Ostraka - Forum di archeologia

Novità da Kozani (Grecia Settentrionale), simboli apollinei in una sepoltura femminile?

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 24/5/2021, 13:06
Avatar

- Γνῶθι σεαυτόν -

Group:
àrchon
Posts:
1,882
Location:
dalla terra degli illustri Tirreni

Status:


CITAZIONE (Righel @ 24/5/2021, 13:30) 
CITAZIONE (Perseo87 @ 20/5/2021, 12:21) 
Apollo sembra essere l'unico dio per cui sussista un qualche legame (anche se scarsamente documentato) con gli uccelli acquatici, in particolare nei suoi santuari di Delfi, Ptoion (Beozia) e ancora Delo, anche se soprattutto in ambito delio tale legame viene suggerito più per le divinità femminili dell'isola, che non per il dio in prima persona.

Scusa il ritardo e scusa anche la mia ignoranza in merito.
Ma a quale "legame" con Apollo ti riferisci parlando di Delfi, Ptoion e Delo?

Non ricordo ora come ora a cosa si riferisse Bevan, perché non mi pareva lo spiegasse meglio... Credo registrasse più che altro presenze iconografiche di questo tipo di animali acquatici nei santuari sopra indicati.

CITAZIONE (Righel @ 24/5/2021, 13:30) 
PS: Ehi, giovanotto, questa sera tocca a me. Non vieni a vedere (e sentire) che cosa ho da dire?

Non è domani sera, l'incontro su Cuma?
Se riesco volentieri, dipende come posso incastrare gli orari, stasera torno a Firenze.
 
Top
view post Posted on 25/5/2021, 07:46
Avatar

Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

Group:
oikistés
Posts:
4,026
Location:
Verona - Forlì

Status:


Nell'ultimo numero in edicola di una nota rivista del settore c'è un breve articolo che riguarda una statua bronzea (1.50 x 50 x 67 cm) di Apollo sauroctono, ritrovata forse a inizio '900 e finita abbastanza recentemente, tramite vendita all'asta, nel Cleveland Museum of Art, vedi immagine

https://www.margheritacorrado.it/wp-conten..._2004-30-a.jpeg

Uno dei miti relativi all'oracolo di Delfi narra che il serpente Python disturbò e perseguitò Latona quando era incinta dei due gemelli Apollo e Demetra.
A quel tempo, Python era il custode di quella zona di Delfi che era già sede dell'oracolo.
Anni dopo Apollo, forse per vendicare i patimenti subiti da sua madre mentre era appunto incinta dei due gemelli, uccise Python e ne prese il posto, diventando il nume tutelare e oracolare di Delfi.

Secondo l'autrice dell'articolo, Mara Sternini (Dipartimento di Scienze Storiche e dei Beni Culturali, Università di Siena), il nome del serpente, Python, deriva dall'antico verbo greco pithoo, che significa "emanare miasmi", come pare succedesse all'interno del sacello oracolare, nel quale la Pizia sedeva su un tripode collocato sopra una fenditura del terreno dalla quale usciva gas stordente/inebriante, che consentiva alla sacerdotessa di entrare in trance e proferire i responsi oracolari.

Assieme alla statua bronzea, nel Museo di Cleveland, priva di braccia, è conservata la mano desta che reggeva un rettile serpentiforme, con zampe palmate e ali, vedi terza foto in questa presentazione

https://www.clevelandart.org/magazine/clev...o-python-slayer

Al di là di questa specie di anomalia rappresentativa, questa versione del mito dell'origine della dedicazione ad Apollo dell'oracolo di Delfi potrebbe giustificare il legame tra la divinità e il trampoliere che mangia un serpente.
La vendo come mi è venuta in mente ieri sera, leggendo l'articolo.
Resta da trovare il legame tra trampoliere e Apollo, oppure tra trampoliere e Demetra, quest'ultimo potrebbe aver generato anche un trasferimento da Demetra ad Apollo per contiguità... confesso che quest'ipotesi, tutta mia, mi sembra troppo stiracchiata ^_^ :rolleyes: bisognerebbe trovare qualcosa di più semplice.
 
