Ostraka - Forum di archeologia

Un sacrificio di cane nella Spagna romana?, Riflessioni sul ruolo del cane nel Mediterraneo antico

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view post Posted on 31/3/2020, 08:08
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Ho controllato, Plutarco (Romolo, IV, 21) dice che sacrificavano alcune capre (non specifica il numero), le scuoiavano, tagliavano la pelle a strisce e le utilizzavano per costruire le sferze con le quali i luperci andavano in giro nudi, a fustigare tutti, in particolare le giovani spose, perché ad esse la cosa giovava per rimanere facilmente incinte.
E veniva sacrificato anche un cane perché così facendo si rende in un certo modo grazie alla lupa nutrice e salvatrice dei gemelli, dato che il cane è nemico del lupo, e fors'anche perché i cani danno fastidio ai luperci mentre corrono per le strade a fustigare i passanti.

A proposito del sacrifico del cane, poco prima di parlare della lupa, Plutarco scrive che se si dovesse intenderlo come una purificazione, potrebbe rimandare alla cerimonia di purificazione celebrata dai Greci, chiamata periscilacismo, nella quale venivano sacrificati cagnolini.
Dal Rocci: περισκυλακισμός sacrificio di un cagnolino, che si portava in giro, unica citazione Plut. Rom. 21
σκύλαξ cucciolo di cane, passato anche a cucciolo di altri animali

Edited by Usékar - 31/3/2020, 09:32
 
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view post Posted on 31/3/2020, 08:39

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Ah, quindi potevano essere vestiti di pelle di capra e sacrificare dei cuccioli (tendenzialmente di cani, ma mi pare che stiamo un po' aprendo il ventaglio).

E sul fatto che a partecipare attivamente al rito potessero tradizionalmente essere dei bambini?
 
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view post Posted on 31/3/2020, 09:27
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Non so dirti, nelle traduzioni che sono riuscito a trovare si parla di "giovanetti", nel testo greco νεανίσκος, che per il Rocci significa appunto giovanetto o giovane. Non so in qual senso si debba intendere questo vocabolo, cos'era o meglio che età poteva avere un giovanetto per i Romani?

Secondo Plutarco, Romolo stesso avrebbe istituito la festa e scrisse, citando un certo Ruta, che era per ricordare quando, correndo verso la grotta della lupa assieme a dei compagni, aveva superato Amulio e che quindi la corsa dei Luperci imitava quella corsa.
Cita poi Caio Acilio, il quale scrisse che siccome Romolo prima della fondazione di Roma aveva smarrito il suo bestiame, supplicò Fauno e corse alla ricerca del gregge nudo, perché il sudore non lo infastidisse, e che per questo motivo i Luperci vanno correndo nudi.
 
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view post Posted on 31/3/2020, 09:46

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Eccolo qui: Augusto introduce il divieto a far partecipare i fanciulli al rito: Svetonio
Aug. 31. 4 ". . . Lupercalibus vetuit currere inberbes . . ."

Si veda: Diana Guarisco, Augustus, the Lupercalia and the roman identity, Acta Antiqua Academiae Scientiarum Hungaricae, 55_2015, pagg. 223–228
http://real.mtak.hu/44340/1/068.2015.55.1-4.16.pdf

Quindi nella tradizione c'è stato almeno un momento in cui se non erano proprio bambini, quasi.

Mi sa che in questi pochi passaggi qui su questo Forum abbiamo messo in fila una serie di dati che va ben al dilà della semplice recensione all'importante articolo uscito.

1) in almeno alcuni contesti partecipazione particolare dei giovanissimi ai Lupercalia;
2) uccisione di un cucciolo di anmimale, preferibilmente di cane;
3) uccisione rituale mediante un colpo alla testa, mentre lo si tiene per la coda.

Forse noi qui abbiamo capito -e credo che ci sia in ciò qualcosa di innovativo in termini di conoscenza- su quale tradizione si innesta quella sepoltura di cagnolino.
 
