Ostraka - Forum di archeologia

Un Leonardo nei depositi di Montecitorio?

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view post Posted on 17/2/2022, 19:36
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Se l'attribuzione a Leonardo o a un allievo con ritocchi della mano del Maestro, di questo dipinto su tela, strappato nel '600 dall'originale tavola, venisse confermata, sarebbe una vera notizia bomba

https://www.lastampa.it/cronaca/2022/02/17...nardo_-2857323/

https://www.greenme.it/vivere/arte-e-cultu...tistico-romano/
 
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view post Posted on 17/2/2022, 19:58
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Strano è che il dipinto presenti, a quanto ho letto, dei pentimenti, che in genere vengono considerati segni di autenticità, non presenti nelle repliche e nelle copie. Che la Gioconda avesse una gemella?

Ho letto anche che le valutazioni artistiche vanno da una qualità modesta alla possibilità che ci sia la mano di Leonardo. Questo mi ha fatto tornare in mente quanto mi disse un conoscente, collezionista di opere seicentesche (possiede tra l’altro 125 „Maddalene“, che sono state anche esposte non molti anni or sono!): Il valore di un quadro dipende anche da di chi sia la parete in cui è infisso il chiodo cui è appeso.

E come al solito la superficiale ignoranza dei giornalisti, in questo caso de La Stampa, che scrivono, e purtroppo anche pensano, per frasi fatte, definendo la Gioconda "la tela più famosa del mondo": ma si tratta di un dipinto ad olio su tavola (di pioppo) non su tela!

Edited by dceg - 17/2/2022, 22:11
 
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view post Posted on 17/2/2022, 23:12

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CITAZIONE (dceg @ 17/2/2022, 19:58) 
Strano è che il dipinto presenti, a quanto ho letto, dei pentimenti, che in genere vengono considerati segni di autenticità, non presenti nelle repliche e nelle copie. Che la Gioconda avesse una gemella?

Una copia della Gioconda,attribuita ad un allievo di Leonardo e coeva della Gioconda originale è esposta al museo Stibbert di Firenze. E' addirittura ritenuta la prima copia della Gioconda.

La "tela più famosa del mondo" in riferimento alla Gioconda l'ho letta molto spesso sui giornali. Così come ho letto tante altre volte "il virus della peste"!
 
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view post Posted on 18/2/2022, 00:24
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La pratica delle repliche (fatte quindi dallo stesso autore o dalla bottega con la sua partecipazione) e delle copie era assai diffusa. In particolare per opere di successo venivano commissionate sia repliche che copie. Della Gioconda, come di altre opere di Leonardo, vi sono diverse copie e forse repliche, se quella di Montecitorio fosse davvero, almeno parzialmente, di mano di Leonardo, sarebbe propriamente una replica.
Peggiore del „virus della peste“ è quello dell‘ignoranza!
 
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view post Posted on 18/2/2022, 07:50
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Tutto le considerazioni che avete fatto sono condivisibili, in particolare la "battuta", assolutamente aderente alla realtà, espressa dal conoscente di dceg e cioè che "Il valore di un quadro dipende anche da di chi sia la parete in cui è infisso il chiodo cui è appeso".

Per questo mi ha sorpreso molto quanto riportato alla fine del breve articolo de La Stampa, copio e incollo
"A restaurare il dipinto è stata Cinzia Pasquali, tra le restauratrici più famose al mondo. Romana ed esperta di Leonardo da Vinci, vive da oltre 25 anni a Parigi e lavora al Louvre. È l’autrice di quello che è stato definito il "restauro del secolo": la "Sant’Anna con la Vergine e il Bambino", proprio di Da Vinci. Quando si è accorta delle analogie con la "vera" Gioconda, ha chiamato Vincent Delieuvin, capo curatore dei dipinti per il Louvre, che ha preso il primo volo per Roma."

Che la tela interessi il Louvre è comprensibile, penso ci possano essere 2 motivi: l'effettivo e sincero interesse nel trovare una vera replica del celebre dipinto, anche solo parzialmente di mano di Leonardo, oppure la gelosia e il desiderio di screditarla come tale, anche se il parere in merito, per ora ancora da confermare, viene dalla restauratrice di un altro celebre dipinto leonardesco conservato al Louvre.

