Ostraka - Forum di archeologia

Oggetti antichi (e non) e maledizioni

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view post Posted on 30/4/2021, 16:59
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Se la guardi e provi desiderio, essa è una strega

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Apro questo thread, perché mi affascinano moltissimo le (numerose) storie che riguardano i più svariati oggetti antichi, ma anche non necessariamente antichi, e le influenze negative che, a volte, alcuni di essi esercitano su coloro che ne entrano in possesso.

Mi riferisco alle cosiddette maledizioni, influssi nefasti che possono provenire da manufatti, luoghi, dimore, e che si esercitano, anche per lunghissimo tempo e a distanza di anni, sui malcapitati con cui entrano in qualche modo in contatto.

Il più famoso esempio di maledizione proveniente da reperti archeologici riguarda le tombe dei faraoni, in particolare la sensazionale scoperta della tomba del faraone Tutankhamon, nel 1922, ad opera dell’archeologo Howard Carter, e che colpì, nel corso degli anni, tutti coloro che parteciparono allo scavo, come una sorta di punizione per aver profanato la tomba del faraone, e disturbato il suo riposo eterno.

In questa discussione, mi piacerebbe che si parlasse magari di qualche aneddoto o esperienza personale o si raccontasse magari qualche storia meno nota o famosa riguardo ad oggetti con nomea negativa.

Comincerò io, raccontandovi un’esperienza personale che, all’epoca, mi spaventó moltissimo, poi, diciamo che mi ci sono “abituata”, perché non è stato l’unico incontro col paranormale che ho avuto.

Pubblico le foto perché, come da regolamento, non si tratta di un reperto archeologico, si tratta di una pietra piuttosto grande (che conservo tuttora in una teca di vetro) che, per conformazione e venature dei minerali di cui è composta, somiglia molto ad una maschera tribale africana.

Cinque anni fa, mi sono recata a fare un reportage fotografico in un piccolo borgo abbandonato che si trova in Emilia.
Questo borgo è molto conosciuto tra chi si occupa di paranormale e tra gli appassionati di mistero.

Si tratta di una manciata di case in pietra, ormai ridotte a ruderi, che sono state abbandonate improvvisamente più di quarant’anni fa.

Le ragioni per cui gli abitanti di questo luogo lasciarono in fretta e furia il paese (all’interno delle case meglio conservate sono ancora visibili alcuni abiti negli armadi, suppellettili in cucina, e così via), non sono chiare, qualcuno dice che il posto fu teatro di un eccidio nazista (ed in effetti sulla grondaia di una casa sono visibili alcuni colpi di mitragliatrice), qualcun altro sostiene che il borgo fu abbandonato in seguito ad una misteriosa malattia che colpì alcuni bambini, altri invece parlano dell’orribile morte di una ragazzina del villaggio, il cui corpo fu ritrovato proprio all’ingresso di esso (ed in verità, all’ingresso del borgo, c’è una grande e vecchia croce nera metallica, senza alcuna iscrizione).

Al di là delle reali motivazioni per cui questo piccolissimo paese fu abbandonato, negli anni successivi, la sua oscura fama si tinse ancora più di nero, perché, negli anni ‘70 circa, fu ritrovato, nei pressi del borgo, il cadavere di un uomo morto in circostanze mai chiarite, si pensó ad un suicidio (ne parlarono i giornali locali dell’epoca). Alcuni anni dopo, sempre all’interno del paese abbandonato, fu rinvenuto il cadavere di una ragazza, vittima di riti satanici, dissero sempre le cronache dell’epoca.

Da allora, fino ai giorni nostri, questo piccolo paese è diventato teatro di riti oscuri, di persone che si radunano lì di notte a svolgere rituali di magia nera (sono state trovate torce, indumenti insanguinati, e simbologie esoteriche di vario tipo).

Cinque anni fa, decido di recarmi in questo posto, per riprese video e fotografiche. Siamo in due.

Il borgo è totalmente isolato all’interno di un bosco. Ci si può arrivare solo con fuoristrada, attraverso un’unica strada sterrata. Non c’è energia elettrica nè anima viva. Solo boschi e una manciata di case abbandonate in mezzo
agli alberi.

