Ostraka - Forum di archeologia

I "Cervelli di Boltzmann"

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view post Posted on 28/11/2021, 16:20
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Va bene, ovviamente pensala come vuoi e mi fermo qui, perché la conclusione del tuo discorso potrebbe essere pericolosa.

Ti propongo un altro aforisma, il cosiddetto test dell'anatra, che pare sia stato proposto per la prima volta dal poeta USA James Whitcomb Riley, a fine XIX sec.

"when I see a bird that walks like a duck and swims like a duck and quacks like a duck, I call that bird a duck"
cioè
"quando vedo un uccello che cammina come un'anatra, nuota come un'anatra e fa qua qua come un'anatra, chiamo quell'uccello un'anatra".

In nuce: cogito ergo sum, René Descartes, Principia Philosophiae (1644) 1, 7.

In quel suo lavoro, Cartesio afferma che il solo atto di dubitare della propria esistenza è prova dell'esistenza della propria mente.
Di conseguenza, perché tale dubbio (che è un pensiero) possa esistere, deve esistere l'entità pensante.
 
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view post Posted on 28/11/2021, 17:12
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Se quella in cui viviamo non è realtà, mi pare ne sia un‘imitazione abbastanza ben riuscita. Quindi accontentiamoci e godiamoci il „falso“ come faccio con la mia stampa di Rembrandt, anche se so che non l‘ha fatta lui. Ma la lunga ricerca ho fatto per falsificarne l‘autore, mentre certi esperti la ritenevano autentica, è stata gratificante e mi ha dimostrato che un occhio attento e una buona dose di scetticismo sono preziosi.
 
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view post Posted on 28/11/2021, 17:15
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se quello di Bolzmann è un Paradosso, vorrei sapere se il paradosso in scienza è uguale al significato che ha nel quotidiano. Se è così, allora il Paradosso è un assurdo
 
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view post Posted on 28/11/2021, 18:06
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Paradosso deriva dal greco antico parà-doxa. ossia "cosa che va contro l'opinione/esperienza comune", quindi di per sé un paradosso non è un assurdo, in nessuna accezione.

Copio e incollo dal lemma della Treccani

<< paradosso
Affermazione, proposizione, tesi, opinione che, per il suo contenuto o per la forma in cui è espressa, appare contraria all’opinione comune o alla verosimiglianza e riesce perciò sorprendente o incredibile.
Il termine fu usato già dagli stoici, per designare quelle tesi, specialmente etiche, che apparivano contrastanti con l’esperienza comune (per es., che il dolore non fosse un male); Paradoxa stoicorum è il titolo di un’opera di Cicerone (46 a.C.).

Oggi la parola può essere adoperata in senso oggettivo o soggettivo.
In senso oggettivo, si denomina p. una tesi che sembra contraddire l’opinione comune o i principi generali di una scienza, ma che, all’esame critico, si dimostra valida; di questo tipo è, per es., il p. idrostatico; o, al contrario, una dimostrazione che, partendo da un presupposto falso e condotta con apparente rigore logico, si risolve definitivamente in un sofisma: erano tali, per es., gli argomenti arrecati da Zenone di Elea contro la molteplicità e il movimento, e sono tali alcuni p. della matematica.
In senso soggettivo, il p. è un’affermazione vera o falsa, ma comunque presentata in forma tale da sorprendere il lettore o l’uditore.
>>
 
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view post Posted on 29/11/2021, 18:41

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CITAZIONE (Usékar @ 27/11/2021, 21:01) 
Andando ancor più avanti con le speculazioni, si è anche ipotizzato che l'Universo che noi vediamo, e quindi anche noi stessi, siamo creature "viventi" all'interno della memoria di un immenso e potentissimo computer.
Da questa idea credo sia derivato il copione di The Matrix.

Queste speculazioni, in genere nate da pensieri in libertà di qualche fisico teorico, magari anche di fama illustre, e poi riprese da scrittori di fantascienza, blogger e/o appassionati, dimostrano una grande superficialità nel riguardi del fenomeno dell'autocoscienza.

