Ostraka - Forum di archeologia

Archeologia e antropologia, questioni di metodo.

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view post Posted on 4/11/2023, 08:27

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L'Archeologia non studia l'Uomo, anzi deve guardarsene bene.

Studia tracce pervenute per via materiale di attività compiute da gruppi umani che essa definisce, raggruppa, confronta etc. per quello che hanno fatto e mai per quello che sono (stati).

Altrimenti non è Archeologia ma Antropologia o persino Genetica. Nobilissime aree di studio, ma che non dovrebbero essere confuse e soprattutto che non devono accettare il cortocircuito interdisciplinare che sarebbe generato dal trasportare acriticamente una denominazione di gruppo umano definita coerentemente con un approccio utilizzandola (quantomeno utilizzandola senza le dovute continuamente ripetute precisazioni metodologiche) in un altro.

La gravità del problema che sto additando emerge bene osservando quanto equivoca (secondo me proprio in conseguenza dell'estendrsi dell'approccio statunitense, che però è condizionato da locali ragioni giuridiche particolarissime) sia diventata internazionalmente la definizione "da corso universitario" del concetto di Paletnologia (che non è o almeno non dovrebbe essere la pura denominazione alternativa dell'Archeologia Preistorica, ma proprio un approccio differente con differente finalità e differenti strumenti conoscitivi).
 
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view post Posted on 4/11/2023, 14:30
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Forse mi equivoco, ma mi pare che adesso ci siamo: l'interpretazione delle definizioni date in Europa e negli USA (vale a dire in TUTTE le Americhe, dato il tipo di preparazione in archeologia che hanno anche gli archeologi latino-americani) dei termini Pre-Historical Archaeology e Historical Archaeology.

La definizione di quest'ultima: archeologia che si occupa di luoghi, cose e questioni del passato o del presente in cui documenti scritti e tradizioni orali possono informare e contestualizzare il materiale culturale.

Dato che negli attuali USA la scrittura è stata introdotta dagli immigrati europei solo nel XVII sec., per gli archeologi formati nelle università statunitensi la Historical Archaeology inizia in quel momento, prima è tutta Pre-Historical.
E questo vale per tutte le Americhe, comprese le zone in cui si sono sviluppate culture che scrivevano, anche se in maniera non alfabetica.

Da questo approccio credo nasca una serie di conseguenze che porta a derive significative in campo Paletnologico e non solo, anche etnologico tout court.

O sbaglio io a capire il senso delle parole di LA?
 
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view post Posted on 4/11/2023, 14:38
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Sarebbe bene che LA spiegasse meglio in che cosa consistono le differenze tra la concezione europea e quella americana dell'archeologia, spiegando anche quali siano i motivi di carattere legale, se non erro, cui ha fatto accenno. Se ben capisco, mentre in Europa l'archeologia limita il suo campo di competenza alle culture materiali, in America essa comprenderebbe anche ambiti che in Europa rientrano in quelli dell'antropologia. Ma un chiarimento, magari con qualche esempio o almeno riferimento sarebbe davvero utile.
 
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view post Posted on 4/11/2023, 17:54

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CITAZIONE (Usékar @ 4/11/2023, 14:30) 
. . .

O sbaglio io a capire il senso delle parole di LA?

E' la mia opinione, sì.

Francamente io ne attribuivo le cause ad una differenza giuridica che in quei contesti (e specialmente negli USA) è storicamente necessaria, ma che non dovrebbe essere accettabile da noi: alcune comunità viventi si ritengono e ragionevolmente sono espressione di quelle stesse le cui tracce materiali sepolte potrebbero venir studiate con metodo archeologico contemporaneamente allo studio antropologico della loro stessa cultura materiale. Con l'aggiunta che in alcuni casi i soggetti titolari dell'azione di tutela sono quelle comunità stesse e non l'autorità generale.