Le stranezze iniziano da subito. Mentre ci stavamo avvicinando al posto, in auto, sull’ultimo tratto di strada ancora asfaltato, notiamo un enorme chiazza di sangue sull’asfalto, così grande da occupare la metà di una carreggiata. Non c’è anima viva. Nessuno. Scendiamo a controllare. Non c’è alcuna traccia di un possibile incidente o dell’investimento di un animale selvatico. C’è solo questa grande macchia di sangue. E basta.

Proseguiamo ed arriviamo nel borgo. Cominciamo a fare fotografie e video.

Nel borgo, chiaramente, oltre a noi non c’è nessuno.

Mentre stiamo facendo alcune riprese video, sentiamo, nel silenzio assoluto, risuonare alcuni piccoli campanellini tra gli alberi del bosco di fronte a noi. Andiamo a controllare. Non c’è alcun campanello legato ai rami, eppure questo suono continua, e si sposta seguendo i nostri movimenti, come se qualcosa si muovesse tra gli alberi, ma tra gli alberi, radi e poco fitti, non c’è nulla.

Entro in una delle case diroccate ancora agibili, e trovo una sorta di tavoletta Ouija con incisi caratteri esoterici incomprensibili, e un nome nel centro. All’interno di un’altra casa, troviamo invece un piccolo fantoccio impiccato accanto ad una finestra.

La tensione comincia a salire. Ci spostiamo poco più avanti, per altre foto. Vicino ad un fiume. E tra i rami, perfettamente intrecciati, noto un grande pentacolo, fatto con degli arbusti.

Mentre facciamo queste foto, lasciamo gli zaini con l’attrezzatura su un grosso masso poco distante. A un certo punto, ritorno verso gli zaini per cambiare obiettivo della macchina fotografica, ma sento delle voci, sento distintamente le voci di un uomo e di una donna, non capisco cosa dicono, ma mi affretto, dato che abbiamo lasciato le borse incustodite con attrezzatura costosa all’interno.

Una volta arrivata agli zaini, però, non c’è nessuno. Nessuna persona. Mi guardo attorno. Nessuno. E c’è una sola unica strada da cui si può passare, se ci fosse stato qualcuno, li avrei visti.

Ne abbiamo abbastanza, interrompiamo il reportage e ci affrettiamo a fare ritorno alla macchina, che abbiamo lasciato ad 1,5 km di distanza, perché non è un fuoristrada e non può fare l’ultimo tratto sterrato.

Lungo la strada nel bosco, camminando, sul limitare del sentiero, noto la strana pietra che vedete in foto, affiorare dal terreno. Mi attrae subito, come fanno tutti gli oggetti “maledetti”, e faccio ciò che non si deve mai fare nei posti infestati: la raccolgo e la porto con me (io colleziono pietre e minerali). Siamo a circa 700 mt dal borgo, e mi dico che la pietra è ormai fuori dal raggio nefasto del luogo, ma dentro di me, so che non è del tutto vero.

Arriviamo all’auto. Mettiamo la pietra nel bagagliaio. E gli influssi negativi si fanno sentire da subito: mi viene un’improvvisa nausea molto strana, e, lungo il viaggio di ritorno, cominciano mille intoppi sulla strada.

Alla fine arrivo a casa. Lavo la pietra e la metto in una teca in cui conservo tutti i minerali che colleziono.

È notte. Sto dormendo, e comincio a sentire forti colpi in camera mia e in salotto, come se qualcosa andasse a sbattere contro i mobili e le pareti.

È mattina, mi alzo, e in bagno trovo, appoggiata sul bordo del lavandino, un foglietto di carta. Nessuno ha accesso al mio bagno o alla mia stanza.

In quel momento, capisco che non dovevo prendere la pietra.

Nei giorni successivi, comincio a trovare più volte il rubinetto del lavandino del bagno aperto, con un filo di acqua che scorre.

A questo punto, inizio davvero a spaventarmi.

Nei giorni seguenti ancora, sento distintamente le voci di un uomo e di una donna, nel mio salotto, vicino a dove tengo la pietra. Sono le stesse voci che ho sentito al borgo.