Non so se sia vero, quell'articolo contiene tante inesattezze da far paura, dal definire "una tela" l'originale leonardesco della Gioconda fino allo scrivere che la presunta copia, su tela, venne ritrovata "a Montecitorio a inizio dicembre 2022", cioè fra 10 mesi... mica male, dato che il suo restauro risale al 2019!

Ho letto altri articoli in merito, in uno si dice che i colori o almeno alcuni di quelli con cui è stata realizzata la tela di Montecitorio, che in origine alcuni cronisti riportano sia stato un dipinto su tavola, strappato e trasferito su tela nel '600, facevano parte della tavolozza di Leonardo.
Non viene però citata la fonte di questo dato, che implicherebbe il fatto che siano state condotte analisi accurate, delle quali nessun altro cronista parla.

Del resto, se il dipinto è stato restaurato nel 2019 e la restauratrice informò della sua ipotesi il "capo curatore dei dipinti per il Louvre", che si precipitò subito a Roma, qualche indagine forse nel frattempo è stata fatta.
Non resta che attendere la comunicazione ufficiale da parte dei responsabili diretti, ricordando che il dipinto è di proprietà della Galleria Nazionale di Arte Antica di Roma, che lo ha dato in prestito a Palazzo Montecitorio.
Il che già questo ci dice che la questione sul chi, come e quando non sarà semplice da risolvere, visti i diritti accampati da più soggetti. E conosciamo bene le gelosie dei direttori di enti come questi.
 
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view post Posted on 18/2/2022, 09:04
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CITAZIONE (Usékar @ 18/2/2022, 07:50) 
i colori o almeno alcuni di quelli con cui è stata realizzata la tela di Montecitorio, che in origine alcuni cronisti riportano sia stato un dipinto su tavola, strappato e trasferito su tela nel '600, facevano parte della tavolozza di Leonardo.

Condivido pienamente le considerazioni di Usékar e aggiungo: che significa „i colori […] facevano parte della tavolozza di Leonardo“? Di solito questa espressione viene usata come figura retorica ad indicare che si tratta di tonalità di colore e del loro uso tipici di un determinato artista, non riferendosi direttamente alla composizione chimico-fisica degli stessi, come sembrerebbe in questo caso. Una formulazione meno ambigua non guasterebbe.
La Gioconda di Montecitorio sarebbe stata dipinta, come quella del Louvre, su tavola e poi (io ho letto nel 700) trasferita su tela. Per quel che mi risulta tali operazioni comportano non pochi rischi di danneggiamento e spesso compromettono, dato che il distacco non è operazione semplice e che per incollare la pellicola pittorica alla tela occorre esercitare una notevole pressione, spesso a caldo, su di essa, la superficie del dipinto. In quanto riportato dalla stampa non c‘è parola in merito. Ma perché venne distaccata, e in base a quali elementi viene datato il distacco, forse in base alla tela utilizzata? Anche la tavola della Gioconda del Louvre ha subito nel corso del tempo alterazioni, come assai spesso avviene, si è deformata e fessurata.
Un restauro, lo so bene avendo fatto restaurare da restauratrici di solida formazione diversi oggetti in mio possesso, comporta non solo le operazioni effettuate, ma una documentazione precisa e accurata di ogni loro fase sia in forma di immagini che di testo. Anche su questo il silenzio più completo,almeno su quanto reperibile.
 
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view post Posted on 18/2/2022, 09:22
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CITAZIONE (Usékar @ 18/2/2022, 07:50) 
la "battuta", assolutamente aderente alla realtà, espressa dal conoscente di dceg e cioè che "Il valore di un quadro dipende anche da di chi sia la parete in cui è infisso il chiodo cui è appeso".

Si riferiva nella fattispecie, ma il discorso ha un valore generale, ad un quadro, seicentesco appunto, esistente in due versioni, l‘una (a suo avviso di miglior qualità) in suo possesso, l‘altra appesa ad un chiodo infisso in una parete di proprietà di un Agnelli e celebrata dai critici.
 
