| Bene, i titoli degli articoli giornalistici hanno fregato anche me. E anche il contenuto dei primi due dei tre di cui ho trascritto l'indirizzo. Il terzo, invece, è un po' più corretto nel titolo, nel testo in realtà si limita a riportare le esaltate parole del rappresentante del re del Marocco, senza dare notizie vere e proprie sullo studio.
E veniamo allo studio, pubblicato 2 mesi fa, a 3 anni dal termine della campagna di scavo.
Per prima cosa, non si tratta di un collier di 33 conchiglie, le conchiglie forate sono state trovate sparse in uno degli strati identificati, tranne una, rinvenuta nello strato superiore. Sottolineo il fatto che erano sparse per tutto lo strato, anche se in un settore dello strato ce n'erano più che negli altri.
Lo studio originale nemmeno avanza l'ipotesi che si sia trattato di conchiglie che costituivano uno o più collier collier oppure dei braccialetti, parla genericamente del loro utilizzo come ornamenti e simboli di appartenenza. E nemmeno accenna all'uso di un cordino, per appenderle al collo o attaccarle alle vesti.
Lo studio si limita a presentare le conchiglie, a spiegare in quale strato sono state rinvenute, in quale stato si trovavano (molte erano incrostate di calcare, altre ridotte in frammenti), come sono state pulite cercando di danneggiarle il minimo possibile e soprattutto come si è arrivati a datarle.
Le considerazioni di antropologia culturale partono dal fatto che l'uso in Africa di conchiglie di quella specie, secondo lo studio (ma non c'è ragione di dubitarne, visto che cita tutti i riferimenti del caso), si è protratto per molte decine di migliaia di anni, motivo per cui si presume che il loro utilizzo costituisse una forma di comunicazione e un segno di appartenenza.
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