Ostraka - Forum di archeologia

Archeologia funeraria, (un problema etico?)

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view post Posted on 24/7/2011, 13:45
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- Γνῶθι σεαυτόν -

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Parto per un intervento un po' sui generis, che però, almeno secondo me, riguarda un problema tanto effettivo quanto poco sentito: quello delle implicazioni etiche nell'archeologia funeraria.

Cito da Lezioni di Archeologia, di D. Manacorda, ed. Laterza, 2010 (p. 249):

CITAZIONE
Scrive Paul Bahn: "Nel passato gli archeologi - nel contesto coloniale e del predominio occidentale - sentivano di avere il diritto di lavorare e scavare ovunque volessero, di disturbare i morti, e di spostare i resti umani e il materiale sacro nei musei senza la minima autorizzazione o consultazione delle popolazioni locali, che tutt'al più venivano impiegate come guide o operai, o al peggio venivano totalmente ignorate". [...] Poi sono sorti un po' di interrogativi. Alla fine degli anni Settanta, in ambienti geografici e culturali molto diversi (nativi del Nord America e dell'Australia, ebrei ultraortodossi di Israele) cominciarono a farsi sentire le prime rimostranze contro la libertà di ricerca archeologica, per impedire lo scavo di siti sacri o di necropoli 'dissacrate' da archeologi e antropologi.

E ancora, in merito allo scavo di una delle prime necropoli di schiavi neri di New York - iniziato nel 1989, ma poi affidato, a partire dal 1992, alla direzione di un docente afroamericano di Antropologia (in seguito a una serie di rivendicazioni sul diritto allo scavo dei propri "antenati") - (p. 251):

CITAZIONE
Nel giro di qualche anno lo scavo si è concluso, e al posto di uno degli edifici del progetto iniziale è sorto un mausoleo funerario, dove sono stati seppelliti in casse di mogano i resti di oltre 400 individui recuperati. [...] Con una decisione inconsueta, che si pretendeva rispettosa delle antiche pratiche funerarie, le ossa e gli oggetti di corredo (bottoni, fibbie, monete) sono stati riseppelliti. Solo i cocci trovati nella terra e non riferibili ad alcun individuo sono stati conservati.

Questa è l'attuale (e problematica) situazione dell'archeologia e dell'antropologia, in relazione all'etica dello scavo in ambiti funerari. In realtà, qui si citano tutti popoli ancora oggi presenti sul nostro pianeta (nativi americani, aborigeni australiani, ebrei); per questo, vorrei spostare la discussione sullo scavo delle necropoli di quei popoli che oggi non esistono più (Romani, Etruschi, Greci, Egizi, Fenici, Celti, Ittiti, Aztechi - e chi più ne ha più ne metta). Quando parliamo di "popoli scomparsi", infatti, le tombe possono essere scavate in tutta tranquillità, le salme possono essere prelevate dai loro sepolcri e separate dai loro corredi, tanto non potrà mai accadere che uno dei loro "discendenti" arrivi a protestare contro gli archeologi...

Ma questo può bastare a permettere lo scavo di una tomba (o meglio, non tanto lo scavo, quanto, piuttosto, il successivo prelievo - e divisione - del suo contenuto)? Pensiamo alla sepoltura di un uomo del Paleolitico (il più antico e lontano che possa esistere): forse che la sua sepoltura non fu dettata da sentimenti analoghi a quelli che spingono anche noi a dare sepoltura ai nostri defunti? Con quale diritto lo studioso può prelevare quel corpo dalla sua tomba e privarlo di un corredo che, talvolta, era funzionale alla sopravvivenza del defunto stesso nell'Aldilà?

In una domanda: quand'è che il defunto cessa di essere "un uomo", e diventa un mero "reperto archeologico"?
 
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view post Posted on 24/7/2011, 13:54
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Un tema analogo lo avevo aperto su AI usando il concetto di pietas e ponendo il quesito dove sia il limite tra interesse scientifico e appunto pietas.

Vedere in uno scavo le ossa dopo estratte dalla tomba e impacchettate in carta di giornale per finire poi chissà dove, mi ha fatto pensare, ed anche l'esposizione al pubblico di defunti, talora fatti a pezzi, oggi, diversamente forse da un tempo, mi procura spesso più fastidio che interesse. Lo ho provato anche recentemente di fronte a pezzi di mummia esposti in una vetrina ad Augsburg, ad esempio.

Sta di fatto che la mia impressione è che quando manca un rapporto "personale", il che avviene anche quando appartiene ad una cultura diversa, distante nel tempo o nello spazio, con il defunto esso diventa oggetto.
 
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§Karl§
view post Posted on 24/7/2011, 14:15




Sarebbe un discorso infinito credo, e ora non ho tempo né tantomeno credo di avere gli strumenti necessari per affrontarlo. Solo due stupidate. A livello strettamente personale, non essendo credente per me l'uomo è un reperto archeologico anche quando è ancora in vita, figuriamoci dopo il decesso. Per il resto credo sia un fatto di opportunità e di contingenza.