Ebbene non vorrei mai che a furia di adottare per i corsi universitari manuali di studiosi americani (o accettando di riprodurre tale e quale lo scambio interdisciplinare sperimentato da loro alle loro regole metodoogiche) si stia instaurando da noi -tanto per dire- l'idea che lo studio dei Paleoveneti sia una questione che interessa la comunità veneta e magari la potestà normativa della Regione Veneto, o che a qualcuno in Puglia venga l'idea di considerarsi legittimo continuatore della identità messapica o qualcuno in Sardegna viva lo studio della civiltà nuragica come una faccenda di famiglia, etc. etc.

Ritengo che un modo prudente e scientificamente corretto per evitare storture sarebbe la massima e continuamente ripetuta affermazione di metodo che l'Archeologia studia tracce materiali fatte dall'Uomo e non l'identità dell'Uomo che le ha compiute e che la pur legittima e benemerita ricerca sul patrimonio genetico nel passato non deve usare le medesime definizioni archeologiche utilizzate per inquadrare essa su base biologica gruppi umani che sono stati archeologicamente identificati solo per le loro azioni materiali e non per la loro identità genetica.

CITAZIONE (dceg @ 4/11/2023, 14:38) 
. . . Se ben capisco, mentre in Europa l'archeologia limita il suo campo di competenza alle culture materiali, in America essa comprenderebbe anche ambiti che in Europa rientrano in quelli dell'antropologia.

Direi che sia così.
 
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view post Posted on 4/11/2023, 17:56
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Ora sei più chiaro. Grazie.
 
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view post Posted on 4/11/2023, 18:12
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CITAZIONE (LAVORI ARCHEOLOGICI @ 4/11/2023, 17:54) 
qualcuno in Sardegna viva lo studio della civiltà nuragica come una faccenda di famiglia,

Però, però, ripensando a delle discussioni di molti anni fa, credo neppure su questo forum, ma su quello precedente... :rolleyes:
 
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view post Posted on 4/11/2023, 19:58
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Frugando tra i post di questo forum, qualche indizio sul fatto che toccare la Sardegna è "pericoloso" lo si trova nell'apposita sezione

https://ostraka.forumfree.it/?f=9173570

e anche al di fuori di quella sezione, in particolare dalla fine della 2a pag in avanti di questa discussione

https://ostraka.forumfree.it/?t=68022784
 
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view post Posted on 5/11/2023, 17:15

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CITAZIONE (LAVORI ARCHEOLOGICI @ 4/11/2023, 17:54) 
Ebbene non vorrei mai che a furia di adottare per i corsi universitari manuali di studiosi americani (o accettando di riprodurre tale e quale lo scambio interdisciplinare sperimentato da loro alle loro regole metodoogiche) si stia instaurando da noi -tanto per dire- l'idea che lo studio dei Paleoveneti sia una questione che interessa la comunità veneta e magari la potestà normativa della Regione Veneto, o che a qualcuno in Puglia venga l'idea di considerarsi legittimo continuatore della identità messapica o qualcuno in Sardegna viva lo studio della civiltà nuragica come una faccenda di famiglia, etc. etc.

Mi sembra di capire che il problema sia costitutito da paure su un potenziale scorretto uso di questi studi. Non posso negare che nella letteratura scientifica sia in corso un certo dibattito su queste tematiche, come riportato qui in un altro editoriale su Nature:

On the use and abuse of ancient DNA, Nature 2018

Tuttavia non mi risulta che, finora, si siano avuti particolari problemi. Spero non ci si voglia riferire ad infiammate discussioni su blog e forum di gruppi di "appassionati", molto più vicini alle pseudoscienze e alla fantarcheologia.

Gli studi sul DNA antico hanno lo scopo di determinare da quali gruppi umani derivano gli individui di cui gli archeologi hanno caratterizzato la loro cultura materiale. Oltre che, naturalmente, lo studio di caratteristiche biologiche che sono importanti per la comprensione dell'evoluzione dell'uomo (predisposizioni a malattie, adattamento al clima, etc.), e che sono anche importanti per l'uomo attuale.
Nessuno vuole trovare una fantomatica "identità genetica".
 