Top
view post Posted on 25/5/2021, 09:27
Avatar

- Γνῶθι σεαυτόν -

Group:
àrchon
Posts:
1,882
Location:
dalla terra degli illustri Tirreni

Status:


CITAZIONE (Usékar @ 25/5/2021, 08:46) 
Uno dei miti relativi all'oracolo di Delfi narra che il serpente Python disturbò e perseguitò Latona quando era incinta dei due gemelli Apollo e Demetra.
A quel tempo, Python era il custode di quella zona di Delfi che era già sede dell'oracolo. Anni dopo Apollo, forse per vendicare i patimenti subiti da sua madre mentre era appunto incinta dei due gemelli, uccise Python e ne prese il posto, diventando il nume tutelare e oracolare di Delfi.

Questa è anche la spiegazione che si sono dati gli archeologi greci per tentare di collegare il trampoliere con il serpentello nel becco con il mondo apollineo (ma che, personalmente, come detto, mi lascia un po' dubbioso).

CITAZIONE (Usékar @ 25/5/2021, 08:46) 
Secondo l'autrice dell'articolo, Mara Sternini (Dipartimento di Scienze Storiche e dei Beni Culturali, Università di Siena), il nome del serpente, Python, deriva dall'antico verbo greco pithoo, che significa "emanare miasmi", come pare succedesse all'interno del sacello oracolare, nel quale la Pizia sedeva su un tripode collocato sopra una fenditura del terreno dalla quale usciva gas stordente/inebriante, che consentiva alla sacerdotessa di entrare in trance e proferire i responsi oracolari.

Io conoscevo un'altra versione, che interpretava il termine python nel significato di "marcescente", poiché Apollo avrebbe abbandonato il cadavere del mostro a putrefarsi all'aria aperta; confesso tuttavia che questa lettura mi sembra molto più intrigante, dal momento che a Delfi (ma non solo qui) il culto oracolare di Apollo sembra esser stato legato, appunto, a esalazioni gassose che fuoriuscivano dal sottosuolo. Qualcosa di simile, se non ricordo male, dovrebbe essere documentato anche per Hierapolis, in Asia Minore (ce ne parlò nell'ambito di un seminario dottorale una docente di Lecce, che si occupa ancora della direzione della Missione Archeologica Italiana in Turchia).

CITAZIONE (Usékar @ 25/5/2021, 08:46) 
Assieme alla statua bronzea, nel Museo di Cleveland, priva di braccia, è conservata la mano desta che reggeva un rettile serpentiforme, con zampe palmate e ali, vedi terza foto in questa presentazione

Ecco, io qui, più che un serpente con zampe palmate e ali, sarei più propenso a leggere una classica lucertola, forse fatta non benissimo (il collo è innaturalmente allungato e le linee di decorazione sul capo presentano uno schematismo quasi geometrico, che cozza con le forme del dio), ma si dovrebbe trattare pur sempre di una lucertola comune. La coppia di arti superiori è resa apparentemente senza articolazioni (ben visibili, invece, negli arti inferiori), ma colpisce la tripartizione dei due elementi "alari", che è affine alla conformazione delle zampe posteriori, dotate appunto di tre dita ciascuna (né mi sono note, per l'arte greca, creature mitologiche dal corpo di serpente dotate di zampe posteriori e ali).
Inoltre, dal momento che il tipo statuario è stato (giustamente) riconosciuto come un Apollo Sauroctono (dal greco sauroktonos, lett. "uccisore della lucertola"), ne consegue che l'immagine sia da interpretare come una lucertola, e non come un serpente (che in greco può essere drakon, di solito nel suo aspetto mostruoso, oppure ancora ophis). Che poi questa lucertola possa essersi costituita come un rimando a Python può essere, ma potrebbe anche essere molto più semplicemente che in antico il piccolo rettile abbia simboleggiato di per sé le forze negative, e in particolare le malattie e le epidemie (ragion per cui da alcuni era già stato ipotizzato di interpretare questo soggetto statuario come l'Apollo Alexikakos - e cioè "che scaccia il male" - descritto dalle fonti letterarie).