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view post Posted on 31/3/2020, 09:50
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CITAZIONE (LAVORI ARCHEOLOGICI @ 31/3/2020, 09:05)
Per un altro verso ci andrei cauto nell'unificare le varie simbologie lupesche riconducendole per forza all'allattamento dei gemelli: potrebbero in realtà attingere da substrati culturali fra loro anche diversissimi.

In linea di massima, adotterei anch'io un atteggiamento di cautela. Anche se il rimando alla lupa come animale totemico del popolo romano, in molti casi, è difficilmente negabile.

CITAZIONE (LAVORI ARCHEOLOGICI @ 31/3/2020, 09:05)
. . . poi dall'iconografia classica affiora ogni tanto una enigmatica figura vestita di pelle di capra che sembra prendersela con una bestiola che a prima vista -se non altro per la lunghezza della coda- appare come un felino.
Guardate in particolare dove sta per essere sferrato il colpo e con quali modalità.
C'è in ballo una vera e propria interpretazione misteriosa (c'è comunque della anche vecchia bibliografia, anche se diciamo non proprio definitiva).

Questa iconografia non la conoscevo. E devo ammettere che, per essere strana, è strana forte. Se si trattasse di un Ercole, ci sarebbe più di un motivo certo inusuale: la pelle di capra, in sostituzione della tipica leonté; il sottile bastone (o corno?) brandito in luogo della clava; il piccolo felide tenuto per la coda (forse allusione alla lotta con il Leone Nemeo?). A proposito del felide, che si tratti di un leone mi pare pressoché assodato: la coda, in primis, è quella di un leone, ma anche la criniera e la conformazione del muso e delle orecchie non lasciano molto spazio a differenti interpretazioni. Lo dico perché a me è successo più volte di trovare statue di Molossi scambiate dagli archeologi moderni per leoni o pantere (e anzi, alcune razze di Molossoidi già in antico avevano una conformazione tale, per cui i Greci per primi li ritennero nati dall'unione di cani e grandi felidi...). Però qui abbiamo davanti a noi senza dubbio un piccolo leone (piccolo nel senso di dimensioni).
Nel campo dell'iconografia ceramica greca ho un vago ricordo di un'immagine divina femminile (forse la ninfa Teti, o forse una Potnia Theron, ora proprio non mi sovviene) nell'atto di brandire un piccolo leone per la coda... anche se, in quel caso, mancava sicuramente il dettaglio del bastone. Inoltre non è forse nemmeno troppo corretto instaurare paragoni fra rappresentazioni artistiche tanto lontane nello spazio e nel tempo. Forse quello che davvero occorrerebbe stabilire è se proprio qui non sia entrato in gioco quel famoso substrato culturale che tiravi in ballo per la questione delle immagini dei lupi.

Una domanda mi sorge spontanea: non ho capito se questo sia un disegno di un rilievo ancora conservato in Sant'Ambrogio o se raffiguri un pezzo andato perso, e conservatosi dunque solo come riproduzione grafica. Chiedo perché, nel caso l'originale fosse andato smarrito, occorrerebbe fare anche una seria riflessione sull'attendibilità del disegno. Può sembrare una cautela eccessiva la mia, ma credetemi che non lo è: a prescindere dal livello qualitativo del disegno, spesso e volentieri certi dettagli venivano alterati dai disegnatori (magari perché mal ridotti nella realtà, oppure perché realizzati in modo tale da poter essere fraintesi). Nel campo dei disegni delle stele funerarie attiche, per esempio, si trova di tutto (ricordo almeno un cane con il corpo innaturalmente allungato e la coda attorcigliata come quella di un maiale domestico...).

CITAZIONE (Usékar @ 31/3/2020, 09:08) 
A proposito del sacrifico del cane, poco prima di parlare della lupa, Plutarco scrive che se si dovesse intenderlo come una purificazione, potrebbe rimandare alla cerimonia di purificazione celebrata dai Greci, chiamata periscilacismo, nella quale venivano sacrificati cagnolini. Dal Rocci: περισκυλακισμός sacrificio di un cagnolino, che si portava in giro, unica citazione Plut. Rom. 21

Confermo la citazione di Plutarco sul sacrificio dei cagnolini (che ben esemplifica il concetto di cane come elemento purificatore). Ma questo non è l'unico caso. Un altro tipo di sacrificio di cane era quello previsto nel rituale xantico, celebrato dai Macedoni per la purificazione dei soldati, che prevedeva di sacrificare un cane, tagliarlo a metà e porre le due parti ai lati della strada su cui sarebbe poi passato l'esercito in armi.

