Ostraka - Forum di archeologia

Un sacrificio di cane nella Spagna romana?, Riflessioni sul ruolo del cane nel Mediterraneo antico

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icon11  view post Posted on 27/3/2020, 14:39
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- Γνῶθι σεαυτόν -

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Un'interessante notizia, sotto il triplice profilo archeologico, antropologico e archeozoologico, è stata recentemente riportata dalle colonne de La Repubblica, anche se infarcita, come spesso succede, di una serie di grossolane inesattezze e banalità: www.repubblica.it/scienze/2020/03/...WnTGNcYIB_0gwGw.

I resti di un esemplare di canide, di sesso femminile e di età compresa fra 2 e 4 anni, sono stati rinvenuti in una necropoli romana nel Sud della Spagna. Dalle analisi effettuate dai ricercatori spagnoli sulle ossa dell'animale, si è dedotto che dovesse trattarsi di una cagnolina incinta, probabilmente sacrificata al momento della morte del padrone, così da poter essere sepolta al suo fianco.

Più discutibili appaiono invece le considerazioni sulla selezione di razze canine ai tempi dell'Impero Romano: posso garantire infatti che ben prima di quest'epoca le popolazioni dell'area mediterranea e vicino-orientale conoscevano già un'ampia gamma di razze e tipologie di cani, selezionate per rispondere alle esigenze più disparate dei loro proprietari (quando non delle rispettive comunità).

Il rinvenimento in oggetto non fa che aggiungersi alla lunga lista delle sepolture di cani già note per il mondo classico, mostrando quanto fosse controverso il rapporto intrattenuto dagli antichi con quello che tutti noi oggi conosciamo come "il miglior amico dell'uomo".
 
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view post Posted on 27/3/2020, 15:40
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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L'articolo originale è disponibile solo a pagamento, qui l'abstract https://link.springer.com/article/10.1007/s12520-020-01033-1
In questo articolo, qualche particolare in più, in spagnolo, credo si capisca abbastanza https://www.lasexta.com/tecnologia-tecnoxp...0001be58e4.html

Da rilevare che l'animale è stato rinvenuto da solo, in una fossa singola, ma accanto a sepolture infantili:
"En particular destaca un perro de pequeño tamaño (algo más de 20 centímetros de altura), con miembros acortados y morro achatado, que hemos hallado en una fosa próxima a enterramientos humanos infantiles”
"In particolare, spicca un cane di piccola taglia (alto poco più di 20 centimetri), con arti corti e naso piatto, che abbiamo trovato in una fossa vicino a sepolture umane di infanti.”

Più curiosa è questa scoperta, avvenuta qualche addietro all'interno di un mausoleo a dado vicino a Mérida: i resti di quaranta cani, di differenti razze, assieme a quelli di una mangusta egiziana (Herpestes ichneumon, meloncillo, in spagnolo), probabilmente domestica. Anche questo articolo è in spagnolo ma credo si possa capire
https://elpais.com/elpais/2019/02/13/cienc...406_064090.html
l'articolo scientifico è stato pubblicato nell'ottobre 2018 da The Science of Nature, qui l'abstract
https://link.springer.com/article/10.1007/s00114-018-1586-5
 
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view post Posted on 27/3/2020, 16:32
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CITAZIONE (Usékar @ 27/3/2020, 15:40) 
Da rilevare che l'animale è stato rinvenuto da solo, in una fossa singola, ma accanto a sepolture infantili:
"En particular destaca un perro de pequeño tamaño (algo más de 20 centímetros de altura), con miembros acortados y morro achatado, que hemos hallado en una fosa próxima a enterramientos humanos infantiles”
"In particolare, spicca un cane di piccola taglia (alto poco più di 20 centimetri), con arti corti e naso piatto, che abbiamo trovato in una fossa vicino a sepolture umane di infanti.”

