Ostraka - Forum di archeologia

Le misteriose migrazioni nella Mesoamerica precolombiana, pressoché impossibile stabilirne la vera causa

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view post Posted on 25/2/2024, 16:42
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Questo testo si aggancia a quanto ho scritto in precedenza qui
https://ostraka.forumfree.it/?t=60354372

Al di là delle poche rivolte sanguinose accertate, tra la fine dell’VIII e il X sec. nel Petén ormai quasi totalmente deforestato tutti i centri abitati vennero abbandonati e come ho scritto in precedenza la popolazione si disperse sul territorio, in cerca di zone coltivabili o nelle quali fosse comunque possibile trovare fonti di sostentamento.

In pratica, gran parte delle genti che popolavano le città del Petén si trasferirono nello Yucatán, zona coperta da una selva di alberi molto meno maestosi ma ricca di acque presenti nel sottosuolo carsico.
Molte di esse si stabilirono sulla costa del Caribe in quella che oggi è detta Riviera Maya, fondando numerosi centri abitati e dedicandosi all’attività di pesca, che appresero da quanti già abitavano nella zona di Chetumál e Tulum.

Contemporaneamente emigrarono nello Yucatán anche genti cosiddette Maya-Tolteche, che Tolteche non erano: si trattava di Maya Putún e Chontál, che arrivavano dalle zone delle grandi saline situate sulla costa dell’attuale Golfo del Messico, tra le attuali città di Cotzacoalcos e Ciudad del Carmen e si stabilirono nella zona nord della penisola, fondando per es. Mayapán e Thó, attuale Mérida, e riportando allo splendore Chichén Itzá, Uxmal, Chetumál, Tulum, Cobá e altri centri.
Queste genti erano dedite al commercio di sale con gli abitanti dell’Anháuac, come veniva chiamata la valle centrale del Messico, dove oggi sorge la capitale, e avevano in parte assorbito cultura e forme religiose tipiche delle genti di quei luoghi.
Di conseguenza, portarono con sé e introdussero tra i Maya Yucatechi il culto di Quetzalcóatl, il serpente piumato che in lingua Maya si chiama Kukulcán.

Che cosa comportarono queste tre migrazioni?
Partiamo da circa 1200 anni prima, perché i grandi eventi di questo tipo, accaduti nella Mesoamerica tra il 400 a.C. e l’800-900 d.C., sono stati almeno 3 e almeno altri due seguirono poi, tra il X sec. d.C. e il XIV, ma di questi non tratterò.

Il primo evento di pressoché totale e improvvisa scomparsa di una grande cultura si verificò tra il VI e il V sec. a. C. e riguardò la cultura degli Olmechi.
A parte il fatto che di questo popolo ignoriamo quasi tutto, compreso il vero nome, la loro cultura comparve sulla costa del Golfo del Messico, grosso modo negli attuali stati messicani di Veracruz e Tabasco sull'Istmo di Tehuantépec, più o meno nel 1400 a. C.
Conosciamo abbastanza bene solo le loro forme d’arte e di architettura, più qualcosa delle loro forme religiose.
Molti sono gli interrogativi che li riguardano: principalmente quale sia la loro origine, dove siano finiti e il perché della scomparsa della loro cultura, anche se ne resta una forte eredità nella successiva cultura Maya e in quelle delle popolazioni distribuite lungo l’intera costa del Pacifico di Nicaragua, Honduras, El Salvador e Costa Rica.

L’influsso culturale esercitato dagli Olmechi fu enorme e in un certo senso pervasivo: si deve a loro il doppio sistema calendariale utilizzato da tutte le popolazioni della Mesoamerica, il gioco della palla che i Maya chiamarono pok-a-tok o pitz e le popolazioni di lingua nahuatl tlatcli, la notazione dei numeri e l’aver adottato la giada come pietra totemica.
Certo è anche il fatto che furono i primi a “inventare” un sistema di scrittura glifico, poco prima della loro crisi, sistema che portarono solo a uno stato primitivo e venne poi elaborato e perfezionato dai Maya.

