Ostraka - Forum di archeologia

La casa della nonna, Verona, Teodorico e S. Zeno, tra archeologia industriale e scultura medioevale

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view post Posted on 17/9/2020, 16:15
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Beh, ti dirò, molti anni fa, più di 50, quando la mia famiglia era ancora proprietaria di una stupenda e grande casa del 1300, durante opere di consolidamento delle fondazioni, scavammo nella terra battuta della cantina e trovammo alcuni marmi settecenteschi, un paio di busti-ritratto e le spalle e la maestà di un bel camino in marmo rosso ammonitico, che non è marmo, ma è chiamato così.

Oggi, le condizioni della mia spina dorsale non mi permettono più certe attività, tipo "vanga e badile", inoltre l'attuale cantina, che è ben diversa da quella precedente, è stata piastrellata e al di sotto delle piastrelle c'è un massetto in cemento armato...
 
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view post Posted on 17/9/2020, 17:05
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Chiedi a LA, lui di queste cose se ne intende!
Mi sarebbe sempre piaciuto abitare in una casa che avesse una storia!
 
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view post Posted on 18/9/2020, 07:25

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Di spina dorsale dolorante? Sì, sì, come no. LoScrigno_scavo
 
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view post Posted on 18/9/2020, 10:17
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Ah, con grande rincrescimento abbiamo dovuto lasciare quella casa perché il tetto era completamente da rifare.
La proprietà era divisa tra gli eredi di mia nonna e questi non volevano partecipare alle spese, la mia famiglia da sola non ce la faceva...

dcg, ti descrivo brevemente (? :D ) il nostro appartamento, il più bello della casa.

Muri di sasso, compresi quelli interni, spessore minimo 40 cm, quindi casa fresca d'estate e non fredda d'inverno.
Superficie appartamento 330 m², pavimenti tutti in palladiana a tessere molto piccole, che nei bordi e al centro disegnavano bande fiorite, soffitti affrescati alti 4.80 mt. Con quelle cubature scaldare l'appartamento d'inverno era un tantinello costoso...

La mia camera era 6x5mt, quella dei miei genitori 6x6, .
In ognuna delle 7 stanze c'era un grande camino, quello della cucina era semplicemente gigantesco ed era stato "costruito" nel '700, utilizzando i pezzi di un grande monumento funerario romano in calcarenite.
Le gigantesche zampe leonine che in origine sorreggevano il sarcofago (che giaceva smontato nel cortile interno della casa) erano le "spalle" del camino ed erano alte circa 2mt...
L'ambiente più grande era il salone per le feste, 7x11mt, 5mt di altezza.
Dal centro del soffitto, affrescato a cesti di fiori, pendeva un lampadario in legno scolpito, ricoperto di foglia d'oro zecchino.
Dal suo corpo centrale, che somigliava a un grande portafrutta a ripiani fogliati, uscivano 5 sirene-pesce ma alate, le cui bocche reggevano ciascuna 2 bracci con finta candela in legno che terminava con una lampada, alle pareti erano fissate una serie di sirene uguali, in modo da illuminare bene tutto l'ambiente...

dceg, quell'appartamento ti sarebbe sicuramente piaciuto, dallo spesso portone in quercia coperta da lastre di ferro decorate con appliques a grandi fiori, all'atrio a volte affrescate a cielo stellato, al piccolo giardino interno con pozzo etc.
 
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view post Posted on 18/9/2020, 11:44
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Un sogno!
 
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view post Posted on 18/9/2020, 17:24
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Mi manca solo il viale fiancheggiato da cipressi che conduce all'ingresso, ma magari c'era anche quello...
 
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view post Posted on 19/9/2020, 05:54
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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No, quello non c'era, era una bella casa di città, con torretta merlata, affacciata su un largo viale affiancato sul lato opposto alla facciata da vecchi tigli, tagliati a fine anni '960, per fare spazio al traffico cittadino...

In origine, il viale era un ramo dell'Adige, interrato dopo la grande e devastante alluvione del 1882, in seguito alla quale vennero costruiti gli attuali argini, terminati ai primi del '900.
Prima di allora, in quella casa si entrava arrivando in barca... anche se c'era l'ingresso posteriore, "normale" per così dire.

In quella zona, prima del 1882, nacque la fabbrica di cappelli Borsalino, che per follare e infeltrire la lana sfruttava l'energia meccanica prodotta, atttraverso due grandi ruote a pale, dall'acqua di altri 2 canali minori .
Due altri canali, paralleli agli altri 3, alimentavano una serie di segherie.

In questo senso, quel quartiere aveva una lunga storia di arrivo di tronchi fluitati dal Trentino, magari nella sezione "di tutto un po'" ve la racconterò, Verona prima del 1882 era una città letteralmente piena d'acqua, attraversata da almeno 3 piccoli affluenti dell'Adige, il quale a sua volta si apriva in 4 rami poco dopo l'entrata in città.
 
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view post Posted on 19/9/2020, 07:29
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Bellissimo!
 
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view post Posted on 19/9/2020, 22:17
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Un'osservazione, anzi due: la ditta Borsalino mi risulta essere di Alessandria. C'era una produzione anche a Verona? Per la produzione di feltri, almeno quelli di qualità veniva, e forse viene ancora, usato il pelo di coniglio.

Edited by dceg - 19/9/2020, 23:49
 
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view post Posted on 20/9/2020, 05:58
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Si, nel 1880 un piccolo stabilimento della Borsalino venne ubicato a Verona, in una zona nella quale berrettifici e cappellifici erano ubicati sin dall'inizio del '500, zona tutt'ora chiamata l'Isolo, anche se coompletamente interrata e il cui livello è stato innalzato di circa 5mt.