Questo dato è interessante, perché mi ricorda quanto letto forse un paio di anni fa per l'area di Lugnano in Teverina (Terni, Umbria), dove la scoperta di una necropoli del V secolo d.C., contenente perlopiù resti di bambini, aveva rilevato la frequente presenza di resti di cuccioli di cane sacrificati sulle sepolture. Questa evidenza aveva colpito gli archeologi, poiché era stata ritenuta ancora una ulteriore evidenza del fatto che nel tardo Impero Romano, ormai ufficialmente cristianizzato, potevano comunque sopravvivere pratiche cultuali di natura pagana, in certi casi anche cruente.
Qui il link al lemma di Wikipedia che descrive brevemente il sito di Lugnano: https://it.wikipedia.org/wiki/Necropoli_de...bini_di_Lugnano.
 
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view post Posted on 30/3/2020, 09:24

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In realtà nell'ultima trentina d'anni situazioni archeologicamente indagate di seppellimento di cani (o di parti di cani) in contesti culturalmente o anche solo psicologicamente sensibili vengono segnalate un po' ovunque, in orizzonti cronologici riferibili all'età romana senz'altro ma anche in epoche diverse persino preistoriche -se io ricordo bene.
E' una attenzione che oggi giustamente focalizziamo per l'evidente interesse di antropologia culturale, ma in fondo stiamo un po' scoprendo l'acqua calda (o per dirla meglio stiamo fornendo importanti e diversificate attestazioni materiali ad indicazioni però già sommariamente presenti nelle conoscenze di altra fonte) perché Filologi e Storici dell'Arte un certo nesso fra la sepoltura del cane ed una idea di custodia di contesti delicati, vuoi funerari o vuoi in termini di perimetrazione dello spazio "sicuro", lo conoscevano già (per esempio mediante rappresentazione sulle stele funerarie stesse, se non mi sbaglio).
 
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CITAZIONE (LAVORI ARCHEOLOGICI @ 30/3/2020, 10:24) 
In realtà nell'ultima trentina d'anni situazioni archeologicamente indagate di seppellimento di cani (o di parti di cani) in contesti culturalmente o anche solo psicologicamente sensibili vengono segnalate un po' ovunque, in orizzonti cronologici riferibili all'età romana senz'altro ma anche in epoche diverse persino preistoriche -se io ricordo bene. (...) Filologi e Storici dell'Arte un certo nesso fra la sepoltura del cane ed una idea di custodia di contesti delicati, vuoi funerari o vuoi in termini di perimetrazione dello spazio "sicuro", lo conoscevano già (per esempio mediante rappresentazione sulle stele funerarie stesse, se non mi sbaglio).

Ooooh, qui si apre un mondo! :D

Innanzitutto sì, cani nelle sepolture sono noti fin da epoche antichissime.
Uno dei primi casi (anche se non posso garantire che abbia ancora questo primato con sicurezza) è relativo alla tomba H 104 del sito natufiano di 'Ain Mallaha (nel Nord di Israele), dove intorno al 9600 a.C. un'anziana donna fu sepolta insieme con un esemplare immaturo di canide.
Qui un breve inquadramento del sito: https://en.wikipedia.org/wiki/'Ain_Mallaha.

Nella società classica, la deposizione di cani è attestata in molti tipi di contesti: sepolture di cani si trovano ad esempio in prossimità delle mura e delle porte urbane (forse poste a simbolica protezione dell'abitato), e sia dalle fonti letterarie che dalla ricerca archeologica sappiamo che anche certi santuari e culti ammettevano il sacrificio del cane (es. Ares Enyalios, a Sparta). L'attestazione di cani nelle sepolture umane, almeno in Grecia, è comunissima per tutta l'età protostorica, quando la pratica appare diffusa nella cultura micenea, e ancora nella successiva "Dark Age". Sul significato del cane in questi ambiti si discute da tempo, e non c'è una soluzione che sia unanimemente accettata dagli studiosi (motivi di affetto/ forma di ritualità atta alla protezione o purificazione della tomba/ elemento indicatore di rango). L'ultima motivazione in particolare è forse la più controversa, perché, pur essendo lampante il ruolo fondamentale svolto dal cane nei contesti delle cacce aristocratiche, non sembra si possano sempre legare con sicurezza la presenza di questo animale e l'alto rango del defunto (nonostante anche nell'Iliade, in occasione dei funerali di Patroclo, alcuni dei cani del principe defunto fossero stati esplicitamente sgozzati e gettati sulla pira funebre, al pari di alcuni dei suoi cavalli - anch'essi animali dalla forte valenza aristocratica).

