Ostraka - Forum di archeologia

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Victoria Presti
icon14  view post Posted on 9/6/2021, 13:00




Ciao a tutti! Mi chiamo Victoria,
a settembre vorrei iscrivermi al corso di laurea triennale in Scienze Archeologiche della Sapienza. La mia paura è che venendo da un istituto tecnico (ragioneria), e quindi senza formazione Classica, io non riesca a stare al passo con gli studi. Ho controllato ed esami come Latino e Greco sono opzionali, però non so se oltre deficit nelle lingue antiche io possa trovare altri problemi simili. Vorrei tanto coltivare la mia passione, ma allo stesso tempo ho paura di essere inadeguata; Consigli?
 
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view post Posted on 9/6/2021, 15:59
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Se cerchi un po' nel forum troverai che quesiti del genere sono già stati posti e potrai leggere le risposte che sono statate date.
 
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view post Posted on 9/6/2021, 16:21

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Aggiungo comunque che secondo me dipende da cosa ti aspetti da quel titolo di studio.

Con impegno e tanta tanta buona voglia alla laurea triennale ci arrivi. Persino "in corso", se ce la metti proprio tutta tutta. Soprattutto iniziando tu dal prossimo anno accademico, cioè il primo sperabilmente un po' normale dopo due anni terribili di emergenza sanitaria (che mi aspetto comporterà un vistoso "abbassamento dell'asticella" della preparazione pregressa che si potrebbe pretendere dai nuovi immatricolati/e).

Il punto è piuttosto che tu sia cosciente del fatto che quel titolo triennale sarà scarsamente spendibile lavorativamente (scarsamente, ad essere generosi), ma se tu hai una idea del tuo futuro per la quale una buona preparazione culturale universitaria è ciò a cui miri anche se non sarà quel "pezzo di carta" a farti trovare un buon impiego o delle gratificazioni professionali, allora potrebbe essere per te un percorso ragionevole.

Ti sconsiglio invece di confidare troppo nelle promesse altisonanti degli open day universitari e credere in chissà quali sbocchi senza una preparazione un po' più radicata nella Secondaria di Secondo Grado e molto più prolungata nel percorso universitario (come minimo ancora biennio universitario Magistrale e ulteriore biennio di Scuola di Specializzazione, ma proprio minimo).

Tutti sul Forum ti confermeranno che io sono alquanto fissato e un po' perentorio qualche volta, ma forse da parte mia è meglio metterla giù dura e cruda piuttosto che essere ingannevolmente facilone ;)

Visto che ti sei iscritta al Forum, partecipa anche alle altre discussioni!
 
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view post Posted on 10/6/2021, 18:43
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CITAZIONE (Victoria Presti @ 9/6/2021, 14:00) 
Ciao a tutti! Mi chiamo Victoria,
a settembre vorrei iscrivermi al corso di laurea triennale in Scienze Archeologiche della Sapienza. La mia paura è che venendo da un istituto tecnico (ragioneria), e quindi senza formazione Classica, io non riesca a stare al passo con gli studi. Ho controllato ed esami come Latino e Greco sono opzionali, però non so se oltre deficit nelle lingue antiche io possa trovare altri problemi simili. Vorrei tanto coltivare la mia passione, ma allo stesso tempo ho paura di essere inadeguata; Consigli?

Cara Victoria, benvenuta su Ostraka! :)

Il tuo messaggio non è dissimile da quello di molti altri utenti, che approdano qui in cerca di aiuto e consigli; per parte mia cercherò comunque di darti il mio contributo, portandoti a fare qualche riflessione spassionata su questa scelta.

Comincio con il premettere una cosa: uscire da un istituto tecnico, invece che da un (perdonami il gioco di parole) classico liceo classico, non è necessariamente una partenza penalizzante per nessuno. Se la tua idea fosse quella di diventare "un'archeologa da cantiere", per esempio, saper leggere e tradurre il latino e il greco potrebbe non essere proprio il tuo pane quotidiano sul lavoro; viceversa, se volessi lavorare in ambito accademico, forse un po' di esperienza in più su questo versante potrebbe non guastare (sempre ammesso che tu non voglia imboccare un domani un percorso di archeologia preistorica, dove di testi in latino e greco non troveresti neppure l'ombra). In ogni caso, le lingue morte non sono nulla che non si possa pensare di acquisire nel tempo, partendo dagli esami di base, senza la pretesa di diventare traduttori provetti, e soprattutto mettendoci (come in ogni cosa) tanta buona volontà, impegno e spirito di sacrificio.