Un'utile scheda di base sull'Apollo Sauroctono può essere anche quella offerta da Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Apollo_sauroctono.

In effetti, sulla base di alcune letture in cui mi sono imbattuto anni addietro, posso confermare che, se non la classica "lucertola comune" nello specifico, quantomeno alcuni piccoli rettili della stessa famiglia - come ad esempio il geco - godevano di una pessima reputazione in antico (nonostante il loro carattere innocuo e il valido aiuto che potevano rappresentare per l'uomo contro molti tipi di insetti). Ancora in età cristiana (e ancora in tempi moderni!), in alcune località della Grecia il geco è stato infatti a lungo considerato un'incarnazione del male e, se non vado errato, nella tradizione popolare ucciderlo equivaleva a compiere un'opera meritoria, tanto quanto ricevere la Santa Comunione o prender parte a un gran numero di funzioni religiose (sic!).
 
Top
view post Posted on 25/5/2021, 10:12
Avatar

Senior Member

Group:
oikistés
Posts:
19,435
Location:
Germania

Status:


Forse è solo una mia impressione, ma la lucertola/serpente alato mi pare di fattura assai inferiore alla statua, o mi sbaglio?
Vedo ora che anche Perseo lo aveva rimarcato.

Edited by dceg - 25/5/2021, 11:58
 
Top
view post Posted on 25/5/2021, 16:40
Avatar

- Γνῶθι σεαυτόν -

Group:
àrchon
Posts:
1,882
Location:
dalla terra degli illustri Tirreni

Status:


CITAZIONE (Perseo87 @ 24/5/2021, 12:27) 
CITAZIONE (Usékar @ 23/5/2021, 20:22) 
Nel contesto archeologico mesoamericano, ci sono infiniti esempi di classificazione di un soggetto del tipo "anatra etrusca = capacità di vivere in tre ambienti differenti = capacità di portare messaggi degli umani alle varie divinità".

[...] mentre a rane e rospi viene associata anche la capacità di indurre fertilità nelle donne e nell'intera natura.

Ci fosse un documento, uno, che attesta tutte queste "deduzioni"...

Ci tenevo a non perdere questo commento di Usékar, perché è pieno di spunti di riflessione molto utili e interessanti.

In primo luogo, io credo che dovremmo fare sempre una distinzione fra quello che le fonti scritte (così come quelle iconografiche, e ancora i contesti archeologici) ci lasciano intendere, in modo più o meno diretto, e quello che noi saremmo invece portati a immaginare, sulla base delle nostre personali concezioni, nonché di generali nozioni iconologiche ed esegetiche. Questo perché l'interpretazione personale o la concezione generale potrebbe non calzare affatto con la mentalità antica, né tantomeno con il contesto che si sta analizzando.

L'esempio delle anatre etrusche per me è illuminante, poiché non ho mai creduto che le reali ragioni per cui gli Etruschi mostrarono tanto apprezzamento per il motivo dell'anatrella fin dall'età villanoviana (quando questo compare già, in associazione con il tema della "barca solare") risiedessero banalmente nel fatto che questo uccello può muoversi attraverso un triplice livello spaziale (terra-acqua-cielo). Un motivo che mi ha sempre fatto riflettere, per esempio, è il fatto che certe razze di uccelli (e in particolare proprio alcune di quelle acquatiche, come le oche o i cormorani) quando migrano si muovono "in formazione", sistemandosi a formare una sorta di "V" in cielo... e sappiamo che gli Etruschi furono sempre molto apprezzati dai Romani per la loro grande abilità nella decodificazione dei segni celesti - e in particolare della caduta dei fulmini e del volo degli uccelli - attraverso i precetti dell'arte augurale. Questo potrebbe esser stato un altro motivo valido per giustificare la preferenza accordata a certi uccelli acquatici nell'arte? Purtroppo non saprei dirvelo (e temo anzi che questa resterà una mia idea e che probabilmente non lo sapremo mai con certezza...).