A partire dall'età arcaica non mi sono noti ulteriori casi di sepoltura di cani in tombe destinate a personaggi di qualsivoglia rango (parlo sempre per la Grecia, ovviamente), mentre per l'età classica abbiamo la prima notizia di una sepoltura specificatamente destinata a un cane: si tratterebbe del cane di Santippo, padre di Pericle, morto e tumulato a Salamina, dove la sepoltura avrebbe poi dato origine al toponimo locale "Cinossema" (lett. "Tomba del cane"). E' tuttavia con l'età ellenistica (e ancor più con quella romana) che verso gli animali domestici (e in particolare verso i cani) si nota uno sviluppo sempre più accentuato di affettività: l'Antologia Palatina contiene infatti un gran numero di epitaffi redatti appositamente per la morte di questi amati animali (cagnolini morti per il morso di un serpente, segugi morti in battute di caccia al cinghiale etc.), e con l'età romana arrivano addirittura i primi monumenti funebri in pietra destinati a marcare le sepolture di cani. Una fra le più famose è senza dubbio la stele eretta alla memoria della cagnolina Partenope, vissuta nel II secolo d.C. (qui visibile in uno scatto dal Museo Archeologico di Istanbul: www.flickr.com/photos/130870_040871/33541769125), mentre dalla necropoli romana di Termessos (Pisidia) fu recuperato addirittura un piccolo sarcofago in calcare, realizzato fra II e III secolo d.C. da Aurelia Rodopi per il suo cagnolino Stephanos (qui in foto, sempre nel Museo Archeologico di Istanbul: www.flickr.com/photos/comber/3530200299).

Di raffigurazioni funerarie di cani se ne trovano numerosi esempi sui monumenti sepolcrali attici d'età classica (= periodo in realtà compreso fra la metà del V secolo a.C. e il 317 a.C., anno della promulgazione delle leggi suntuarie di Demetrio del Falero, che misero in profonda crisi il florido mercato dei monumenti funebri ateniesi in marmo). La presenza di cani su questi monumenti funerari (semata) è interessante perché, se si va vedere, delle numerose tipologie di cane conosciute dai Greci, appena tre sono presenti sulle stele e sui sepolcri attici: nelle stele, infatti, si vedono spesso cagnolini di Melite e segugi tipo Podenco, mentre Molossi sono raffigurati solo come statue funerarie accessorie, destinate a decorare i ricchi periboli (recinti) di famiglia. A partire dal XIX secolo, le proposte di interpretazione avanzate per questi cani sono state le più disparate (cani realistici, un tempo appartenuti ai defunti/ custodi della tomba/ simboli di status etc.). Le associazioni umano-cane ravvisabili sembrano più che altro riflettere la condizione sociale dei singoli defunti: i bambini e le donne sono infatti più spesso associati ai cagnolini di Melite (i tipici "cagnolini da salotto", dunque legati perlopiù ad ambienti domestici, come erano anche i soggetti umani in loro compagnia), mentre i segugi tipo Podenco stanno perlopiù al fianco di efebi e uomini adulti (dotati di maggiore libertà di spostamento, dentro e fuori la polis). Al contrario, il Molosso, cane storicamente deputato alla guardia della proprietà, potrebbe esser stato raffigurato come statua nel senso di ideale protezione del peribolo di famiglia, in accordo con quella che è la sua specifica inclinazione.
Quanto detto, va da sé, vale per l'arte funeraria attica d'età classica, mentre per i semata greci d'età ellenistica, per esempio, la situazione cambia già, mostrando schemi associativi (e quindi forse anche significati) differenti.