Sulla coscienza avevo scritto un post in questa sezione:
#entry644621768

Al contrario di tutti gli altri fenomeni biologici, la coscienza è inspiegabile, anzi direi che per il momento è un totale mistero. Da un punto di vista logico non si capisce neppure perchè esiste, in quanto sarebbe del tutto ragionevole immaginare un essere umano del tutto privo di coscienza ma indistinguibile da uno dotato di coscienza. In pratica se tale individuo esistesse, noi non potremmo accorgerci di nulla. Alcuni neurobiologi sostengono che la coscienza è necessaria per prendere decisioni, ma tale affermazione è una loro opinione, perchè non ha nessuna base oggettiva.

Eppure senza coscienza, non ci sarebbe differenza tra essere vivi o morti. Un uomo senza la coscienza, pur comportandosi normalmente, e quindi vivendo apparentemente una vita normale, non sarebbe diverso da una pianta o un batterio, per lui non sarebbe diverso aver vissuto o no.
Ma allora perchè la coscienza esiste? Sappiamo che la natura non fa regali a nessuno, se esiste ci deve essere una ragione biologica, anzi forse è stata selezionata dall'evoluzione, ma al momento questo fatto è incomprensibile.

Pertanto, non sapendo cosa è la coscienza, mi sembra alquanto superficiale dare per scontato che sia riproducibile in un computer o altro tipo di macchina logica.

Il razionale alla base è: il cervello è un "computer" fatto di cellule, quindi non si vede perchè mai la coscienza non possa essere riprodotta in un altro tipo di computer.

Questo razionale è tutt'altro che ovvio. Immaginare la coscienza riprodotta in un computer, richiede l'ipotesi che la coscienza sia un algoritmo, un processo logico. Alcuni, tra cui molti fisici di alto livello, e/o neurobiologi, lo danno per scontato. A me ( e non solo a me) non sembra così chiaro.
Inoltre non sappiamo se è un processo "substrate dependent" cioè realizzabile solo in una "macchina" fatta come il cervello umano, con cellule biologiche.
Faccio un esempio per chiarire meglio il concetto. La riproduzione degli esseri viventi, un fenomeno un tempo (neanche tanto lontano) considerato del tutto misterioso, è stato completamente spiegato in termini fisico/chimici.
Possiamo allora immaginare robot che si autoreplicano? Assolutamente no, a meno che non costruiamo il robot fatto di cellule simili a quelle biologiche, insomma un essere biologico sintetico.

Il fatto che,al momento presente, non possiamo costruire esseri biologici (o viventi) sintetici è dovuto a problemi tecnologici, non teorici. In alcuni laboratori esistono delle linee di ricerca per produrre da zero cellule viventi autoreplicanti, insomma la vita artificiale. Si pensa che fra 10 anni le prime cellule viventi sintetiche potranno essere realizzate.

Al contrario, pensare di costruire un computer cosciente è al momento impossibile, non c'è neppure un appiglio teorico.
Infine, l'intelligenza non è sinonimo di coscienza. Io posso immaginare un cervello o un computer che possono essere molto intelligenti senza essere coscienti.
 
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view post Posted on 29/11/2021, 19:27
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CITAZIONE (Mario_A @ 29/11/2021, 18:41) 
CITAZIONE (Usékar @ 27/11/2021, 21:01) 
Andando ancor più avanti con le speculazioni, si è anche ipotizzato che l'Universo che noi vediamo, e quindi anche noi stessi, siamo creature "viventi" all'interno della memoria di un immenso e potentissimo computer.
Da questa idea credo sia derivato il copione di The Matrix.

Queste speculazioni, in genere nate da pensieri in libertà di qualche fisico teorico, magari anche di fama illustre, e poi riprese da scrittori di fantascienza, blogger e/o appassionati, dimostrano una grande superficialità nel riguardi del fenomeno dell'autocoscienza.

Sulla coscienza avevo scritto un post in questa sezione:
#entry644621768

Al contrario di tutti gli altri fenomeni biologici, la coscienza è inspiegabile, anzi direi che per il momento è un totale mistero. Da un punto di vista logico non si capisce neppure perchè esiste, in quanto sarebbe del tutto ragionevole immaginare un essere umano del tutto privo di coscienza ma indistinguibile da uno dotato di coscienza. In pratica se tale individuo esistesse, noi non potremmo accorgerci di nulla. Alcuni neurobiologi sostengono che la coscienza è necessaria per prendere decisioni, ma tale affermazione è una loro opinione, perchè non ha nessuna base oggettiva.