Mi organizzo quindi per riportare la pietra dove l’ho trovata, perché così si deve fare con gli oggetti “infestati”, però, comincia a venirmi una febbre improvvisa. Una febbre altissima, che arriva a 40, senza nessun altro sintomo. Chiamo il medico, che mi visita e non riscontra nulla a parte questa febbre stranissima. Mi dà antibiotico e tachipirina. La febbre scende solo il tempo dell’effetto della tachipirina e poi risale, sempre a 40. Io sono spossatissima, perché non riesco a mangiare nulla, bevo solo acqua.
Vado quindi al pronto soccorso, mi fanno tutti gli esami e gli accertamenti, e non trovano nulla neppure loro, dicono che ho preso un non meglio precisato virus, e mi rimandano a casa perché tutti gli esami sono perfetti, a parte questa febbre altissima. Dopo un paio di giorni, la febbre finalmente scende e scompare.

Nel frattempo, io decido che non tornerò mai più in quel borgo, perché ho rischiato davvero moltissimo.

Tenendo la pietra sottovetro e non toccandola mai più, col tempo sembra avere perso i suoi influssi.

Attualmente è ancora a casa mia.

Sono curiosa di leggere qualche vostro aneddoto, se ne avete.

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view post Posted on 30/4/2021, 23:28
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Brrr… Mi fai (quasi) venire la pelle d‘oca.

Non ho esperienze „“sovrannaturali“ del genere, solo un‘esperienza con una cosa capace di capire e interpretare stati d‘animo. Si trattava di una FIAT 500, del 1971 credo, che doveva farsi perdonale il suo orribile colore giallo senape. Quella che l‘aveva preceduta era invece elegantissima, blu scura con gli interni in fintapelle rossa, e non aveva bisogno di ricorrere a strani espedienti per farsi accettare. La 500 non aveva colpa per il suo colore, mia moglie l‘aveva acquistata con le agevolazioni dei dipendenti FIAT e aveva dovuto accontentarsi di quanto era disponibile. Un giorno mi trovavo in una situazione in cui avrei voluto parlare con qualcuno di un problema, non ricordo più quale fosse, che avevo, ma nessuno era disponibile e essendo in auto mi accorsi che il klaxon (si usa ancora questo termine per indicare l‘avvisatore acustico?) non funzionava e che quindi ero impossibilitato a comunicare con l‘esterno. Quando poi mia moglie salì in auto, finito l‘orario di lavoro, e io potei parlare con lei, il klaxon riprese a funzionare come nulla fosse stato.
Confesso di aver avuto un‘altra automobile, blu anche quella, in cui il klaxon non funzionava per una banale ossidazione dei contatti: non tutte le auto sono sensibili.

Ancora una noticina su casi di malattia e anche di decessi di persone che avevano partecipato a scavi: la causa è stata individuata nell‘aspergillus flavus o in altre varietà di muffe.
 
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view post Posted on 1/5/2021, 06:05
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Esperienze così "pesanti" non ne ho mai avute.
Ho avuto strane visioni, molto "reali", dovute però a miei stati alterati di coscienza, a causa di febbre altissima o farmaci assunti.
Due esempi che ricordo molto bene.

Più di 60 anni fa, quand'ero ancora alle scuole elementari, ho avuto tre broncopolmoniti in serie e a inizio dicembre la febbre mi salì a 41°, i miei genitori e il medico di famiglia erano preoccupatissimi, me lo hanno raccontato più volte.
Nel pieno della notte tra il 12 e il 13 dicembre, quando appunto ero in preda a questa febbre molto alta, entrò in camera mia Santa Lucia, che nella mia città natale quella notte porta(va) i regali ai bimbi.
Quella "persona" si trattenne un po' con me, poi uscì per la stessa via dalla quale era entrata.
Finalmente, riuscii ad addormentarmi tranquillo e al mattino successivo, la febbre era sparita, un regalo meraviglioso.

Ero ormai al terzo anno di università.
Come mi accadeva da qualche anno, a fine primavera venni colpito da una forte sinusite.
Presi appuntamento con l'otorino, che mi ricevette dopo più di un mese, quando l'attacco era ormai solo un brutto ricordo.
Per questo, il medico concluse che si trattava di una forma psicosomatica e mi prescrisse un medicinale a base di clobazam, un ansiolitico abbastanza pesante.
Avevo un cane molto fedele, abituato ad uscire spesso con me, soprattutto la sera.
Al terzo giorno di cura, mentre lo portavo alla sua passeggiata serale, mi sono accorto che i lampioni posizionati sul marciapiede mi seguivano...
Ho buttato il medicinale nella spazzatura, a quel tempo ancora non si raccoglievano i medicinali scaduti, l'effetto paradosso è terminato subito.