Da un punto di vista funerario, le inumazioni di cani accanto ai defunti tornano in età romana, ma, quando si tratta di vere e proprie sepolture, il più delle volte è forse per una questione affettiva, più che propriamente "rituale". Avevo in mente, oltre al sarcofago di Stephanos, anche il caso di un cagnolino di tipo analogo a quello trovato in Spagna, recuperato nella necropoli romana di Yasmina (Cartagine), che al momento della scoperta si mostrava come un esemplare abbastanza anziano e con segni di patologie importanti sulle ossa - indice questo che forse il cane aveva avuto una lunga vita, piena di cure e attenzioni, prima di venir sepolto nella necropoli, accanto ai suoi proprietari.
Ciò non toglie che il cane potesse anche essere "offerto" sulla tomba (o in sua prossimità), per alcune valenze che venivano tributate a questo particolare animale: oltre agli aspetti protettivi, infatti, si deve tener conto del fatto che il cane era ritenuto uno "strumento" dal grande potere catartico, in grado di purificare un contesto fortemente contaminato (com'erano quelli del funerale e del sepolcro). Pensando nello specifico al caso in oggetto, c'è poi anche l'aspetto della maternità/fertilità che secondo me non dovrebbe essere scartato: fin dall'età arcaica, infatti, la cagna era ritenuta (insieme con la scrofa) l'animale in assoluto più prolifico fra i mammiferi domestici, e dunque l'associazione della cagnolina incinta alla tomba di un soggetto morto in tenera età mi spingerebbe anche a riflettere in questo senso.

Edited by Perseo87 - 30/3/2020, 12:25
 
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view post Posted on 30/3/2020, 12:17
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Una domanda mi sorge spontanea: presso le popolazioni in cui era d'uso l'incinarazione, è possibile che anche i cani subissero la medesima sorte?
Mi risulta - ma non ne ho la certezza - che dal processo di combustione sopravvivessero (si fa per dire) frammenti di ossa. E' corretto?
In caso affermativo dovrebbe essere possibile stabilire autopticamente se fossero appartenute a cani, e forse anche a quale tipo.
 
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view post Posted on 30/3/2020, 14:24

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Omero Iliade a parte, in età romana classica posto che non si incinerano i bambini (perché in quanto troppo piccoli non entrati ancora a far parte della gens o per il motivo che fosse) non vedo perché si sarebbe dovuto incinerare i cani. Tra l'altro replicando una operazione costosa ovvero rischiando di mescolare i resti combusti con quelli del defunto, mmh!

Magari non sempre, ma -se fosse- qualche volta si riuscirebbe a riconoscere la differenza.
Invece non mi risulta. Quantomeno non mi è mai capitato di trovare cani in deposizioni particolari che avessero prima condiviso una incinerazione funeraria o simil-funeraria. Cani smembrati sì, con alcuni ossi spezzati intenzionalmente o separati dal resto dello scheletro per essere collocati in posizioni significative, ma incinerazioni di cani non mi è mai capitato.

Però vuoi mai?
 
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CITAZIONE (Righel @ 30/3/2020, 13:17)
Una domanda mi sorge spontanea: presso le popolazioni in cui era d'uso l'incinarazione, è possibile che anche i cani subissero la medesima sorte?
Mi risulta - ma non ne ho la certezza - che dal processo di combustione sopravvivessero (si fa per dire) frammenti di ossa. E' corretto?
In caso affermativo dovrebbe essere possibile stabilire autopticamente se fossero appartenute a cani, e forse anche a quale tipo.