Si dice spesso che il cane sia da sempre "il miglior amico dell'uomo"; ma sarebbe interessante sapere se anche per il cane nell'antichità (ma anche nel mondo contemporaneo) fosse valsa la stessa convinzione...
:unsure:
 
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view post Posted on 31/3/2020, 10:43

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CITAZIONE (Perseo87 @ 31/3/2020, 10:50) 
. . .
Una domanda mi sorge spontanea: non ho capito se questo sia un disegno di un rilievo ancora conservato in Sant'Ambrogio o se raffiguri un pezzo andato perso, e conservatosi dunque solo come riproduzione grafica. Chiedo perché, nel caso l'originale fosse andato smarrito, occorrerebbe fare anche una seria riflessione sull'attendibilità del disegno.

Magari fosse ancora lì: è bello che andato da un pezzo.
Una volta ne avevo cercato di ricostruire gli spostamenti e mi ero fatto l'idea che nel XIX sec. fosse finito in Germania, francamento ora su due piedi non mi ricordo perché, nè dove io abbia letto qualcosa che possa avermi fatto intendere così.
Comunque non è più al suo posto, ma non è mica detto che non sia da qualche altra parte, a cercare bene.

In ogni caso riguardo alla affidabilità del disegno posso dire due cose:
- che alcuni aspetti dell'iconografia sono precisamente confrontabili altrove, sia quanto alla gestualità che riguardo all'oggetto usato per percuotere (c'è qualche rilievo pubblicato altrove e poi in uno scavo di anni fa credo di aver trovato un piccolo frammento di terracotta a rilievo che forse aiuta);
- che del disegno esistono più versioni, sia manoscritte che a stampa (io stesso ne ho un paio di esemplari nella collezione di famiglia) e a prima vista sembrano piuttosto coerenti.

CITAZIONE (Perseo87 @ 31/3/2020, 10:50) 
. . . A proposito del felide, che si tratti di un leone mi pare pressoché assodato: la coda, in primis, è quella di un leone, ma anche la criniera e la conformazione del muso e delle orecchie non lasciano molto spazio a differenti interpretazioni. Lo dico perché a me è successo più volte di trovare statue di Molossi scambiate dagli archeologi moderni per leoni o pantere (e anzi, alcune razze di Molossoidi già in antico avevano una conformazione tale, per cui i Greci per primi li ritennero nati dall'unione di cani e grandi felidi...). Però qui abbiamo davanti a noi senza dubbio un piccolo leone (piccolo nel senso di dimensioni).

Non ne sarei così sicuro.
In realtà quello che fa problema (ma la fa in ogni caso, persino pensando ad un cucciolo di leone) è la coda.
Per il resto ci si avvicina moltissimo proprio a quelle razze di cagnolini piccoli e dal pelo solitamente rossiccio che da più parti vengono indicati come quelli più frequentemente attestati negli specifici rituali di età romana (anche l'articolo dal quale siamo partiti in questa nostra discussione mi pare lo confermi).
 
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view post Posted on 31/3/2020, 11:49
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CITAZIONE (LAVORI ARCHEOLOGICI @ 31/3/2020, 11:43) 
Non ne sarei così sicuro.
In realtà quello che fa problema (ma la fa in ogni caso, persino pensando ad un cucciolo di leone) è la coda.Per il resto ci si avvicina moltissimo proprio a quelle razze di cagnolini piccoli e dal pelo solitamente rossiccio che da più parti vengono indicati come quelli più frequentemente attestati negli specifici rituali di età romana (anche l'articolo dal quale siamo partiti in questa nostra discussione mi pare lo confermi).

