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Palenque, straordinaria città Maya nel Periodo Classico Tardo

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view post Posted on 28/10/2011, 17:42
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Attenzione
Questo 'trattatello' è molto lungo e contiene una grande quantità di rinvii ad articoli pubblicati sul web, quasi tutti in lingua inglese e in formato pdf.
Leggerlo quindi nella sua completezza richiede parecchio tempo ed un bel po' di pazienza.
Ma, per dirla con Eric Burdon in San Franciscan Nights (1966), "it will be worth it, if not for the sake of this song but for the sake of your own peace of mind". ;) :lol:

Premessa
Tutti i riferimenti bibliografici, fotografici etc. contenuti in questo 'trattatello' sono rintracciabili online sul web.
La maggior parte sono link diretti. In un caso, non essendo consentito copiare l'indirizzo perchè protetto, ho riportato gli estremi per poter rintracciare comunque online la pubblicazione di riferimento.




La straordinaria città Maya di Palenque e il passaggio dal Periodo Classico al periodo Classico Tardo

Tra i siti archeologici Maya quello della città di Palenque è forse quello sul quale più è stato scritto, sia da parte degli studiosi, sia da parte dei divulgatori, sia da parte dei fantasiosi cercatori di misteri.
Perciò forse non vale la pena di aggiungere ancora qualcosa alla grande quantità di lavori rintracciabili anche sul web.
C'è però un aspetto poco o nulla sottolineato: il motivo di tanta attenzione è che Palenque costituisce un unicum, una città singolare molto diversa dai punti di vista urbanistico, architettonico, artistico e anche civile-religioso rispetto alle altre città Maya.

Non è che Wikipedia sia la Toràh, ma un riassunto delle vicende storiche della città e del suo 'reame' aiuta a capire un bel po' di cose, per cui, prima di proseguire nella lettura di questo intervento, è meglio dare una occhiata a quanto Wiki ne racconta sotto la voce 'cenni storici', qui in italiano http://it.wikipedia.org/wiki/Palenque, qui in inglese http://en.wikipedia.org/wiki/Palenque (in realtà, il sito di Wiki è un po' datato, ma per una infarinatura basta).
E magari, guardare anche il servizio fotografico che segue il breve testo qui presentato
http://mayamiscellany.blogspot.com/2008/02/palenque.html

Archeologicamente parlando, la città di Palenque si estende per almeno 15 km², ma la parte più importante è racchiusa in un quadrato che misura circa 250 mt di lato, come si può vedere da queste mappe
http://mexicomarlyn.com/Palenque_Archaeolo...es/image033.jpg
www.mesoweb.com/palenque/resources/maps/map01.html
qui l'intera area archeologica
www.mesoweb.com/palenque/resources/maps/map9901c.html
e qui una foto di quasi tutta l'area compresa nella prima mappa
http://img41.imageshack.us/img41/1259/palenche11.jpg
con alcuni degli edifici più importanti fino ad oggi scoperti e studiati (in primo piano il Palazzo con la sua torre, alla sua dx il Tempio delle Iscrizioni con la struttura XIII, dietro al palazzo i templi del Gruppo delle Croci).

Vi è poi una zona, quella dell'Acropoli sud confinante con il 'quadrato' citato, che solo recentemente si è cominciato a studiare, perchè costituita da edifici instabili e ancora coperti dalla vegetazione, ma che sta dando grandi risultati come per es. la scoperta di una nuova tomba reale al di sotto della struttura XX
https://ostraka.forumfree.it/?t=58506986

Tutto il resto della città era costituito quasi esclusivamente di abitazioni maya classiche, ovvero piccole costruzioni in legno, canniccio intonacato e foglie di palma con una base, in ciottoli fluviali e terra battuta, leggermente rialzata rispetto al 'piano stradale'.
Qui un esempio ricostruttivo
www.travelphotoblog.org/Messico/mx03sf17.jpg).

