KomKom misteriosa città Maya, terza parte
Mi sono scordato di presentare immagini relative alla ricomposizione dei frammenti del vaso, eccone un paio: la prima mostra la ricomposizione della parte inferiore, la seconda la zona nella quale si leggono i glifi della data iniziale dell’812
https://i0.wp.com/mayadecipherment.com/wp-..._5352.jpg?ssl=1https://i.pinimg.com/736x/61/58/b3/6158b3d...f77fc993224.jpgIl Petén è una zona dell’America centrale che si estende tra il Messico, il Belize e il Guatemala. Un dipartimento di quest’ultima nazione ha questo nome e misura da solo quasi 34.000 kmq. mentre la zona messicana della biosfera di Calakmul ne misura circa altri 20.000
Qui una immagine dell’intera area del Petén, che rende un po’ l’idea delle sue dimensioni, tenendo conto che il Petén è delimitato a ovest dalle statali messicane 186, 19, a sud dalla 307 e dal confine del Guatemala e a nord ancora dalla 186, mentre la zona riquadrata, il cui margine meridionale è la poco visibile linea punteggiata che si attacca alla messicana 307, è il dipartimento guatemalteco che porta lo stesso nome.
www.google.com/maps/@16.9119281,-90.1092666,8.75z?entry=ttuNell’immagine si vedono i nomi e quindi la collocazione di alcune delle città che ho citato: Calakmul, El Naranjo e Tikal.
Baking Pot si trova nelle immediate vicinanze di San Ignacio, Yaxhà è a metà strada tra El Remate e Melchor de Mencos.
Gli studi archeologici condotti in questa grande area per capire la causa o le cause della crisi della società Maya di epoca classica, avvenuta a cavallo tra il VII e il X sec., negli ultimi 20 anni si sono giovati di tecniche interdisciplinari, fra le altre la palinologia, cioè lo studio dei pollini, le rilevazioni aeree con il LIDAR, un particolare radar che permette di vedere cosa c’è sotto la copertura della foresta e la dendrocronologia, che analizza gli anelli di accrescimento degli alberi.
I risultati dimostrano che a partire dall’VIII sec. quella zona visse una serie di periodi di siccità, i primi dei quali furono relativamente brevi, ma andarono allungandosi con il passare del tempo.
In particolare, alla fine di quel secolo i periodi di siccità iniziarono a durare anche più di dieci anni consecutivi e dalla metà del IX la situazione divenne drammatica.
Per capire a cosa portarono questi periodi di siccità prolungata è necessario avere presente come i Maya concepissero le forze che governano l’Universo, o meglio come nel Periodo Classico fosse strutturata la loro società in funzione del controllo delle forze della natura.
Nel Periodo Formativo, quindi più o meno dal 1000 al 200 a. C., gli studi palinologici associati a quelli relativi all’iconografia espressa attraverso le pitture sui loro vasi, la statuaria e la lavorazione della giada ci dicono che la loro alimentazione era prevalentemente a base vegetale e prevedeva la raccolta di molte specie, nel mentre procedeva la domesticazione del mais.
Le cose iniziarono a cambiare nel Periodo Preclassico, cioè dal 200 a. C. al 400 d. C., quando la coltivazione del mais diventò via via più estesa, fino ad arrivare al punto che nel successivo Periodo Classico divenne praticamente una monocoltura estensiva.
Per la sua crescita il mais richiede notevoli quantità di acqua, oltre che terreni aperti.
Nel Petén, zona inizialmente ricoperta da grandi foreste, dalla fase preclassica, che al fine di ricavare terreni coltivabili a mais comportò un disboscamento modesto, nella fase classica il disboscamento divenne importante.
A questo si aggiunse il disboscamento al fine di ricavare legname da ardere per la calcinazione della pietra calcarea e la costruzione dei loro grandi edifici piramidali e palaziali.
Ciò che gli studi effettuati portano a concludere è che i periodi di siccità sempre più lunghi furono causati proprio disboscamento estensivo ed eccessivo.