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view post Posted on 18/2/2022, 12:01
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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CITAZIONE (dceg @ 18/2/2022, 09:04) 
La Gioconda di Montecitorio sarebbe stata dipinta, come quella del Louvre, su tavola e poi (io ho letto nel 700) trasferita su tela.

Hai ragione, andavo a memoria e ho sbagliato la citazione, che viene da questo articolo https://tg24.sky.it/roma/2022/02/17/gioconda-montecitorio

come anche quest'altra citazione, che copio e incollo
<< A far sognare il questore della Camera sono intervenuti Antonio e Maria Forcellino, che sostengono con prove frutto dell’ottima conoscenza che hanno del mestiere della pittura, che per la “Gioconda Torlonia” gli allievi del maestro impiegarono colori della sua tavolozza; che il dipinto presenta pentimenti incongrui con una copia; che le velature negli incarnati e nel paesaggio sono di una "trasparenza che echeggia in maniera puntuale la tecnica esecutiva di Leonardo operata nel dipinto del Louvre". >>
In realtà, chi sostiene quanto ho sottolineato è il solo Forcellino, vedi articolo di Finestre sull'Arte, citato più avanti.

Di strafalcioni i giornalisti ne hanno commessi a bizzeffe, il più incredibile mi sembra l'aver confuso il fatto che la tela in oggetto si trova concessa in deposito alla quadreria di Montercitorio, mentre quasi tutti hanno scritto che si trovava in un deposito di Montecitorio... come riportato sin nel titolone, aggiungendo addirittura l'aggettivo "nascosta", la testata giornalistica, seconda più importante d'Italia per diffusione, che ha dato la stura alla questione.

La rivista Finestre sull'Arte, di solito molto puntuale e precisa, ne tratta in rete la storia. A parte la solita autoreferenziale e fastidiosa irruenza che mostra Vittorio Sgarbi nell'esprimere la sua opinione, mi sembra che tutto il resto chiarisca bene la questione, a partire dal fatto che nell'articolo non c'è traccia del distacco da una tavola, avvenuto nel '600, operazione molto pericolosa, come sottolinei

CITAZIONE (dceg @ 18/2/2022, 09:04) 
Per quel che mi risulta tali operazioni comportano non pochi rischi di danneggiamento e spesso compromettono, dato che il distacco non è operazione semplice e che per incollare la pellicola pittorica alla tela occorre esercitare una notevole pressione, spesso a caldo, su di essa, la superficie del dipinto. In quanto riportato dalla stampa non c‘è parola in merito. Ma perché venne distaccata, e in base a quali elementi viene datato il distacco, forse in base alla tela utilizzata?

Tra l'altro, Cinzia Pasquali eseguì il restauro sulla tela nel 2019, per la sua esposizione nel corso della mostra all’Accademia dei Lincei, intitolata Leonardo a Roma. Influenze ed eredità (03.10.2019 - 12.01.2020).
Quindi a quel periodo risalirebbe il presunto viaggio a Roma, per esaminare il dipinto, di Vincent Delieuvin, capo curatore dei dipinti per il Louvre. Se il viaggio lo fece e gli fu possibile esaminare il dipinto, dovette rimanere deluso, visto che non ho trovata traccia di suoi commenti in merito, né positivi, né negativi, il che mi sembra paradigmatico: se lo esaminò, lo trovò decisamente poco significativo.

Qui, l'articolo di Finestre sull'Arte, che sottolinea anche lo strafalcione relativo al deposito, contenuto nel titolone dell'articolo del quotidiano dal quale tutto questo bailamme è partito

https://www.finestresullarte.info/debunkin...n-e-di-leonardo
 
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view post Posted on 20/2/2022, 15:09
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E qui un altro articolo di Finestre sull‘arte, citato nel precedente, che taglia la testa al toro. www.finestresullarte.info/opere-e-...onardo-da-vinci

Molto rumore per nulla, insomma. Una volta articoli come quello da cui ha preso avvio la vicenda si pubblicavano a ferragosto, tanto per riempire le pagine dei quotidiani, assieme a quelle dei coccodrilli negli stagni locali e degli UFO fatti in casa.
 