Il tema della rana come simbolo di fertilità nel mondo mesoamericano, invece, mi interessa molto, ma mi fa anche pensare al problema del contesto. Senza voler eccedere troppo nell'OT, mi chiedo (e chiedo) se una reale connessione non possa essere attestata fra la rana e il mondo della fertilità nelle società precolombiane (ho letto qualcosa su una dea Ceneotl, ma non vorrei scrivere stupidaggini). Qualcosa di questo genere è senza dubbio rintracciabile, invece, in Egitto, dove la dea Heqet, raffigurata con la testa di rana, era di norma associata ai concetti di fertilità e rigenerazione. La diffusa simbologia positiva della rana non deve comunque necessariamente esser stata la medesima per tutti i popoli antichi (basti pensare che nella Bibbia una delle celebri "piaghe" che Yahweh infligge al faraone è rappresentata proprio da una invasione di rane venute dal Nilo). Inoltre, il contesto ha una sua importanza: per esempio, all'età romana risalgono diverse raffigurazioni di rane e rospi, scolpite a tuttotondo, normalmente in marmi colorati, e usate per decorare giardini o come bocche di fontana. In questo caso, probabilmente, la scelta di questi anfibi poteva non essere tanto dettata da una simbologia insita in loro stessi, quanto piuttosto nella loro associazione con certe ambientazioni naturalistiche (legate in particolar modo alla presenza dell'acqua), che i Romani spesso cercavano di replicare nei loro giardini privati. Generalizzazioni nella simbologia animale, dunque, non dovrebbero essere mai ammesse, mentre occorre considerare di volta in volta il contesto d'origine e di impiego di questo o quell'altro animale.

Per tornare alle anatre etrusche, da cui l'OT principale è iniziato, sarebbe forse utile, al di là delle innumerevoli attestazioni iconografiche, conoscere qualcosa in più sui significati attribuiti dagli Etruschi a questa particolare tipologia di volatile. Credo che la grande presenza di questi uccelli acquatici, registrabile nel repertorio figurativo etrusco fin dagli albori di questa civiltà, sia indice di un indubbio apprezzamento per tali animali; tuttavia, la perdita del patrimonio letterario etrusco (in cui rientrava anche una vasta gamma di libri sacri a uso dei sacerdoti, di cui ci resta appena un misero elenco di titoli), non faciliti la comprensione profonda delle ragioni soggiacenti alla scelta di questo simbolo, né renda lecito, a mio avviso, il costruirsi certe interpretazioni "fai-da-te", che potrebbero non aver nulla a che fare con i ragionamenti, le credenze e i simbolismi effettivamente adottati dagli Etruschi.
 
Top
view post Posted on 25/5/2021, 17:01
Avatar

Senior Member

Group:
oikistés
Posts:
19,435
Location:
Germania

Status:


Quel che tochi, Perseo, è un punto dolens, a mio avviso; quanto le interpretazioni moderne e le elucubrazioni siano quelle degli antichi, senza documenti non si potrà mai dire, e se ne parla invece sin troppo, sia in campo archeologico che in campo antropologico e anche psicologico.

Tornando agli uccelli acquatici, mi viene in mente una cosa: sono gli uccelli comuni più grandi e visibili e in genere pacifici a differenza dei rapaci e in genere hanno un comportamento particolare in quanto, almeno anatre e cigni, le oche non saprei, formano coppie stabili (non sempre però, proprio come gli umani...).
 
Top
view post Posted on 25/5/2021, 18:29
Avatar

Senior Member

Group:
oikistés
Posts:
19,435
Location:
Germania

Status:


Mi sono ricordato di Arachne, la banca di immagini del DAI (Istituto archeologico tedesco), ed ho cercato usando il lemma Kranich (gru). Ci sono alcune gru in ambito funerario, ma nulla che si riferisca ad Apollo.