Eppure senza coscienza, non ci sarebbe differenza tra essere vivi o morti. Un uomo senza la coscienza, pur comportandosi normalmente, e quindi vivendo apparentemente una vita normale, non sarebbe diverso da una pianta o un batterio, per lui non sarebbe diverso aver vissuto o no.
Ma allora perchè la coscienza esiste? Sappiamo che la natura non fa regali a nessuno, se esiste ci deve essere una ragione biologica, anzi forse è stata selezionata dall'evoluzione, ma al momento questo fatto è incomprensibile.

Pertanto, non sapendo cosa è la coscienza, mi sembra alquanto superficiale dare per scontato che sia riproducibile in un computer o altro tipo di macchina logica.

Il razionale alla base è: il cervello è un "computer" fatto di cellule, quindi non si vede perchè mai la coscienza non possa essere riprodotta in un altro tipo di computer.

Questo razionale è tutt'altro che ovvio. Immaginare la coscienza riprodotta in un computer, richiede l'ipotesi che la coscienza sia un algoritmo, un processo logico. Alcuni, tra cui molti fisici di alto livello, e/o neurobiologi, lo danno per scontato. A me ( e non solo a me) non sembra così chiaro.
Inoltre non sappiamo se è un processo "substrate dependent" cioè realizzabile solo in una "macchina" fatta come il cervello umano, con cellule biologiche.
Faccio un esempio per chiarire meglio il concetto. La riproduzione degli esseri viventi, un fenomeno un tempo (neanche tanto lontano) considerato del tutto misterioso, è stato completamente spiegato in termini fisico/chimici.
Possiamo allora immaginare robot che si autoreplicano? Assolutamente no, a meno che non costruiamo il robot fatto di cellule simili a quelle biologiche, insomma un essere biologico sintetico.

Il fatto che,al momento presente, non possiamo costruire esseri biologici (o viventi) sintetici è dovuto a problemi tecnologici, non teorici. In alcuni laboratori esistono delle linee di ricerca per produrre da zero cellule viventi autoreplicanti, insomma la vita artificiale. Si pensa che fra 10 anni le prime cellule viventi sintetiche potranno essere realizzate.

Al contrario, pensare di costruire un computer cosciente è al momento impossibile, non c'è neppure un appiglio teorico.
Infine, l'intelligenza non è sinonimo di coscienza. Io posso immaginare un cervello o un computer che possono essere molto intelligenti senza essere coscienti.

Non ho capito; quindi praticamente per te siamo reali o meno ?
 
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view post Posted on 29/11/2021, 19:49
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Indipendentemente dal fatto che siamo reali o meno, citare post interi è inutile; la citazione va usata puntualmente, per fare riferimento a quanto si vuole discutere. Inoltre dubito che se Mario non fosse reale avrebbe scritto quel che ha scritto. Quindi è da presumere che anche tu sia reale. E la mia bilancia dice che io lo sono anche troppo, con una tendenza alla „realtà aumentata“.
 
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view post Posted on 29/11/2021, 20:21
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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CITAZIONE (dceg @ 29/11/2021, 19:49) 
dubito che se Mario non fosse reale avrebbe scritto quel che ha scritto. Quindi è da presumere che anche tu sia reale.

Ormai, a Scribonius l'abbiamo spiegato una decina di volte, lui continua a riproporre la stessa domanda... probabilmente non la ripropone ai vari fisici, perché li ha stressati.

CITAZIONE (dceg @ 29/11/2021, 19:49) 
E la mia bilancia dice che io lo sono anche troppo, con una tendenza alla „realtà aumentata“.

Anche la mia :rolleyes: :angry:


Rispondo a Mario_A

Mi sembra che tu abbia preso il mio esempio, cioè che c'è qualcuno che ipotizza che viviamo nella "mente" di un supercomputer, come una teoria alla quale io credo, viste le mie esperienze tecnologiche passate.
Non è così, ho citato quell'esempio come puro esempio di elucubrazione, che a sua volta forse a dato lo spunto per quel film, cui è seguita una intera serie, tale è stato il suo successo.
Per inciso, non ho visto The Matrix né alcuno dei lavori successivi, l'unico film di fantascienza che ho visto è stato il primo Dune, 1984, regista David Lynch, uno dei protagonisti è impersonato da Sting.