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view post Posted on 20/2/2022, 17:23
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Tuttavia, c'è chi insiste, articolo pubblicato stamattina, citando le 9 (ripeto nove!) pagine dedicate a questa Gioconda Torlonia, pubblicate nel catalogo della già citata mostra all’Accademia dei Lincei, intitolata "Leonardo a Roma. Influenze ed eredità (03.10.2019 - 12.01.2020)".
Quelle 9 (nove!) pagine furono scritte a due mani (pare) da Roberto Antonelli e Antonio Forcellino, curatori della mostra. E come si legge nell'articolo or ora indirizzato da dceg, già a marzo 2020

Il punto è, come si legge in molti degli articoli comparsi, che ci sono spunti che interessano la politica, o meglio la partitica, basta leggere chi promosse quella mostra e chi sta cavalcando, con dichiarazioni a dir poco azzardate, l'onda attuale.
 
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view post Posted on 20/2/2022, 17:49
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Ho proprio oggi ordinato il catalogo della mostra che citi; arriverà, così è promesso, altrimeneti Bezos finirà febbricitante ed emettendo leppo all'inferno tra i bugiardi, a metà della settimana prossima. Riferirò non appena possibile.

Edited by dceg - 20/2/2022, 18:18
 
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view post Posted on 20/2/2022, 20:08
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CITAZIONE (Usékar @ 20/2/2022, 17:23) 
Quelle 9 (nove!) pagine furono scritte a due mani (pare) da Roberto Antonelli e Antonio Forcellino, curatori della mostra. E come si legge nell'articolo or ora indirizzato da dceg, già a marzo 2020

Mi è rimasto nella tastiera un pezzo della frase, che doveva essere questa
"E come si legge nell'articolo or ora indirizzato da dceg, già a marzo 2020 Finestre sull'Arte aveva chiarito tutti i dettagli."

Venendo a quanto si può leggere in quest'ultimo lunghissimo articolo, una vera seconda Gioconda sarebbe quella del Prado, nel senso che tutta una serie di particolari relativi a quel dipinto sembrano testimoniare che fu eseguito nella "scuola" di Leonardo, seguendo il maestro mentre dipingeva la Gioconda del Louvre.
Quindi non si tratterebbe di una copia, ma di un originale di un allievo di Leonardo, dipinto nello stesso periodo in cui Leonardo dipingeva l'opera sua.
Dato che Leonardo impiegò 5 anni per arrivare a lasciarci un dipinto che è ancora incompleto in parte dello sfondo, il "copista" doveva essere persona vicinissima al maestro, Salaì? Melzi? O chi altri?
Tra l'altro, al di sotto del dipinto del Prado si è scoperto il disegno preparatorio, che pare sia uguale a quello che si è potuto rilevare al di sotto del lavoro del maestro.
Inoltre, il suo restauro ha rivelato che colori sembrano proprio gli stessi che si sono potuti rilevare al di sotto della patina che il tempo ha steso sulla Gioconda del Louvre.

A parte questo disegno, le altre stesse particolarità, come i ripensamenti in corso d'opera, pare siano state riscontrate anche nella Gioconda Torlonia, che tuttavia nella veste finale non mostra grande "diligenza" nell'osservare le tipiche caratteristiche dei dipinti leonardeschi, come l'uso sofisticatissimo dello sfumato.
Anche quella del Prado, tuttavia, non raggiunge il livello del maestro in questa tecnica.

Ma se il dipinto del Prado, per questi motivi, viene considerato di autore ignoto ma appartenente alla cerchia leonardesca e realizzato in contemporanea all'opera del maestro, applicando l'analisi delle stesse particolarità a quello Torlonia si arriverebbe alle medesime conclusioni, anche se la qualità finale del dipinto del Prado è ben superiore a quella del Torlonia.

Mi scappa però di osservare che in nessun dipinto chiamato "copia della Gioconda" del Louvre, tra quelli che vengono illustrati nell'articolo di cui sto parlando, mostra sullo sfondo i dettagli dell'originale leonardesco, il che significa che a un certo punto il "copista" o si stancò o uscì dalla cerchia del Maestro. Comunque completò lo sfondo a modo suo, come gli fu possibile.