Dove finirono? Molti studiosi sono dell’opinione che siano gli stessi Maya, perché non c’è traccia di conflitti nei loro territori e nemmeno di un abbandono violento, come avvenne nel IX – X sec. d.C. in alcuni siti Maya.
Certo è che i loro grandi centri abitati tra il Vi e il V sec. a.C. si svuotarono e il territorio da essi occupato venne per qualche motivo abbandonato.

Personalmente, sospetto che abbiano avuto una crisi per così dire di identità e i loro maggiorenti si siano dispersi appunto lungo la costa del Pacifico, dove già erano presenti siti abitati da loro stessi o da genti da loro controllate.
Non mi sembra un caso, a questo proposito,
- che la cultura della giada si sviluppi in Costa Rica appunto a partire dal VI sec. a.C.
- che un certo numero di bellissimi manufatti in giada di produzione Olmeca siano stati rinvenuti in Guanacaste, odierna provincia costaricense sulla costa del Pacifico
- che molti oggetti in giada successivamente prodotti in Costa Rica mostrino caratteri olmecoidi.

Dato che i Maya e i costaricensi del Guanacaste mostrarono rispetto per la cultura Olmeca e addirittura si comportarono allo stesso modo anche gli Aztechi, molti secoli dopo, sospetto che alcuni dei loro sacerdoti, eredi di una cultura considerata sacra, si siano trasferiti nelle zone della costa del Pacifico dove vivevano genti che riconoscevano loro una grande autorità spirituale e che ne sia comunque rimasto il ricordo in tutta la Mesoamerica per generazioni e generazioni.

Che i loro eredi siano i Maya è cosa data per certa: ciò che non è chiaro è se questi ultimi siano discendenti diretti degli Olmechi o solo eredi culturali.
Questo perché ci sono prove archeologiche che la società Maya nacque ben prima del VI sec. a.C., anche se solo a partire dal IV sec. a. C. dimostrano di usare il sistema di rappresentazione dei numeri ideato dagli Olmechi e proseguono nella elaborazione e nel perfezionamento della scrittura glifica.

Alla prossima puntata.
 
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view post Posted on 25/2/2024, 17:24
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Caro Usékar, come sempre i tuoi trattatelli sono di grande interesse!

La "scomparsa" degli Olmechi è certamente un capitolo interessante e non privo di quesiti irrisolti della storia del Mesoamerica. Da quanto scrivi mi sembra di capire che tu propenda non tanto per una scomparsa, quanto per mutamenti sociali ed integrazione o forse evoluzione delle popolazioni olmeche e della loro culture in quelle Maya. O ti ho infranteso? - Tuttavia, per quel pochissimo che ne so, ricordo che quanto meno certe forme artistiche olmeche avevano caratteristiche (tratti "negroidi" nelle rappresentazione umane) che in seguito mi pare non si trovino più. O mi sbaglio?
 
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view post Posted on 25/2/2024, 18:46
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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CITAZIONE (dceg @ 25/2/2024, 17:24) 
La "scomparsa" degli Olmechi è certamente un capitolo interessante e non privo di quesiti irrisolti della storia del Mesoamerica. Da quanto scrivi mi sembra di capire che tu propenda non tanto per una scomparsa, quanto per mutamenti sociali ed integrazione o forse evoluzione delle popolazioni olmeche e della loro culture in quelle Maya.

No, non mi hai frainteso e ti spiego velocemente perché propendo per l'ipotesi della "non scomparsa".
Anzitutto, è ben attestata una cultura detta epi olmeca, che portò avanti alcune delle forme artistiche degli Olmechi.
Gli esempi archeologici dell'esistenza degli Ep Olmechi sono concentrati lungo il Rio Paloapan, nell'odierno stato messicano di Veracruz.
Compaiono nel 300 a. C. circa e sono attribuiti ad essi alcuni monumenti sui quali sono incisi esempi ancora non del tutto evoluti del cosiddetto computo lungo, che utilizza un glifo detto introduttivo molto semplice e la notazione posizionale verticale per scrivere le date, utilizzando un punto per l'unità, cioè il giorno singolo, e una barra orizzontale per indicare 5 giorni, notazione poi adottata dai Maya, che utilizzarono anche un segno per indicare lo 0 posizionale, del quale ancora non si sono trovate tracce in ambito Epi Olmeco, tantomeno Olmeco.