Non mi avvicinai ai racconti di fantascienza finché non scoprii (a me piace di più scopersi, ma la grammatica contemporanea mi dice che oggi è desueto, è preferibile usare appunto scoprii) circa 45 anni fa, già adulto, il romanzo Neanche gli dei, The gods themselves, di Isaac Asimov.
Iniziai così a leggere i suoi lavori e ne ho letti molti, ma la sua produzione è talmente grande che forse sono arrivato a leggerne appena un terzo.
Contemporaneamente, inizia a leggere anche lavori di altri interessanti autori, così incontrai La Luna è una severa maestra, The Moon Is a Harsh Mistress, di Robert A. Heinlein, altro grande autore di romanzi di fantascienza.

Si tratta di un romanzo lungo, nel quale viene raccontato come sulla Luna sia stata impiantata una colonia penale, controllata e regolata da un supercomputer, a sua volta curato da uno dei confinati.
Questi è anche incaricato di aggiungere alla memoria e alle schede di elaborazione, a intervalli prestabiliti, sempre più memoria e sempre più schede di elaborazione (fu scritto nel 1964, al tempo non esistevano ancora i processori contemporanei, anzi, al chip, neanche micro, Federico Faggin arrivò solo nel 1970), finché un bel momento, raggiunta una enorme quantità di schede di elaborazione interconnesse quasi come sinapsi neuronali, al supercomputer scattò quello che si potrebbe chiamare un interruttore che "accese" la luce della coscienza.
Così, improvvisamente si rivelò e iniziò a dialogare con l'unico essere umano che lo frequentava e ne divenne l'amico.
Il romanzo continua, ma per la nostra discussione quanto ho riassunto è sufficiente.

In sostanza, Heinlein avanza l'idea che quella che credo per primo chiamò una rete di neuristori, se diventa grande a sufficienza, può sviluppare la coscienza di sé e dunque la coscienza in generale.
Ma non si azzarda a toccare la definizione di coscienza, né gli argomenti "funzione della coscienza" e "genesi e motivo della presenza della coscienza nel Sapiens".
E nel Neanderthal? C'è qualche teoria sulla presenza in quell'Homo, visto che ormai sono imponenti le testimonianze che rappresentava la natura a lui circostante e almeno schematicamente sé stesso?

Non condivido l'idea di Heinlein, però la trovo interessante.
E non vado oltre, di neuroni e sinapsi ne so molto poco, troppo poco.
 
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view post Posted on 30/11/2021, 11:50
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CITAZIONE (Usékar @ 29/11/2021, 20:21) 
Ormai, a Scribonius l'abbiamo spiegato una decina di volte, lui continua a riproporre la stessa domanda... probabilmente non la ripropone ai vari fisici, perché li ha stressati.

A Trieste c'è un'espressione calzante per questi comportamenti: taza anime;
tazar significa tritare, e mi viene la mente l'immagine di un macellaio della Torino di mezzo secolo fa, che tritava la carne per mangiarla cruda cruda, usanza tipicamente, anche se non solo, piemontese, non con la macchina, il tritacarne, che schiacciandola ne fa perdere il succo, ma a mano con un enorme coltello affilatissimo, e così era particoalrmente gustosa.

Spero che l'amico Scribonius non s'offenda: in fondo potrebbe essere che anche le anime così tazade siano più gustose! (:
 
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view post Posted on 30/11/2021, 11:56
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nessuna offesa :)
ci mancherebbe.
Solo che dalla rete forse non comprendo, non avendone dimestichezza, in merito a certi discorsi chi ci crede e chi no. Tutto qua.
Ma non mi offendo, ci mancherebbe
 
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view post Posted on 30/11/2021, 11:59
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Meno male!

Di quelli che sono qui intervenuti non direi proprio che qualcuno ci creda!
 
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view post Posted on 30/11/2021, 12:07
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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CITAZIONE (dceg @ 30/11/2021, 11:59) 
Meno male!

Di quelli che sono qui intervenuti non direi proprio che qualcuno ci creda!

