| @Pollo: non ho comprato un pacchetto, sono andata lì da sola perché mi interessava ed è un sito di importanza mondiale, quindi secondo il tuo ragionamento io sarei colpevole di non essermi informata a sufficienza. Può darsi ma questo non è il punto, almeno non è quello su cui volevo mettere il dito io.
E non è nemmeno giusto che quando uno è a casa sua possa fare proprio tutto ciò che vuole, secondo me ci sono dei limiti imposti dal comune buon senso del viver civile insieme ad altri sei/sette miliardi di persone...
Secondo me la cosa veramente grave non è, nel caso suddetto della Valle dei Re, il divieto di fotografare in sè, discutibile, ma legittimo. E' il proibire di portare l'oggetto, obbligando così chi ce l'ha nella borsa, perché arriva or ora dal Tempio di Hashepsut, tanto per fare un nome, in cui ciò è consentito, a lasciarlo nelle mani di non-si-sa-chi, fotocamera, videocamera e telefono cellulare. Non mi è successo solo lì! Anche a Montecarlo, quando andai a vedere la mostra Reines d'Egypte. Per niente carino.
Ma torniamo al caso generale, quello dei Musei in cui è vietato fotografare. Condivido l'osservazione di dceg, la gente non va nei musei o nei siti archeologici a fotografare per documentarsi, ricordare i racconti della guida, studiare, portare a termine affari lucrosi a tema culturale, ecc., ma per fotografarsi vicendevolmente con il pezzo d'arte.
Che sia una fonte di guadagno per la sussistenza della struttura ormai è difficile da credere, su internet c'è di tutto e di più. Il risultato di questa politica? Solo i libri importanti, i testi di studio, quelli che hanno l'esigenza di essere anche economici, quindi di contenere i costi, finiscono per essere senza foto... Non sarebbe più ragionevole e adatto al tempo in cui viviamo far pagare un supplemento a chi vuole fotografare, proibire il flash e sorvegliare, e poi via libera?
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