La zona di templi e palazzi di Palenque, quella della prima mappa, è molto decentrata rispetto al resto dell'abitato ed è attraversata da un acquedotto, di 3 metri di profondità, che intuba il rio Otulum e separa la zona 'residenziale' dei regnanti, con la sua piazza, dal gruppo dei tre templi fatti edificare da K'an Balám II.
Gli edifici veramente importanti, tra quelli sino ad oggi studiati, sono solo 7, tutti edificati su collinette o piattaforme artificiali: il Palazzo, il Tempio delle Iscrizioni, la struttura XIII, i tre templi del Gruppo delle Croci (Tempio della Croce, Tempio del Sole e Tempio della Croce Fogliata) e il Tempio XIX. A questi si aggiunge il campo per il gioco della palla.
Di minore importanza sono il Tempio XI, il Tempio del Conte e il Tempio del Leone.
Si sta aggiungendo a questi anche la struttura XX, per ora esplorata molto parzialmente.


Ci sono prove archeologiche che in quella zona furono edificate strutture abbastanza semplici sin dal I sec.d.C., però i 7 edifici più importanti furono edificati tra il 612 e il 730 da Sak K'uk', madre di Pakál il Grande, da Pakál stesso, da suo figlio Kan Balám II e da Ahkál Mo' Naahb III, nipote di Kan Balám.
Il Tempio XX è molto più antico mentre poco si può dire del campo per il gioco della palla.
Questi edifici, pur richiamandosi stilisticamente ai canoni dell'architettura Maya del Periodo Classico Tardo, hanno tutti qualcosa di unico.

L'edificio che viene chiamato il Palazzo si pensa fosse la residenza dei sovrani, anche se non vi sono prove al riguardo: certamente, ospitò la sala del trono oltre ad ambienti adibiti ad uso cerimoniale.
Sorge su una piattaforma alta circa 10 mt, il che è già di per sè una cosa eccezionale tra i palazzi Maya, e vi si accede da una monumentale scalinata.
Consta di un irregolare quadrilatero chiuso, con numerose stanze con copertura a falsa volta, ed è articolato in 4 cortili, anch'essi a forma di quadrilatero irregolare.
La forma irregolare dell'intero complesso e dei suoi cortili interni è molto inconsueta nell'architettura Maya, in genere molto attenta alla simmetria e alle proporzioni.
L'attuale edificio, sotto il quale vi sono resti di uno precedente risalente al V sec., venne probabilmente iniziato da Sak K'uk' o forse da Pakál e vide successive aggiunte fino al completamento avvenuto verso il 790 ad opera di K'uk' Balám II, 16° re di Palenque.
Qui spaccato e disegno ricostruttivo
http://mexicomarlyn.com/Palenque_Archaeolo...es/image026.jpg
http://mexicomarlyn.com/Palenque_Archaeolo...es/image028.jpg
qui una spettacolare serie di vedute interattive
www.360cities.net/image/dsc0322-dsc...1.32,86.23,15.0
qui qualche notizia
www.palenquepark.com/palace.htm
http://archaeology.about.com/od/pathroughp...nque_palace.htm
http://historylink102.com/mesoamerican/palenque-2-palace.htm
Il tratto che più risalta di questo edificio è l'alta torre di 4 piani, a pianta quadrata, esempio assolutamente unico nell'architettura Maya.
Si pensa che la torre sia stata fatta edificare da K'uk' Balám II tra il 764 e il 783, e fosse utilizzata come osservatorio astronomico: tutti gli altri esempi di osservatori Maya che ci restano sono cilindrici con tetto a falsa cupola (il tetto a falsa volta e spioventi che compare sulla torre è dovuto alla ricostruzione integrativa, probabilmente errata, operata dai moderni archeologhi, vedi foto del 1942 www.flickr.com/photos/9290134@N08/3600291503/).
Le facciate esterne del Palazzo sono realizzate con lastre coperte di bassorilievi in stucco, per proteggere le quali il tetto presenta una copertura aggettante, altro particolare architettonico eccezionale che ha consentito agli stucchi di conservarsi in buone condizioni, al contrario degli stucchi posti sulle creste dei templi e di quelli delle altre città, esposti alle intemperie.
Questi stucchi e quelli all'interno del Tempio XIX hanno fatto meritare a Palenque il soprannome di 'città degli stucchi', appunto.
Un'altra particolarità assolutamente unica è la presenza di una serie di latrine e l'esistenza di una stanza dedicata alle abluzioni, con tanto di impianto di acqua corrente, vedi XI foto
http://fulbrightmexico.wordpress.com/category/palenque/
e questo articolo sugli acquedotti
www.livescience.com/5959-ancient-ma...ns-toilets.html