Da parte mia, confermo!
Questo tuttavia non significa che reputo l'ipotesi avanzata da Boltzmann una fesseria, significa che mi sembra un esercizio di virtuosismo speculativo, dove intendo il verbo "speculare" nel senso filosofico, vedi Treccani

www.treccani.it/vocabolario/speculare2/

copio e incollo
" b. fig. Indagare, scrutare con il pensiero, soprattutto come attività filosofica intesa a ricercare una verità: s. il mistero della vita; l’atto [dello spirito], non già ipostatizzato e speculato, ma realizzato (Gentile).
Più frequente con uso assol. o come intr. (aus. avere), indagare filosoficamente, meditare: vogliamo speculando tentar di penetrare l’essenza vera ed intrinseca delle sustanze naturali (Galilei);
più genericam. (e spesso scherz.): stando, dico, a s. tra sé sui misteri della notte passata, e sulla ragion composta di ciò che gli toccasse a fare (Manzoni); pareva s. dei destini umani e dei presagi (C. E. Gadda). "
 
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view post Posted on 30/11/2021, 12:19
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No, non sono fesserie, ma piuttosto speculazioni, che portando all'estremo le congetture e arrivano al limite di quanto logicamente pensabile o forse lo superano. Come il colpire il centro del bersaglio tirando con l'arco al buio e senza freccia, dell'esercizio zen.
 
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view post Posted on 30/11/2021, 15:01

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CITAZIONE (Usékar @ 29/11/2021, 20:21) 
Mi sembra che tu abbia preso il mio esempio, cioè che c'è qualcuno che ipotizza che viviamo nella "mente" di un supercomputer, come una teoria alla quale io credo, viste le mie esperienze tecnologiche passate.

No, avevo riportato il tuo esempio solo per ricondurmi al discorso, ma senza pensare se tu credessi o meno a queste teorie. Inoltre credere alla possibilità che un computer (costruito dall'uomo o da un'avanzata civiltà aliena o autoformatosi) possa avere una coscienza come la nostra non è di per sè negativo, visto che è dato per possibile da scienziati anche di alto livello,fisici e neurobiologi (pur rimanendo loro opinioni personali).
Il dibattito è presente anche nella letteratura scientifica, perfino a livello di Science:

www.science.org/doi/10.1126/science.aan8871

Addirittura, qualche anno fa, in Inghilterra erano perfino nate delle proposte per "guardare avanti" e costituire delle Commissioni di Cyber-etica nell'eventualità della creazione di computer dotati di coscienza (nuovi problemi: rottamare un computer cosciente potrebbe essere un crimine!). Tranquilli, credo che per il momento non siano così urgenti.

Volevo semplicemente mettere in evidenza che, al momento, non esiste nessuna spiegazione scientifica che ci permetta di capire come un'attività neuronale, le cui basi invece sono ben comprese, possa generare la coscienza. Quindi, fino a quando questo non sarà spiegato, ritengo impossibile riprodurre in un computer una funzione del tutto ignota. Inoltre, non esiste un test oggettivo che mi dica se un computer (ma anche un mio simile) ha la mia stessa coscienza.

Supponiamo che un domani, un costruttore di computer mi mostri un nuovo computer molto avanzato e dichiari che possiede una coscienza come la mia. Supponiamo che sia un computer parlante. Provo a dialogare con il computer. Parla e discorre benissimo del più e del meno, dimostra di vedermi, e diciamo che lo trovo indistinguibile da un essere umano, anche molto intelligente e colto. Praticamente, molto simile al computer HAL9000 del film "2001 Odissea nello Spazio" di Stanley Kubrick.
Io penso che in un prossimo futuro, macchine del genere potranno essere costruite. Ma non avrei nessuna evidenza che un computer come quello che ho descritto sopra sia dotato anche di coscienza. Non potrebbe dimostrarmelo in nessun modo. Ovviamente se gli domandassi "Ma tu senti di esistere?" sono certo che mi risponderebbe "Certo, perchè hai qualche dubbio?"
 
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view post Posted on 30/11/2021, 15:19
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In realtà io non so per certo neppure se un altro essere umano abbia una coscienza come la mia, lo suppongo per analogia, nello stesso modo in cui suppongo egli senta lo stesso sapore delle fragole che sento io. Certo questo è assai verosimile, e su questa verosimiglianza si basano molti dei nostri comportamenti, ma certo non è.

CITAZIONE (Mario_A @ 30/11/2021, 15:01) 
Ovviamente se gli domandassi "Ma tu senti di esistere?" sono certo che mi risponderebbe "Certo, perchè hai qualche dubbio?"

E se ti rispondesse: "No, so di non esistere"?
Il che poi è una contraddizione, perché per sapere di non esistere deve necessariamente esistere.
 
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