Lo stabilimento durò appunto fino al settembre 1882, quando venne distrutto dalla devastante inondazione dell'Adige, iniziata ai primi del mese e durata fino al 20. I veri disastri si produssero tra il 14 e il 18 di quel mese, quando i crolli di numerose case che si affacciavano direttamente sul fiume e sui suoi rami minori causarono almeno una ventina di vittime, undici delle quali nella zona nella quale sorgeva il piccolo stabilimento.

Una foto invernale dell'Isolo, con lo stabilimento della Borsalino in fondo, davanti al suo alto e snello "camino". A sx. il canale dell'Acqua Morta, a dx il canale del Pignolo, al di là delle case sulla destra c'erano i due canali delle Seghe

https://www.verona-in.it/wp-content/upload...a-Borsalino.jpg

Qui, un tratto del tracciato del canale dell'Acqua Morta, circa 1902, dopo l'interramento e l'innalzamento del piano.
Sulla estrema sx, subito prima di quello con la tenda, il poggiolo della casa di mia nonna, lungo 11 mt, se ne vede meno della metà

https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?...CAU&ec=45702847
 
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view post Posted on 20/9/2020, 07:15
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Grazie, molto interessante.
 
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view post Posted on 20/9/2020, 07:44
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Mi è scappato un errore, il poggiole era ed è lungo 16 mt...

Con questo, direi di chiudere l'amplissimo OT, molto personale.
Come ho scritto, magari aprirò un racconto nella sezione Di tutto un po', in fin dei conti anche questo argomento riguarda quella branca chiamata archeologia industriale, benché il mio racconto sarebbe orientato alla sola parte storica.
 
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view post Posted on 20/9/2020, 11:59
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Macché OT. Oltre all'aspetto, cui io stesso avevo già pensato, dell'archeologia industriale, ritengo non si possa escludere a priori che là ci fosse, anzi ci sia ancora, il Santo Graal, magari depostovi da Dietrich von Bern, da taluni identificato con Teodorico da Verona.
 
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view post Posted on 20/9/2020, 15:52

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Quello che "vecchio e triste al bagno sta . . ." (mentre mormorando per l'aprico/ verde il grande Adige va) quando ecco che il demonio se lo porta sotto le spoglie di un cavallo nero?
 
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view post Posted on 20/9/2020, 16:09
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Si, proprio quello lì, del Carducci: Sul castello di Verona batte il sole a mezzogiorno...
Il castello al quale si riferisce Carducci è quello situato sul colle di San Pietro, dietro la caserma austrica.
Quel castello è erroneamente detto di Teodorico, mentre venne fatto edificare da Berengario e "ristrutturato" dai veneziani.

Come scritto nel lemma citato da dcag, l'identificazione di Dietrich von Bern con Teodorico da Verona è molto controversa, certo è un fatto che Teodorico aveva la sua capitale a Ravenna ma risiedeva di preferenza a Verona.
E non a caso :P , abitavo nelle vicinanze dei resti di quello che alcuni studiosi hanno identificato come il suo palazzo, sul fianco destro della cavea del teatro romano.

In realtà, il governo di Teodorico era "subordinato" ai bizantini (fu ostaggio a Costantinopoli, prima di condurre i Goti in Italia a sconfiggere Odoacre) e quindi era giocoforza che il suo centro amministrativo fosse Ravenna, dove alla fine venne sepolto nel grande mausoleo. Ma pare che lui non amasse quella città, forse gli ricordava la "prigionia", oppure il fatto di essere un re non proprio sovrano... vedi pagg. 275, 278, 279 del lavoro di cui trascrivo sotto l'indirizzo.

La leggenda di Teodorico e della sua morte è studiata a fondo qui

www.academia.edu/38114174/_C_era_u...8_88_8444_104_1


Per quanto riguarda i toponimi Verona e Bern/Berna, fino agli anni '960 si credeva, o perlomeno così mi venne detto a scuola, che entrambi fossero legati al tedesco Bär, orso, e che addirittura Berna, nata solo dopo l'XI sec., avesse mutuato il nome da Bern, come era nota tra i tedeschi la città di Verona.
Dato che il toponimo Verona è però molto antico, forse addirittura pre-venetico, in ogni caso ben precedente alla romanizzazione del Veneto, si ipotizza che derivi da un vocabolo var, che designava le località ricche di acque, come erano Varese e Verona, per esempio.
In un'altra discussione, riguardante le vocali in italiano e la loro pronuncia, ho spiegato che ai non veronesi sembra che noi pronunciamo il nome della nostra città con una "e" molto chiusa, che fa suonare il nome quasi Varona...
Un linguista germanico ipotizza invece che sia di origine etrusca e lo scompone in 3 parti: ve-, cioè la radice con cui gli Etruschi designavano i Venetkens/Venetici, -ro- per scorrere e -na per indicare un centro abitato, quindi "la città venetica (dove) scorre (l'acqua)".
Cambia la derivazione, il significato è sostanzialmente lo stesso...

Diverso è il caso delle numerose Varano, il toponimo sembra derivare dal latino Varianus.

Per quanto riguarda Berna, in tedesco Bern, benché in alemanno fosse Bärn, nel 1980 è stata ritrovata una tavoletta in lingua celtica che ha fatto supporre che il toponomo derivi da un vocabolo di quella lingua che significa fessura o fenditura.
 
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