Appunto, la questione si pone tendenzialmente quando c'è qualcuno (gruppi sociali, religiosi, comunità, culture, nazioni, etnie, ecc.) che rivendica un qualche diritto. Già qui potrebbe esserci una prima vena di ipocrisia perché o la legge è uguale per tutti - greci, romani, assiri e babilonesi o che so io - o non è. In ogni caso, si potrebbe risolvere la cosa con "ognuno fa e decide per sé". Il "per sé" sarebbe a rigore da motivare e da "dimostrare", nel senso che la continuità nel tempo di identità, culture, ecc., e quindi in parte l'appartenenza, spesso è illusoria, inventata, legata a questioni identitarie (localismi ed etnicismi vari) e rivendicazioni politiche e sociali piuttosto che storicamente motivata.

Un'altra questione è proprio quella legata alle rivendicazioni identitarie. Alcune possono essere "legittime" altre no (chi decide poi è da vedere, ma mi riferisco soprattutto ad una legittimità storicamente motivata, e forse anche legalmente). Alcune sono pericolosamente reazionarie, spesso magari non sono monolitiche. Nel senso che solo parte di una comunità tiene a rivendicare certe cose con forza e con una certa dose di intolleranza, chiusura e ortodossia (esistono dappertutto, non sono appannaggio degli occidentali colonialisti), mentre l'altra parte no - non perché non porti dentro la propria identità, ma magari perché la vive in modo diverso, magari meno formale e superficiale, magari più in armonia con i processi che contraddistinguono la "modernità".

Spesso sono ipocrite. Sono l'ultimo brandello al quale ci si aggrappa per timore di vedere la propria cultura e società disciolte nel melting pot. Quelle stesse comunità o gruppi, o parti di comunità e gruppi, magari se ne fregano di svendere la propria economia e anzi sono tra quelli che ci lucrano sopra a discapito proprio dell'altra parte che magari non rivendica, ma si infervorano quando si toccano i morti. Ve le butto lì così, e scusate se non argomento ulteriormente.

P.S. Al di là del merito, mi sembra esemplare, a livello concettuale, l'esempio delle sepolture degli schiavi. A che serve rivendicare l'uguaglianza tra gli uomini almeno dal punto di vista "razziale", se poi allo stesso tempo si rivendica il diritto di scavare i propri antenati? Ma non sarebbe "patrimonio" dell'umanità intera, se si seguissero coerentemente gli effetti della prima rivendicazione? D'altro canto è una schizofrenia che affligge tutti i gruppi discriminati, quella di assumere un atteggiamento speculare a quello, e nei confronti di, chi discrimina. Anche perché l'altalena tra apertura e chiusura è tipica di tutti i gruppi umani praticamente in qualsiasi parte del mondo.
 
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view post Posted on 24/7/2011, 14:55
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CITAZIONE (dceg @ 24/7/2011, 14:54) 
Sta di fatto che la mia impressione è che quando manca un rapporto "personale", il che avviene anche quando appartiene ad una cultura diversa, distante nel tempo o nello spazio, con il defunto esso diventa oggetto.

E' probabile che la tua impressione sia corretta, Dceg (corretta nella sua essenza, ma non per questo giustificabile). Se è vero che tutti gli uomini sono uguali, questa uguaglianza dovrebbe essere considerata in ogni momento della vita (e anche dopo la fine di questa). So che il paragone è poco calzante (fosse solo per un problema di "corredo" - pressoché inesistente nella nostra cultura), ma se è vero che io non permetterei mai che un defunto della mia famiglia venisse dissotterrato ed esposto in un museo, non dovrei essere contrario a che questo venga fatto anche su defunti molto più antichi? In fin dei conti, se per me un essere umano è tale sempre (anche senza che io ci coltivi un rapporto personale e diretto), allora anche per un altro defunto, di qualunque epoca ed etnia, dovrebbe valere lo stesso princìpio.

CITAZIONE (§Karl§ @ 24/7/2011, 15:15) 
Sarebbe un discorso infinito credo, e ora non ho tempo né tantomeno credo di avere gli strumenti necessari per affrontarlo. Solo due stupidate. A livello strettamente personale, non essendo credente per me l'uomo è un reperto archeologico anche quando è ancora in vita, figuriamoci dopo il decesso. Per il resto credo sia un fatto di opportunità e di contingenza.

Sì, però il livello personale (so che non c'è bisogno di fartelo notare, ma lo voglio comunque sottolineare per gli altri lettori) non è un criterio di giudizio che può essere adoperato in questi casi - perché, appunto, possono entrare in gioco anche elementi a noi più o meno estranei (fra cui quello religioso), che non possono essere ignorati. Poi io tenterei di metterla su un piano il più possibile "lontano" dalla religione (nel senso che la religione non può non essere presente in questo ambito, ma dovrebbe essere intesa, in questi casi, non tanto come il rispetto di una credenza o di un qualche dio, a noi più o meno estraneo, quanto piuttosto come il semplice rispetto di un sentimento umano o di una volontà del defunto stesso).

