CITAZIONE (Usékar @ 24/8/2022, 18:03)
Premetto che non mi interesso attivamente della Sindone, per cui non ho una personale opinione riguardo alla sua datazione, tantomeno alla sua autenticità, nel senso che sia il sudario del Cristo, cosa che credo nemmeno la Chiesa Cattolica abbia mai ufficialmente affermato.
Infatti, la Chiesa Cattolica considera la Sindone un'immagine sacra, cioè lo stesso status dei tanti bellissimi quadri che troviamo nelle chiese e nei musei italiani.
Ti ringrazio per l'articolo, che non conoscevo. Tuttavia non è certamente una confutazione della datazione al C14 della Sindone.Gli autori eseguono alcune analisi statistiche sui
raw data della datazione pubblicata su Nature nel 1989, trovando più "rumore" di quanto affermato in precedenza, ma senza cambiare il risultato, per loro stessa ammissione:
Our statistical results do not imply that the medieval hypothesis of the age of the tested sample
should be ruled outLa datazione aveva collocato la tela di lino della Sindone nel periodo 1260-1390 d.C.
Le prime notizie storiche di questa Sindone (perchè non era la sola), detta di Lirey, in Francia, risalgono intorno al 1350.
La tessitura della tela, detta
a spina di pesce, non era conosciuta durante il periodo romano, mentre appare in Italia e Francia nel Medioevo.
L'immagine della Sindone è ortogonale, quindi, se veramente fosse stata prodotta dal corpo sul quale il lenzuolo era avvolto (sangue, sudore, unguenti usati per trattare il morto), essa sarebbe stata deformata.
Quindi, o ha un'origine miracolosa oppure è stata prodotta da un artista.
Nel 1978, in occasione di un'importante ostensione, la Curia di Torino aveva permesso ad un certo numero di studiosi di eseguire delle analisi non distruttive sulla Sindone (era permessa l'asportazione di singole fibre). A parte l'asportazione di un piccolo riquadro di tessuto nel 1989 per la datazione al C14, nessun altro studio è stato ammesso sulla Sindone.
Pertanto, tutte le varie proprietà "irriproducibili" dell'immagine, derivano dalle osservazioni fatte nel 1978 e non sono più verificabili.
Un chimico americano, Walter McCrone, che aveva partecipato agli studi di Torino nel 1978, aveva trovato che le fibre dell'immagine contenevano rosso d'ocra, vermiglione e collagene (gelatina), implicando che l'immagine era stata dipinta con la tempera.
L'immagine attuale, come si vede anche nelle foto, è molto sbiadita, difficile da vedere da lontano. Invece in passato, l'immagine era molto ben visibile da lontano durante le ostensioni, che avvenivano anche all'aperto. Quindi è probabile che gran parte del colore si sia perso.
Secondo McCrone, l'immagine non sarebbe stata dipinta come nei quadri, ma pensandola come un'impronta impressa sulla tela, quindi con una colorazione più intensa dove s'immaginava premesse di più sul lenzuolo, come la fronte o la punta del naso. Questo avrebbe dato all'immagine le caratterisitche di un negativo fotografico, come scoperto dal primo fotografo della Sindone, Secondo Pia nel 1898.
Fu la prima proprietà "paranormale" attribuita all'immagine della Sindone (molte altre seguiranno).
Un artista dell'antichità non avrebbe potuto dipingere un negativo perchè la fotografia non era stata ancora inventata. ...