Da quel che ho capito, non si parla di repliche eseguite dal maestro stesso, bensì di lavori portati avanti da allievi.
Non è chiaro, nei due casi della Gioconda del Prado e della Torlonia, se il disegno preparatorio sia di mano del maestro o sia stato copiato dagli allievi, certo è, almeno così si afferma, che il disegno del Prado riporta le correzioni e i ripensamenti di Leonardo, che sono stati resi visibili con tecniche di esame all'infrarosso di due tipi differenti, le stesse tecniche che hanno reso possibile affermare che i veri colori della Gioconda del Louvre sono praticamente uguali a quelli della Gioconda del Prado dopo il restauro di questa, avvenuto nel 2010.
L'originale del Louvre è considerato troppo fragile per essere sottoposto a un restauro di quel tipo, per cui, data la preziosità del dipinto, almeno per ora non verrà sottoposto ad alcun restauro che non sia assolutamente necessario per conservarne l'integrità.
La Gioconda del Prado, storia e ipotesi
https://www.vanillamagazine.it/la-gioconda...ziosa-al-mondo/Nel caso della Gioconda Torlonia, pare che le indagini all'infrarosso abbiano accertato la presenza del disegno con i ripensamenti e le correzioni, come nel caso di quella del Prado, ma non ho capito se la cosa sia certa.
Scrivo "pare" perché non sono riuscito a trovare una foto chiara di questo dipinto, tantomeno una sua immagine all'infrarosso.
Dato che dceg sta per ricevere il catalogo della mostra all'Accademia dei Lincei, forse in quel volume ci sono notizie certe al riguardo. Attendo fiducioso.
Leonardo lavorò alla Gioconda del Louvre per almeno 15 anni dopo l'inizio del dipinto, per cui è giustificabile il fatto che in entrambe le versioni siano presenti alcuni particolari, come le sopracciglia, che il Maestro decise poi di eliminare, e il particolarissimo e forse inimitabile sfumato, mentre sono molto differenti i particolari dello sfondo.
Per quanto riguarda gli autori materiali delle due versioni di cui sto scrivendo, i nomi giudicati possibili sono 4: ho già citato Gian Giacomo Caprotti, detto Salaì, e Francesco Melzi, ad essi si debbono aggiungere i due spagnoli Fernando Yáñez de la Almedina,, e Hernando de los Llanos, che lavorarono con Leonardo nel periodo tra il 1503 e il 1505, proprio quando Leonardo iniziò il ritratto di Monna Lisa del Giocondo.
I due spagnoli lavorarono quasi sempre in coppia e hanno uno stile molto simile.
Alla luce dei particolari mancanti nelle due versione Prado e Torlonia, verrebbe da scrivere che proprio i due spagnoli possano esserne gli autori, uno di quella del Prado, l'altro di quella Torlonia, dato che Salaì e il Melzi accompagnarono il Maestro fino all'ultimo, addirittura egli designò Salaì erede della Gioconda del Louvre.
Uno dei due spagnoli in questione, non si sa bene quale perché nei documenti si parla di Ferrando Spagnuolo, lavorò con il Maestro nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio a Firenze, tra il 1503 e i 1504, forse anche alla preparazione del dipinto/affresco (encausto?) della Battaglia di Anghiari, tanto che nei cavalli presenti in alcuni dipinti successivi di Fernando Yáñez de la Almedina è giudicata chiara l'influenza dei cavalli che si possono vedere nei cartoni preparatori.
Giova però ricordare che l'opinione più recente su quell'opera è che non sia mai stata iniziata: di essa restano solo i cartoni preparatori e copie degli stessi, ma il cosiddetto encausto rimase solo allo stato della stesura dello strato iniziale a copertura della parete, strato che si dimostrò fin da subito inadatto, per cui il progetto rimase incompiuto, alla fase appunto di cartone preparatorio.