Mi riferisco in particolare al ponte che si vede sopra la spalla sinistra di Monna Lisa e alle anse del fiume che si vedono alla sua destra www.lamiabellatoscana.it/wp-conten...12/Gioconda.jpg
Si tratterebbe di un paesaggio riferibile a una zona ben precisa della valle dell'Arno, quella che viene chiamata Terra delle Balze.
È materia ancora di discussione se il ponte si debba identificare in quello detto Ponte a Buriano, oppure nello scomparso Ponte di Valle. Tuttavia, la veduta sembra essere quella dal Castello di Laterina, vedi www.lamiabellatoscana.it/2011/12/i...ggio-della.html

Per concludere.
Sgarbi ha bollato la Gioconda Torlonia come "un dipinto da arredamento" e anche non prprio eseguito da una buona mano.
Tuttavia, forse quel dipinto una certa importanza ce l'ha: se come quello del Prado fosse stato dipinto copiando il disegno preparatorio da quello leonardesco, utilizzando la stessa tavolozza di colori e apportando in corso d'opera alla figura di Monna Lisa e alle sue mani le stesse correzione, gli stessi ripensamenti del maestro, avrebbe una importanza storicia e una utilità p4er capire la maniera di lavorare di Leonardo e quali colori veramente utilizzasse.
 
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view post Posted on 20/2/2022, 23:30
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Non so se sia altrimenti documentato il procedimento che sembrerebbe essere stato adottato durante l'esecuzione della Gioconda o quanto meno nel periodo iniziale di essa: il maestro esegue il suo lavoro, con i disegni preparatori, i pentimenti ecc. e parallelamente (non si spiegherebbe altrimenti la presenza di pentimenti e disegni preparatori sottostanti i dipinti) uno o più allievi eseguono le copie. A me, ma sono ben poco esperto in materia, non risulta, almeno non in questo modo.

Una produzione più o meno "in serie" con moltissime repliche (pensiamo solo ai ritratti di Martin Luther) è stata certamente quella di Lucas Cranach il Vecchio, che avrebbe prodotto assieme alla sua bottega qualcosa come cinquemila opere, di cui un migliaio sarebbero note.

Che di molte opere, tra cui anche quelle di Leonardo, esistano repliche e copie, come ho già detto precedentemente, anche coeve è indubbio, ma l'esecuzione in parallelo?

L'unico esempio di esecuzione "parallela" di quadri che mi sia noto è quello di Monet, che dipingeva un'intera serie di quadri dello stesso soggetto - famosi i 33 della cattedrale di Rouen - dipinti da un punto di vista, se non proprio fisso, almeno poco diverso, ma rappresentanti la cattedrale in diverse condizioni di luce, per cui, nell'arco della giornata Monet si dedicava a diversi quadri. Ma questo è un discorso ben diverso.

Edited by dceg - 20/2/2022, 23:46
 
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view post Posted on 21/2/2022, 06:32
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Da quel che ho capito, non si parla di repliche eseguite dal maestro stesso, bensì di lavori portati avanti da allievi.

Non è chiaro, nei due casi della Gioconda del Prado e della Torlonia, se il disegno preparatorio sia di mano del maestro o sia stato copiato dagli allievi, certo è, almeno così si afferma, che il disegno del Prado riporta le correzioni e i ripensamenti di Leonardo, che sono stati resi visibili con tecniche di esame all'infrarosso di due tipi differenti, le stesse tecniche che hanno reso possibile affermare che i veri colori della Gioconda del Louvre sono praticamente uguali a quelli della Gioconda del Prado dopo il restauro di questa, avvenuto nel 2010.
L'originale del Louvre è considerato troppo fragile per essere sottoposto a un restauro di quel tipo, per cui, data la preziosità del dipinto, almeno per ora non verrà sottoposto ad alcun restauro che non sia assolutamente necessario per conservarne l'integrità.

La Gioconda del Prado, storia e ipotesi
https://www.vanillamagazine.it/la-gioconda...ziosa-al-mondo/

Nel caso della Gioconda Torlonia, pare che le indagini all'infrarosso abbiano accertato la presenza del disegno con i ripensamenti e le correzioni, come nel caso di quella del Prado, ma non ho capito se la cosa sia certa.
Scrivo "pare" perché non sono riuscito a trovare una foto chiara di questo dipinto, tantomeno una sua immagine all'infrarosso.
Dato che dceg sta per ricevere il catalogo della mostra all'Accademia dei Lincei, forse in quel volume ci sono notizie certe al riguardo. Attendo fiducioso.