Ho avuto qualche esperienza di contatto ravvicinato con shamani in Costarica, ma si è trattato di cose molto leggere.
Lo shamano non palesa mai ai non adepti le sue vere ed efficaci tecniche, tantomeno le sue conoscenze.
Esse vengono trasmesse solo al suo migliore discepolo, dopo che questi ha effettuato un lungo e difficile percorso di apprendimento, dimostrando di avere le qualità necessarie ad adempiere al faticosissimo e pesante compito dello shamano.

Che le cose abbiano per così dire una "anima e una "volontà", è opinione che sostengo da tempo.
Sono un vecchio informatico, i computer me lo hanno dimostrato più volte, ma è difficile spiegarvi come.
Più facile raccontare un episodio relativo alla mia prima auto.

La acquistai usata, era stata trattata molto bene dal precedente proprietario e non ebbe problemi fino a quando decisi di cambiarla.
Acquistai un'altra auto usata e fui costretto a lasciarla per qualche giorno al vecchio proprietario perché dovevo stipulare il nuovo contratto di assicurazione e nell'immediato alcuni urgenti impegni di lavoro mi tenevano occupatissimo.
Dovetti recarmi ad installare nuovo software ad un cliente che distava circa 100 km dalla sede del mio ufficio, saltai sulla mia vecchia auto, raggiunsi la sede del cliente, feci il mio lavoro, poi imboccai l'autostrada per tornare a casa.
A metà strada, dopo anni di funzionamento senza alcun problema, si ruppero contemporaneamente il cambio e la cinghia del ventilatore...
Povera vecchietta, destinata alla rottamazione, le si ruppe il cuore!
 
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view post Posted on 1/5/2021, 07:36
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Concordo pienamente con Usékar per quanto riguarda i computer, non solo hanno un‘anima e una volontà, ma spesso sono di indole bizzarra e malvagia.
Due esempi: una volta dovevo installare il sistema operativo ed altri programmi su due PC identici: il primo accettò tutto senza fare alcuna difficoltà, il secondo cominciò a funzionare solo quando, dopo ore di inutili tentativi ed erano oramai le due di notte, lo minacciai di buttarlo dalla finestra chiusa. Capì che stavo proprio per farlo.

Un secondo esempio: nuovamente due PC identici, sui quali avevo installato un piccolo programma di cui non ricordo più la funzione: uno eseguiva le istruzioni senza protestare, il secondo quando si voleva attivare il programma smetteva semplicemente di funzionare. Dato che era in garanzia feci venire il tecnico della casa produttrice, che cambiò senza risultato diversi componenti. Alla fine la vinse il PC e disinstallai il programma che rifiutava.

L‘otorino di Usékar era, senza offendere i pazienti *) quadrupedi, un asino. Una diagnosi di un disturbo psicosomatico richiede non solo la mancanza di altri agenti patogeni, e dopo un mese non meraviglia che non ce ne siano, ma la presenza di dinamiche psichiche che giustifichino i disturbi. L‘uso di tranquillanti in un caso del genere, tanto più in un soggetto giovane, è da considerare un errore madornale e serviva al massimo a tranquillizzare la coscienza di chi aveva fatto attendere un mese un paziente con una patologia acuta. Mi ricorda il caso di un ginecologo la cui assistente voleva dare a mia moglie un appuntamento di lì a circa nove mesi, un tempo nel quale la diagnosi sarebbe letteralmente venuta alla luce.

*) Mi accorgo ora della ambiguità della frase: intendevo dire che i quadrupedi in questione sono pazienti, cioè sono dotati di grande pazienza, non che i pazienti, i clienti del medico, fossero quadrupedi. Ossia: quadrupede è aggettivo sostantivato, paziente aggettivo usato come attributo, e non viceversa.
Sì, non servirebbe nasconderlo, in una delle mie „“vite“ sono stato prof. di lettere. :ph34r:

Edited by dceg - 1/5/2021, 12:01
 
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view post Posted on 1/5/2021, 08:41
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CITAZIONE (dceg @ 1/5/2021, 00:28) 
Ancora una noticina su casi di malattia e anche di decessi di persone che avevano partecipato a scavi: la causa è stata individuata nell‘aspergillus flavus o in altre varietà di muffe.