Una delle sale del Palazzo, la A-D, era la sala del trono ed in essa si trovava un pannello, oggi trasferito al locale museo, che fornisce una eccezionale testimonianza di un'usanza praticata da tutte le popolazioni mesoamericane, in particolare da quella palencana
www.mesoweb.com/palenque/monuments/PT/PT.html
qui un disegno dell'intero pannello
www.mesoweb.com/palenque/monuments/PT/30.html
Per le popolazioni mesoamericane le insegne del potere, che erano quasi sempre oggetti di giada o incrostati di giada, non erano dei semplici oggetti inanimati, erano qualcosa di 'vivo', possedevano uno 'spirito' molto potente, un concetto analogo a quello di 'mana' presente tra i Maori della Nuova Zelanda.
La massima insegna palencana del potere era un copricapo a forma di tamburo, probabilmente un cilindro in legno la cui superficie esterna era tutta tempestata di placchette di giada, con un cimiero di penne di caudali di quetzal (pharomachrus mocinno http://it.wikipedia.org/wiki/Pharomachrus_mocinno).
E' questo l'oggetto che si vede nelle mani del personaggio raffigurato alla sinistra, il quale lo sta 'trasmettendo' a Ahkal Mo' Naab III.
Questo oggetto era talmente importante che veniva custodito in locali appositi e forse uno di questi si è conservato sino a noi, all'interno del Tempio XIX (vedi oltre).
Esso era talmente 'vivo' per i Palencani che gli venne addirittura attribuita una data di nascita, il 598 come si apprende da una iscrizione relativa al re K'an Joy Chitam II, figlio ultimogenito di Pakál.
Per capire la tecnica con cui venne realizzato e che cosa sia quanto sporge da un lato, vedi la foto al centro e a dx
www.latinamericanstudies.org/ceremonial-vessels.htm

Di fronte all'angolo meridionale del Palazzo sorge la piramide alla cui sommità si trova il Tempio delle Iscrizioni, piramide probabilmente iniziata da Pakál e completata dal figlio Kan Balám II.
Deve il suo nome alla presenza, sulle pareti interne del tempio, della seconda più lunga iscrizione glifica Maya: più di 600 glifi.
Qui una completa monografia
www.mesoweb.com/articles/guenter/TI.pdf
La sua fama e la sua unicità sono invece dovute al fatto che ospita, nascosta all'interno a livello della base della piramide, la famosa tomba di Pakál il Grande.
Oggi sono note molte altre sepolture all'interno di piramidi mesoamericane, vedi a Palenque quelle sotto il Tempio XVIII-A, sotto il Tempio del Conte e quelle elencate in
https://ostraka.forumfree.it/?t=58506986
e poi a Teotihuacán e Chiapa de Corzo per esempio, ma questa è unica per diversi particolari.
Anzitutto, è una delle due che hanno conservato uno scheletro quasi completo, l'altra è quella della 'regina rossa', sempre a Palenque: questo è dovuto al fatto che sono le uniche due tombe Maya sino ad oggi note in cui il defunto sia stati deposto in un grande sarcofago di pietra chiuso da una lastra.
Quelllo di Pakál è coperto da una monumentale lastra che porta scolpito un bassorilievo di eccezionale fattura, vero manifesto dell'arte e dell'iconografia Maya nonchè delle loro credenze sul destino ultraterreno dei loro più importanti regnanti (vedi https://ostraka.forumfree.it/?t=56147924).
In secondo luogo, fatto poco noto, per la presenza dell'unico 'psicodotto' noto in tutte le Americhe, che dalla camera sepolcrale corre all'interno delle pareti della scala di accesso, per sbucare nel sacello del tempio soprastante.
Probabilmente, la camera sepolcrale e parte della collinetta destinata a diventare piramide furono realizzate mentre Pakál era ancora in vita, forse nel 675, mentre il tempio e il resto della piramide vennero realizzati sotto il regno del figlio, dopo il 683.
Qui alcune immagini
http://amolt.interfree.it/Messico/arte_prec02_palenque02.htm
A seguito di recenti scoperte, si pensa che la collina retrostante questa struttura, oggi coperta da grandi alberi, sia in realtà quanto resta di una struttura simile all'acropoli nord di Tikál
www.mesoweb.com/reports/TI.html