La domanda che tuttavia più mi preme farti è questa: che cosa ti piacerebbe fare di bello nella vita?
Il quesito non è banale, perché dal testo che hai scritto non trapela nessuna tua ambizione particolare. Leggo che ti piacerebbe "coltivare una passione", e questo mi dice tutto e nulla di te. Un esempio: a me piace cucinare, è una mia grande passione, ma non per questo mi sono iscritto a un istituto alberghiero o a una scuola serale, né ambisco a diventare uno chef professionista; lo faccio per me, al massimo per i miei amici, e per il mio piacere e diletto. L'archeologia, allo stesso modo, che posto occupa dentro di te? Ti piacerebbe trovare lavoro nel settore archeologico, o domani hai in mente di entrare comunque a lavorare nell'amministrazione di un ente pubblico o di un'azienda? Perché una laurea triennale si può anche prendere, appunto, per seguire una passione, senza che poi questa debba per forza trovare sbocco in una occupazione stabile.

Viceversa, se il tuo desiderio fosse quello di trovare lavoro nel vasto e multiforme mondo dell'archeologia, devi cominciare a pensare fin da subito, come prospettato da Lavori Archeologici, a prevedere un percorso più lungo, che si compone di una triennale (3 anni), una magistrale (2 anni) ed eventualmente ancora un post-lauream - a scelta fra una scuola di specializzazione (2 anni), un dottorato di ricerca (3 anni) oppure un master universitario di II livello (2 anni), ma tutti necessariamente di ambito archeologico. Ognuna di queste tappe non è ricordata qui per scoraggiarti, ma solo per farti capire quali siano gli step da seguire per la tua formazione, tenendo conto che ciascuno di questi può aprirti in progressione sempre più possibilità lavorative. Per lavorare in una cooperativa, come semplici operatori, può anche bastare infatti la sola laurea (preferibilmente quella magistrale); per accedere alla carriera ministeriale, invece, almeno una specializzazione è necessaria, mentre il dottorato ti lascerebbe le porte aperte anche per il mondo dell'università e della ricerca.

Prima di fare a noi domande sulla tua adeguatezza rispetto allo studio dell'archeologia, il mio consiglio è quindi che tu chieda a te stessa se l'archeologia sia adeguata alle tue ambizioni lavorative, e in caso fino a dove tu sia disposta ad arrivare per assecondare questa passione. Quando avrai trovato le risposte, allora potremo provare a capire se e come indirizzarti ulteriormente.

Sempre disponibile, come tutti, a chiacchierare con te e ad aiutarti.

Un caro saluto, facci sapere! :)
 
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view post Posted on 11/6/2021, 10:14

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CITAZIONE (Perseo87 @ 10/6/2021, 19:43) 
. . . . Se la tua idea fosse quella di diventare "un'archeologa da cantiere", per esempio, saper leggere e tradurre il latino e il greco potrebbe non essere proprio il tuo pane quotidiano sul lavoro; . . . In ogni caso, le lingue morte non sono nulla che non si possa pensare di acquisire nel tempo, partendo dagli esami di base, senza la pretesa di diventare traduttori provetti, e soprattutto mettendoci (come in ogni cosa) tanta buona volontà, impegno e spirito di sacrificio.

Su questo non sono d'accordo, ma capisco che è una mia opinione: a mio modo di vedere l'Archeologo -e quello "di cantiere" non meno e forse persino più degli altri- si forma da adolescente sulle versioni di Greco del Ginnasio, ma non perché quella conoscenza abbia chissà quale valore strumentale strettamente propedeutico, invece per il motivo che quell'esercizio assiduo allo sforzo di capire e di interpretare secondo regole precise ma in assenza di alcun possibile riscontro definitivo entro un mondo diverso da quello della contemporaneità, è la più alta esperienza formativa immaginabile ai fini del profilo che ci interessa, vissuta tra l'altro in una età nella quale è ancora in corso una formazione caratteriale (irrilevante studiare Greco a vent'anni, da questo punto di vista).

CITAZIONE (Perseo87 @ 10/6/2021, 19:43) 
Per lavorare in una cooperativa, come semplici operatori, può anche bastare infatti la sola laurea (preferibilmente quella magistrale); . . .

Anche qui non sono d'accordo, ma in questo caso si tratta di qualcosa di più di una opinione: finché durano le sciagurate norme sugli appalti in materia di qualificazione delle ditte archeologiche, il rapporto rigidamente fissato in organico del personale con gli stessi elevatissimi requisiti richiesti per le perizie della cosiddetta Archeologia Preventiva e chiunque altro in azienda (comprese figure non di rado indispensabili in campo tecnico, del restauro, amministrative, fino ai semplici operai - perché alla fine qualcuno la terra la deve pur spostare, le coperture devono essere montate, i camion caricati e guidati) con ogni evidenza fa sì che i laureati "solo" triennali o anche magistrali in materie archeologiche non verranno in linea di massima mai più assunti in regola (perché altererebbro la proporzione prevista normativamente vincolante rispetto ai titoli di studio più elevati) e non potranno avere altro inquadramento che quello più o meno irregolare e precarissimo di "collaboratori esterni".
 