Guarda, tutti possono sbagliare (e io non ho mai avuto la pretesa dell'infallibilità), ma in materia di iconografia di animali (e di cani in particolare) qualche studio l'ho fatto, e per questo mi sento di poter escludere con sicurezza che l'animale in questione sia interpretabile come un cane - quantomeno l'esemplare raffigurato nel disegno che tu hai linkato (a meno che, ripeto, il disegnatore moderno non ne abbia frainteso il senso e/o alterati i fenotipi originali, cosa che mi pare tuttavia di capire che tu escluda). Fra l'altro, più lo guardo e più mi pare che mi ricordi vagamente certi felidi di fattura più tarda, simili a quelli che si trovano nei bestiari o nelle miniature medievali, con le zampe artigliate e la coda innaturalmente allungata: http://bestiary.ca/manuscripts/manugallery1085.htm# (cfr. Folio 9v: Pard). Proprio per questo mi (e ti) chiedevo se non potessero esserci state delle alterazioni nella riproduzione del rilievo.

Il cane che citano nell'articolo da cui la nostra discussione è partita è un moderno volpino di Pomerania, e la fotografia che viene riportata è la stessa che c'è anche sulla relativa pagina di Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Pomerania_(r...009_lamieux.jpg. Io onestamente non vedo grandi affinità fra questo tipo di cane e l'animale rappresentato nel disegno dell'Ercole Santabrosiano. Considera che quello recuperato in Spagna dovrebbe essere appartenuto alla famiglia degli Spitz, nella quale rientrava proprio il Μελιταῖον Kυνίδιον, una delle razze di cane più apprezzate e diffuse in tutto il Mediterraneo antico, e celebrate fra l'età classica e l'età imperiale su ceramiche dipinte, terrecotte, rilievi funebri etc. Per farsi un'idea del soggetto (da un punto di vista iconografico), qui potete trovarne diversi esemplari: https://foundinantiquity.com/2013/11/15/th...-miniature-dog/. Il cane di Melita (detto più spesso kynidion, "cagnolino", per le sue ridotte dimensioni) era caratterizzato da muso affusolato, orecchie dritte e appuntite (mentre quello del rilievo le ha circolari), pelo folto (talvolta su tutto il corpo, talvolta circoscritto alla sola porzione anteriore) e una coda folta e arricciata. Peraltro, proprio questo tipo di cane è quello che gli autori della scoperta ricordano come citato da Plinio, che ne indicava l'impiego nell'alleviare i dolori alla pancia (cfr. NH XXX, 43).

Quindi io lascerei perdere l'ipotesi del cane e mi concentrerei sul leone (a meno che, come detto, il disegno non possa aver avuto qualche alterazione, cosa che io ancora non mi sento di escludere con tutta sicurezza).
 
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view post Posted on 31/3/2020, 12:54

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Guarda, credo che fino ad ora tutti gli studiosi che se ne sono occupati (e parlo non solo di fulgidi luminari dell'Archeologia, ma anche di figure di assoluto vertice della gerarchia religiosa) mi pare di ricordare che abbiano univocamente inteso che si trattasse della rappresentazione di un felide, mi pare, spero di non sbagliare.
Quindi diciamo che ti stai mettendo dalla parte dei più forti.

Però io sono abituato a sforzarmi di ragionare fuori dagli schemi e adesso che sappiamo che il confronto più suggestivo in termini di religiosità romana classica sarebbe con un cane volpino, meglio se Pomerania, beh allora mi viene da osservare che mica tutti i volpini hanno il pelo così folto come quello che segnali tu, specie quando sono molto giovani.

https://img.clasf.it/2019/09/22/cucciola-d....6405620015.jpg

Insomma, non chiuderei affatto quella eventualità, anzi cercherei di sviscerala bene bene. Il problema -continuo a dire- rimane la coda (e lì magari sì che meriterebbe di essere fatto un piccolo studio per individuare un possibile archetipo fra disegni e stampe di quel rilievo romano attualmente non disponibile).
 
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view post Posted on 31/3/2020, 17:20
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CITAZIONE (LAVORI ARCHEOLOGICI @ 31/3/2020, 13:54) 
Quindi diciamo che ti stai mettendo dalla parte dei più forti.