Alla dx di chi guarda la facciata del Tempio delle Iscrizioni si trova la struttura XIII, impropriamente chiamata piramide o tempio (il tempio posto sulla terrazza sommitale è crollato completamente).
All'interno di questa struttura, allo stesso livello della tomba di Pakál, si trova la seconda tomba più importante di Palenque fino ad oggi scoperta, quella della così detta 'regina rossa'
www.mesoweb.com/palenque/features/red_queen/redqueen.pdf
www.latinamericanstudies.org/red-queen-tomb.htm
Nel sarcofago presente in questa tomba fu sepolta una donna che, a giudicare dalla deformazione del cranio e dal ricchissimo corredo, era evidentemente di alto lignaggio.
Molte caratteristiche di questa sepoltura sono comuni a quella di Pakál:
- il grande sarcofago coperto da una lastra, che conservò quasi intatto lo scheletro della defunta
- la grande quantità di polvere di cinabro utilizzata per coprirne il corpo e le pareti del sarcofago
- gli scheletri molto corrotti, rinvenuti al di fuori del sarcofago, di due altri individui, un giovane maschio ed una donna adulta (nel caso di Pakál, gli individui sono 6, vedi nota 1)
- il corredo individuale in giadeite.
Non ostante l'assenza di iscrizioni, cosa peraltro del tutto normale nelle tombe di Palenque, la datazione stilistica del corredo in terracotta presente all'interno della tomba la colloca tra il 600 e il 700 d.C.
Tutto questo porta a pensare che si tratti della tomba della madre di Pakál o di quella della moglie, ed anche questo è un fatto per ora unico nell'archeologia dell'area Maya.

Dietro il Palazzo, al di là del fiume Otulum che in questo tratto è stato canalizzato, si trovano il Gruppo delle Croci e il Tempio XIX.

I 3 templi che costituiscono il Gruppo delle Croci sono eccezionali per il buono stato di conservazione di due delle creste sommitali, ma soprattutto per la presenza, sulle loro pareti, di lunghi testi glifici, e per i bassorilievi che ne ornano le colonne dei portali e le pareti che chiudono i sacelli.
Questi bassorilievi illustrano, attraverso una completa e complessa iconografia, l'accesso al trono di K'inich Kan Balám II, il suo legittimo diritto a regnare e ad essere considerato il dio sole in terra e alcune cerimonie da lui compiute di donazione rituale del suo sangue (ne ho parlato diffusamente qui https://ostraka.forumfree.it/?t=57649042).
I lunghi testi glifici incisi a lato delle raffigurazioni contribuiscono a chiarirci la linea di successione dei sovrani succedutisi dalla fondazione, probabilmente mitica, della città sino a K'inich Kan Balám II, nonchè a chiarirci il significato delle scene rappresentate.
Qui, una tavola aggiornata dell'elenco dei regnanti di Palenque
www.mesoweb.com/palenque/resources/rulers/rulers_table.html
e qui una completa monografia
www.mesoweb.com/palenque/resources/...ueRulers-05.pdf
Inoltre, i glifi datano in modo sicuro la scena di intronizzazione e le scene di donazione del sangue, attraverso il così detto 'lungo computo', qui la definizione
http://it.wikipedia.org/wiki/Calendario_ma...l_Lungo_computo
Tutto questo costituisce una testimonianza unica nel suo genere, la più completa che abbiamo a disposizione circa le modalità e le cerimonie di accesso al trono, vedi a questo proposito l'intervento sul forum richiamato più sopra.
E' chiaro che quanto si deduce da questi bassorilievi si può applicare solo al caso specifico, ma sappiamo da altre testimonianze che molti particolari, per esempio la donazione di sangue post intronizzazione, avevano carattere generale, erano cioè particolari cerimoniali praticati anche presso altre corti.