Curiosa la storia del clacson :)

Aggiungo anch’io una noticina alla noticina XP

Nel caso delle varie morti dei membri che hanno partecipato alla spedizione di Carter, o ne sono stati indirettamente coinvolti (Lord Carnarvon), queste sono avvenute non immediatamente, ma a distanza di vari anni, per incidenti o malattie, e dunque, in questo caso, la possibile inalazione di funghi o spore all’interno delle tombe non c’entra con la loro morte, perché, se così fosse stato, si sarebbero ammalati e deceduti nel giro di pochi giorni o settimane, non anni dopo (come insegna in merito la letteratura medico-scientifica riguardo alle malattie da muffe come l’Aspergillosi che citavi prima).
Per questo ritengo invece fortemente probabile la tesi della maledizione, che, notoriamente, agisce sul lungo periodo, colpendo nel tempo, le persone coinvolte in una data azione che, evidentemente, non dovevano fare, tipo scoperchiare una tomba, perché, del resto, quella che per noi è stata una delle più grandi scoperte archeologiche, per Tutankhamon (e altri faraoni come lui) è stata una profanazione e una violazione del suo riposo eterno.
Gli antichi Egizi erano un popolo straordinariamente avanzato in tutti i campi del sapere (un po’ come i Maya), e la magia la padroneggiavano in modo eccelso, per cui è più che plausibile che, prima di sigillare per sempre la tomba di un faraone, avessero compiuto qualche sofisticato rito, per proteggere il prezioso sarcofago da intrusioni o saccheggi.

Poi, ovviamente, nessuno di noi era presente, purtroppo, alla spedizione di Carter, per cui, la verità vera la sanno solo le persone coinvolte :)

CITAZIONE (Usékar @ 1/5/2021, 07:05) 
Esperienze così "pesanti" non ne ho mai avute.
Ho avuto strane visioni, molto "reali", dovute però a miei stati alterati di coscienza, a causa di febbre altissima o farmaci assunti.
Due esempi che ricordo molto bene.

Nel pieno della notte tra il 12 e il 13 dicembre, quando appunto ero in preda a questa febbre molto alta, entrò in camera mia Santa Lucia, che nella mia città natale quella notte porta(va) i regali ai bimbi.
Quella "persona" si trattenne un po' con me, poi uscì per la stessa via dalla quale era entrata.
Finalmente, riuscii ad addormentarmi tranquillo e al mattino successivo, la febbre era sparita, un regalo meraviglioso.


Ho avuto qualche esperienza di contatto ravvicinato con shamani in Costarica, ma si è trattato di cose molto leggere.
Lo shamano non palesa mai ai non adepti le sue vere ed efficaci tecniche, tantomeno le sue conoscenze.
Esse vengono trasmesse solo al suo migliore discepolo, dopo che questi ha effettuato un lungo e difficile percorso di apprendimento, dimostrando di avere le qualità necessarie ad adempiere al faticosissimo e pesante compito dello shamano.

Che le cose abbiano per così dire una "anima e una "volontà", è opinione che sostengo da tempo.
Sono un vecchio informatico, i computer me lo hanno dimostrato più volte, ma è difficile spiegarvi come.
Più facile raccontare un episodio relativo alla mia prima auto.

A metà strada, dopo anni di funzionamento senza alcun problema, si ruppero contemporaneamente il cambio e la cinghia del ventilatore...
Povera vecchietta, destinata alla rottamazione, le si ruppe il cuore!

Interessante la visione che hai avuto di Santa Lucia nella tua stanza. Effettivamente, la febbre alterando la coscienza, puó faclitare la visione di “altre realtà”. È un po’ quello che viene fatto dagli Shamani con l’uso di droghe o sostanze psicotrope.

È vero, so che Shamani, streghe, stregoni, maghi (quelli veri, non farlocchi), tramandano il loro sapere solo a pochi adepti o un solo adepto, vero. È comprensibile, il sapere essoterico non è per tutti.

Molto poetica la storia della tua vecchia auto, a cui davvero si è spezzato il “cuore” per averla sostituita.

Sisi, concordo anch’io. Gli oggetti hanno un’anima. Non tutti. Ma alcuni si.