Leonardo lavorò alla Gioconda del Louvre per almeno 15 anni dopo l'inizio del dipinto, per cui è giustificabile il fatto che in entrambe le versioni siano presenti alcuni particolari, come le sopracciglia, che il Maestro decise poi di eliminare, e il particolarissimo e forse inimitabile sfumato, mentre sono molto differenti i particolari dello sfondo.

Per quanto riguarda gli autori materiali delle due versioni di cui sto scrivendo, i nomi giudicati possibili sono 4: ho già citato Gian Giacomo Caprotti, detto Salaì, e Francesco Melzi, ad essi si debbono aggiungere i due spagnoli Fernando Yáñez de la Almedina,, e Hernando de los Llanos, che lavorarono con Leonardo nel periodo tra il 1503 e il 1505, proprio quando Leonardo iniziò il ritratto di Monna Lisa del Giocondo.
I due spagnoli lavorarono quasi sempre in coppia e hanno uno stile molto simile.

Alla luce dei particolari mancanti nelle due versione Prado e Torlonia, verrebbe da scrivere che proprio i due spagnoli possano esserne gli autori, uno di quella del Prado, l'altro di quella Torlonia, dato che Salaì e il Melzi accompagnarono il Maestro fino all'ultimo, addirittura egli designò Salaì erede della Gioconda del Louvre.

Uno dei due spagnoli in questione, non si sa bene quale perché nei documenti si parla di Ferrando Spagnuolo, lavorò con il Maestro nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio a Firenze, tra il 1503 e i 1504, forse anche alla preparazione del dipinto/affresco (encausto?) della Battaglia di Anghiari, tanto che nei cavalli presenti in alcuni dipinti successivi di Fernando Yáñez de la Almedina è giudicata chiara l'influenza dei cavalli che si possono vedere nei cartoni preparatori.

Giova però ricordare che l'opinione più recente su quell'opera è che non sia mai stata iniziata: di essa restano solo i cartoni preparatori e copie degli stessi, ma il cosiddetto encausto rimase solo allo stato della stesura dello strato iniziale a copertura della parete, strato che si dimostrò fin da subito inadatto, per cui il progetto rimase incompiuto, alla fase appunto di cartone preparatorio.
 
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view post Posted on 21/2/2022, 08:43
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Questa è la Gioconda Torlonia, immagine tratta dall’articolo di Finestre sull’arte da me citato precedentemente https://1890056479.rsc.cdn77.org/rivista/i...a-torlonia.jpeg
Nello stesso articolo viene citato un altro articolo (www.finestresullarte.info/opere-e-...ia-di-giorgione) in cui si spiegano i motivi per cui probabilmente non verrà mai effettuato un restauro della Gioconda del Louvre: non solo e non tanto la fragilità del quadro, quanto il fatto che il restauro ne distruggerebbe l‘immagine ormai diffusa e consolidata, divenuta più simbolo che realtà. Sarebbe un po‘ come restituire al Partenone la sua policromia. Ci si è abituati a vedere le opere in un certo modo e non si „vuole“ vedere altrimenti, neppure se quell‘altrimenti corrisponde all‘originale come voluto dll‘artista.
È un po‘ come quanto succede nella musica, in cui le esecuzioni con strumenti originali, o copie di essi, non sempre vengono apprezzate, anche se la pratica è oramai diffusa. Esempio per me sintomatico sono le a mio avviso deprecabili esecuzioni (accettabili solo se definite: rielaborazioni, ammesso che rielaborazioni siano accettabili, un po‘ quindi come la Gioconda con i baffi di Marcel Duchamp) ma ancora ammiratissime delle opere di Bach di Glenn Gould.
Se qualcuno degli sperabili 24 lettori per questo vorrà lapidarmi, mi lagnerò tacendo

Edited by dceg - 21/2/2022, 09:17
 
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