Qui l'indirizzo della nuova versione del sito, ancora sperimentale.
https://arachne.dainst.org/
E di quella vecchia:
https://arachne.uni-koeln.de/drupal/
La registrazione è gratuita.

Anche ricerche con Storch, cicogna e Wasservofel, uccello acquatico, non hanno portato a risultati significativi.

Edited by dceg - 26/5/2021, 01:13
 
Top
view post Posted on 26/5/2021, 10:16
Avatar

- Γνῶθι σεαυτόν -

Group:
àrchon
Posts:
1,882
Location:
dalla terra degli illustri Tirreni

Status:


CITAZIONE (dceg @ 25/5/2021, 19:29) 
(...) ho cercato usando il lemma Kranich (gru). Ci sono alcune gru in ambito funerario, ma nulla che si riferisca ad Apollo.

Ma è proprio questo che mi fa pensare, e cioè che la gru (o comunque l'uccello tipo trampoliere in generale) ha una valenza di per sé anche a livello funerario, seppure non sia certo il volatile più rappresentato in questo ambito (dove credo che a farla da padrone - non solo in Attica - sia la famiglia dei Columbidi).

Inoltre, quella di Kozani è una tomba di una donna appartenuta senza grossi dubbi a una famiglia molto ricca, e ancora una volta la presenza del trampoliere sembra poter essere ritenuta, sulla scorta di Woysch-Méautis, come simbolo di nobiltà e ricchezza:

CITAZIONE (Perseo87 @ 23/5/2021, 17:47) 
(...) mentre Woysch-Méautis (a mio avviso, più verosimilmente) ricerca altre possibili valenze dei trampolieri, e li trova peraltro rappresentati, nella ceramica attica a figure rosse, in scene di gineceo (quindi ancora in contesti spiccatamente femminili), arrivando a identificarli in questo caso come simboli di nobiltà e ricchezza.

L'unica cosa che resta da chiarire (e non si può certo ignorarla) è la presenza di quel serpente nel becco, perché questo trampoliere di cui ci stiamo occupando non è raffigurato stante, non impegnato in una azione particolare, ma sta mangiando (e sta quindi uccidendo) un serpente, ragion per cui è su questo punto che dovremmo insistere. Stavo provando a dare una scorsa online anche al volume della Jashemski sulla storia naturale di Pompei, dove si possono trovare alcune raffigurazioni di trampolieri che ingaggiano una lotta con piccoli rettili - in particolare, nella Casa dei Vettii, con una lucertola (p. 334) e con un serpentello (p. 337). Purtroppo da One Search (l'OPAC di UniFi) mi dice che il volume è in prestito, quindi non posso consultarlo dal vivo, ma qualcosa (al netto delle pagine protette da copyright) si può intravedere anche da Google Books: https://books.google.it/books?redir_esc=y&...20snake&f=false.
 
Top
view post Posted on 26/5/2021, 10:26
Avatar

Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

Group:
oikistés
Posts:
4,026
Location:
Verona - Forlì

Status:


@dceg Wasservofel = Wasservogel. O no? ;)
 
Top
view post Posted on 26/5/2021, 10:35
Avatar

Senior Member

Group:
oikistés
Posts:
19,435
Location:
Germania

Status:


@ Usékar Lo hai capito! Era un messaggio cifrato ^_^
O era dovuto alla mia tastiera vagula?

L'associazione con lucertole l'ho riscontrata anch'io.
 
Top
view post Posted on 26/5/2021, 14:14
Avatar

Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

Group:
oikistés
Posts:
4,026
Location:
Verona - Forlì

Status:


@ Perseo

In questo momento sono alle prese con un lavoro molto impegnativo e ho pochissimo tempo a disposizione, giusto quanta basta per leggervi e scrivere qualche risposta brevissima.

Appena possibile, aprirò un post a proposito di rane, rospi e rettili nelle culture precolombiane dell'Amarica centrale.


@dceg
Animula vagula blandula, hospes comesque corporis...
 