Non solo: su alcune statuette e su una grande stele assieme a una data compaiono anche alcuni glifi poco evoluti e per ora non del tutto compresi, ecco la stele di La Mojarra
https://it.wikipedia.org/wiki/Scrittura_ep...a_superior).jpg

un disegno della statuetta di Tuxtla
https://it.wikipedia.org/wiki/Statuetta_di...a_Statuette.svg

e l'originale, datato c. 200 d. C., si azzarda il 162 d. C. in base alla decifrazione della data indicata
https://th-thumbnailer.cdn-si-edu.com/taud...logue-final.jpg

Nel disegno si distingue bene il glifo introduttivo che definisce i numeri sottostanti come indicanti una data, mentre il motivo delle "testa a papera" è ben noto in giade e bassorilievi Olmeca e almeno un paio di giade con quella testa sono state prodotte e ritrovate in Costa Rica.


CITAZIONE (dceg @ 25/2/2024, 17:24) 
Tuttavia, per quel pochissimo che ne so, ricordo che quanto meno certe forme artistiche olmeche avevano caratteristiche (tratti "negroidi" nelle rappresentazione umane) che in seguito mi pare non si trovino più. O mi sbaglio?

Così è e rimane un altro mistero: da dove vennero? Perhcé sembrano comparire improvvisamente nel XVI - XV sec. a. C. con una cultura totalmente formata.
Non ricordi male a proposito della loro statuaria: nella zona paludosa di La Venta, dello stato di Tabasco sono state ritrovate una ventina di gigantesche teste che riportano tratti facciali negroidi.
Ne ho potuto vedere dal vivo solo una, all'interno del Museo Carlos Pellicer nella città di Villahermosa, capitale dello stato del Tabasco, ecco la foto ufficiale di quella testa
https://es.wikipedia.org/wiki/Parque-Museo...hivo:Olmec2.jpg

Dato che la zona di La Venta, in cui quelle teste alte anche più di due mt e pesanti svariate ton, è oggi territorio oggetto di estrazioni e prospezioni petrolifere, sono state tutte poste "al sicuro" in musei e soprattutto in un parco archeologico creato appositamente sull'isola del Rio Grijalva che si trova nel centro di Villahermosa.
Sfortunatamente quando ho visitato quella città il Rio Grijalva era esondato e il parco allagato, quindi inaccessibile al pubblico.

Il parco ospita ben 33 grandi sculture Olmeca, di cui una decina sono teste, qui una galleria fotografica
https://www.google.com/maps/place/Parque+M...vrdm5?entry=ttu
 
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view post Posted on 27/2/2024, 15:10
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Il secondo importante evento migratorio, quello che “sconvolse” parzialmente il Petén, fu quasi sicuramente dovuto alla crisi di Teotihuácan.
Ignoriamo chi siano stati, attorno al 100 a. C., i fondatori del sito omonimo, perché attorno al 250 d. C. vi siano cessate le attività edilizie e infine perché attorno al 400 d. C. ci siano segni di grandi incendi e di parziale abbandono del sito, che fu tuttavia parzialmente abitato fino al VII – VIII sec.

Fino a non molti anni fa si riteneva che Teotihuácan fosse una città abitata da genti pacifiche e un sito nel quale si svolgevano importanti pratiche interreligiose: zona dei grandi monumenti a parte, era suddivisa in quartieri, abitati da genti diverse.

Scoperte avvenute negli ultimi 40 anni hanno invece dimostrato che aveva effettivamente quel ruolo, ma era governata da una élite che definire sanguinaria è eccessivo, ma non troppo: a parte la documentazione di sacrifici umani, comuni a tutte le genti mesoamericane, sono state trovate prove di una struttura piramidale del potere e dell’esistenza di una struttura militare.
E questo spiegò il perché di un fatto che risultava in precedenza molto difficile da giustificare: l’arrivo a Tikal, nel gennaio del 378 d. C., di un esercito teotihuacano comandato da un guerriero che spodestò il sovrano legittimo e 15 giorni dopo la morte di questi, non si sa se naturale o provocata dal nuovo arrivato, si insediò a Tikal come sovrano.

