Ostraka - Forum di archeologia

Posts written by oyaluob

view post Posted: 5/7/2016, 01:24 RICOSTRUIRE le Rovine - Restauro e conservazione dei beni culturali
Secondo me anche la ricostruzione è importante per aumentare la fruibilità del sito archeologico.

Si pensi a tutti gli affreschi perduti di pompei dei quali restano fotografie che possono conoscere solo gli addetti ai lavori. Non sarebbe meglio sulle pareti spoglie far vedere ai visitatori delle riproduzioni più fedeli possibili dei precedenti affreschi totalmente scomparsi, magari avvertendo con un piccolo simbolo non visivamente invasivo che quella che stanno osservando è una ricostruzione?

Sono d'accordo con l'idea che parte del fascino di un sito archeologico stia nel fatto che esso non appaia "rifatto a nuovo", ma qualora si riesca facilmente a capire quali sono le parti originali e quali le integrazioni perché no?

Quella scuola di pensiero del <va bene gli interventi conservativi, ma se un sito archeologico cade a pezzi ugualmente non deve assolutamente essere ricostruito perché sarebbe come tradire la Storia che ha voluto che quei monumenti cadessero> lascia il tempo che trova, ovvero lascia il tempo che dopo un paio di generazioni nessuno, apparte i pochi specialisti, possano avere accesso alla conoscenza di come fosse quel sito.

Per esempio io sarei assolutamente favorevole a ricostruire i monumenti distrutti dall'Isis a Palmira e Niniveh: un monumento evidentemente Ricostruito ti fa capire che quel monumento è stato abbattuto da qualcuno in modo più chiaro che uno spazio con un bel niente; e in più renderebbe ancora più vane le ignobili azioni di distruzione.
view post Posted: 8/6/2016, 17:24 Esistevano opere di Fantascienza già durante il regno di Marco Aurelio ? A me sembra di si . - Archeologia Romana
Se per fantascienza si intende la definizione data da dceg allora Luciano di Samostata andava nella direzione opposta, visto che si burlava apertamente degli scienziati del tempo, accusandoli di pensare a cose di cui a nessun cittadino normale importava, come l'astronomia, la matematica, la fisica etc...
view post Posted: 8/6/2016, 17:00 Romani in America - Archeologia Romana
Strano, pensavo di averlo reso pubblico senza bisogno di alcuna registrazione.
Dovrebbe essere corretto adesso.
view post Posted: 20/2/2015, 10:37 Conoscenze indirette dell'America in età ellenistica - Storia Antica
Come ha detto giustamente Usékar facendo l'analogia con la prova del DNA corrispondente al 99,9%, che non viene considerata comunque una prova conclusiva nei processi, il lavoro di Russo non è una prova conclusiva dei contatti precolombiani.
Anzi, secondo me le prove conclusive non esistono affatto, né nell'archeologia, né in nessun'altra scienza che non sia la matematica.
Anche se venisse ritrovata la cosiddetta "pistola fumante" ci sarebbe sempre qualcuno pronto a congetturare la falsificazione di queste prove.
Probabilmente è una banalità ribadirlo: l'accumularsi delle prove serve solo ad aumentare il grado di fiducia per affermare che una teoria sia vera, ma non si potrà mai raggiungere il 100% assoluto. È anche questo il bello della ricerca storica: si è sempre costretti a rivedere le proprie posizioni in base ai nuovi ritrovamenti e a nuove interpretazioni dei documenti.
Io ho fiducia sulla correttezza della tesi di "L'America Dimenticata", perché mi sembra convincente l'ipotesi di partenza, ma mi piacerebbe che vengano anche aumentate le ricerche sul posto, così da riuscire a trovare diverse "pistole fumanti". :-)
view post Posted: 19/2/2015, 22:11 Conoscenze indirette dell'America in età ellenistica - Storia Antica
Salve a tutti,
sono un laureando in matematica che sta preparando la tesi con il prof. Russo (non attinente con l'argomento del thread), e circa due anni fa mi ha molto colpito il suo libro "L'America dimenticata". Mi ha meravigliato in particolare l'uso che Russo ha fatto della matematica per dimostrare la validità di una tesi storica.
Essendo io appassionato di storia antica e archeologia stavo sfogliando alcune discussioni di questo forum quando ho visto questa discussione e l'ho letta con attenzione.
Al di là di tutte le interpretazioni che si possono dare a questo o quel reperto, alla presunta raffigurazione romana dell'ananas o ai passi di Diodoro Siculo, che sono comunque molto interessanti, mi sembra che qui si stia trascurando il punto centrale dell'argomentazione di Russo.
Egli utilizza tutti questi indizi archeologici solamente come conferma ulteriore, e non per dimostrare la veridicità della sua tesi.
Mi rendo conto che molti non abbiano molta confidenza con la matematica e che quindi preferiscano intraprendere strade ad essa collaterali, ma se decideste (in effetti non con pochissima fatica) di andare a fondo alla questione per comprendere il calcolo di Russo, sono convinto che lo trovereste anche voi una prova conclusiva.
Proverò a riassumere in due righe quello che, secondo me, è il nocciolo della questione.
Alla fine del suo libro, Russo dimostra matematicamente che, se si facesse quella piccola ipotesi sull'errore di Tolomeo, allora la probabilità che Ipparco, fornendo le coordinate delle "isole fortunate", si riferisse in realtà alle piccole Antille, è del 99,3% (In realtà Russo non parla mai di probabilità, ma 99,3% è un fattore che misura la correlazione percentuale tra i dati previsti dalla sua teoria e quelli riportati nella Geografia di Tolomeo. Mi permetto di parlare di "probabilità" solo per motivi di maggiore chiarezza).

A questo punto le critiche all'argomentazione di Russo possono essere solo due:
1) La validità dell'ipotesi secondo la quale Tolomeo abbia maldestramente convertito in gradi delle distanze in stadi e che abbia fatto a catena diversi errori derivanti da ciò.
2) Si potrebbe sostenere, a titolo di opinione personale, che un grado di affidabilità solamente del 99,3% non sia sufficiente a riscrivere i libri di storia.

Naturalmente Russo fornisce diverse motivazioni per ritenere valida l'ipotesi citata nel punto 1. Ma, una volta accettata tale ipotesi, i calcoli non mentono.

Cordiali saluti a tutti!
Oyaluob
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