Ostraka - Forum di archeologia

Il guerriero di Capestrano, storia poco nota dei reperti, Il probabile significato delle statue e del tumulo

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 15/8/2022, 16:36
Avatar

Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

Group:
oikistés
Posts:
4,026
Location:
Verona - Forlì

Status:


Qualche settimana addietro mi sono imbattuto, su un noto social network, in un post che parlava del guerriero di Capestrano e commentava solo quella statua.
In realtà, il tumulo ha restituito molto di più, permettendo di ricostruire un gruppo familiare, in maniera ben più completa di quanto si è potuto fare per i bronzi dorati di Cartoceto.
Dato che avevo avuto modo di leggere la storia degli scavi effettati nel sito in cui è stata ritrovata quella magnifica statua, ho scritto un commento con una serie di precisazioni in merito.
Dato che al momento andavo a braccio (vedi ultime righe), ho cercato nel mio archivio la documentazione relativa e ne ho poi aggiunto un secondo, più preciso e dettagliato.
Presento di seguito il primo commento, così come l'ho scritto, aggiungerò domani il seguito.

Il Guerriero di Capestrano

https://upload.wikimedia.org/wikipedia/com...0_ac_ca._02.jpg

foto a colori della statua, parte frontale, si vedono le tracce di colore rosso che mettevano in evidenza le armi

https://www.abruzzoturismo.it/sites/defaul...rano_grande.jpg

foto in bn fronte retro, con accanto il torsetto muliebre recuperato nello stesso tumulo

Sul pilastrino alla dx della statua è presente una scritta, in lingua che si ipotizza picena o osco-umbra, viene letta così "MA KUPRí KORAM OPSÚT ANI{NI}S RAKINEL?ÍS? POMP?[ÚNE]Í".

Adriano La Regina ne ipotizzò questa traduzione "Me, bella immagine, fece (lo scultore) Aninis per il re Nevio Pompuledio" e anni fa in un articolo pubblicato dalla rivista National Geographic venne avanzata l'ipotesi che Nevio Pompuledio sia da identificare con Numa Pompilio, 2° re di Roma.

Tuttavia, recentemente si è ipotizzata una interpretazione più cauta "Mi fece (fare) Aninis per Pomp ????" vedi

http://www.archeoabruzzo.beniculturali.it/...uvhKKehi3wA3jS0

Questa statua faceva parte di un gruppo di 4, delle altre 3 sono noti le basi con i piedi e parte delle gambe, e un busto di donna, trovato sempre nel 1934 accanto alla statua del guerriero e di dimensioni più piccole rispetto a quelle del busto del guerriero

https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?...yDL8Ms&usqp=CAU

Un busto maschile di dimensioni più piccole e con ornamenti analoghi a quello del guerriero "maggiore" è comparso tempo addietro in un'asta negli USA.
Questo ha dato origine a un dibattito, tutto italiano, sul fatto che lo Stato lo dovesse acquistare oppure aprire un contenzioso per la restituzione.
Purtroppo, pur sospettando che dal tumulo nel quale sono stati ritrovati i reperti noti, qualcuno abbia illegalmente sottratto qualche reperto, non ci sono prove al riguardo, solo sospetti.

In ogni caso, l’ipotesi che si è fatta è che sopra il tumulo che ospita le tombe fossero collocate le statue di 2 coppie di sposi molto importanti: in posizione dominante, il Guerriero e la donna del busto ritrovato, in posizione inferiore un’altra coppia, sempre guerriero – donna, di dimensioni minori.

Dato che nel tumulo, in posizione leggermente più bassa rispetto alla tomba principale, fu rinvenuta una fossa senza tracce di cadavere, ma con armi e paramenti analoghi a quelli ritrovati nella fossa principale, si suppone che la coppia “minore” sia quella composta dal fratello del “maggiore” e sua moglie.

Questo “fratello minore” sarebbe morto in battaglia e il suo cadavere non sarebbe stato ritrovato.

Non ho avuto il tempo di rintracciare il lavoro che ne parla dettagliatamente, sono andato a memoria, nei miei ricordi certamente ci sono errori e imprecisioni, ma il succo è questo.
 
Top
view post Posted on 19/8/2022, 07:21
Avatar

Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

Group:
oikistés
Posts:
4,026
Location:
Verona - Forlì

Status:


Ecco il secondo intervento, più lungo, completo e documentato del precedente.


Una bella presentazione da parte di Vincenzo d’Ercole si può leggere qui
https://www.academia.edu/44889840/Museo_na...o_di_Capestrano
Vincenzo d’Ercole è forse il maggior conoscitore della materia oggi esistente, finalmente sono riuscito a rintracciare il lavoro da lui pubblicato nel numero d marzo 2022 della nota rivista Archeo.