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view post Posted on 5/11/2023, 18:59
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Mi pare che se andate avanti così non riuscite a capirvi.
Credo di potervi aiutare.

La "paura" espressa da LA è che la New Archaeology, ovvero l'archeologia processuale, come viene chiamata in Europa, nata negli USA a cavallo tra gli anni '70 e '80 del secolo scorso ad opera di Gordon Willey e Philip Phillips, derivi sempre più verso una combinazione con l'antropologia, almeno in ambito USA, finendo però per prevalere su ogni altro modo di vedere.

In effetti, i due fondatori della NA affermarono che "American archaeology is anthropology or it is nothing", quindi ben di più di quanto osservato da dceg, e la NA è ancora ferma a questo principio.
Di conseguenza, i movimenti legati ai discendenti dei nativi promossero e promuovono una visione antropologica dell'archeologia statunitense, legata anche a quanto ho rilevato in precedenza, cioè la locale interpretazione dei termini Pre-Historical Archaeology e Historical Archaeology.

Infatti, considerando l'archeologia strettissimamente legata all'antropologia, i discendenti dei nativi considerano qualsiasi cosa, necropoli, manufatti etc. datati e/o databili a prima dell'arrivo dei bianchi come appartenente a loro e quindi non indagabile, perché legata ad aspetti che toccano la spiritualità loro e dei loro antenati.
E nelle cause promosse al riguardo, la magistratura statunitense dà loro ragione.

Applicata in modo rigido in Europa, questa visione dell'archeologia potrebbe portare a quella che con una definizione molto "forte" si può chiamare una deriva post-nazista, più cautamente, una deriva razzista, cosa che mi pare stia avvenendo in Israele e Palestina, dove l'archeologia viene utilizzata per affermare le priorità e la superiorità delle varie etnie, l'una sulle altre, come del resto succede in Cina, vedi Han al di sopra di tutti gli altri, in particolare Tibetani e Uyghuri, Giappone, con l'emarginazione degli Ainu, Brasile, con la distruzione dell'habitat dei nativi amazzonici e chissà in quanti altri luoghi.


Mi par di ricordare che qualcosa contro la NA abbia anni fa espresso anche Colin Renfrew, assieme ad altri studiosi britannici.

Spero di aver capito bene cosa intenda LA quando scrive

CITAZIONE
non vorrei mai che ..... si stia instaurando da noi -tanto per dire- l'idea che lo studio dei Paleoveneti sia una questione che interessa la comunità veneta e magari la potestà normativa della Regione Veneto, o che a qualcuno in Puglia venga l'idea di considerarsi legittimo continuatore della identità messapica o qualcuno in Sardegna viva lo studio della civiltà nuragica come una faccenda di famiglia

cosa che effettivamente sta accadendo da parte di un bel po' di sardi, certamente ben acculturati, nell'interpretazione dei contesti archeologici della loro isola.

Edited by Usékar - 6/11/2023, 05:45
 
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view post Posted on 6/11/2023, 14:31

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La mia domanda è: gli studi di cui stiamo parlando, come ad es. lo studio che è all'origine di questa discussione:

Ancient Rome: A genetic crossroads of Europe and the Mediterranean. Science 366, 708 (2019)

hanno problemi di metodo, e se sì quali? Sono studi la cui base archeologica è spesso europea, cioè proveniente da studi di archeologi europei, inclusi gli italiani.



CITAZIONE (Usékar @ 5/11/2023, 18:59) 
Applicata in modo rigido in Europa, questa visione dell'archeologia potrebbe portare a quella che con una definizione molto "forte" si può chiamare una deriva post-nazista, più cautamente, una deriva razzista, cosa che mi pare stia avvenendo in Israele e Palestina, dove l'archeologia viene utilizzata per affermare le priorità e la superiorità delle varie etnie, l'una sulle altre, come del resto succede in Cina, vedi Han al di sopra di tutti gli altri, in particolare Tibetani e Uyghuri, Giappone, con l'emarginazione degli Ainu, Brasile, con la distruzione dell'habitat dei nativi amazzonici e chissà in quanti altri luoghi.