Non mi sembra un caso che questo sia accaduto all’inizio della crisi di Teotihuácan testimoniata dai molti e vasti incendi scoperti dagli archeologi e risalenti più o meno al 400 d. C.: è possibile che l’occupazione di Tikal, uno dei più grandi centri della cultura Maya, situato più di 1000 km a sud in linea d’aria, sia la testimonianza della migrazione dei militari teotihuacani in risposta a problemi interni che ne causarono la fuga, dopo aver incendiato parte delle grandi strutture della città d’origine.

Come ho avuto occasione di osservare in questo intervento della discussione che ho citato all’inizio

#entry670298724

nel 378 i teotihuacani riuscirono a sconfiggere i Maya di Tikal perché la loro tecnica militare prevedeva l’utilizzo di quello che in náhuatl si chiama atlatl e in italiano propulsore, arma tipica delle genti del Messico centrale, che consentiva di lanciare dardi, della lunghezza delle nostre lance, a notevole distanza e che era sconosciuta ai Maya, i quali per lanciare corti dardi utilizzavano la molto meno potente cerbottana, dato che non conoscevano nemmeno l’arco, cosa quest’ultima che accomuna tutte le genti della Mesoamerica.

Una volta introdotta a Tikal questa nuova arma, trovo comunque strano che Tikal sia stata più volte sconfitta dalla rivale Calakmul tra il 537 e il 572 e che abbia dovuto aspettare il 648 per poter iniziare una nuova guerra con la sua storica rivale, che sconfisse solo nel 695, sia pure senza annientarla né occuparla.
Forse questo fu dovuto al fatto che anche i guerrieri di Calakmul vennero a conoscenza di quest’arma e la utilizzarono, ma di questo non abbiamo alcuna testimonianza.
Sta di fatto che l’atlatl divenne un’arma diffusa tra le genti Maya dello Yucatán, dopo il trasferimento in quell’area dei profughi che sfuggivano dalla crisi del Petén.

Non è ancora finita, manca la terza puntata.
 
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view post Posted on 27/2/2024, 15:52
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Qui una foto del ritrovamento della testa olmeca di cui ho trascritto l'indirizzo in precedenza: viene chiamata "la faccia sorridente" per l'evidente espressione del viso, l'unico caso finora noto su una ventina circa di esemplari

https://scontent.fflr2-1.fna.fbcdn.net/v/t...b3A&oe=65E31AAC

Da notare che nel patio di una privata abitazione di Villahermosa ho fotografato questa statua olmeca, che probabilmente rappresenta uno shamano che si sta trasformando in giaguaro


DSCF6838



mentre queste sono le mie foto, scattate nel Museo Carlos Pellicer sempre a Villahermosa, della stele del Tortuguero dalla cui iscrizione mal interpretata è nata la leggenda della fine del mondo il 20.12.2012 e la trascrizione del testo glifico


DSCF6896

DSCF6897
 
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view post Posted on 1/3/2024, 08:08
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Il terzo importante evento migratorio, che sconvolse praticamente tutta la Mesoamerica, fu appunto l’abbandono del Petén da parte delle genti Maya, che ho ampiamente illustrato nella “discussione” di cui ritrascrivo l’indirizzo

https://ostraka.forumfree.it/?t=60354372

ma riguardo al quale sono recentemente emerse importanti novità, vedi nota in fondo.

Gli abitanti “comuni” dell’intero Petén lasciarono i loro abitati dopo aver abbandonato e in alcuni casi ucciso tutti i membri delle loro élites.
Questo causò la totale perdita della conoscenza di tutta una serie di attività artigianali e ancor di più interruppe le vie di scambio commerciale, in particolare le due della giada: quella controllata dalla città di Cancuén, che portava in quella città il materiale grezzo proveniente dalla Sierra de las Minas e quella che portava lo stesso materiale, già parzialmente lavorato, dalle città Maya del Petén fino alla regione del Guanacaste, nel nord ovest dell’attuale Costa Rica.

Per un po’ di tempo si assistette a una inversione di quest’ultima via di commercializzazione: rari oggetti in giada lavorati in Costa Rica percorsero l’itinerario in senso opposto, viaggiando probabilmente assieme ad altrettanto rari oggetti costaricensi realizzati con un “nuovo” pregiato materiale.

