Aggiungo un altro link anche a questo sito, dove viene riportata la stessa notizia, corredata però, stavolta, da una serie di ulteriori dati e riflessioni:
https://tech.everyeye.it/notizie/atene-tro..._0JoEfhNTSd7d8I. Trovo plausibile identificare la donna seduta come una ricca signora ateniese, forse destinataria del sepolcro, mentre l'altra in piedi, rappresentata nel gesto di portarsi la mano al volto, potrebbe esser stata anche una schiava (così come si vede anche nel
séma di Thraseas ed Euandria), ma non sono sicuro che questa sia l'unica interpretazione possibile.
La scoperta è stata commentata, fra l'altro, da Olga Palagia, uno dei nomi più eminenti nell'ambito dell'archeologia ellenica (e forse il più conosciuto negli studi sulla scultura greca), che tuttavia, a mio avviso, non sempre arriva a formulare interpretazioni condivisibilissime. Quelle suggerite qui, in particolare, mi paiono oggettivamente poco realistiche.
Se - come il sito riporta - gli scavi hanno davvero intaccato un'antica area necropolare, quelle figure dovevano verosimilmente provenire dall'abbattimento di un ricco
naiskos funerario (quando e per mano di chi questo abbattimento sia avvenuto è però molto difficile stabilirlo, soprattutto in base alle sole foto pubblicate). Mi sembra tuttavia inverosimile che un privato potesse arrivare a distruggere il volto delle statue funerarie apposte sul proprio
mnema (ammesso che il monumento fosse stato ultimato mentre lui era ancora in vita, e non commissionato dai parenti dopo la sua morte), fra l'altro solo perché i ritratti sarebbero stati giudicati "poco accurati e/o idealizzati" (che poi, anche questo di per sé potrebbe quasi suonare come un controsenso...).
Similmente è strana anche l'attribuzione della distruzione del
naiskos alle leggi suntuarie di Demetrio di Falero. Demetrio resse le sorti di Atene fra 317 e 307 a.C. ed è ricordato da Cicerone nel
De legibus per aver promulgato alcuni decreti che avrebbero impedito agli artisti di realizzare monumenti funebri particolarmente grandi ed elaborati (cit.: "(...)
ne quis sepulcrum faceret operosius quam quod decem homines effecerint triduo"). Alla promulgazione di queste leggi si ricollega dunque solitamente la progressiva scomparsa dei grandi e raffinati monumenti funebri in marmo dalle necropoli dell'Attica, più spesso sostituiti in età ellenistica da piccoli
kioniskoi. Devo ammettere però di non aver mai letto che queste leggi potessero aver avuto anche una sorta di "valore retroattivo", andando a legittimare la distruzione di
sémata più antichi (quelli di cui ho notizia erano infatti tutti monumenti distrutti e riutilizzati in età cristiana per la costruzione di nuove strutture, anche funerarie).
A naso, io avrei pensato a monumenti funebri distrutti nella loro interezza in seguito alle devastazioni prodotte dai barbari, oppure ancora all'azione di gruppi di cristiani in età tardoantica o bizantina. Ma i dati sono forse troppo pochi al momento per potersi sbilanciare.