Dalla stessa parte del rio Otulum, subito a sud del Gruppo delle Croci, si ergono i Templi XVII, XVIII e XIX fatti erigere da Ahkál Mo' Naahb III, salito al potere nel 722 e del quale non si sa più nulla dopo il 729.
Il più importante di questi templi, per quanto riguarda l'originalità, è il XIX, sicuramente edificato prima del 734, anno in cui fu dedicato
www.mesoweb.com/palenque/dig/report/report_98_05.html e www.mesoweb.com/palenque/dig/update.html
La sua importanza è in parte dovuta allo splendido, e unico come stato di conservazione, stucco che ritrae il sovrano durante una scena di autosacrificio
www.mesoweb.com/palenque/dig/report/hilites_stucco.html
L'unicità di questo pannello sta soprattutto nell'eccezionale stato di conservazione dei colori, che ci testimoniano quanto i Maya prediligessero le tinte forti e come in particolare il rosso fosse legato alla regalità, qui applicato con una tonalità che nulla ha da invidiare al celeberrimo rosso pompeiano.
Tutto il sito web Palenque Project Update www.mesoweb.com/palenque/index.html è dedicato agli eccezionali stucchi (ma non solo) presenti nei templi fatti erigere da Ahkál Mo' Naahb III.
C'è però un altro particolare che rende assolutamente unico il Tempio XIX: in una saletta al suo interno è stato ritrovato un piccolo trono che, a giudicare dalle iscrizioni glifiche che ne decorano due pareti, servì ad accogliere, durante il regno di Ahkál Mo' Naahb III, il copricapo a tamburo di cui ho parlato in precedenza
www.mesoweb.com/publications/stuart/TXIX-spreads.pdf
Si sapeva da altre fonti che, durante una vacanza di regno, per custodire il copricapo era stata attrezzata una apposita sala all'interno del Palazzo, dotata di trono e baldacchino, e che alla fine della vacanza l'insegna era stata consegnata al nuovo re da una delegazione dei nobili della città.
Ebbene, una raffigurazione presente nella saletta ci mostra Ahkál Mo' Naahb III mentre riceve dai nobili le regali insegne tra le quali, alla sx del re, spicca il copricapo, vedi foto alle pagg. 145-146 di www.mesoweb.com/publications/stuart/TXIX-spreads.pdf

Adiacente a queste strutture è il Tempio XX, di almeno 3 secoli più antico, attualmente in fase di consolidamento perchè a rischio crollo.
Da circa 12 anni si è al corrente del fatto che ospita al suo interno una tomba indisturbata, ma solo recentemente si è riusciti a filmarne l'interno.
Non si tenterà di accedervi sinchè l'intera struttura non sarà stata messa in sicurezza.
Il poco che si è potuto vedere dal filmato realizzato ci dice che la tomba riserverà non poche sorprese agli archeologhi
www.mesoweb.com/palenque/dig/report/report_99_07.html
www.nationalgeographic.it/popoli-cu..._maya-402148/1/

Il campo per il gioco della palla, invece, non ha nulla di eccezionale e proprio qui sta la sua eccezionalità
http://1.bp.blogspot.com/_zZW2-KTlUpY/R7Fg...YA-01-28-41.JPG
Cerco di spiegarmi.
Anzitutto, a Palenque ce n'è uno solo: per una città Maya grande e importante come Palenque, è un fatto non unico ma raro.
Inoltre, le sue dimensioni sono modeste, è totalmente privo di decorazioni e la sua struttura è semplicissima, realizzata con dei muretti di contenimento di ciottoloni quasi grezzi.
Non bastasse, è situato in una zona che lo fa sembrare una struttura 'privata', accessibile solo agli abitanti del Palazzo, sia per la posizione che per l'esiguità degli spazi destinati agli spettatori.
Insomma, sembra che fosse il 'campetto da gioco' per il divertimento dei regnanti, non il grande campo nel quale si svolgevano le partite rituali tipiche delle altre città Maya, partite che avevano un grande significato nel calendario religioso e festivo di quelle popolazioni.
Tutte queste cose assieme lo rendono unico.