Per capire il perché della costruzione di quei grandi edifici è necessario conoscere qualcosa della evoluzione della loro società e delle loro credenze.
La struttura della società Maya di epoca classica era piramidale, come le loro più grandi costruzioni.
Foto della piramide cosiddetta del mago o del nano, città di Uxmal, che significa tre volte costruita, proprio perché i suoi edifici sono stati 3 volte rimodellati, in particolare la scalinata, che in origine aveva gradini più bassi e inclinazione leggermente minore, si vede anche nella foto che ci sono 3 strati di gradini.
Il tutto per consentire a un sovrano, il mago perché era il gran sacerdote che parlava con le divinità, che pare sia stato una persona di scarsa altezza https://c8.alamy.com/compit/hdt9g5/preisto...nita-hdt9g5.jpgProbabilmente è il personaggio ritratto in questa scultura inserita sulla facciata principale del cosiddetto quadrilatero delle monache e che si vede in questa mia foto
e forse anche in questa, con il corpo trasformato in quello di una tartaruga, che per gli antichi Maya era il primo personaggio comparso nel cielo all’atto della creazione dell’attuale Universo: la identificavano con la cintura di Orione e dopo molti millenni originò la Terra
Quasi tutte le piramidi furono costruite a gradoni, con piattaforme intermedie, sulle quali nel corso delle principali cerimonie piani bassi stavano i guerrieri, poi venivano i sacerdoti, quindi la nobiltà “di sangue”, al vertice fiancheggiato dai 2 sacerdoti di più alto rango stava il sovrano, che era l’equivalente del pontifex maximus per i Romani.
La struttura di queste piramidi a gradoni e piattaforme si vede bene in questa foto della maggiore tra quelle di Calakmul, purtroppo il tempio che eretto sulla piattaforma più alta è crollato ancora in antico
www.civitatis.com/f/mexico/palenqu...mul-589x392.jpgIl sovrano era anche considerato colui che procurava il nutrimento per il suo popolo.
A questo scopo periodicamente entrava da solo nella sala più buia del tempio che stava sulla sommità della piramide più sacra della sua città, per praticare la importantissima cerimonia dell’autosalasso, che aveva carattere anche cruento, nel senso che egli si forava le orecchie, la lingua e il glande per spargere il suo sangue su sottili strisce di carta.
Eccezionalmente la cerimonia poteva essere svolta dalla sua sposa principale, soprattutto quando era lei portatrice della linea di sangue reale, per cui il marito era salito al trono sposandola
statuetta dall'isola sacra di Jaina: sovrano Maya che si accinge a praticare la cerimonia dell'autosalasso, perforandosi il penehttps://research.mayavase.com/uploads/kerr.../hires/2821.jpgYaxchilan pannello 24: sovrano Maya che regge una torcia per illuminare la sposa principale che pratica l'autosalasso passando in un foro praticato attraverso la sua lingua una corda con denti di squalohttps://upload.wikimedia.org/wikipedia/com...n_Lintel_24.jpgYaxchilan pannello 15: il sovrano ha la visione del serpente, notare che nelle sua mani tiene la ciotola che contiene le striscioline di carta bagnate del suo sangue e che il serpente nasce da una ciotola ugualehttps://upload.wikimedia.org/wikipedia/com...n_Lintel_15.jpgNel corso della cerimonia, che era preceduta da un lungo digiuno purificatore e dall’assunzione di sostanze psicotrope tramite enema, il sovrano aveva la cosiddetta visione del serpente: in pratica si credeva che fosse in grado di abbattere il diaframma che lo separava dal mondo degli antenati divinizzati e poteva con essi avere colloqui riguardanti i futuro e impetrare fortuna e prosperità per il suo popolo.
Terminata questa visione, il sovrano usciva all’aperto, sulla piattaforma alla sommità della piramide e gettava i foglietti di carta imbevuti del suo sangue, assieme a una grande quantità di profumata resina di copale, sopra i carboni ardenti che stavano dentro due bracieri posti al fianco della porta del tempio.
