CITAZIONE (Mario_A @ 13/8/2020, 17:52)
L'articolo citato:
M. L. Antonio et al., Ancient Rome: A genetic crossroads of Europe and the Mediterranean. Science 366, 708 (2019)
https://science.sciencemag.org/content/366/6466/708è un lavoro di antropologia molecolare veramente impressionante per il livello scientifico e la notevole quantità di dati, con l'obbiettivo di studiare la storia genetica della Roma antica dagli albori fino ai nostri giorni.
Sono stati analizzati gli interi genomi di ben 127 individui antichi provenienti da 29 siti archeologici nell'area di Roma, vissuti in un intervallo temporale di 12000 anni. Il lavoro è stato portato a termine da 39 studiosi appartenenti a diverse istituzioni ed università degli USA (fra cui la Stanford University che ha coordinato il lavoro), Italia, Austria e Irlanda. Non è un caso che sia stata pubblicata su Science, una delle massime riviste scientifiche, che ha anche dedicato la copertina del numero dove è stato pubblicato l'articolo in forma cartacea a Roma, con una foto del Colosseo.
Sono assolutamente d'accordo con te, è un lavoro davvero impressionante, e senza dubbio la ricerca più ricca di dati uscita finora sul DNA antico dell'Italia. Tuttavia, anche questa ricerca come tante altre ricerche genetiche, non è esente da qualche errore qua e là. Ma nel complesso rimane davvero molto informativa e di livello piuttosto alto.
CITAZIONE (Mario_A @ 13/8/2020, 17:52)
Per quanto riguarda gli Etruschi, il metodo statistico impiegato non separa questi dai Latini, tuttavia, come dice lo stesso articolo, le piccole dimensioni del campione (tre individui Etruschi, più uno protovillanoviano), non permettono di distinguere più finemente le due popolazioni. Cioè, per quanto gli Etruschi dello studio si posizionano come una popolazione dell'Italia Centro-Settentrionale, direi che i dati non sono sufficienti per dire che Etruschi e Latini avessero un'origine comune (anche se questo è molto plausibile). Sarebbe certamente molto interessante un domani riuscire a fare uno studio simile su una più larga quantità di individui Etruschi da vari siti italiani..
Gli individui etruschi analizzati sono quattro, uno di epoca villanoviana (900-800 a.C. una donna di Veio, necropoli di Grotta Gramiccia), e tre di fase orientalizzante (700-600 a.C. due donne e un maschio) trovati nella necropoli etrusca della Mattonara di Civitavecchia. Mentre il campione protovillanoviano non c'entra niente con gli Etruschi e neanche con i Latini, è una donna datata 930-839 a.C. che proviene da Martinsicuro, al confine tra Abruzzo e Marche, ed è probabilmente una proto-picena. Mentre i campioni latini analizzati sono sei: due provenienti da Ardea (800- 500 a.C., due maschi), uno proveniente da Boville Ernica (700-600 a.C., un maschio), uno proveniente dalla necropoli di Castel di Decima (900 - 700 a.C, un maschio), due da Palestrina (600-200 a.C., due maschi)
Ovviamente né io e né questa ricerca stiamo insinuando che Etruschi e Latini avessero un'origine comune, anche se non lo si può escludere del tutto. Sulla base della lettura del DNA autosomico di Etruschi e Latini analizzati per ora ci si deve limitare a dire che erano geneticamente simili, ovvero discendenti da simili migrazioni preistoriche che nella genetica delle popolazioni significa che Etruschi e Latini avevano simili percentuali di WHG (mesolitico), EEF (neolitico) e Steppe (bronzo) e che appunto nelle PCA si posizionano entrambi vicini a nord Italiani, toscani, spagnoli e francesi.
Bisogna anche considerare che l'origine degli Etruschi non era l'obiettivo principale di questa ricerca e che questa è una ricerca di Stanford e che Stanford in Italia collabora con UniPavia, e quest'ultima si è distinta per ricerche a tesi sugli Etruschi basate su campioni moderni e argomentazione circolare, ricerche sbagliatissime anche metodologicamente e persino nelle conclusioni. A quante ne so, dovrebbe uscire una ricerca ancora più dettagliata su campioni etruschi coordinata questa volta invece dal Reich Lab di Harvard, che in Italia invece collabora proprio il gruppo di Barbujani, i primi ad aver analizzato il DNA antico degli Etruschi (anche se si tratta solo di DNA mitocondriale), e il Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology.
Credo che nell'immediato più che una nuova ricerca sugli Etruschi, ci sarebbe più bisogno di altre ricerche su campioni antichi dell'età del bronzo da tutta Italia e campioni antichi dell'età del ferro dal nord e dal sud Italia.