Nell VI sec. a. C. in Costa Rica si iniziò a lavorare la giada, la cui cultura totemica fu importata in Guanacaste, la zona a nord ovest di quel paese, probabilmente da membri autorevoli della società olmeca ivi trasferitisi.
Come e perché olmechi di alto rango si siano trasferiti in Guanacaste e se davvero questo sia accaduto non è certo: si tratta di argomenti molto dibattuti tra archeologi e antropologi culturali che studiano le culture e le popolazioni precolombiane della Mesoamerica.
Tuttavia è un dato accertato e accettato che nelle figurazioni dipinte sugli oggetti di ceramica prodotti a partire dal VI sec. a. C. dalle genti stanziate lungo la costa del Pacifico, dall’Istmo di Tehuantépec al Guanacaste, si leggono motivi chiaramente olmecoidi, v. per es. Envisioning Greater Nicoya: Ceramic Figural Art of Costa Rica and Nicaragua, c. 800 BCE-1522 CE scaricabile qui

www.academia.edu/4424561/Wingfield_Dissertation_FINAL

Inoltre alcuni centri sorti lungo tale costa presentano sculture di tipo olmeca, scolpite su grandi massi, vedi per es. il sito di Tazumal, nell’attuale El Salvador, qui i disegni di due bassorilievi con figure di sacerdoti Olmechi, i due grandi massi su cui sono stati scolpiti attualmente si trovano nel museo della vicina Chalchuapa

www.latinamericanstudies.org/olmec/chalchuapa-sketch.jpg

www.latinamericanstudies.org/olmec/chalchuapa-sketch-2.jpg

Non solo: oggetti in giada prodotti in area Maya e del Costa Rica nord occidentale mostrano chiare influenze da parte dell’arte Olmeca: ecco alcuni esempi relativi alla testa a becco d’anatra:
ambito Olmeco

https://www.doaks.org/resources/olmec-art/...-billed-pendant

ambito Maya

https://p1.liveauctioneers.com/8255/267632...74976&width=300

Ancor più chiara è l’influenza dell’arte definita Epi – Olmeca sulla iconografia espressa a partire dal V sec. a. C. dagli abitanti del Guanacaste
Arte Epi – Olmeca la statuetta di Tuxtla

https://ids.si.edu/ids/deliveryService?max...f88df6492107232

https://upload.wikimedia.org/wikipedia/com...atuette.svg.png

Guanacaste, Costa Rica
Non ho trovato immagini pubblicabili delle giade provenienti dal sito di Ra Regla, due si possono vedere a pag. 16, in alto a dx nella fig. 7, di questa pubblicazione in rete, clickare su PDF

https://revistas.ucr.ac.cr/index.php/antro...icle/view/55168


Dopo il crollo dei Maya del Petén, in Guanacaste si continuò a lavorare fino a circa il IX sec. d. C. la poca giadeite disponibile, ma via via sempre più spesso veniva sostituita da pietre più tenere, sia pur sempre dello stesso colore verde acqua, perché l’importazione della giadeite divenne sempre più difficile e quella di buona qualità era sempre più rara.
Ma tra l’VIII e il IX sec. d. C. le cose cambiarono: genti colombiane di cultura Chibcha arrivarono in Costa Rica attraverso l’Istmo di Panama e introdussero la cultura dell’oro!
E questo cambiò tutto: la pietra verde venne del tutto abbandonata, sostituita dalla cultura legata a questo metallo prezioso, talmente prezioso che veniva unito in lega con notevoli quantità di rame, argento e arsenico.

In quel periodo e fino a tutto il XV sec. rari oggetti in giada e in oro di produzione costaricense arrivarono nello Yucatán attraverso i commerci: se ne sono trovati per es. nel Cenote de Sacrificios di Chichén Itzá.