Per fare un esempio, ti quoto il testo di una dedica funeraria dalla Sicilia, legata alla tomba di un bambino, di cui avevamo precedentemente discusso in un'altra sezione: http://epigraphy.packhum.org/inscriptions/...0%26region%3D13. Come vedi dalla parte finale della dedica (in latino), i genitori del piccolo Lucio chiedono espressamente, a chi passa di fronte alla tomba del loro figlioletto, di avere cura e rispetto della sepoltura, e di non disturbare il riposo del bambino. Se è vero che questa richiesta potrebbe valere tranquillamente per un bambino defunto del secolo scorso, perché non dovrebbe valere anche per un bambino dell'antichità?

Stesso dicasi per una mummia egizia o per un incinerato etrusco, in cui non c'è solo un problema di "prelievo" del corpo dalla sua sepoltura, ma anche un distacco del defunto da oggetti del suo corredo, che lui stesso (o la sua famiglia) aveva voluto che fossero depositati nella tomba, perché per lui avevano un valore. Penso agli amuleti egizi che occorrevano al defunto per proteggersi dai demoni della Duat, o alle urne cinerarie antropomorfe, in cui gli Etruschi facevano sigillare le proprie ceneri (forse in un'ottica di risarcimento per la perdita del proprio corpo, sostituito con uno che fosse di un materiale incorruttibile). Privare i defunti di questi oggetti significa, secondo me, non tanto compiere un sacrilegio (in cui uno può credere o non credere), ma andare prima di tutto contro le loro ultime volontà, non aver rispetto per i loro valori. Anche qui, se questo rispetto c'è per i morti più "recenti", perché non dovrebbe esserci per quelli più antichi (che, benché magari non imparentati con noi, erano comunque uomini e donne come noi)?
 
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§Karl§
view post Posted on 24/7/2011, 15:14




Il fatto è che, mi rendo conto potrà sembrare sacrilego, dissacrante, inumano, cinico, e tutto quel che volete, ma io non ho rispetto nemmeno per i morti recenti. Per il trapasso sì, per il dolore che provano familiari, amici, colleghi, conoscenti, anche. Per il trapassato in quanto persona, in quanto essere umano esistito, in quanto vivente nella memoria, anche. Per il corpo in sé... (a rigore un credente dovrebbe provare ancor meno interesse e attaccamento per le spoglie mortali). Per i valori da lui espressi e le ultime volontà? Boh, nì. Più no che sì. Che durata hanno queste ultime volontà? Per sempre? O come tutte le altre, ne dispongono poi gli eredi? (Non so, ad esempio quelle che riguardano il patrimonio). E i valori quanto durano? E se non li condivido? Se non li condivide l'intera società e persino l'intera umanità che gli sono succedute?

Fosse per me necropoli e cimiteri nemmeno esisterebbero (difatti io non li frequento se non per i funerali. Non vado a trovare parenti scomparsi nei cimiteri, li ritrovo ogni giorno "dentro" di me). Ci toglierebbe il lavoro e molte informazioni, ma in ogni caso... O almeno, non esisterebbero nella forma classica in cui siamo abituati a vederli o a considerarli. Sarebbero luoghi della memoria (di cui in genere la società necessita), se vogliamo, ma senza corpi, tombe, resti e suppellettili. Al massimo urne cinerarie (che uno può comunque anche tenere altrove). E per gli animali domestici come ci si deve comportare? E per gli altri animali in genere? Gli animalisti forse avrebbero da ridire.
 
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view post Posted on 24/7/2011, 15:22
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Il tuo ragionamento Perseo in parte lo condivido, però vorrei farti presente anche un problema non da poco: i tombaroli. Loro non si fanno certo scupoli nell'asportare corredi e nel buttare dove capita i resti umani. Se durante uno scavo di emergenza escono fuori delle tombe, secondo me è molto meglio che i corredi vengano messi in un luogo sicuro, perché sennò si involerebbero chissà dove.
Per i resti umani dopo uno scavo se si lasciassero in loco si disperderebbero certamente, quindi bisogna per forza toglierli dal loro contesto, sono più al sicuro nei depositi del museo. Per quelli consistenti che invece vengono esposti al pubblico, lì in effetti mi domando anche io se sia giusto fare di un defunto un'attrattiva, non sono del tutto d'accordo. Però, se facciamo un discorso del tipo "lasciamo riposare i morti riposare dove sono" allora a questo punto non dovremmo più scavare tombe, che costituiscono la nostra più importante fonte di informzioni. Fermo restando che si ritorna al discorso di prima sui tombaroli, se non ci arriva l'archeologo non è detto che non ci arrivino poi loro.
 