CITAZIONE (Mario_A @ 13/8/2020, 17:52)
Inoltre uno dei tre Etruschi si posiziona geneticamente più lontano dagli altri due, avendo un circa 53% di discendenza nord-africana.
Per completare il quadro, anche due campioni latini su sei risultano avere in parte discendenza alloctona, nel caso dei Latini si tratta in parte di discendenza mediorientale.
Venendo al campione etrusco più lontano dagli altri Etruschi (si tratta di una donna di età orientalizzante trovata nella necropoli della Mattonara), per me il 53% di discendenza nord-africana stimata dallo studio non è un dato del tutto corretto, nel senso che la percentuale stimata dallo studio è superiore al dato reale. Questo campione (R475) ha certamente un po' di discendenza nord-africana ma non il 53%, il modello esagera il contributo nord-africano perché gli autori hanno usato nel modello eseguito con qpAdm come campione di riferimento Marocco_LN per rappresentare la discendenza nordafricana, ovvero un campione del tardo neolitico del Marocco. Marocco_LN ha tantissima discendenza anche dal neolitico della Spagna e quindi tende a nascondere molto la componente EEF. Lo si vede anche nella PCA, questo campione R475 non è a metà strada tra gli Etruschi e i nord africani ma rimane molto più vicino agli Etruschi. E sia i nord-africani moderni che i Punici/Cartaginesi sembrano diversi da Marocco_LN. Secondo me, questa etrusca era per metà etrusca e il resto della discendenza era Sardo-Punica (ovvero un misto di Sardo e Punico) e non propriamente Cartaginese/Punico.
come si vede qui, Marocco_LN è al 63% EEF, un valore che lo avvicina molto ai Sardi moderni, per esempio.
Questo un campione di moderni nordafricani dalla Tunisia, come si vede c'è differenza con il campione Marocco_LN.
Ho simulato anch'io qualche modello usando un metodo computazionale simile a qpAdm ma basato sul metodo Monte Carlo. Ho usato un campione di moderni tunisini come proxy per la discendenza nordafricana, un campione di nuragici analizzato da poco e gli altri etruschi come proxy locale, il target è chiaramente il campione R475 e mi ha dato questo risultato: questo campione etrusco è modellabile come se fosse stato - grosso modo - per metà etrusco, per un quarto un moderno nord africano e per un quarto un sardo di epoca nuragica.
CITAZIONE (Mario_A @ 13/8/2020, 17:52)
Credo che l'origine autoctona degli Etruschi sia stata ampiamente dimostrata dai dati archeologici (principalmente la continuità dei siti villanoviani), mentre la mancanza di siti archeologici in Turchia che possano essere identificati come "madre patria" depone a sfavore della tesi riportata da Erodoto sulla migrazione dalla Lidia all'Italia come origine degli Etruschi. I risultati dei primi studi sul DNA mitocondriale e i più avanzati sui genomi interi sarebbero in linea con un'origine degli Etruschi come popolo italico.
Si, assolutamente, si conferma ancora una volta quanto molti etruscologi, e in particolare gli archeologi, sostengono da tanti anni: gli Etruschi erano un popolo indigeno dell'Italia preromana. Dopo la fase villanoviana, la fase più antica della civiltà etrusca, gli Etruschi entrarono nella fase orientalizzante, sia grazie al rapporto con i Greci che si erano stabiliti nel sud Italia, e sia grazie ai rapporti commerciali con i Punici/Cartaginesi che si erano stabiliti in Sardegna. Il rapporto tra Etruschi e Nuragici, a loro volta già inseriti nei circuiti commerciali e culturali del Mediterraneo orientale, avevano probabilmente anticipato qualche tema. Ma appunto all'origine dalla Lidia gli etruscologi non credono da tantissimi anni. Per la completa mancanza di dati archeologici che la possono supportare e non ultimo per il fatto che i Lidi parlavano una lingua indoeuropea che aveva più in comune con l'antico umbro e il latino che con l'etrusco. Ma la tesi erodotea è rimasta popolare in ambito non accademico, tra gli studiosi amatoriali e persino tra gli accademici non etruscologi che hanno tentato più volte di dimostrarla senza mai riuscirci. Certamente gli Etruschi assimilarono anche gruppetti di stranieri, ma come si vedrà questo accadde a tutti i popoli dell'Italia preromana che non rimasero isolati, ma questi stranieri non hanno niente a che vedere con l'origine degli Etruschi. C'è da dire che il dato archeologico che dimostra l'origine autoctona degli Etruschi non è solo la continuità tra il periodo villanoviano e i periodi successivi della civiltà etrusca, ma anche la continuità che esiste in Etruria tra i siti esaminati della cultura protovillanoviana della fine del bronzo e la cultura villanoviana dell'età del ferro.
Edited by aekas - 16/8/2020, 04:17