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view post Posted on 11/6/2021, 15:19
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CITAZIONE (LAVORI ARCHEOLOGICI @ 11/6/2021, 11:14) 
a mio modo di vedere l'Archeologo -e quello "di cantiere" non meno e forse persino più degli altri- si forma da adolescente sulle versioni di Greco del Ginnasio, ma non perché quella conoscenza abbia chissà quale valore strumentale strettamente propedeutico, invece per il motivo che quell'esercizio assiduo allo sforzo di capire e di interpretare secondo regole precise ma in assenza di alcun possibile riscontro definitivo entro un mondo diverso da quello della contemporaneità, è la più alta esperienza formativa immaginabile ai fini del profilo che ci interessa

Personalmente, credo che la questione che segnali sia stata nel tempo un po' tanto (se non troppo) enfatizzata, fino a diventare una sorta di "mito", che in passato aveva talvolta un valore discriminante in certe selezioni - anche se, come tutti i miti, una base di vero ce l'ha senza alcun dubbio. La frequentazione di un liceo classico non è a mio avviso condicio sine qua non per poter sviluppare una mentalità elastica e allenata all'interpretazione: uno sforzo analogo, per certi versi, può infatti essere richiesto anche dalla traduzione di brani in altre lingue correntemente parlate (me ne accorgo io perfino con l'inglese, a cui tutti, nella nostra società occidentale, siamo in teoria un po' più avvezzi), e comunque, a prescindere, come in ogni cosa, c'è chi sarà per natura più portato al ragionamento e chi no.

Si dice che il classico sia come una palestra (e, non a caso, i primi due anni di questo indirizzo si chiamavano, fino a non molto tempo fa, "ginnasio"); ma la frequentazione (anche assidua) di una palestra non garantisce a tutti i suoi iscritti di diventare "body-builder" allo stesso modo (chiedo scusa per l'esempio un po' brutale, ma serviva a rendere l'idea).

CITAZIONE (LAVORI ARCHEOLOGICI @ 11/6/2021, 11:14) 
finché durano le sciagurate norme sugli appalti in materia di qualificazione delle ditte archeologiche, il rapporto rigidamente fissato in organico del personale con gli stessi elevatissimi requisiti richiesti per le perizie della cosiddetta Archeologia Preventiva e chiunque altro in azienda (...) con ogni evidenza fa sì che i laureati "solo" triennali o anche magistrali in materie archeologiche non verranno in linea di massima mai più assunti in regola (...) e non potranno avere altro inquadramento che quello più o meno irregolare e precarissimo di "collaboratori esterni".

Hai fatto bene a specificarlo, allora. Quello che ho detto l'ho detto pensando a colleghi che, quando mi sono iscritto io alla scuola di specializzazione, già lavoravano da tempo in cooperative archeologiche e cantieri (quindi con in tasca la sola laurea magistrale), in giro per tutta Italia. Se e come sia cambiata la questione dal 2017 a oggi non lo so (anche perché non mi sono praticamente mai occupato di cantieri urbani e archeologia preventiva), quindi in materia sei sicuramente più aggiornato di me.
 
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view post Posted on 11/6/2021, 18:08

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Ah guarda è presto detto: se affinché la ditta abbia la qualificazione due dipendenti su tre debbono essere dottori di ricerca o diplomati scuola di specializzazione post-magistrale e nel restante uno su tre occorre farci rientrare il topografo, i disegnatori, l'eventuale antropologo fisico, l'eventuale restauratore, l'eventuale amministrativo, nonché gli indispensabili operai etc. etc. allora i laureati triennali o magistrali non viene molta voglia di assumerli considerando che per assumere uno di loro ci si trova costretti a ristabilire le proporzioni assumendo due dottori di ricerca o diplomati scuola di specializzazione.
Anche perché -ciliegina sulla torta- la retribuzione sindacale da contratti collettivi nazionali di lavoro del laureato triennale o magistrale e quella del dottore di ricerca adibiti a mansioni di cantiere sono all'atto pratico uguali :wallbash.gif:

Sull'altro aspetto sono io il primo a dire che si tratta di una opinione personale, però credo di essere un poco poco rappresentativo di almeno una parte degli attuali datori di lavoro privati. Certo, mai una parola definitiva su come si sceglierà il prossimo Collega da fare entrare in azienda, però una valutazione che pende verso un un certo orientamento forse sì.
 
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