Nell’articolo di cui sopra ho trascritto l’indirizzo, d’Ercole scrive, copio e incollo
“Sul pilastrino destro è presente un’iscrizione, in quella che viene chiamata lingua osco-sabellica, che recita: «me, bella immagine, fece Aninis per il re Nevio Pompuledio». Adriano La Regina, il maggiore esperto dei Sanniti, ritiene che l’autore dell’opera si chiami Aninis; la terminazione del nome (di Nevio, ndr) non è ben leggibile perché è rovinata: Pompuleio o Pompuledio. Ricordiamo che uno dei primi re di Roma si chiamava Numa Pompilio (nato nel 754 e morto nel 676 a.C.); Numa Pompilio è il re sabino che regna dopo Romolo, e i sabini sono coloro che abitavano dalla valle del Tevere (quindi da Cures cioè Passo Corese, dove era originario Numa Pompilio) fino al mare Adriatico e per tutte le montagne dell’Appennino. Il popolo a cui fa riferimento la statua è quello dei Vestini che faceva parte di una grande confederazione, una lega, che loro stessi definivano Safin, termine che veniva tradotto in latino Sabini e in greco Sanniti. Una parola presente sul guerriero, Raki, indica il suo ruolo di re.”

Due osservazioni:
- con queste parole, d’Ercole sembra appoggiare l’ipotesi che il personaggio al quale si riferisce la statua si possa identificare con Numa Pompilio:
- sulla statua, d’Ercole non dice esattamente in quale posizione, c’è anche scritto Raki, che in osco-sabellico indica il suo ruolo di re. Leggo questa notizia per la prima volta.

Come ho scritto, nel mio commento precedente andavo un po’ a memoria, aggiungo ora alcune precisazioni e correggo qualche errore.

Gli scavi procedettero a intervalli anche tra loro molto lunghi, purtroppo questo consentì la parziale depredazione di molte tombe della necropoli di Capestrano, e non solo delle tombe.
Per esempio, valga la storia del torso battuto all’asta da Sotheby’s a New York, il 17 dicembre 1992, quindi già 30 anni fa, non recentemente come ho scritto nel commento precedente, e venne aggiudicato per 231.000 dollari (mi scappa di scrivere “dolori”…)
Nella primavera di quell’anno, copio dall’articolo di d’Ercole citato all’inizio di questo commento,
“la Provincia de L’Aquila effettua lavori per la rete idrica nell’area della necropoli, in conseguenza dei quali, nel mese di settembre, la Soprintendenza Archeologica dell’Abruzzo conduce scavi di emergenza che portano alla luce resti neolitici e tre tombe arcaiche; a dicembre, la sede di New York della casa d’aste Sotheby’s vende, per un importo di 231.000$, un torsetto in pietra del tutto simile al Guerriero di Capestrano. Naturalmente, senza un esame autoptico della statua e senza adeguate analisi, è impossibile esprimersi sull’eventuale autenticità del reperto; tuttavia le circostanze concatenate di scavi non controllati nel sito archeologico di Capestrano (penso si riferisca a quelli per la rete idrica, ndr), rinvenimenti archeologici di sepolture arcaiche nei mesi immediatamente precedenti la comparsa del manufatto sul mercato e la relativamente cospicua quotazione raggiunta dal pezzo …. Lasciano aperti tutti i dubbi e le possibilità”.
restituzione grafica della parte frontale del torso di guerriero, battuto all’asta da Sotheby’s il 17.12.1992 e aggiudicato per 231.000$ (da Cairoli, d’Ercole -Ricerche archeologiche a Capestrano: dal cantiere al laboratorio, Roma, 2004)
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t39...ywg&oe=63033123

Durante gli scavi del 1937, il 23 giugno venne data notizia del rinvenimento di una “base con piedi”, in pratica la porzione inferiore di una statua con una figura stante, e ai primi di luglio «due basi di statue con piedi, della stessa pietra e dello stesso stile di quelle già rinvenute». Di queste venne comunicata al Ministero e si conserva ancor oggi una descrizione essenziale: «una è fornita di pilastri come quella del guerriero (quello intero, ndr) con presumibili tracce di lettere per quello di destra; la seconda più piccola sembra appartenere al torsetto muliebre già scoperto».
Purtroppo, queste 3 basi sono attualmente irrintracciabili, non è chiaro se siano andate proprio perdute oppure se si trovino nei magazzini di uno dei musei ai quali all’epoca tutti i reperti di quella zona venivano indirizzati, cioè il Museo Nazionale Romano, che ospitò inizialmente tutti i reperti rinvenuti nel 1934, e il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia.
In ogni caso, quello con la scritta su uno dei pilastrini potrebbe appartenere ad una seconda statua virile, mentre una delle altre due potrebbe essere quella della statua alla quale apparteneva il torso femminile ben noto.
Forse anche l’altra base, a questo punto e viste le ipotesi avanzate circa il fatto che si sarebbe trattato delle statue di due coppie re – regina, appartiene alla seconda persona di sesso femminile, della quale non abbiamo, almeno per ora, altra traccia.