CITAZIONE (dceg @ 1/5/2021, 08:36) 
L‘otorino di Usékar era, senza offendere i pazienti *) quadrupedi, un asino. Una diagnosi di un disturbo psicosomatico richiede non solo la mancanza di altri agenti patogeni, e dopo un mese non meraviglia che non ce ne siano, ma la presenza I dinamiche psichiche che giustifichino i disturbi. L‘uso di tranquillanti in un caso del genere, tanto più in un soggetto giovane, è da considerare un errore madornale e serviva al massimo a tranquillizzare la coscienza di chi aveva fatto attendere un mese un paziente con una patologia acuta.

Concordo.

Edited by Lulai - 1/5/2021, 10:01
 
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view post Posted on 1/5/2021, 10:59
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Citando l'aspergillum, mi scuso di non averlo detto chiaramante, non mi riferivo alla tomba di Tutankhamon, ma a tombe per lo più medioevali in chiese europee aperte in passato. Oggi tali aperture si fanno con le opportune protezioni.

Quanto alla morte dei partecipanti all'apertura delle tombe egizie, e di qualunque altra, avendo sufficiente pazienza ad aspettare tutti moriranno, il che però noin necessariamente conferma la presenza di una maledizione, in quanto, a parte il caso dubbio di Fulcanelli, non mi è noto che in mancanza di maledizione qualcuno sia sfuggito o possa sfuggire alla morte. È provato che il tasso di mortalità della vita è del 100%.

Edited by dceg - 1/5/2021, 12:15
 
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view post Posted on 1/5/2021, 11:17
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Se la guardi e provi desiderio, essa è una strega

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CITAZIONE (dceg @ 1/5/2021, 11:59) 
Quanto alla morte dei partecipanti all'apertura delle tombe egizie, e di qualunque altra, avendo sufficiente pazienza ad aspettare tutti moriranno, il che però noin necessariamente conferma la presenza di una maledizione, in quanto, a parte il caso dubbio di Fulcanelli, non mi è noto che in mancanza di maledizione qualcuno sia sfuggito o possa sfuggire alla morte.

Sì, che tutti moriremo è senza dubbio ovvio.

Il mio discorso si riferiva ad altro, ma ognuno è giustamente libero di credere a ciò che vuole, o a ció che può comprendere ;)

Dai, il mio contributo a questo forum l’ho dato.

Grazie ancora ad Usékar per il prezioso aiuto che mi ha dato per il mio anello.

Buona continuazione a tutti.

Edited by Lulai - 1/5/2021, 12:20
 
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view post Posted on 1/5/2021, 11:27
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Determinanti non sono tanto gli eventi, quanto il significato che noi diamo loro.

Una volta una paziente (ho lavorato per quasi quaranta anni come psicoterapeuta di cui almeno trenta nell‘ambito clinico della medicina psicosomatica) mi disse: „“Non posso vivere eternamente così“, al che io risposi che in ogni caso non avrebbe potuto vivere eternamente, e questo portò ad una benefica sdrammatizzazione e aprì la via al cercare come vivere con e non, ricerca inutile perché impossibile, contro il disturbo.
 
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view post Posted on 1/5/2021, 11:54
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Anch'io ebbi da bambino una febbre altissima, m'ero beccato in contemporanea, si direbbe oggi, morbillo e varicella e oltre alla febbre il prurito era insopportabile. Ricevetti anch'io un regalo bellissimo, ma o non era la stagione giusta o dipendeva dal fatto che eravamo una famiglia di miscredenti, me lo portò mio padre: era una bussola, una vera bussola navale, con il vetro bombato quasi emisferico e piena di alcool, a ridurre gli attriti e smorzare le oscillazioni del disco che indicava il nord magnetico. La febbre passò dopo qualche giorno, la bussola la ebbi ancora per molti anni.

Lulai, certo, hai dato un contributo al forum, e spero che ne darai altri! Fa piacere, anche se magari in certi campi abbiamo posizioni diverse, discutere con te.
A presto, spero.
 
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view post Posted on 1/5/2021, 13:36
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Ho già scritto, in un qualche altro intervento qui nel forum, di come si comportano gli shamani dei BriBri della Talamanca, però non ricordo in quale discussione, per cui cerco di darne una veloce descrizione.

Si devono distinguere le varie pratiche.