Un'altra serie di opere degli ingegneri ed architetti Maya che rende questa città unica è l'insieme dei suoi acquedotti e canali.
Abbiamo già visto, a proposito del Palazzo, il rinvio ad un articolo sugli acquedotti: qui si può leggere una monografia sull'intera rete sino ad oggi nota
www.mesoweb.com/palenque/dig/report..._Management.pdf
molto suggestivo questo servizio, pagg.17-19
http://lanic.utexas.edu/project/etext/llil...ght08/geitz.pdf
e qui si possono vedere una foto, la mappa e un disegno ricostruttivo dello spaccato dell'acquedotto sotto pressione
http://live.psu.edu/album/2261 (pubbl.da Penn State University).
In particolar modo, quest'ultimo acquedotto è l'unico esempio noto del genere nelle terre Maya.
Le città Maya dello Yucatán ebbero tutte il problema dell'approvvigionamento di acqua durante la stagione secca, ragion per cui, sfruttando cavità naturali artificialmente completate e impermeabilizzate, vennero costruite grandi cisterne (chaltunes) nelle quali convogliare acqua durante la stagione delle piogge.
La rete di Palenque, invece, venne costruita perchè la città sorge in una zona nella quale scorrono almeno 4 corsi d'acqua e sgorgano numerose sorgenti perenni, motivo per il quale si dovette ricorrere ad opere di drenaggio onde controllare il periodico allagamento dell'area durante la stagione delle piogge.
Palenque anticamente fu nota anche come Lakam Ha, nome che può essere tradotto con Grandi Acque.



Anche il credo religioso, le cerimonie legate ad esso e quelle 'civili' avevano aspetti caratteristici e peculiari a Palenque, perlomeno a partire dal regno di Pakál in poi.
La tomba di questo sovrano, infatti, è eccezionale anche perchè ce lo raffigura insistentemente come dio sole in terra: sono decine i simboli solari scolpiti sulla lastra che chiudeva il suo sarcofago ed è significativo che sia raffigurato mentre indossa la gonna di cilindretti di giada che viene definita, nei glifi del tempio soprastante, come la gonna del dio sole, vedi pag. 166 di
www.mesoweb.com/books/TXIX/Stuart_Chapter6.pdf
testo in cui si tratta ampiamente dei culti solari di Palenque.

Poco o nulla sappiamo del credo religioso dei Palencani prima del regno di Pakál.
Probabilmente nel corso dei quasi 70 anni del suo governo avvenne un grande cambiamento, uno sconvolgimento nelle pratiche religiose dell'intero mondo Maya, vedi a questo proposito
http://revistas.ucm.es/index.php/REAA/arti...87110107A/24809 (impiega un po' a caricarlo)
e il pdf protetto che si incontra cercando Miguel Rivera Dorado - Cambios en la religión Maya desde el periodo clásico

E' necessario premettere che tra tutte le popolazioni del Mesoamerica esisteva una 'frattura', una dualità tra le pratiche e le credenze religiose del popolino e quelle della classe elevata: un po' come tra i Latini esistevano i Lares e i Penates della gente comune e contemporaneamente qella che potremmo chiamare 'religione di stato', nelle cui cerimonie le pratiche religiose e quelle civili si mescolavano e confondevano.
A giudicare dalle dimensioni degli spazi riservati agli spettatori ai lati dei campi per il rituale gioco della palla e nelle piazze antistanti i maggiori templi e palazzi, anche tra i Maya le cerimonie civili e religiose più importanti dovevano inizialmente svolgersi 'coram populo', pur se alla classe nobiliare e segnatamente ai governanti veniva riservata una posizione decisamente dominante, distante ed elevata.

Nelle grandi città Maya, al tempo di Pakál la distanza tra la classe più elevata e la base popolare sembra diventare maggiore, almeno a giudicare da quanto ci testimoniano le immagini e i testi glifici scolpiti nei templi, alla dualità tra le pratiche delle due classi sembra sostituirsi un dualismo.
La base popolare continua ad avere le sue credenze e pratiche 'domestiche' mentre la classe elevata sviluppa il culto di una triade che nella maggior parte dei casi sembra richiamarsi al mito della creazione del mondo come lo si legge nel Popol Vuh (i due gemelli divini Hunahpu e Xbalanque, figli di Hun Hunahpu etc.etc., vedi quanto brevemente riportato in http://it.wikipedia.org/wiki/Eroi_Gemelli_Maya), mito probabilmene noto anche al popolino.
Tuttavia, nelle grandi piazze si continuano ad erigere monumentali stele che testimoniano al popolo minuto la potenza, la legittimità e la divinità dei sovrani, veri manifesti 'pubblicitari' dei regnanti in carica, e le piazze continuano ad essere il luogo da cui il popolo può assistere alle cerimonie pubbliche, benchè ora officiate su altissime e lontane piattaforme templari.