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view post Posted on 24/7/2011, 15:42
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Per me, grazie a dio ateo, non si tratta di un problema religioso, quanto di rispetto delle credenze altrui. Il problema valeanche, e per certi versi ancor di più per le collezioni antropologiche ed etnologiche. Non credo che però esista una soluzione generale, forse si può arrivare a trattare con rispetto i reperti, resti umani o corredi che siano, evitando lo spettacolo, il sensazionalismo. Giorni fa ho visto alla televisione uno studioso che ha, nel suo istituto universitario, una collezione di 7000 cervelli contemporanei. Macabro, irrispettoso, apparentemente, ma servono alla ricerca scientifica, a capire e forse curare gravi patologie. E la conoscenza è un bene che viene considerato superiore ad altre considerazioni. Questo può valere anche per altre forme di conoscenza, non solo in campo medico.
 
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view post Posted on 24/7/2011, 17:30
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Comprendo i punti di vista di ognuno di voi. Mi rendo anche conto che il tema che ho proposto è decisamente spinoso, e non pretendo che qui vi si trovi una soluzione (che, probabilmente, è un'utopia - o che, al limite, come suggerisce Dceg, consiste solo nel cercare di essere il più rispettosi possibile, nei confronti dei "reperti").

CITAZIONE (§Karl§ @ 24/7/2011, 16:14) 
Il fatto è che, mi rendo conto potrà sembrare sacrilego, dissacrante, inumano, cinico, e tutto quel che volete, ma io non ho rispetto nemmeno per i morti recenti. [...] Per il corpo in sé... (a rigore un credente dovrebbe provare ancor meno interesse e attaccamento per le spoglie mortali). Per i valori da lui espressi e le ultime volontà? Boh, nì. Più no che sì. Che durata hanno queste ultime volontà? Per sempre? [...] E i valori quanto durano? E se non li condivido?

Questo, però, è ancora il tuo punto di vista. Ci sono persone (e non mi riferisco solo ai cristiani, è ovvio) per la cui sensibilità religiosa questo non è ammissibile. Inoltre, ripeto, cerchiamo di tenere in conto il pensiero antico. A seconda del popolo che si prende in considerazione, anche se le spoglie mortali non hanno più vita in sé, per il "credente" esse potevano essere importantissime. Penso agli Egizi, per esempio: secondo te, perché si sarebbero dati tanta pena nel mummificare i loro morti, se davvero il corpo morto non aveva più alcuna importanza? Perché avrebbero cercato in tutti i modi di rallentarne la decomposizione e preservarlo, con bagni nel natron, imbottiture di erbe e rimozione di organi? Il corpo veniva preparato proprio perché durasse in eterno. Similmente, i canopi chiusini (come, in genere, anche le altre urne antropomorfe) sono stati interpretati come "corpi sostitutivi" e incorruttibili, che fornissero un nuova (ed eterna) dimora per il corpo del defunto. Sulla condivisione dei valori altrui, infine... non sei costretto a "condividerli", questo è ovvio. Ma dovresti, in teoria, almeno "rispettarli" (che non implica una condivisione, ma che, indubbiamente, è un atto di grande umanità e civiltà).

CITAZIONE (leda77 @ 24/7/2011, 16:22) 
Il tuo ragionamento Perseo in parte lo condivido, però vorrei farti presente anche un problema non da poco: i tombaroli. Loro non si fanno certo scupoli nell'asportare corredi e nel buttare dove capita i resti umani. Se durante uno scavo di emergenza escono fuori delle tombe, secondo me è molto meglio che i corredi vengano messi in un luogo sicuro, perché sennò si involerebbero chissà dove. [...] Però, se facciamo un discorso del tipo "lasciamo riposare i morti riposare dove sono" allora a questo punto non dovremmo più scavare tombe, che costituiscono la nostra più importante fonte di informzioni. Fermo restando che si ritorna al discorso di prima sui tombaroli, se non ci arriva l'archeologo non è detto che non ci arrivino poi loro.

Il problema dei tombaroli esiste proprio in virtù di una loro mancanza di sensibilità e rispetto. L'unico motivo per cui un tombarolo non va a scavare una tomba moderna, ma si concentra solo su quelle antiche, è proprio il fatto che, mancando un corredo, le tombe moderne non offrono alcun tipo di guadagno (a meno che uno non voglia rubare la salma, per poi chiedere un riscatto alla famiglia - com'è vergognosamente accaduto, di recente, per le spoglie del povero Mike Buongiorno).

Comunque, ripeto: non ho detto che lo scavo non deve essere fatto (anzi): lo scavo serve proprio a comprendere il funzionamento della mentalità funeraria del mondo antico (oltre a darci un sacco di altre preziose informazioni). Magari, però, sarebbe meglio, per esempio, poter musealizzare il corpo con il suo corredo (senza spedirne il diadema a quel museo, la kylix a quell'altro e la lapide ancora a un altro). Per un'urna cineraria, per esempio, non costerebbe nulla esporre il vaso in vetrina, con all'interno le ceneri raccolte in un sacchetto (che resterebbe invisibile alla vista). Tutto questo, inoltre, agevolerebbe una ricostruzione d'insieme del contesto, di cui anche il pubblico degli osservanti potrebbe beneficiare.