Top
view post Posted on 26/5/2021, 16:43
Avatar

Member

Group:
Member
Posts:
866
Location:
Napoli

Status:


CITAZIONE (Perseo87 @ 26/5/2021, 11:16) 
L'unica cosa che resta da chiarire (e non si può certo ignorarla) è la presenza di quel serpente nel becco, perché questo trampoliere di cui ci stiamo occupando non è raffigurato stante, non impegnato in una azione particolare, ma sta mangiando (e sta quindi uccidendo) un serpente, ragion per cui è su questo punto che dovremmo insistere.

Dici?
Va bene, insistiamo su questo.
Diamo però sfogo alla fantasia, visto che i riferimenti oggettivi latitano.
D'altra parte senza un po' di fantasia staremmo ancora a raccogliere frutti e scavare radici.

Il serpente, come ho sostenuto anche ieri sera, rappresenta nel pensiero antico l'immortalità. Immagine questa legata all'osservazione della muta di pelle del rettile: si vede quest'ultimo uscire dalla vecchia pelle, abbandonarla e "rinascere".
Ma che senso potrebbe avere la rappresentazione di un uccello che inghiotte un serpente?

1) inghiotte la vita, quindi impedisce la rinascita. Magari si trattava di una moglie rompiscatole arguee il vedovo non voleva correre rischi .
2) inghiotte le vita nel senso che la incorpora, la fa sua, la preserva. Ne consegue che la donna rivivrà nuovamente. Altrove, naturalmente angel1.

Si gioca di fantasia, l'ho premesso, ma potrebbe essere anche questa una strada da seguire, magari con ipotesi più attendibili.
 
Web  Top
view post Posted on 26/5/2021, 22:05
Avatar

- Γνῶθι σεαυτόν -

Group:
àrchon
Posts:
1,882
Location:
dalla terra degli illustri Tirreni

Status:


CITAZIONE (Righel @ 26/5/2021, 17:43) 
Diamo però sfogo alla fantasia, visto che i riferimenti oggettivi latitano.
D'altra parte senza un po' di fantasia staremmo ancora a raccogliere frutti e scavare radici.

La fantasia a volte può senza dubbio aiutare... ma è pur vero che (per dirla con Goya) "el sueño de la razón produce monstruos". Nel senso che usare le fantasia per spiegare quello che non si capisce razionalmente può anche andar bene (qualche volta), ma occorre a mio avviso stare attenti a non muoversi eccessivamente per luoghi comuni e ragionamenti solo in apparenza logici (che poi è proprio quello che criticavamo nell'interpretazione delle anatre etrusche).

CITAZIONE (Righel @ 26/5/2021, 17:43) 
Il serpente, come ho sostenuto anche ieri sera, rappresenta nel pensiero antico l'immortalità. Immagine questa legata all'osservazione della muta di pelle del rettile: si vede quest'ultimo uscire dalla vecchia pelle, abbandonarla e "rinascere". Ma che senso potrebbe avere la rappresentazione di un uccello che inghiotte un serpente?

1) inghiotte la vita, quindi impedisce la rinascita. (...).
2) inghiotte le vita nel senso che la incorpora, la fa sua, la preserva. Ne consegue che la donna rivivrà nuovamente (...).

Si gioca di fantasia, l'ho premesso, ma potrebbe essere anche questa una strada da seguire, magari con ipotesi più attendibili.

Il serpente nelle culture del Mediterraneo antico ha goduto di una gran varietà di significati, spesso ambivalenti, che non si possono ricondurre sempre e comunque al solo concetto di immortalità. Nell'antico Egitto, per esempio, il serpente cobra era sacro al sovrano (che ne poneva la protome sulla sua corona come amuleto protettivo) e simboleggiava inoltre il volto della dea Wadjet, signora del Basso Egitto; per contro, Apep, demone primordiale, ritenuto l'incarnazione del caos e temuto nemico di Ra, era raffigurato proprio come un gigantesco serpente. Nella cultura ebraica, ancora, il serpente tenta Adamo ed Eva nel giardino dell'Eden e li spinge a violare l'alleanza con Yahweh attraverso la consumazione del frutto proibito; tuttavia, quando gli Israeliti si trovano nel deserto e sono attaccati da serpenti velenosi, Yahweh ordina a Mosè di forgiare un serpente di bronzo e di mostrarlo al popolo, così da guarire tutti coloro che fossero stati morsi dai rettili.