Però io sono abituato a sforzarmi di ragionare fuori dagli schemi e adesso che sappiamo che il confronto più suggestivo in termini di religiosità romana classica sarebbe con un cane volpino, meglio se Pomerania, beh allora mi viene da osservare che mica tutti i volpini hanno il pelo così folto come quello che segnali tu, specie quando sono molto giovani.

Non lo chiamerei "mettersi dalla parte dei più forti", semmai porsi in continuità con chi - pur non essendo magari un esperto zoologo - ha preso comunque atto di quelli che sono i chiari fenotipi di un leone adulto (per quanto raffigurato di ridotte dimensioni). Imparare a ragionare fuori dagli schemi è essenziale, ma ciò non significa che si debba forzare l'evidenza iconografica per cercare di dare un senso a qualcosa che (in apparenza) non sembra avercelo. Il problema potrebbe essere altro.

Noi (mi preme rimarcarlo) stiamo ragionando sull'iconografia di un rilievo nota solo da disegni d'età moderna - che, ripeto, per esperienza diretta, non vanno mai trattati come se fossero fotografie (già l'arte antica può talvolta rivelarsi una rappresentazione poco naturalistica della realtà, figuriamoci la riproduzione della riproduzione...).
Inoltre, non mi pare sia stato ancora appurato a) da che contesto potesse provenire il rilievo e b) se ci siano confronti nei repertori iconografici o nella letteratura per figure maschili vestite di pelli di capra, nell'atto apparente di percuotere con un bastone (?) un animale simile a un piccolo leone (ammesso e concesso che di un felide si tratti). Mi pare di capire che a oggi non si sappia neppure se il soggetto sia di carattere mitologico (Ercole?) o se rifletta un rituale religioso realmente praticato (magari tipico della sola Milano romana).

Detto questo, non capisco il perché del tirare in ballo proprio il cucciolo di Spitz: a parte il fatto che, volendo, all'epoca come oggi, ai cani adulti il pelo si poteva pure tagliare (quindi anche un esemplare adulto avrebbe potuto avere una pelliccia meno folta), io ribadisco che la conformazione generale e i fenotipi dell'animale non mi fanno pensare affatto a uno Spitz, né a un altro tipo di cane.

Da ultimo, confesso che mi manca il nesso fra la "religiosità romana" (generica) e il cane tipo Spitz (in particolare). Abbiamo visto che nel caso della Spagna una cagna, probabilmente di tipo Spitz, fu apparentemente sacrificata sulla tomba di un infante. Ammesso (e non concesso) che l'animale raffigurato sul rilievo santambrosiano sia realmente uno Spitz (fatto molto male...), quale correlazione si potrebbe individuare fra i due casi?
Molte fonti ci parlano di sacrifici di cani nel mondo greco e romano, ma di solito non si specifica mai la razza - anche perché probabilmente non c'era una razza predefinita (nonostante talvolta possano essere richieste caratteristiche fisiche ben precise, come il sesso o il colore del pelo). Perché, torno a chiedere, uccidere proprio un cane di Melite e tramite un bastone? Ci sono confronti iconografici o menzioni nelle fonti di una tale pratica, per spingere a leggere quello che sembra a tutti gli effetti un leone come un piccolo Spitz?

CITAZIONE (LAVORI ARCHEOLOGICI @ 31/3/2020, 13:54) 
Insomma, non chiuderei affatto quella eventualità, anzi cercherei di sviscerala bene bene. Il problema -continuo a dire- rimane la coda (e lì magari sì che meriterebbe di essere fatto un piccolo studio per individuare un possibile archetipo fra disegni e stampe di quel rilievo romano attualmente non disponibile).

Oltre alla coda, anche le orecchie - un dettaglio non certo macroscopico - non sono proprio in linea con quelle dello Spitz (di solito più appuntite, e anzi di forma quasi triangolare). Quando si studiano le iconografie zoomorfiche del mondo antico occorre guardare ai fenotipi degli animali nel loro complesso: non ha senso gettarsi in una disperata ricerca alla foto del "volpino di Pomerana" (o chi per lui) che possa avere le caratteristiche adeguate per spiegare questa o quella iconografia, e questo banalmente perché dagli Spitz diffusi all'epoca dei Romani ai moderni volpini ci corrono più di duemila anni di selezione, che potrebbero aver portato ad alterazioni (anche minime) dei fenotipi originari della razza.