CITAZIONE (dceg @ 24/7/2011, 16:42) 
Giorni fa ho visto alla televisione uno studioso che ha, nel suo istituto universitario, una collezione di 7000 cervelli contemporanei. Macabro, irrispettoso, apparentemente, ma servono alla ricerca scientifica, a capire e forse curare gravi patologie. E la conoscenza è un bene che viene considerato superiore ad altre considerazioni. Questo può valere anche per altre forme di conoscenza, non solo in campo medico.

Vero, Dceg. Però io non mi sposterei sul campo medico, perché temo che potremmo addentrarci in un pericoloso ginepraio, dove magari finiremmo per discutere della liceità del manipolare (e del disporre arbitrariamente di) esseri umani - morti, vivi o nascituri che siano... Quindi, cerchiamo di restare nell'ambito del mondo antico (dove troveremo solo ossa o, al massimo, corpi rinsecchiti).
 
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view post Posted on 24/7/2011, 18:20
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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CITAZIONE (Perseo87 @ 24/7/2011, 18:30) 
Il problema dei tombaroli esiste proprio in virtù di una loro mancanza di sensibilità e rispetto. L'unico motivo per cui un tombarolo non va a scavare una tomba moderna, ma si concentra solo su quelle antiche, è proprio il fatto che, mancando un corredo, le tombe moderne non offrono alcun tipo di guadagno (a meno che uno non voglia rubare la salma, per poi chiedere un riscatto alla famiglia - com'è vergognosamente accaduto, di recente, per le spoglie del povero Mike Buongiorno).

Mica vero, ultimamente si è diffuso, almeno in Veneto, il furto degli arredi tombali in metallo, soprattutto se realizzati in rame e bronzo.
Il tutto a causa del recente aumento vertiginoso del prezzo delle materie prime metalliche, soprattutto il rame, cosa che ha causato anche furti clamorosi ai danni delle aziende che operano nel campo della posa dei cavi elettrici.
E' solo una questione di 'remunerazione', di soldi insomma.

Sono d'accordo con Dceg.
Riporto anche un fatto personale.
Durante uno dei miei soggiorni in America Centrale, ho partecipato ad una seduta con alcuni shamani.
Alla fine, sono rimasto a colloquio con loro e siamo venuti proprio sul tema che ha sollevato Perseo, anche perchè i 'tombaroli' locali possono agire quasi esclusivamente dietro autorizzazione da parte di questi soggetti, che sono contemporaneamente capi politici e religiosi delle loro comunità, così com'era anticamente.
Il più autorevole mi ha tagliato la parola sentenziando che 'si, va bene, noi la chiamiamo archeologia, ma in realtà si tratta di semplice profanazione'. Non ho saputo ribattergli.

NB: la posizione degli antichi cimiteri locali è spesso nota alle comunità che vivono sparse nelle foreste.
Le zone anticamente sede di aree sacre e/o cimiteriali vengono ancor oggi rispettate.
I tombaroli locali sono per lo più persone che hanno necessità di realizzare un surplus in denaro liquido e chiedono debita autorizzazione allo scavo da parte delle autorità religiose, le quali li sollevano da tutte le conseguenze 'negative' che questo tipo di attività potrebbe procurare (maledizioni, tabù religiosi vòlti ad evitare il contatto con materia 'impura' e quant'altro, vedi in proposito https://ostraka.forumfree.it/?t=56102629).
Chi agisce senza il consenso di queste autorità, se scoperto viene denunciato.
 
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Papiria
view post Posted on 24/7/2011, 18:42




Per me, da un punto di vista strettamente teorico, il principio da seguire dovrebbe essere il rispetto delle credenze del defunto o di chi per lui, se il defunto non aveva un'opinione al riguardo o non aveva il diritto di averla; ciò dovrebbe valere per ogni luogo ed epoca: quindi le volontà e le credenze di un uomo del paleolitico per me valgono esattamente quanto quelle di mio nonno.

Benissimo. Questa strada evidentemente non è percorribile. E allora? E allora vedo due strade: o, per motivi di studio, si può scavare tutto (anche la tomba di Mike Bongiorno), oppure non si scava niente.

Ci sarebbe la via intermedia, che poi è quella che si segue oggi quando si deve riesumare una salma recente per motivi forensi: cioè si tira fuori, si analizza e poi si rimette dov'era com'era (più o meno). Nel caso delle tombe antiche si farebbero anche molte foto e riproduzioni da esporre al pubblico, ecc.

Ma anche qui gli ostacoli sono evidenti: per fare tutto ciò occorre più lavoro, più tempo, più denaro. Inoltre, rimettere a posto è una parola; e poi, come è già stato fatto notare, ci sono i tombaroli: quelli depredano anche le tombe di cui non si conosceva l'esistenza, figuriamoci cosa farebbero con quelle scoperte ufficialmente! A ciò si aggiunge il fatto che magari dopo un mese o dopo 10 anni altri studiosi hanno nuove idee al riguardo e vorrebbero di nuovo vedere e analizzare il materiale... Inutile che prosegua nell'elencare i possibili problemi.