Come scrive Elisa Cella (La necropoli di Capestrano: “nuove” acquisizioni, in Mediterranea: quaderni annuali dell'Istituto di studi sulle civiltà italiche e del Mediterraneo antico del Consiglio nazionale delle ricerche, IX, 2012, Fabrizio Serra Editore, pag. 64)
“C’è da chiedersi, peraltro, se ai resti della statua virile recuperata nel 1937 (la base con piedi e pilastrini, su uno dei quali si scorgevano accenni di scrittura) non fosse originariamente pertinente il torso maschile di provenienza ignota venduto il 17 dicembre 1992 dalla casa d’aste Sotheby’s a New York, analogo per fattura, nonché per l’adozione del colore rosso per sottolineare a contrasto gli elementi dell’arma-mento scolpiti sulla pietra, in tutto simili a quelli raffigurati sulla statua del Guerriero.”

Il torsetto venduto all’asta mostra molti particolari identici a quelli presenti sul torso della statua intera: al collo portano un torque uguale, così come i bracciali o armille sugli omeri, identica è l’accetta che reggono nella mano sx, identiche sono la posizione delle mani e l’atteggiamento delle stesse, identica la forma generale delle spade e dell’armatura, mentre diverse sono le impugnature delle spade e alcuni particolari dell’armatura, come per es. la fibbia che regge la spada.
Non solo: le armi scolpite su entrambe le figure recano tracce di colore rosso, sia pur molto parziali, che ne esaltano il contrasto con la figura di fondo.

I particolari della spada del torsetto sono relativamente semplici, mentre molto sembrano dire quelli della statua intera.
Sul guardamano di questa sono scolpiti due cavalli al galoppo, sull’impugnatura vera e propria si vedono chiaramente due figure umane maschili che impugnano lance, sul puntale d’Ercole distingue, sia pur a malapena, due figure di uomini-toro.

La statua intera venne rinvenuta nei pressi di due fosse, una delle quali conteneva lo scheletro di un maschio adulto con deposta al fianco sx una grande spada in ferro.
A fianco di questa fossa ce n’era un’altra, più corta e larga, nella quale d’Ercole, che ne diresse lo scavo, scrive che non fu deposta alcuna salma (evidentemente, non solo non se ne trovarono i resti, ma nemmeno tracce d’impronta o altri particolari che ne indicassero la presenza), ma fu deposto il ricco corredo in ferro di un guerriero: spada, testa di mazza, due lance, rasoio, calzature di legno chiodate.
In più, venne deposto un servizio da banchetto: grattugia per il materiale utilizzato per insaporire le bevande, alari e spiedi in ferro per cuocere le carni, un grande dolio in ceramica e bicchieri in lamina di bronzo per bere il vino nel dolio contenuto.
Molto probabilmente, la “scomparsa” base con piedi e iscrizione era pertinente alla statua di questo guerriero, così come il torsetto venduto all’asta nel 1992.

Tenere presente che il re Nevio Pompule(d)io è rappresentato con una lancia di 136 cm su ciascun lato e sembra portare dei calzari, forse un paio di sandali di legno e cuoio, chiodati, simili a quelli rinvenuti nella fossa minore.

Le figure sull’elsa della sua spada richiamano i Dioscuri scesi da cavallo.
Tito Livio (AUC, Lib. II, 20) ci racconta dell’importante e decisivo ruolo svolto da due mitici cavalieri nella battaglia del Lago Regillo, combattutasi tra Romani e Latini agli inizi del V sec. a.C., data compatibile con la datazione dei reperti (la spada lunga in ferro denominata “tipo Capestrano” compare nel VI sec. a.C.).

Sembra dunque plausibile l’interpretazione del complesso come l’ho descritta nell’intervento precedente.
Viste le insegne scolpite sull’elsa della spada del re, la scritta più o meno decifrata, la sostanziale corrispondenza dei torsi dei due personaggi (benché non si possa esser certi che il torsetto mutilo provenga da quel tumulo), i corredi deposti nelle due fosse, c’è un richiamo a importanti figure della mitologia dei tempi, i Dioscuri, cavalieri guerrieri: probabilmente siamo in presenza della sepoltura di un re guerriero, al fianco della quale fu creato un cenotafio per un altro importante guerriero, il cui corpo fu sepolto sul luogo in cui cadde in battaglia o nemmeno fu ritrovato. E questo guerriero era il fratello del re.

Il torso femminile, a giudicare dalle dimensioni modeste e dal seno poco sviluppato, potrebbe essere quello di una giovane donna appartenente alla famiglia reale, forse la sposa giovane di uno dei due e a essa sarebbe pertinente una delle due basi con piedi, senza scritta e “scomparse”, mentre il personaggio al quale è pertinente l’altra base non più rintracciabile forse era la sposa dell’altro.


PS: a proposito degli stinchi del guerriero completo, si è ipotizzato che presentino un accentuato spigolo frontale perché forse la statua era completa di schinieri di bronzo. A mio parere, non può essere così, dato che schinieri non ne sono stati rinvenuti, nemmeno nella fossa contenente tutte le armi dell'altro (?) guerriero
 
Top
1 replies since 15/8/2022, 16:36   781 views
  Share