In parte, questo che hai scritto era l'argomento dell'editoriale di Nature che ho citato nel mio precedente post. Ma non è che la Scienza deve fermarsi perchè temiamo i razzisti e gli estremisti. Non perchè esistono i creazionisti si devono fermare gli studi sull'evoluzione. Quando negli USA cominciarono ad essere pubblicati i primi studi genetici che supportavano l'origine africana dell'Homo sapiens, gli autori di questi studi ricevettero delle minacce dai suprematisti bianchi.
Le discriminazioni contro certi gruppi etnici in Cina, Giappone, Brasile, hanno lontane origini e non sono state certo originate da recenti studi genetici o archeologici.
In Cina, è vero che la politica ed il nazionalismo causano delle distorsioni sull'evoluzione umana (i Cinesi sopportano molto meno degli Europei e degli Americani l'origine africana dell'uomo), tuttavia, nonostante la Cina abbia un governo totalitario e repressivo, esistono scienziati cinesi seri che hanno comunque potuto pubblicare i loro studi genomici sulla popolazione cinese e dimostrare che anche i cinesi sono Homo sapiens uguali a tutti gli altri e di origine africana.


CITAZIONE
cosa che effettivamente sta accadendo da parte di un bel po' di sardi, certamente ben acculturati, nell'interpretazione dei contesti archeologici della loro isola.

Potresti spiegare meglio cosa starebbe accadendo in Sardegna nell'interpretazione dei contesti archeologici?

Perchè a me non risulta nulla!
In Sardegna, ci sono gli archeologi che studiano ovviamente ciò che è più rilevante sull'isola, quindi il Neolitico, l'Età del Bronzo (cioè quella che viene chiamata anche Civiltà Nuragica), la colonizzazione fenicia ed il periodo romano.
Esistono anche alcuni genetisti molto bravi, che collaborano in grandi studi internazionali pubblicati ai massimi livelli.
Tre anni fa è stato pubblicato un grande studio internazionale, con la partecipazione anche di archeologi e archeogenetisti sardi, sui genomi di 70 antichi individui sardi appartenenti ad un periodo storico incluso tra il Neolitico ed il Medioevo, includendo l'Età del Bronzo.

Genetic history from the Middle Neolithic to present on the Mediterranean island of Sardinia Nature Communications 2020


Non mi risulta che questo studio (che supporta la diretta discendenza degli attuali abitanti del centro della Sardegna dai popoli nuragici) abbia sconvolto nessuno.

Questi sono gli unici studiosi autorizzati alla ricerca e all'interpretazione dei contesti archeologici. Non mi pare che stiano facendo nulla di strano. Semmai c'è poco sprint, sarebbe bello se avessero più fondi per estendere le ricerche archeologiche.

Poi esiste una pletora di "appassionati", che coltivano pseudoscienza e fantarcheologia. Tuttavia la loro azione consiste nell'esporre le loro teorie in forum, blog e libri. La maggior parte di quelli che hanno scritto sull'archeologia sarda con toni fiammeggianti, regionalisti e rivoluzionari, a cui si riferiscono i link che hai precedentemente postato, e ancora di più quelli che hanno invaso il precedente forum Archeologia Italiana, rientravano tutti in questa categoria.

Edited by Mario_A - 6/11/2023, 15:01
 
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view post Posted on 6/11/2023, 15:51
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Mario sono d'accordo con te che quanto di cui stiamo ultimamente discutendo nulla ha a che vedere con il tema di partenza e se la si vuole portare avanti sarebbe meglio spostarle tutti gli ultimi interventi in una a essa appositamente dedicata, dandole un titolo appropriato.