Secondo me in questo campo è davvero difficile persino conciliare ciò che si ritiene giusto in teoria con la pratica. Cosa si fa? Si scavano le tombe solo quando indispensabile, e quando lo si fa si usano "rispetto" e "moderazione"? Oppure no? E comunque cosa significa tutto ciò? In che misura? E chi lo stabilisce? Una "commissione etica dello scavo archeologico"?
In ogni caso, ci sarebbero discussioni a non finire e non ci sarebbero mai soluzioni definitive e che vadano bene per tutti.

Anche io, che non sono un'archeologa, mi rendo comunque conto dell'importanza fondamentale dello studio delle sepolture: spesso ci dicono di un popolo più di qualunque altro tipo di reperto.

A volte però mi sembra di assistere a qualche eccesso. Tra le altre cose, ad esempio, non tollero (ma qui non parliamo proprio di tombe) la vista dei calchi dei morti di Pompei. Ecco, cose come questa per me sono di cattivo gusto e irrispettose sia nei confronti dei morti che dei vivi. (Ma questo discorso può diventare molto ampio ed applicarsi ad altre discipline, come il giornalismo: avete presente quando scattano foto di persone disperate o morenti in mezzo ai disastri?).

Quindi, in conclusione... boh. ;)

(Bel contributo il mio, molto utile, davvero: consideratelo il parere di una persona "della strada" :rolleyes: ).
 
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view post Posted on 24/7/2011, 19:39
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CITAZIONE (Usèkar @ 24/7/2011, 19:20) 
Mica vero, ultimamente si è diffuso, almeno in Veneto, il furto degli arredi tombali in metallo, soprattutto se realizzati in rame e bronzo. Il tutto a causa del recente aumento vertiginoso del prezzo delle materie prime metalliche, soprattutto il rame, cosa che ha causato anche furti clamorosi ai danni delle aziende che operano nel campo della posa dei cavi elettrici.E' solo una questione di 'remunerazione', di soldi insomma.

Sì, questo è vero (e non credo che accada solo in Veneto). Io, però, parlavo di profanare una tomba, nel senso di aprirla e depredarne il contenuto. I nostri lumini in rame non hanno alcun particolare valore "rituale" o affettivo per il defunto: sono un qualcosa di più o meno standardizzato, che, se rotto o rubato, può essere sostituito senza troppi problemi. Lo ripeto, restiamo nel mondo antico, perché il confronto con la società moderna non può in alcun modo reggere, poiché troppe cose sono cambiate (nel rito, nel costume e nel significato).

CITAZIONE (Usèkar @ 24/7/2011, 19:20) 
Durante uno dei miei soggiorni in America Centrale, ho partecipato ad una seduta con alcuni shamani. Alla fine, sono rimasto a colloquio con loro e siamo venuti proprio sul tema che ha sollevato Perseo, anche perchè i 'tombaroli' locali possono agire quasi esclusivamente dietro autorizzazione da parte di questi soggetti, che sono contemporaneamente capi politici e religiosi delle loro comunità, così com'era anticamente. [...] I tombaroli locali sono per lo più persone che hanno necessità di realizzare un surplus in denaro liquido e chiedono debita autorizzazione allo scavo da parte delle autorità religiose, le quali li sollevano da tutte le conseguenze 'negative' che questo tipo di attività potrebbe procurare (maledizioni, tabù religiosi vòlti ad evitare il contatto con materia 'impura' e quant'altro). Chi agisce senza il consenso di queste autorità, se scoperto viene denunciato.

Eh... Però qui è già diverso. Questi "tombaroli" hanno alle spalle un'autorità religiosa che gli dà il permesso di compiere questi atti (magari la stessa autorità religiosa che si è occupata dei funerali del morto, la cui tomba viene saccheggiata). Non so che tipo di oggetti possano essere sottratti alla tomba, né se vengano sostituiti con altri, né in che modo lo shamano, poi, "sistemi la questione" con il defunto... Insomma, al di là di tutto, qui c'è un coinvolgimento di un'autorità religiosa, competente in materia, che si fa garante per il "tombarolo" di turno... Mi pare una cosa molto differente, rispetto all'operato dei nostri ladri di tombe (che possono essere bollati, a buona ragione, come "tombaroli").

CITAZIONE (Papiria @ 24/7/2011, 19:42) 
[...] vedo due strade: o, per motivi di studio, si può scavare tutto (anche la tomba di Mike Bongiorno), oppure non si scava niente. Ci sarebbe la via intermedia, che poi è quella che si segue oggi quando si deve riesumare una salma recente per motivi forensi: cioè si tira fuori, si analizza e poi si rimette dov'era com'era (più o meno). Nel caso delle tombe antiche si farebbero anche molte foto e riproduzioni da esporre al pubblico, ecc. Ma anche qui gli ostacoli sono evidenti: per fare tutto ciò occorre più lavoro, più tempo, più denaro. Inoltre, rimettere a posto è una parola; e poi, come è già stato fatto notare, ci sono i tombaroli: quelli depredano anche le tombe di cui non si conosceva l'esistenza, figuriamoci cosa farebbero con quelle scoperte ufficialmente! A ciò si aggiunge il fatto che magari dopo un mese o dopo 10 anni altri studiosi hanno nuove idee al riguardo e vorrebbero di nuovo vedere e analizzare il materiale... Inutile che prosegua nell'elencare i possibili problemi.