Anche nel mondo classico il serpente gode di un'ampia simbologia, che lo vede come animale dal potere oracolare (è simbolo di Apollo ed è presente anche nel culto oniromantico di suo figlio Asclepio), guaritore (i serpenti di Asclepio erano in grado di curare i malati leccando le loro piaghe) e talvolta custode di favolosi tesori (vedi Ladone, il mitico serpente posto a guardia del giardino delle Esperidi). Il serpente funge ancora da emissario di morte di alcuni dèi (Era tenta di usare due serpenti per soffocare Eracle bambino, e ancora due serpenti marini, inviati da Poseidone, stritolano il sacerdote troiano Laocoonte e i suoi figli), ma al tempo stesso può anche avere un carattere protettivo (nella dimore pompeiane, i geni protettori della casa, detti agathodaimones, sono spesso raffigurati come serpenti crestati, che strisciano verso l'altare domestico con le offerte). Infine, il serpente ha anche un importante valore in senso temporale, rappresentando, come anche tu ricordavi, il concetto di eternità (come tale, è infatti spesso attributo del dio Aion/Kronos nei culti misterici, e ancora torna, in questo stesso senso, nelle raffigurazioni del cd. Ouroboros).

La fantasia può quindi andar bene, ma occorre anche partire da basi di realtà e verosimiglianza, cercando nelle fonti scritte (così come nelle iconografie) possibili spunti di interpretazione. Importante, a mio avviso, è anche il non dissociare due elementi concepiti per stare insieme, e provare a interpretarli prima singolarmente, per poi ricombinarli insieme solo in un secondo momento.
Un esempio di quanto questa pratica possa risultare fallace te lo posso portare sulla base di un mio personale errore. All'interno dei mosaici e degli affreschi pompeiani a tema marino, uno dei soggetti più celebri - che forse qualcuno di voi avrà anche già visto - è quello della "lotta fra il polpo e l'aragosta": https://commons.wikimedia.org/wiki/Categor...v120177_n01.jpg.

La prima volta che lo vidi mi fu presentato all'interno del corso di Archeologia romana, dove la professoressa lo interpretò come un possibile riferimento a un'antica e ignota favola andata perduta. Anni dopo, leggendo Il libro dei sogni di Artemidoro Daldiano (II secolo d.C.), mi imbattei nelle interpretazioni che questi dava dell'aragosta e del polpo, che avrebbero rappresentato l'uno l'abilità di fuggire dalle situazioni pericolose tramite l'abbandono del carapace, e l'altro il pericolo che si mimetizza sui fondali e contro i cui tentacoli è inutile tentare di combattere. Poteva l'immagine di questa lotta rappresentare, in un senso anche apotropaico-benaugurale, la possibilità per chi frequentava l'ambiente decorato di sfuggire ai pericoli annidati lungo il cammino della vita, proprio come nella mentalità antica poteva fare l'aragosta? Così provai a darmi una spiegazione. E me ne ero pure tutto sommato convinto, finché non mi sono imbattuto in una citazione aristotelica tratta dall'Historia Animalium (e ripresa poi anche da Plinio il Vecchio), secondo cui, insieme con la murena (che talvolta è presente accanto alla coppia, talvolta no), aragosta e polpo creavano una sorta di "circolo chiuso" di prede e predatori, all'interno del quale il polpo catturava l'aragosta, la murena divorava il polpo, ma l'aragosta aveva la capacità di mettere in fuga la murena (cosa che nella realtà zoologica non ha alcun fondamento, ma così pensavano gli antichi...). Dunque il trio aragosta-polpo-murena (così come anche le varianti costituite dalle sole coppie aragosta-polpo e murena-aragosta) nell'arte pompeiana deve essere molto più probabilmente identificato come un riferimento dotto all'insegnamento aristotelico (tanto più che queste lotte sono di solito inserite al centro di gradi gruppi di pesci, dal "sapore didascalico", tipico di una certa arte alessandrina d'età ellenistica). Per tutti gli interessati, qualcosa su questo tema si può trovare anche in un contributo di R. Westgate, Pavimenta atque emblemata vermiculata: Regional Styles in Hellenistic Mosaic and the First Mosaics in Pompeii", edito in American Journal of Archaeology", 104, 2, 2000 (pp. 255-275).