Sulla questione dell'incinerazione neppure a me sono noti casi specifici di cani bruciati insieme con i loro padroni. La compresenza di resti di cani e cavalli, in associazione a sepolture di incinerati, dovrebbe essere registrata in talune sepolture elleniche (soprattutto a Creta) databili agli inizi dell'età del Ferro, ma è stato fatto notare che in queste deposizioni non si può dire di aver identificato il "rituale omerico", dal momento che nell'Iliade anche i cani e i cavalli vengono bruciati con Patroclo sulla pira, mentre i resti rinvenuti in quelle sepolture dagli archeologi non presentavano tracce di combustione.

I corpi dei cani venivano comunque bruciati nel mondo classico, ma più che altro, che io sappia, per scopi "terapeutici" (o, per meglio dire, magico-superstiziosi): Plinio il Vecchio elenca infatti una lunga serie di malattie e sindromi che, a suo dire, si potevano curare ricorrendo all'utilizzo di fluidi, organi o parti estratte dai corpi dei cani, fra cui ricordo la cenere ottenuta dal cranio di un cane bruciato (che, se non vado errato, serviva a evitare l'insorgere della rabbia in un soggetto morso da un cane idrofobo). L'elenco completo non ve lo riporto, anche perché è oggettivamente un tantino disgustoso; chi fosse interessato, può comunque leggersi i capitoli XXIX e XXX della Naturalis Historia.
 
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view post Posted on 30/3/2020, 15:44

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Beh se è per quello nella cultura romana classica sopravvivevano ricorrenze calendariali nella quali per definizione i cani se la passavano brutta.
A cominciare dai Lupercalia fino alla memoria dell'assedio gallico del Campidoglio con i supplicia canum (punizione ritualizzata per non aver abbaiato in occasione del celebre e cruciale assalto notturno, quello delle oche) https://en.wikipedia.org/wiki/Supplicia_canum
 
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CITAZIONE (LAVORI ARCHEOLOGICI @ 30/3/2020, 16:44) 
Beh se è per quello nella cultura romana classica sopravvivevano ricorrenze calendariali nella quali per definizione i cani se la passavano brutta.
A cominciare dai Lupercalia fino alla memoria dell'assedio gallico del Campidoglio con i supplicia canum

Assolutamente.
Sempre a Roma, un cane era sacrificato anche nell'ambito dei Robigalia, la festa celebrata tradizionalmente verso la fine di aprile, per favorire la maturazione corretta del grano e scongiurarne l'attacco da parte dei parassiti. In certi casi mi sembra che la carne di cane fosse utilizzata anche per imbandire certi banchetti sacri, ma non ricordo in connessione a quali eventi.

Nel mondo greco, invece, oltre al sacrificio di cani a Sparta in onore di Ares Enyalios, posso segnalare anche quelli offerti in Attica ad Afrodite Genetillide, considerata protettrice delle nascite. Un'altra divinità che richiedeva sacrifici di cuccioli di cane era poi Hekate Ctonia.
A tal proposito, un sacrificio di cane a una divinità probabilmente di carattere notturno ve lo posso segnalare, in ambito iconografico, su una singolarissima lekythos attica a figure rosse, del Museo Nazionale di Atene, dove si vede una donna china di fronte a una coppia di fiaccole infisse nel terreno, mentre porta in una mano il kanoun (il tipico cesto per le offerte sacrificali) e nell'altra regge per la coda un piccolo cane (in passato scambiato per un porcellino): https://weblimc.org/page/monument/2121775.
 
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CITAZIONE (LAVORI ARCHEOLOGICI @ 30/3/2020, 16:44) 
Beh se è per quello nella cultura romana classica sopravvivevano ricorrenze calendariali nella quali per definizione i cani se la passavano brutta.
A cominciare dai Lupercalia fino alla memoria dell'assedio gallico del Campidoglio con i supplicia canum (punizione ritualizzata per non aver abbaiato in occasione del celebre e cruciale assalto notturno, quello delle oche)

Lupercalia? ma me risulta che in questa ricorrenza fossero sacrificati del lupi, non dei cani, e forse delle capre.
Ritengo inoltre che il lupo avesse una funzione di pharmakos, ricordando che fu una lupa, nel mito, ad allevare i due Gemelli.
 