Detto questo, torno a ripetere che io non escludo affatto che sul rilievo originale potesse esser stato raffigurato anche un altro animale (un cane, così come pure un gatto, viste le dimensioni). Dico solo che l'artista che ha ridisegnato il pezzo potrebbe anche aver rimodellato una figura poco leggibile, o mal interpretato una raffigurazione zoomorfica già di per sé non eccezionale, dandole l'aspetto che ha oggi (e che tutti leggono senza troppa difficoltà): quello di un leone.
 
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view post Posted on 31/3/2020, 18:35

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CITAZIONE (Perseo87 @ 31/3/2020, 18:20) 
Detto questo, non capisco il perché del tirare in ballo proprio il cucciolo di Spitz: . . .
Da ultimo, confesso che mi manca il nesso fra la "religiosità romana" (generica) e il cane tipo Spitz (in particolare). Abbiamo visto che nel caso della Spagna una cagna, probabilmente di tipo Spitz, fu apparentemente sacrificata sulla tomba di un infante.

Mi risulta da più parti che stia emergendo una specifica ed insistente ricorrenza della individuazione di cani più o meno di razza volpina nelle attestazioni di questi anni di sacrifici di cani o comunque di azioni ritualizzate che portano al seppelimento di cani o parti di cani in contesti romani di epoca classica.

Mi sembra un buon motivo per chiedersi se quello che è finora sembrato a tutti un felide -ma determinando così una anomalia inspiegabile dal punto di vista iconografico- in realtà proprio non lo sia e costituisca invece una rappresentazione eccezionale solo per la sua completezza di qualcosa di ben meglio attestato tanto archeologicamente che attraverso le fonti.
 
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view post Posted on 1/4/2020, 16:27
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Sulla possibilità che il soggetto del rilievo santambrosiano non rappresentasse un Ercole, ma più probabilmente un personaggio del corteo dionisiaco, nell'atto di percuotere con un pedum un piccolo leone, segnalo questo articolo di Claudio Franzoni, edito sugli Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa (1986): https://www.jstor.org/stable/24307311?seq=...fo_tab_contents.

Nel testo si tira in causa il confronto con i rilievi presenti sui sarcofagi romani d'età imperiale, dove, in effetti, personaggi del corteo dionisiaco sono talvolta affiancati a leoni adulti di ridotte dimensioni. Un valido esempio potrebbe essere questo sarcofago "a lenòs" con corteo dionisiaco dei Musei Vaticani (circa 150 d.C.): http://ancientrome.ru/art/artworken/img.htm?id=7617.
 
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view post Posted on 1/4/2020, 18:36

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Si, sì assolutamente non è veramente un Ercole; credo che ci siano pressappoco centovent'anni di bibliografia specifica che hanno messo in chiaro il non fondamento della opinione tradizionale.
Se non sbaglio ci deve essere un articolo dell'allora non ancora Papa Achille Ratti a cavallo di secolo XIX e XX che già smontava l'idea precedente e -se non ricordo male- anticipava appunto quella del corteo dionisiaco o qualcosa del genere (mi si prenda con beneficio d'inventario perché sto citando a braccio cose lette decenni fa).
Però noi qui su questo Forum forse abbiamo appena fatto un altro inedito passetto in avanti.

Bello il confronto con il sarcofago, bello soprattutto per il movimento delle gambe.
C'è anche l'immancabile cagnetto :D
Però l'attrezzo maneggiato è proprio altra cosa e direi dirimente fra i due differnti ambiti.
 
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view post Posted on 1/4/2020, 19:37
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CITAZIONE (Perseo87 @ 1/4/2020, 17:27) 
Nel testo si tira in causa il confronto con i rilievi presenti sui sarcofagi romani d'età imperiale, dove, in effetti, personaggi del corteo dionisiaco sono talvolta affiancati a leoni adulti di ridotte dimensioni. Un valido esempio potrebbe essere questo sarcofago "a lenòs" con corteo dionisiaco dei Musei Vaticani (circa 150 d.C.): http://ancientrome.ru/art/artworken/img.htm?id=7617.