Ora ti chiedo: dove trovi scritto da me che si debba fermare la ricerca, in archeologia come in qualsiasi campo la si voglia portare avanti? Sono del parere di non fermare nemmeno i fantacosi, i terrapiattisti, gli egittologi/assiriologi/mayanisti alla Zecharia Sitchin, Erich von Däniken, Roberto Giacobbo e quant'altri, perché quanto scrivono dà, sia pur raramente, nuovi spunti di lavoro: il problema consiste nel far capire l'errore a chi li ascolta e ne blatera di conseguenza.

Inoltre la ricerca "antica" molto spesso ai suoi contemporanei è apparsa contro-intuitiva e ancor più spesso inutile e ha dato i suoi frutti ben dopo quanto anticipato: mi viene in mente il caso delle equazioni diofantee, il cui studio risale alla 2a metà del XVIII sec. e non aveva al tempo alcun riflesso pratico sulla vita dei contemporanei, mentre oggi il suo sviluppo tiene in piedi l'intera rete di comunicazioni dei nostri cellulari e non solo.
Per non parlare poi della ricerca in campo matematico-astronomico.
Perdonami le citazioni, sono un anziano matematico...

Caso della Sardegna.
Io ho scritto di sardi "certamente ben acculturati", non ho scritto "archeologi sardi": se ti prendi il tempo per leggere non dico tutta ma almeno le due pagine finali della discussione svoltasi in questo forum e di cui ritrascrivo l'indirizzo qui sotto, capirai cosa intendo dire

https://ostraka.forumfree.it/?t=68022784

E i sardi non sono certo soli, in Italia senza andare lontano: all'inizio della vita di questo forum venne espulso un toscano, che ben conosceva la cultura e l'archeologia etrusca e mi ha addirittura aiutato fattivamente nelle ricerche sui metodi di lavorazione della pietra verde pulita nel periodo Neolitico, il quale era convintissimo, come lo sono gli acculturatissimi hobbisti sardi nei confronti della cultura nuragica e pre-nuragica, che cultura etrusca sia stata al centro della diffusione della cultura nell'intero bacino del Mediterraneo e anche oltre.
Come i terrapiattisti, gli alieno-mayanisti (vedi quanto ho scritto nella sezione America centrale a proposito della lastra tombale di Pakal, del fucile mitragliatore imbracciato dal guerriero maya, dei teschi di cristallo e quant'altro) e altri fantacosi, questi personaggi, che pure sanno benissimo di cosa parlano, non ammettono repliche.

Parimenti, non mi sono cimentato nello spiegare l'origine delle idee "suprematiste" condivise dal pensiero dominante nell'etnia Han e nelle altre culture che ho citato, sia perché è tema che esula totalmente questa discussione e ancor di più perché troppo vasto.

Il mio post precedente tentava solo di chiarire il pensiero, non proprio esplicito, di LA, peraltro espresso in almeno un'altra discussione, nella stessa maniera un po' criptica.
Tra l'altro, non vedo nelle parole di LA un invito a fermare la ricerca archeologica, bensì l'invito a riflettere sulla da lui considerata pericolosa commistione tra ricerche condotte su argomenti che in quasi tutta Europa sono considerate differenti e indipendenti, archeologia e antropologia, come sembra invece accadere in ambito statunitense.

E scrivo "in quasi tutte Europa" perché anche i Russi, non dal punto di vista antropologico ma da quello culturale, la pensano come i Cinesi Han, e il conflitto con gli Ucraini è figlio anche di questo modo di vedere la storia. E non a caso la visione degli Ucraini è condivisa dai Polacchi.
E non so se hai frequentato l'Alto Adige - Süd Tirol in anni fortunatamente passati ma relativamente recenti, parlo degli anni dal '50 al '70 circa, con strascichi che durano ancora oggi, non ostante sia chiaro che lo studio del genoma della mummia del Similaun, che loro si sono affrettati a battezzare Ötzi, abbia poi messo le cose a posto: lo studio pubblicato qui nel settembre 2023 avvicina quell'essere umano, geneticamente parlando, agli antichi agricoltori dell'Anatolia

www.cell.com/cell-genomics/fulltext/S2666-979X(23)00174-X


Se ha sbagliato nell'interpretazione, LA lo faccia sapere, mi scuserò con lui e con tutti voi per avervi infastidito.
 
