i CC sono comunque attivi anche in quel campo.