Comprendo i punti di vista di ognuno di voi. Mi rendo anche conto che il tema che ho proposto è decisamente spinoso, e non pretendo che qui vi si trovi una soluzione (che, probabilmente, è un'utopia - o che, al limite, come suggerisce Dceg, consiste solo nel cercare di essere il più rispettosi possibile, nei confronti dei "reperti").
CITAZIONE (§Karl§ @ 24/7/2011, 16:14)
Il fatto è che, mi rendo conto potrà sembrare sacrilego, dissacrante, inumano, cinico, e tutto quel che volete, ma io non ho rispetto nemmeno per i morti recenti. [...] Per il corpo in sé... (a rigore un credente dovrebbe provare ancor meno interesse e attaccamento per le spoglie mortali). Per i valori da lui espressi e le ultime volontà? Boh, nì. Più no che sì. Che durata hanno queste ultime volontà? Per sempre? [...] E i valori quanto durano? E se non li condivido?
Questo, però, è ancora il tuo punto di vista. Ci sono persone (e non mi riferisco solo ai cristiani, è ovvio) per la cui sensibilità religiosa questo non è ammissibile. Inoltre, ripeto, cerchiamo di tenere in conto il pensiero antico. A seconda del popolo che si prende in considerazione, anche se le spoglie mortali non hanno più vita in sé, per il "credente" esse potevano essere importantissime. Penso agli Egizi, per esempio: secondo te, perché si sarebbero dati tanta pena nel mummificare i loro morti, se davvero il corpo morto non aveva più alcuna importanza? Perché avrebbero cercato in tutti i modi di rallentarne la decomposizione e preservarlo, con bagni nel natron, imbottiture di erbe e rimozione di organi? Il corpo veniva preparato proprio perché durasse in eterno. Similmente, i canopi chiusini (come, in genere, anche le altre urne antropomorfe) sono stati interpretati come "corpi sostitutivi" e incorruttibili, che fornissero un nuova (ed eterna) dimora per il corpo del defunto. Sulla condivisione dei valori altrui, infine... non sei costretto a "condividerli", questo è ovvio. Ma dovresti, in teoria, almeno "rispettarli" (che non implica una condivisione, ma che, indubbiamente, è un atto di grande umanità e civiltà).
CITAZIONE (leda77 @ 24/7/2011, 16:22)
Il tuo ragionamento Perseo in parte lo condivido, però vorrei farti presente anche un problema non da poco: i tombaroli. Loro non si fanno certo scupoli nell'asportare corredi e nel buttare dove capita i resti umani. Se durante uno scavo di emergenza escono fuori delle tombe, secondo me è molto meglio che i corredi vengano messi in un luogo sicuro, perché sennò si involerebbero chissà dove. [...] Però, se facciamo un discorso del tipo "lasciamo riposare i morti riposare dove sono" allora a questo punto non dovremmo più scavare tombe, che costituiscono la nostra più importante fonte di informzioni. Fermo restando che si ritorna al discorso di prima sui tombaroli, se non ci arriva l'archeologo non è detto che non ci arrivino poi loro.
Il problema dei tombaroli esiste proprio in virtù di una loro mancanza di sensibilità e rispetto. L'unico motivo per cui un tombarolo non va a scavare una tomba moderna, ma si concentra solo su quelle antiche, è proprio il fatto che, mancando un corredo, le tombe moderne non offrono alcun tipo di guadagno (a meno che uno non voglia rubare la salma, per poi chiedere un riscatto alla famiglia - com'è vergognosamente accaduto, di recente, per le spoglie del povero Mike Buongiorno).
Comunque, ripeto: non ho detto che lo scavo non deve essere fatto (anzi): lo scavo serve proprio a comprendere il funzionamento della mentalità funeraria del mondo antico (oltre a darci un sacco di altre preziose informazioni). Magari, però, sarebbe meglio, per esempio, poter musealizzare il corpo con il suo corredo (senza spedirne il diadema a quel museo, la kylix a quell'altro e la lapide ancora a un altro). Per un'urna cineraria, per esempio, non costerebbe nulla esporre il vaso in vetrina, con all'interno le ceneri raccolte in un sacchetto (che resterebbe invisibile alla vista). Tutto questo, inoltre, agevolerebbe una ricostruzione d'insieme del contesto, di cui anche il pubblico degli osservanti potrebbe beneficiare.
CITAZIONE (dceg @ 24/7/2011, 16:42)
Giorni fa ho visto alla televisione uno studioso che ha, nel suo istituto universitario, una collezione di 7000 cervelli contemporanei. Macabro, irrispettoso, apparentemente, ma servono alla ricerca scientifica, a capire e forse curare gravi patologie. E la conoscenza è un bene che viene considerato superiore ad altre considerazioni. Questo può valere anche per altre forme di conoscenza, non solo in campo medico.
Vero, Dceg. Però io non mi sposterei sul campo medico, perché temo che potremmo addentrarci in un pericoloso ginepraio, dove magari finiremmo per discutere della liceità del manipolare (e del disporre arbitrariamente di) esseri umani - morti, vivi o nascituri che siano... Quindi, cerchiamo di restare nell'ambito del mondo antico (dove troveremo solo ossa o, al massimo, corpi rinsecchiti).