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view post Posted on 30/3/2020, 17:06

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Capre senz'altro, di mezzo dovevano andarci anche delle pecore probabilmente, poi il lupo sicuramente c'entra, ma non mi pare che in epoca classica fosse lui ad essere sacrificato in quel particolare rito, mi sembra proprio che fossero cani, non vorrei sbagliarmi.

CITAZIONE (Righel @ 30/3/2020, 17:32) 
che fu una lupa, nel mito, ad allevare i due Gemelli.

Non so, sono questioni insidiosissime. Tanto più che vanno a pescare aspetti fra loro lontanissimi nel tempo e nelle culture. Probabile che in età classica già non avessero più tanto chiare certe associazioni di idee pur mantenendone fortissime le immagini.
Mi accontenterei di registrare il dato di fatto.
 
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view post Posted on 30/3/2020, 17:09
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CITAZIONE (LAVORI ARCHEOLOGICI @ 30/3/2020, 18:01) 
Capre senz'altro, di mezzo dovevano andarci anche delle pecore probabilmente, poi il lupo sicuramente c'entra, ma non mi pare che in epoca classica fosse lui ad essere sacrificato in quel particolare rito, mi sembra proprio che fossero cani, non vorrei sbagliarmi.

Ovviamente potrei sbagliare anch'io, nel ricordo.
Come ho altre volte affermato, il mondo romano non è tra i miei preferiti ma in passato ho letto qualcosa di Plutarco e questo mi pareva di ricordare. Col tempo potrei controllare...

Le pecore non so. Le capre, o più probabilmente i capri, certamente: erano un simbolo di fertilità.
 
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Non sono ferrato sull'argomento, ho cercato in rete, citando Plutarco (Vita di Romolo, 21, 4-10; Vita di Cesare, 61) scrivono che nella grotta del Lupercale si sacrificavano capre i numero non specificato e un cane

Per quanto riguarda il cane, sarebbe una aggiunta almeno dall'inizio della Repubblica in poi.

Non ho letto i passi originali di Plutarco per mancncanza di tempo, ma scrivono che Plutarco giustifica l'uccisione del cane con il fatto che quello da guardiania è nemico dei lupi, quindi indirettamente della lupa che allattò i gemelli.
 
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view post Posted on 31/3/2020, 08:05

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CITAZIONE (Usékar @ 30/3/2020, 18:23) 
. . ., ho cercato in rete, citando Plutarco (Vita di Romolo, 21, 4-10; Vita di Cesare, 61) scrivono che nella grotta del Lupercale si sacrificavano capre i numero non specificato e un cane . . .

In più la cerimonia iniziava scuoiando delle pecore, o ricordo male io?
Andrebbe anche fatto caso che nella tradizione ad un certo punto sembra che i protagonisti potessero essere dei bambini. Sempre se non ricordo male.

Per un altro verso ci andrei cauto nell'unificare le varie simbologie lupesche riconducendole per forza all'allattamento dei gemelli: potrebbero in realtà attingere da substrati culturali fra loro anche diversissimi. Non lo so, ma nel dubbio starei abbottonato.

. . . poi dall'iconografia classica affiora ogni tanto una enigmatica figura vestita di pelle di capra che sembra prendersela con una bestiola che a prima vista -se non altro per la lunghezza della coda- appare come un felino.
Guardate in particolare dove sta per essere sferrato il colpo e con quali modalità.
C'è in ballo una vera e propria interpretazione misteriosa (c'è comunque della anche vecchia bibliografia, anche se diciamo non proprio definitiva).
Questo celeberrimo esempio qui di seguito è caro soprattutto a chi ha presente un po' di storiografia locale milanese (ed è ancora oggi popolarmente detto Ercole Santambrosiano per quanto la pietra purtroppo . . .)

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FONTE: www.lombardiabeniculturali.it/stampe/schede/H0110-15155/
 
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