Solo quando gli Aztechi, nel XV sec., divennero i “padroni” di tutto il Messico centrale vennero rese operative e sicure rotte commerciali che dalla valle dell’Anáhuac, dove si trovava la loro capitale Tenochtitlan, portavano fino in Costa Rica, tanto che una stazione commerciale azteca venne stabilita e mantenuta, per qualche tempo fin dopo la conquista spagnola, addirittura sulle rive del Rio Sixaola, che si trova in prossimità del confine tra gli attuali Costa Rica e Panamá.
Gli Aztechi stabilirono e mantennero quella stazione, dotata di un corpo militare che dava loro la padronanza su una zona che molto distava dai territori che dominavano, per controllare lo sfruttamento delle sabbie aurifere presenti lungo le sponde di quel fiume.

Nota. A proposito dell’abbandono del Petén molto recentemente sono emerse prove definitive di perché e come accadde, ne tratterò aprendo un’altra discussione, appena avrò digerito le pubblicazioni apparse in rete poco tempo fa.
 
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view post Posted on 2/3/2024, 11:25
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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A questo punto termina il ciclo di “racconti” che ho annunciato sin dall’inizio, riguardanti le 3 grandi migrazioni avvenute nella Mesoamerica prima dell’arrivo nell’attuale Messico centrale delle genti di una grande nazione, proveniente da una zona situata pare molto più a nord.
Ho scritto che di questa e della successiva non mi sarei occupato, ma mi viene voglia di accennare anche a queste.

La tempistica della quarta migrazione è abbastanza controversa: forse iniziò attorno all’800 d.C., sicuramente terminò appena 3 secoli prima dell’arrivo degli Spagnoli.
A sua volta fu probabilmente causa della quinta grande migrazione, partita da una zona non del tutto individuata del Messico e terminata nella parte più meridionale della Mesoamerica, vale a dire l’attuale Nicaragua.


La prima di queste due grandi migrazioni fu quella delle genti Chichimeca (in spagnolo il “ch” davanti a vocale si pronuncia come il nostro “ci”, quindi in questo caso nella nostra lingua il nome è Cicimeca).
Il luogo di origine di queste genti non è noto con precisione, il loro mito narra della partenza da un luogo detto Chicomoztoc, le 7 caverne: forse si trova nell’odierno Utah, ma la cosa è molto controversa.
Sia come sia, arrivarono fino nell’Anháuac cioè la valle centrale dell’attuale Messico, laddove sorge l’attuale capitale di quella repubblica.

Secondo il mito questa migrazione si svolse in 7 episodi successivi, corrispondenti ciascuno a una diversa caverna e a una grande tribù: il Chicomoztoc, il luogo delle 7 caverne, è quindi una immagine mitica, creata per definire 7 migrazioni di nazioni diverse, imparentate tra loro e parlanti la medesima lingua, il nahuátl.
La rappresentazione grafica di queto luogo mitico, con l’elenco delle genti che ci vivevano si può vedere in questa tavola, dipinta nella Historia Tolteca-Chichimeca, un codice risalente al XVI sec., scritto in lingua nahuátl e attualmente conservato nella Bibliothèque Nationale di Parigi.


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Tratto da Cecilia Rossell, “Historia Tolteca-Chichimeca”, Edición Especial Arqueología Mexicana 54, pagina 16r del codice Historia Tolteca-Chichimeca pubblicata in rete, su facebook

Secondo gli archeologi le 7 migrazioni iniziarono nel IX sec. con quelli che a noi sono noti come Toltechi e terminarono nel XIII con i Mexica, quelli che noi chiamiamo Aztechi e che erano guidati dal clan chiamato Tenocha.
Essi fondarono la loro prima e piccola città nel 1248, sulla collina di Chapultépec, per poi fondare, nel 1325, quella che divenne la grande Tenochtitlan, oggi ricoperta dal centro di Città del Messico.

Mi sembra interessante precisare due cose:
- Aztec è una denominazione coniata all’inizio del XIX sec. dal geografo tedesco Alexander von Humboldt per distinguere queste popolazioni precolombiane dall'insieme dei messicani “moderni”;
- Itzcóatl, quarto Tlatoani dei Mexica, cioè Serpente di Ossidiana quarto ”grande oratore” degli Aztechi dal 1427 al 1440, fu autore di una riforma religiosa a causa della quale i depositi degli amoxtli, i libri o codici, principalmente del tipo xiuhámatl, lett. “ámatl/carta degli xiúh/sacerdoti”, cioè quelli che registravano fatti storici del passato, per cui essi persero la nozione della loro storia precedente l’arrivo nell’ Anháuac, quindi non conoscevano il Tecomoztoc: Itzcóatl e i suoi sacerdoti inventarono una nuova mitologia delle origini e li convinsero che la loro terra natale si chiamasse Aztlan, che forse significa “il luogo bianco” o “il luogo dell’airone” e da Aztlan von Humboldt derivò Aztechi.