A Palenque, tutto questo sembra esasperarsi: la zona templare e cerimoniale si isola dal resto della città, la piazza è piccola, non vi vengono erette maestose stele, lo stesso campo per il gioco della palla è piccolo e ha poco spazio per gli spettatori, le immagini dei re, come ho illustrato qui https://ostraka.forumfree.it/?t=57649042, sono nascoste nei sacelli più interni dei templi, ai quali solo pochi eletti possono accedere.
La Triade officiata dalla classe elvata palencana assume chiare connotazioni 'solari' che non mostrano affinità con il racconto del Popol Vuh.
I tre templi del Gruppo delle Croci, fatti edificare da Kan Balám II, figlio e successore di Pakál, sono dedicati a tre aspetti della divinità solare che non si ritrovano, in quanto tali, nelle altre città Maya.
Dal punto di vista della scrittura, i componenti di questa triade sono individuati da 3 glifi di cui non si conosce la pronuncia, il nome insomma, per cui dagli archeologhi sono stati denominati GI, al quale è dedicato il Tempio della Croce, GII, cui è dedicato il Tempio della Croce Fogliata, e GIII, al quale è dedicato il Tempio del Sole.
Anche Ahkál Mo' Naahb III dedicò 2 strutture templari alla stessa Triade, il Tempio XIX a GI e il Tempio XXI (probabilmente) a GII e GIII.
In particolare, nei testi glifici scolpiti nel Tempio XIX si trovano persino le loro date di nascita! ed è chiara l'intenzione di Ahkál Mo' Naahb III di autoidentificarsi con GI, il quale sembra quindi essere il più importante dei tre.
Proprio per il fatto che la data di nascita di GI è indicata in 9 Ik' 15 Keh, si è pensato che GI in origine si identificasse con la stella Venere (nome calendrico 9 Ik', appunto), e che a loro volta GII e GIII si identificassero con Mercurio e il Sole rispettivamente, ma questa ipotesi è materia di accesa discussione tra gli studiosi, vedi
www.mesoweb.com/books/TXIX/Stuart_Chapter6.pdf
Più probabilmente, GI è il sole e il punto cardinale est ed è legato all'acqua, dunque rappresenta il sole e la natura nei loro cicli di rinascita, ed è il genitore di GII e GIII.
GII si identifica con un aspetto giovanile di K'awiil, il dio della stirpe regale (ne ho parlato nello stesso intervento citato sopra).
GIII si identifica con il sole splendente, però a giudicare dal glifo del suo nome ha anche altre connotazioni ancora non decifrate, che portano a pensare che il suo nome riflettesse la interpretazione peculiarmente palencana della divinità, vedi pag. 176 del già citato
www.mesoweb.com/books/TXIX/Stuart_Chapter6.pdf

E' chiaro, a questo punto, che il passaggio dal Periodo Classico al Periodo Classico Tardo fu segnato da un profondo cambiamento all'interno delle struttura piramidale che costituiva la società Maya e che questo cambiamento fu ancor più forte a Palenque che non nelle altre grandi città-stato.
La società dei Maya organizzata in città-stato durò forse ancora 2 secoli, ma il cambiamento che avvenne attorno al 550/600, che sembra aver staccato la classe elvata dal popolino in maniera ancor maggiore di quanto già non lo fosse in precedenza, fu con ogni probabilità l'inizio della sua fine.
E questo cambiamento a Palenque sembra leggersi in maniera estremizzata.




Nota 1
Estella Weiss-Krejci, Victims of human sacrifice in multiple tombs of the ancient Maya. A critical review, cap.16, pagg. 364-366, vedi

http://univie.academia.edu/EstellaWeissKre...cal_review._In_
Antropologia_de_la_Eternidad_La_Muerte_en_la_Cultura_Maya_pp._355-381._Edited_by_Andres_Ciudad_Ruiz_Mario_Humberto_Ruz_Sosa_and_Maria_Josefa_Iglesias_
Ponce_de_Leon._Sociedad_Espanola_de_Estudios_Mayas_Centro_de_Estudios_Mayas_Madrid

Edited by Usékar - 28/1/2013, 16:25
 
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