Ma io ripeto: non ho detto che non si devono più scavare le tombe. Lo scavo archeologico, alla fine, non è una mera distruzione immotivata, o un depredare un luogo sacro senza il minimo riguardo; c'è poi l'aspetto positivo della protezione del defunto e del suo corredo contro i tombaroli, e della preservazione dei suddetti dall'azione del tempo (poiché neppure la mummia realizzata con più cura sarà mai realmente "eterna"). Per noi, alla fine, è una necessità. Dico solo che, in un ambito di musealizzazione di ciò che viene recuperato, bisognerebbe tener di conto dei beni del defunto (e del defunto stesso), senza separare il proprietario dalle sue proprietà. Cioè, quello che penso io è: se davvero scavare è indispensabile, almeno cerchiamo di ridurre il "danno" (in senso etico) al minimo.
 
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view post Posted on 24/7/2011, 21:02
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CITAZIONE (Perseo87 @ 24/7/2011, 20:39) 
se davvero scavare è indispensabile, almeno cerchiamo di ridurre il "danno" (in senso etico) al minimo.

E qui sta il nocciolo della questione: l'etica è tuttavia contingente, legata alla cultura, all'epoca, al luogo, alla situazione ecc. Quello che un tempo o in un luogo appare lecito in un'altra epoca o altrove può essere sentito come illecito, spregevole, sacrilego e via dicendo. In effetti, per restare all'antico Egitto, da un lato vi era la "necessità" di preservare il corpo dei defunti, dall'altra i ladri di corredi tombali non mancavano, anzi. Anche all'interno della stessa cultura vi erano, e non solo in Egitto, e non solo in passato, contraddizioni, atteggiamenti contrapposti in cui, allora come oggi, anche considerazioni di carattere economico svolgevano un ruolo essenziale.



 
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§Karl§
view post Posted on 24/7/2011, 22:17




In alcuni casi comunque, in pratica, scusate il gioco di parole, ma lasciare intatte le sepolture è impraticabile. In molte società e culture oltre a cimiteri e necropoli, esistevano anche le sepolture domestiche, se non riservate a tutti, almeno a parte della popolazione (ad esempio, in alcune culture preistoriche del vicino oriente, i bambini venivano sepolti entro il villaggio). Ora, scavando una casa, di strato in strato, finisco com'è ovvio per levare quelli in cui sono contenute le sepolture. Non scaviamo più? A me sta anche bene, ma allora aboliamo l'archeologia in toto, almeno come attività di scavo, così almeno rispettiamo tutto, non solo le sepolture.

Devo rispettare i valori altrui? Non lo so, non sono molto d'accordo. Ho una visione dinamica dei valori, per me non sono dati una volta per tutte e poi restano lì, sacri e inviolabili. Alcune cose, idee, concetti, comportamenti, ecc., considerati "valori" da alcuni gruppi, sociali o culturali o che, li combatto ogni giorno perché li trovo intollerabili e ingiustificabili. I valori si affermano spesso attraverso conflitti, a volte con le rivoluzioni. Ho fatto non solo l'esempio personale, ma ho coinvolto intere società e infine l'umanità intera. Se l'umanità del futuro avesse bisogno di ulteriore spazio, e ritenesse la cosa necessaria e utile, e volesse spazzar via tutti i cimiteri esistenti al mondo, in quanto spirito trapassato non mi opporrei a priori (sempre se dovessi esistere in qualche modo, ovviamente). La terra in fondo è dei vivi, come recitano i cartelloni pubblicitari sulla cremazione. Se le motivazioni che spingono alla richiesta di nuovo spazio le ritenessi sbagliate, non starebbe comunque a me trapassato - per ovvi motivi (sto prendendo una piega surreale) - decidere, ma decideranno le discussioni, lotte e conflitti all'interno della comunità dei vivi di quel periodo, in base ai loro valori e alle loro necessità, non alle mie. In quanto trapassato probabilmente capirei, forse capiscono anche i trapassati delle precedenti generazioni, chi può saperlo? A me onestamente pare una questione certo importante, e certo scivolosa, ma dietro alla quale si nasconde anche tanta ipocrisia e desideri che, più che ai morti, appartengono a noi vivi. Si può scavare la tomba di Mike Bongiorno? A rigore per me sì. Però il lasso di tempo intercorso è breve, i diretti discendenti sono ancora vivi e possono giustamente rivendicare i propri diritti. Se la nostra civiltà decadesse, non vedo perché la nuova dovrebbe rinunciare a scavare. Per conto mio (cioè per quel che riguarda me, non Mike Bongiorno), dò loro il permesso incondizionato: scavate quel che vi pare, non offenderete la memoria né mia, né quella dei mie cari. Anzi, almeno serviremo a qualcosa anche da trapassati.
 