Lo shamano bribri vive in una casa particolare, una capanna conica molto grande e buia, provvista solo di due aperture: la porta, molto bassa, e il foro sul vertice del cono, per lasciar passare il fumo del focolare.
La casa sorge su una piccola altura, in modo da essere al di sopra dei tetti delle capanne del villaggio.
L'altura viene scelta per la sua forma e la sua posizione: deve avere un pianetto alla sommità e non essere soggetta a venti.
Egli esce dall'abitazione solo per recarsi a casa dei malati o partecipare alle riunioni della comunità.
Le richieste di uscire gli vengono comunicate da una specie di mediatore, designato per questo scopo dalla comunità.

In generale, quando esce, non parla direttamente con alcuno, se non con il mediatore dal quale è accompagnato.
In occasione delle riunioni della comunità la funzione del mediatore è essenziale, dato che lui parla solo con questi.
Una volta ascoltate le parole degli altri partecipanti, se viene richiesto il suo parere, sussurra una risposta all'orecchio del mediatore, il quale riporta ad alta voce le sue parole all'intera assemblea.

Per quanto riguarda il soccorrere i malati, normalmente lo shamano, chiamato dal mediatore, si reca nell'abitazione del malato, anche se questi non è grave.
Il fatto è che egli deve agire nello spazio nel quale il malato abitualmente vive, perché solo in quello spazio può procedere al riequilibrio della forza vitale del paziente, lo shamano deve agire su tutta l'aura che circonda il malato ed eliminare la causa di squilibrio che è all'origine della malattia.
Non parla né con i familiari, né con il malato, "ascolta" le vibrazioni del malato e lo visita accuratamente, ovviamente alla sua maniera, non è che usa stetoscopio o strumenti tipici della nostra cultura medica.
Oltre a valutarne attentamene l'aspetto, passa le sue mani sull'intero corpo del malato, che è disteso supino, tenendole a qualche centimetro di distanza da esso, quindi senza contatto fisico.
Finite la visita e la percezione delle vibrazioni, inizia ad aspirare fumo da un sigaro fatto con le foglie di nicotiana rustica, un tabacco moto forte.
Si riempie la bocca di fumo, che soffia attraverso le labbra, per creare una specie di bolla attorno al malato.
Poi, inizia a cantare e danzare, il canto è differente per ogni squilibrio rilevato, accompagnandosi con ritmiche percussioni su un tamburello e aspergendo di tanto in tanto il malato con del guaro, una specie di grappa ricavata dalla fermentazione della canna da zucchero. L'aspersione viene effettuata per mezzo delle fronde, bagnate nel guaro, di una pianta che solo lo sgamano conosce.

Per praticare la magia "bianca", o meglio, per le pratiche di invocazione di una grazia esiste uno spazio apposito ai limiti del villaggio, scelto per la sua posizione.
Per mezzo del mediatore gli arriva la richiesta e lo shamano comunica a lui quanto la famiglia che invoca la grazia deve procurarsi e giorno e ora del ritrovo in quello spazio.
In genere, chiede che la famiglia porti uno o più galli, del guaro e delle candele di cera d'api, di colore differente a seconda della grazia impetrata.
Quando si ritrovano nell'ora convenuta, la famiglia dispone a terra, vicino allo shamano, quanto richiesto, con le zampe dei galli legate, perché ovviamente non scappino via.
Tutti si inginocchiano, shamano compreso, che si pone al vertice di una specie di triangolo formato dai convenuti e inizia a recitare quelli che sono dei veri e propri mantra.

Mentre recita, accende una ad una le candele, in momenti opportuni.
Poi libera uno dei galli dalle pastoie, tagliandogli la gola e spruzzandone il sangue per aria e attorno alle candele, stando ben attento a non spegnerle. Ad uno ad uno, ripete la cosa per tutti i galli, se sono più di uno appunto.
Quindi, aspira un po' di fumo del solito sigaro, lo soffia tutt'intorno e lo stesso fa con un sorso di guaro, ripetendo la cosa un certo numero di volte, numero che dipende dalla grazia che si impetra.

Una cosa curiosa è che negli ultimi tempi, assieme al guaro viene spruzzato anche il contenuto di una bottiglietta di coca cola... potenza dei sia pure scarsissimi contatti che i BriBri, abitanti di una selva quasi impenetrabile, hanno con quello che NOI chiamiamo "mondo civile", come se il loro non lo fosse.

Non si sa esattamente quanti siano i BriBri, perché come ho scritto hanno scarsissimi contatti con il mondo al di fuori della loro selva, questo per loro scelta, e rifiutano di registrarsi a una qualsiasi anagrafe, quindi di farsi censire.