Il fumo che si levava dai bracieri annunciava alla folla, raccolta nella piazza alla base della piramide, che il sovrano aveva avuto la visione, parlato con gli antenati e le altre divinità e ottenuto la promessa di garantire un ottimo raccolto.
Il popolo lanciava grida di tripudio e le famiglie tornavano alle loro dimore per festeggiare l’avvenimento.
Questa cerimonia si ripeteva più volte nel corso dell’anno, perché non solo era necessaria per garantire il raccolto: le divinità dei Maya potevano nutrirsi solo del sangue umano che inizialmente era quello che i sovrani donavano periodicamente.
Breve excursus.
Dopo un lungo digiuno e un clistere di liquido nel quale erano state macerate erbe dall’effetto psicotropo, il sovrano doveva salire una lunga scalinata dai gradini alti circa 30 cm e profondi 20 -25: a mio modo di vedere era già grande questa impresa.
Entrava da solo o al più accompagnato dalla sposa principale in una stanza buia e si bucherellava varie parti del corpo, a volte assieme alla sposa, per gettare abbondante sangue: ridotto in uno stato di grande spossatezza e prostrazione penso che anch’io vedrei tutte le possibili divinità e i mei cari trapassati.
Tutto questo pare che i sovrani Maya lo vedessero sotto la forma di scie luminose serpeggianti, per questo motivo venne chiamata visione del serpente e probabilmente da questo ne venne il culto.
Tremo al pensiero di scendere una ripida scalinata, alla fine della cerimonia: presumo che il sovrano venisse aiutato dai suoi sacerdoti.
Torniamo al disboscamento.
Le facciate delle piramidi erano coperte da uno strato di stucco, ricavato dalla calcinazione della pietra calcarea, che fino al VII sec. era spesso 20 -25 cm. e poi andò gradatamente assottigliandosi, arrivando a uno spessore di meno di 10 cm.
Lo stucco veniva poi dipinto con vivaci colori, tra i quali non a caso predominava il rosso sangue.
https://i.pinimg.com/736x/09/4d/1f/094d1f0...87b137855e0.jpgLa roccia calcarea costituisce tutta la base sulla quale sorge(va) la foresta del Petén e dello Yucatàn, quindi non si è mai esaurita né è mai diventato difficile procurarsela, solo che la sua calcinazione richiedeva roghi realizzati con grande quantità di legname di pregio, che doveva essere ricavato tagliando i grandi alberi della foresta.
Questa deforestazione andava ad aggiungersi a quella dovuta all’allargamento degli appezzamenti coltivabili.
Mentre le piramidi andarono moltiplicandosi, attività che richiedeva sempre più stucco, ogni sovrano richiedeva che almeno alla piramide più sacra, quella dedicata al suo lignaggio, venissero sovrapposte nuove facciate, anch’esse stuccate.
Oltre che di moltissimo stucco, l’erezione delle piramidi necessitava di molta manodopera, che ovviamente veniva richiesta ai sudditi.
E poi c’erano le abitazioni della famiglia reale, i locali dell’amministrazione e le abitazioni dei membri delle classi privilegiate, che erano molto prolifiche e quindi necessitavano di periodici allargamenti: anche queste erano costruite con lo stesso sistema.
Morale: grave ed estensivo disboscamento, pesanti corvée per il popolo minuto, periodiche siccità e quindi maggiore e ripetuta richiesta di sangue del sovrano, per impetrare la pioggia.
Mi sembra chiaro che col tempo il sangue del solo sovrano non fu più sufficiente e si dovettero cercare categorie di personaggi che potessero servire alla bisogna.
Si pensò quindi di far diventare protagonisti della cerimonia anche sovrani e valorosi guerrieri di altri luoghi, catturati in battaglia.
E questo portò a una serie di sanguinosi eventi bellici.
Nella prossima puntata cercherò di spiegare perché e come mai la lettura di quanto scritto sul vaso e sulle stele abbia fatto maggiore chiarezza sulla conoscenza dei motivi che portarono alla grande crisi dei Maya del Petén.