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view post Posted on 25/7/2011, 00:00
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A Dceg:

CITAZIONE (dceg @ 24/7/2011, 22:02) 
E qui sta il nocciolo della questione: l'etica è tuttavia contingente, legata alla cultura, all'epoca, al luogo, alla situazione ecc. Quello che un tempo o in un luogo appare lecito in un'altra epoca o altrove può essere sentito come illecito, spregevole, sacrilego e via dicendo. In effetti, per restare all'antico Egitto, da un lato vi era la "necessità" di preservare il corpo dei defunti, dall'altra i ladri di corredi tombali non mancavano, anzi.

Ma i tombaroli ci sono sempre stati! Ed è chiaro che uno che si introduce furtivamente in una tomba, per depredarne il contenuto, non deve avere un grande concetto di etica (e questo, indipendentemente dal periodo storico in cui vive...). I tombaroli egizi, poi, per l'appunto, non si limitavano a portare via i tesori, ma distruggevano anche le mummie dei sovrani, dandole alle fiamme (molte salme di faraoni non ci sono giunte per questo motivo, mentre la maggior parte di quelle in nostro possesso si sono salvate perché depositate dai sacerdoti in appositi nascondigli).

A Karl (e non solo):

CITAZIONE (§Karl§ @ 24/7/2011, 23:17) 
Non scaviamo più? A me sta anche bene, ma allora aboliamo l'archeologia in toto, almeno come attività di scavo, così almeno rispettiamo tutto, non solo le sepolture.

Scusate, eh, ma ho l'impressione che non li leggiate attentamente i miei posts...

Prima di arrivare a prospettare questi scenari apocalittici, in cui non ci sarà più spazio abitativo per nessuno (un'eventualità che, forse, neppure si realizzerà mai - visto che, probabilmente, fra qualche secolo, avremo reso abitabili anche la Luna e Marte...), io ci tengo a che si rilegga, per l'ennesima volta, quanto ho scritto sopra, e per ben due volte (sennò scusate, ma mi sembra di parlare arabo):

CITAZIONE
Comunque, ripeto: non ho detto che lo scavo non deve essere fatto (anzi): lo scavo serve proprio a comprendere il funzionamento della mentalità funeraria del mondo antico (oltre a darci un sacco di altre preziose informazioni).

CITAZIONE
Ma io ripeto: non ho detto che non si devono più scavare le tombe. Lo scavo archeologico, alla fine, non è una mera distruzione immotivata, o un depredare un luogo sacro senza il minimo riguardo; c'è poi l'aspetto positivo della protezione del defunto e del suo corredo contro i tombaroli, e della preservazione dei suddetti dall'azione del tempo (poiché neppure la mummia realizzata con più cura sarà mai realmente "eterna"). Per noi, alla fine, è una necessità.

Non ho detto, dunque, che si deve smettere di scavare: ho solo detto che, in materia di tombe, (dato che trattiamo resti di persone come noi) si dovrebbe forse scavare e musealizzare con un minimo di attenzione e rispetto in più, per quello che è il contesto non solo archeologico, ma anche "umano" che ha prodotto quella tomba. Questa, comunque, è solo una mia personalissima opinione (e forse perfino un po' utopica), per cui non importa arrivare a immaginare un futuro in cui non ci sarà più spazio per i vivi. E poi, se anche sarà così, non importerà rimuovere il moderno cimitero con le ruspe: potranno sempre interrare l'intera zona o farci sopra una bella colata di cemento armato, così le tombe resteranno per sempre intatte - e inviolabili - e gli architetti avranno un basamento davvero invidiabile su cui costruire (mi pare che, fra l'altro, una cosa del genere sia pure archeologicamente documentata in Oriente, con il nome di "obliterazione sacra", ma non vorrei sbagliarmi...).
 
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§Karl§
view post Posted on 25/7/2011, 01:10




Sì questo l'ho capito. Però se si deve portare rispetto ad usi, costumi, credenze, valori e sentimenti altrui (nonché in certi casi iscrizioni, epitaffi, dediche, ecc.), ciò imporrebbe di non scavare tutto ciò che quegli uomini e quelle donne, quelle società e quelle culture, volevano restasse interrato. Molto semplicemente. Tutt'al più si potrebbe, come suggeriva Papiria, scavare, registrare, studiare e interrare di nuovo (cosa che per esigenze di conservazione e non solo, pure avviene. Avviene anche tra una stagione di scavo e l'altra), ma sarebbe comunque una violazione.

Per ciò che concerne il rispetto, personalmente verso il dato archeologico nutro più rispetto di quanto ne nutra verso certi esseri umani viventi, che siano cocci o spoglie mortali, per cui più in là di quello difficilmente credo riuscirei ad andare :lol:
 
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22 replies since 24/7/2011, 13:45   888 views
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