La successiva migrazione fu dovuta alla spinta della invasione Chichimeca.
Essa causò la migrazione dei Pipil, che da una zona del Messico non identificata con precisione si trasferirono verso sud, seguendo la linea di costa dell’Oceano Pacifico: la loro tribù principale fu quella dei Nicarao, che si stanziò in quel paese che da loro ha preso il nome di Nicaragua.

Benché di questa migrazione si abbiano pochissime notizie, essa ha lasciato testimonianze lungo tutta la costa del Pacifico, a partire dall’Istmo di Tehuatépec.
Tali testimonianze non consistono in resti di edifici, di città o di altre opere architettoniche, bensì in tracce linguistiche e iconografiche, queste ultime presenti nelle figure dipinte sui reperti ceramici e nelle grandi statue in andesite, una pietra vulcanica comune in tutta la Mesoamerica.

Interessante è il fatto che nel corso di questa migrazione i Pipil, quasi sempre indicati con il nome di Nicarao – Pipil, presero contatto con quanto rimaneva della precedente parziale colonizzazione degli Olmeca e si appropriarono di alcuni tratti iconografici tipici di quella cultura.
 
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view post Posted on 2/3/2024, 12:10
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Data la nostra impostazione centratata sull‘Europa e non priva dei residui del colonialismo tendiamo a ignorare quanto diversificata e complessa sia la storia delle popolazioni native americane e anche gli Statunitensi non hanno un grande interesse a ridimensionare la loro storia, dando la giusta considerazione ai popoli da loro sterminati.
 
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CITAZIONE (dceg @ 2/3/2024, 12:10) 
Data la nostra impostazione centratata sull‘Europa e non priva dei residui del colonialismo tendiamo a ignorare quanto diversificata e complessa sia la storia delle popolazioni native americane e anche gli Statunitensi non hanno un grande interesse a ridimensionare la loro storia, dando la giusta considerazione ai popoli da loro sterminati.

Sull'impegno degli statunitensi devo dire che, se non fosse stato e non fosse tutt'ora per il lavoro delle loro università, dei Maya sapremmo poco o niente, in pratica saremmo fermi ai diari di viaggio e ai disegni dei grandi viaggiatori europei del XVIII e XIX sec.
Lo stesso vale almeno in parte per gli Olmechi e per le culture sviluppatesi in Costa Rica.
Inoltre è grazie alle loro borse di studio che si è sviluppata una classe di archeologi latino americani di grande qualità.
Il problema è che almeno fino agli anni '50 del secolo scorso i loro archeologi si sono comportati troppo spesso come dei predoni: le collezioni dei loro musei e dei loro ricconi sono piene zeppe di importantissimi reperti archeologici provenienti dalle zone un cui loro hanno condotto ricerche: vasi bellissimi, giade di incredibile bellezza e oggetti di oreficeria, il tutto in quantità esorbitante.
E questi reperti sono per la stragrande maggioranza totalmente decontestualizzati

Concordo invece riguardo alla conoscenza del passato dei nativi americani al nord del Messico e al sud del Guatemala: tanto per dire, sono gli archeologi italiani e tedeschi, questi ultimi un po' meno, che in campo archeologico e in quello antropologico hanno intrapreso importantissimi lavori nel Perù e qualcosa hanno fatto in Costa Rica.

La storia della scoperta di Machu Picchu da parte del ladrone nord americano è una panzana di dimensioni colossali mentre, per citarne uno, se non fosse per l'ormai quasi cinquantennale lavoro di scavo, documentazione e reperimento di fondi portato avanti da Giuseppe orefici e tutt'ora in corso, di Nazca e Paracas conosceremmo solo le immagini scattate da bordo di un piccolo aeroplano dalla tedesca Maria Reiche, scomparsa nel 1988.
En passant, Recihe fu ottima matematica.
 
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