Le notizie che ho riportato sono ricavate dalla sia pur breve frequentazione che ho avuto con uno di loro, discepolo di uno shamano e deputato a tenere i contatti con "l'esterno", e dagli studi di Maria Eugenia Bozzoli de Wille, una antropologa che negli anni 50 del secolo scorso riuscì ad avvicinarli e a vivere in mezzo a loro, come loro.
Per quanto riguarda l'impetrazione di una grazia, ho assistito a cerimonie analoghe, tenute dagli shamani maya di etnia tzotzil e tzeltal, all'interno delle chiese cattoliche di San Juan Chamula e Zinancantan, in Chiapas.

PS: ho iniziato scrivendo "cerco di darne una veloce descrizione", ho finito per scrivere, come mio solito, quello che dceg definisce un trattatello.

@ Lulai
Dai una occhiata in questa stessa sezione a quanto ho scritto a proposito degli indigeni Kogi che vivono sulla Sierra de Santa Marta, in Colombia e sull'uso antico e tradizionale che fanno delle foglie di coca.

PPS: mentre scrivevo tutto quanto precede, voi siete andati avanti e io ho letto solo ora i vostri sviluppi.
Non credo che dceg voglia criticare il tuo contributo, anzi, come ti ho scritto OGNI contributo è bene accetto, così come eventuali contributi futuri.
Per cui continua a frequentarci e se ti va, prosegui nei contributi.
Buon proseguimento.
 
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view post Posted on 1/5/2021, 14:23
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Nono! Nessuna critica, Lulai, se non in un sano e cortese, spero da parte mia, dibattito! Ho solo presentato un punto di vista diverso, quello di un vecchio miscredente, divenuto tale anche in base a delle esperienze che mi hanno portato a dubitar molto di certi approcci esoterici alla realtà, che ho visto essere una fuga da spiegazioni personalmente più dolorose. Insomma meglio cercare, e mi riferisco qui a casi a me noti, le ragioni negli astri che dover ammettere d‘essersi sbagliati. Ma questo è un altro discorso.
 
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view post Posted on 1/5/2021, 16:08
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Certo Usékar, hai scritto un nuovo trattatello, ed è bellissimo! Grazie! :worthy.gif:
 
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view post Posted on 3/5/2021, 19:28
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CITAZIONE (Usékar @ 1/5/2021, 14:36) 
Ho già scritto, in un qualche altro intervento qui nel forum, di come si comportano gli shamani dei BriBri della Talamanca, però non ricordo in quale discussione, per cui cerco di darne una veloce descrizione.

Sic !... :lol:

Però interessante il tuo trattatello.

Ma qui vengono alcuni dubbi o comunque domande:

da quanto tempo i BriBri usano i galli in queste cerimonie? Perché da quanto ci dici (CocaCola a parte) pare che questa gente non abbia avuto frequenti contatti con il mondo occidentale. Allora mi chiedo: ma galli e galline non mi risulta che siano originari delle Americhe. Sbaglio?

Il buco al culmine della capanna esiste, ovviamente, per fare uscire il fumo (però entra l'acqua, se piove). Io ricordo che alcune tombe egizie avevano qualcosa di simile per permettere l'uscita di una delle loro tre anime.
Ti risulta?

L'uso del tamburo o tamburello è presente anche presso gli shamani siberiani. Sembra che sia una costante fra questa gente.
 
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view post Posted on 3/5/2021, 20:01
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Il foro per l‘uscita dell‘anima si trova anche in alcuni dolmen, come quello di Degernau, nelle cui vicinanze abitavo sino a qualche anno fa. Purtroppo si tratta di una ricostruzione fatta anche senza rispettare l'orientamento originario e con una tabella esplicativa che sembra una pietra tombale.

Qui il lemma tedesco, più ampio di quello spagnolo: https://de.wikipedia.org/wiki/Dolmen_von_Degernaum

Edited by dceg - 3/5/2021, 21:47
 
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view post Posted on 3/5/2021, 20:59
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Sì, è presente anche in qualche dolmen della Puglia. Non ricordo quale ma se servisse potrei ritrovarlo.
Lì, tuttavia, non credo che sia stato un foro per l'anima.
 
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20 replies since 30/4/2021, 16:59   289 views
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