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view post Posted on 6/11/2023, 16:05

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CITAZIONE (Usékar @ 6/11/2023, 15:51) 
. . .
Tra l'altro, non vedo nelle parole di LA un invito a fermare la ricerca archeologica, bensì l'invito a riflettere sulla da lui considerata pericolosa commistione tra ricerche condotte su argomenti che in quasi tutta Europa sono considerate differenti e indipendenti, archeologia e antropologia, come sembra invece accadere in ambito statunitense..
. . .

Non sono nemmeno contrario alla interdisciplinarietà, solo mi sforzo di evidenziare come nelle pieghe di una collaborazione tra discipline differenti esista a mio parere una insidia esplosiva che -forse- basterebbe un po' di rigore nell'uso delle denominazioni dei gruppi umani - culture - civiltà etc. etc. per disinnescare (ed evidenziare che l'abitudine a trattare insieme di Archeologia e Antropologia tipica di certi contesti extraeuropei -dove magari è persino giusitificata- da noi invece non aiuta).
 
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view post Posted on 6/11/2023, 17:26
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Hai ragione, manca per lo meno un avverbio, avrei dovuto scrivere "sulla da lui considerata potenzialmente pericolosa commistione"...
 
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view post Posted on 8/11/2023, 16:37

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CITAZIONE (Usékar @ 6/11/2023, 15:51) 
Caso della Sardegna.
Io ho scritto di sardi "certamente ben acculturati", non ho scritto "archeologi sardi": se ti prendi il tempo per leggere non dico tutta ma almeno le due pagine finali della discussione svoltasi in questo forum e di cui ritrascrivo l'indirizzo qui sotto, capirai cosa intendo dire

https://ostraka.forumfree.it/?t=68022784

Mi ricordo benissimo di questa discussione, e lo stesso argomento credo sia stato trattato anche altre volte: si tratta del libro "La Colonne d'Ercole" scritto da Sergio Frau, un giornalista esperto di archeologia (romano con radici sarde) del quotidiano "La Repubblica", libro in cui l'autore esponeva la tesi secondo la quale la Sardegna sarebbe stata l'Atlantide di Platone.

Quello però è stato un caso un po' particolare e diverso dagli altri: il libro, chiaramente molto "fantasioso", con ipotesi non fondate su osservazioni scientifiche, diversamente da altri libri dello stesso tenore, aveva catalizzato l'interesse di molte personalità della cultura italiana, inclusi alcuni famosi archeologi ed un famoso geologo divulgatore televisivo, le cui recensioni positive sul libro erano state raccolte in un'antologia dal titolo "Atlantikà".

Infine, fatto ancora più preoccupante, la tesi del libro era stata discussa in una conferenza dell'Accademia dei Lincei!

Io avevo letto sia il libro "Le Colonne d'Ercole" che la successiva antologia "Atlantikà", appena pubblicati (2002) e, pensa un pò, era stato il motivo per il quale mi ero iscritto al forum "Archeologia Italiana", perchè era in corso una discussione proprio su quest'argomento, che mi era sembrata alquanto seria con utenti di un livello culturale elevato, diversamente da tanti altri forum che ne discutevano con taglio decisamente fantarcheologico.

Nella discussione di cui hai postato il link, mi ero dimenticato che era anche intervenuto un noto archeologo sardo, Alfonso Stiglitz (nonostante il suo cognome austriaco)
 
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view post Posted on 8/11/2023, 16:43
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In realtà non mi riferivo tanto a Frau, quanto ai personaggi intervenuti, vedi per es. Già Capa a metà pag. 11
 
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