Quello non mi sembra un leone.
Guarda la parte finale della coda: manca il solito ciuffo.
Guarda la criniera: sembra un animale con la barba... poco più folta della mia :lol:
 
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CITAZIONE (LAVORI ARCHEOLOGICI @ 1/4/2020, 19:36)
Però noi qui su questo Forum forse abbiamo appena fatto un altro inedito passetto in avanti.

Bello il confronto con il sarcofago, bello soprattutto per il movimento delle gambe. C'è anche l'immancabile cagnetto

Se mi dici così, però, temo che il passetto l'abbiamo fatto indietro... :D

Garantisco innanzitutto che l'esemplare che ho messo in fotografia tutto è, fuorché un cane. Non è neppure un leone, certo; questo infatti è stato un errore mio: stavo parlando del sarcofago a lenòs, che ha quelle due protomi giganti di leone, e forse per questo ho fatto confusione, in effetti avrei dovuto usare un più generico "felide". Quello che mi premeva sottolineare non era tanto la presenza del leone, quanto il fatto che, rispetto alla figura che si muove quasi a passo di danza, l'animale non rispetti minimamente una proporzione realistica.

Per capire di che tipo di felide si tratti, possono essere in parte utili proprio i fenotipi che descrive anche Righel.

CITAZIONE (Righel @ 1/4/2020, 20:37) 
Quello non mi sembra un leone.
Guarda la parte finale della coda: manca il solito ciuffo.
Guarda la criniera: sembra un animale con la barba

Prendiamo un esempio sempre tratto dal repertorio dionisiaco, che può aiutare a capire di cosa stiamo parlando: www.romanoimpero.com/2014/07/delo-grecia.html.

Qui vedete un dettaglio da un famoso mosaico scoperto nella Casa delle Maschere a Delo, con la raffigurazione di personaggio del corteo dionisiaco (secondo alcuni, proprio Dioniso) a cavallo di una "pantera" (nome generico con cui in antico era più spesso indicato quello che noi oggi chiamiamo leopardo). Osservate la barbetta che notava Righel, e la posizione generale del corpo. Degna di nota è pure la ricorrenza della corona di foglie, che il felide porta al collo (e che nel sarcofago è invece avvolta intorno alla sua cassa toracica, ma questo poco importa: basta la presenza a rimarcare la sua appartenenza al mondo dionisiaco).

Fate anche attenzione alla coda: anche nel caso del mosaico delio, infatti, l'artista ha messo un ciuffo di pelo scuro sulla punta, ma questo deve forse essere considerato come un'aggiunta del mosaicista (dal momento che neppure nella realtà quel ciuffo scuro si trova in fondo alla coda dei leopardi: https://it.wikipedia.org/wiki/Panthera_pardus).

Occorre a tal proposito considerare due cose:
1) gli artisti operanti in questi campi non ambivano quasi mai a realizzare immagini perfette della realtà zoologica, perché il loro scopo non era la rappresentazione scientifica dell'animale, ma solo quella decorativa, che aiutasse a contestualizzare meglio il soggetto principale;
2) spesso gli artisti non avevano di fronte animali vivi da riprodurre, ma si basavano su prototipi da bottega, a cui talvolta - specialmente nel caso di animali esotici, difficili da osservare nella vita di tutti i giorni - potevano essere aggiunti dettagli che nella realtà non esistono.

La questione delle dimensioni, volendo, si potrebbe porre anche qui, ma in modo rovesciato: rispetto a Dioniso, il leopardo che lo trasporta ha quasi le dimensioni di un cavallo (tanto che gli fa in effetti da cavalcatura). Anche qui, occorre tuttavia tener sempre ben presente il contesto, e il fatto che questi animali non dovevano necessariamente rappresentare una situazione reale, ma solo rafforzare la caratterizzazione del personaggio, adattandosi alla fantasia dell'artista, a eventuali considerazioni euritmiche del programma figurativo e soprattutto agli spazi disponibili sul supporto.