Ed ecco che, in questo caso, come vedi, la mia fantasia (seppur "supportata" dalle fonti scritte) mi aveva portato totalmente fuori strada, mentre la spiegazione per quella particolare iconografia si poteva tranquillamente rintracciare nella letteratura antica (a spulciarla per bene...). Per questo il mio invito è a proseguire la ricerca prima di tutto nel campo delle fonti letterarie, perché un riferimento inatteso potrebbe nascondersi in uno dei molti testi antichi dedicati al mondo animale (e non sono pochi) che ci sono giunti per tradizione manoscritta.
Al momento, tutto quello che mi sento di poter dire è che questo supposto riferimento del trampoliere che mangia il serpente al mito di Apollo che uccide Python (che avrebbe oltretutto la conseguenza di identificare la defunta di Kozani con una sacerdotessa del culto di Apollo) mi sembra alquanto inverosimile, dal momento che il trampoliere non sembra avere un particolare legame con il giovane dio delfico.
 
Top
view post Posted on 26/5/2021, 22:36
Avatar

Senior Member

Group:
oikistés
Posts:
19,435
Location:
Germania

Status:


Ma, mi chiedo, buttando all‘aria tradizioni interpretative secolari ed il mio stesso assunto che se qualcuno fa qualcosa, non lo fa senza motivo, deve aver proprio un significato simbolico la rappresentazione del trampoliere che mangia il serpente? E se fosse un elemento naturalistico decorativo slegato da un riferimento a divinità o evento?

Edited by dceg - 27/5/2021, 00:09
 
Top
view post Posted on 27/5/2021, 10:08
Avatar

- Γνῶθι σεαυτόν -

Group:
àrchon
Posts:
1,882
Location:
dalla terra degli illustri Tirreni

Status:


CITAZIONE (dceg @ 26/5/2021, 23:36) 
Ma, mi chiedo, buttando all‘aria tradizioni interpretative secolari ed il mio stesso assunto che se qualcuno fa qualcosa, non lo fa senza motivo, deve aver proprio un significato simbolico la rappresentazione del trampoliere che mangia il serpente? E se fosse un elemento naturalistico decorativo slegato da un riferimento a divinità o evento?

Il dubbio che poni è lecito, certo, e non lo posso escludere; ma, a mio avviso, in questo caso specifico è improbabile. Ancora una volta, va guardato il contesto.

Un trampoliere che becca un serpente in un mosaico pavimentale rappresentante una scena naturalistica con una gran varietà di animali acquatici, per esempio, potrebbe non aver alcun significato particolare (e pure gli esemplari pompeiani dipinti ricordati da Jashemski, secondo me, potrebbero essere niente più che decorazioni di richiamo naturalistico). Similmente, le teorie di animali selvatici (tori, grandi felidi, cigni, capri) e fantastici (sfingi) sulla ceramica corinzia di produzione dozzinale potrebbero costituirsi come mere soluzioni decorative. Ma quando un animale si trova rappresentato in un contesto funerario (così come cultuale), difficilmente la sua presenza può essere ritenuta casuale. In questo esempio in particolare, inoltre, non si tratta di un animale a sé stante, ma di un animale impegnato nella lotta con un altro animale, quindi io credo che qualcosa ancora ci sfugga. Non credo molto alla storia del legame con una divinità, ma la raffigurazione avrebbe anche potuto essere impiegata come segno di onore o merito verso la defunta. Secondo me, la ricerca va ancora approfondita.
 
Top
48 replies since 8/5/2021, 11:21   426 views
  Share