Qualcuno potrebbe far notare anche che nel sarcofago a rilievo dei Vaticani sulla punta della coda non si noti lo stesso ciuffo. Al che io ricorderei a tutti che le opere scultoree giunteci dall'antichità non erano in origine bianche come le vediamo noi oggi, e che dettagli molto piccoli di solito non si scolpivano neppure, ma si rendevano direttamente tramite policromia (basta vedere i personaggi minuti scolpiti a rilievo sulle stele funerarie, alla luce delle più recenti ricostruzioni cromatiche). Purtroppo la perdita del colore non facilita più la comprensione di molte immagini, anche se non per questo non si possono fare altre considerazioni che possano aiutare a ricostruire il tipo di animale raffigurato dall'artista di turno.

Se a questo si aggiunge che i grandi felidi esotici (leoni, pantere, tigri etc.) erano spesso (anzi, direi tradizionalmente) associati a Dioniso, e rappresentati all'interno del suo corteo, direi che non ci sia ombra di dubbio sul fatto che un piccolo leone avrebbe potuto essere anche rappresentato stretto per la coda nella mano di un seguace di Dioniso, armato di pedum. E anche sull'identificazione della tipologia di bastone, a ben vedere, si può stare abbastanza tranquilli, dal momento che questa si trova spesso fra le mani di Satiri e di altri personaggi del corteo bacchico, in iconografie d'età ellenistica e romana.

Qui un possibile esempio: www.gettyimages.it/detail/fotograf...onaca/935371286.
Qui uno forse ancora più simile per la conformazione della parte sommitale: www.alamy.it/fotos-immagini/satyr-and-bacchante.html. (mi riferisco a quello raffigurato nel mosaico di Thysdrus, del III secolo d.C., che mostra una Menade fra due Satiri).

Ciò premesso, ribadisco un'ultima volta di non prendere le rappresentazioni del XVIII secolo come una fotografia del reperto di cui stiamo discutendo (e pretendere di trovare per esse confronti perfetti nell'arte romana), perché, oltre alla libertà nella resa di alcuni dettagli, che molti artisti moderni non di rado si concedevano, potrebbe aver giocato un ruolo non da poco anche il cattivo stato di conservazione dell'immagine (cosa che avevo immaginato fin dall'inizio, e che noto che anche l'articolo di Franzoni mi conferma, riportando le descrizioni del pezzo pervenuteci dal passato).

Se poi, di fronte a tutto questo, qualcuno dei presenti volesse comunque continuare a pensare che il personaggio sul rilievo stringa fra le mani uno Spitz con la coda disegnata in modo desueto (cosa che dal secondo disegno presente nell'articolo di Jstor mi sembra non sia neppure minimamente immaginabile), io non son certo qui per convincere nessuno.
 
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view post Posted on 2/4/2020, 16:01

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CITAZIONE (Perseo87 @ 2/4/2020, 16:27) 
CITAZIONE (LAVORI ARCHEOLOGICI @ 1/4/2020, 19:36)
Bello il confronto con il sarcofago . . . C'è anche l'immancabile cagnetto

Se mi dici così, però, temo che il passetto l'abbiamo fatto indietro... :D

:D Ma tu pensi veramente ad una pantera fuori scala o magari ad un mustelide?

Perché un conto mi sembra quello di cavarsi gli occhi per cercare di trovare caratteristiche di anatomia animale che suggeriscano qualcosa confidando nella competenza di allora, un altro quello di sforzarsi per quanto possibile di vedere con gli occhi dell'antico quale specie ci starebbe bene fra quelle sommariamente compatibili morfologicamente con la rappresentazione per come essa è riuscita. Ebbene, nel sarcofago l'unico motivo di vederci un grande felino . . . rappresentato in piccolo mi pare che nel tuo ragionamento stia nell'aver riconosciuto il contesto per un apprezzamento generale, per una analisi dell'abbigliamento, e in particolare sulla base dell'oggetto in mano al personaggio. Perché se quello è un tirso, allora la bestiola viene molto bene che sia una pantera o qualche affine e quanto alla dimensione ed alle caratteristiche più dettagliate, amen, gli è venuta così.

Ma allora lo stesso approccio ha senso anche per l'altra iconografia ;)
 
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59 replies since 27/3/2020, 14:39   1258 views
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