Ostraka - Forum di archeologia

Si dovrà retrodatare l'arrivo dell'uomo nelle Americhe?

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 22/3/2013, 18:37
Avatar

Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

Group:
oikistés
Posts:
4,026
Location:
Verona - Forlì

Status:


La disputa è apertissima, periodicamente riattizzata da nuovi e controversi ritrovamenti.
Però, se quanto rinvenuto in Brasile a Pedra Furada sembra di dubbia interpretazione, in quest'altro sito brasiliano forse sono state effettivamente trovate le prove che in Brasile l'uomo sia arrivato almeno 22.000 anni addietro, ben prima dell'apparire dei Clovis in America settentrionale, 13.000 anni fa

http://www.sciencenews.org/view/generic/id...22000_years_ago

http://www.sciencenews.org/view/generic/id...two_tool_tracks
 
Top
view post Posted on 31/3/2013, 23:30
Avatar

Advanced Member

Group:
oikistés
Posts:
2,732
Location:
La terra dei canguri

Status:


Sembra essere una questione ricorrente questa, ne parlava Dceg qui:

https://ostraka.forumfree.it/?t=62336187

Cosa implicherebbe una retrodatazione così alta per la preistoria delle Americhe?
 
Top
view post Posted on 1/4/2013, 17:09
Avatar

Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

Group:
oikistés
Posts:
4,026
Location:
Verona - Forlì

Status:


CITAZIONE (leda77 @ 1/4/2013, 00:30) 
Sembra essere una questione ricorrente questa, ne parlava Dceg qui:

https://ostraka.forumfree.it/?t=62336187

Appunto ho scritto che la disputa è apertissima e periodicamente riattizzata.
Avevo riassunto tutto qui, a suo tempo
https://ostraka.forumfree.it/?t=57394338
e ne avevo discusso con Lama, anche a proposito di ondate di "andata e ritorno" dalla Siberia, qui
https://ostraka.forumfree.it/?t=55498755

Il recentissimo (è datato 13 marzo 2013) lavoro che ho presentato si riferisce al sito di Toca da Tira Peia situato nello stesso parco nazionale brasiliano in cui si trova Pedra Furada.
Di nuovo c'è il fatto che i reperti rinvenuti sembrano effettivamente riferibili ad uno strato datato a 22.000 anni fa.
I reperti di Pedra Furada e quelli di Monte Verde in Chile, la cui datazione al radiocarbonio è stata stimata a più di 30.000/50.000 anni fa, sono invece molto controversi e la datazione proposta è fortemente contestata perchè i siti sembrano molto disturbati da frane e antichi incendi.

Tuttavia, l'assenza di materiale databile con radiocarbonio in contiguità o almeno prossimità con i reperti di Toca da Tira Peia, rende la datazione comunque problematica, essendo essa basata solo sulla collocazione stratigrafica.

CITAZIONE (leda77 @ 1/4/2013, 00:30) 
Cosa implicherebbe una retrodatazione così alta per la preistoria delle Americhe?

Credo che il problema fondamentale stia nel fatto che dal punto di vista archeologico tutte le Americhe sono un buco nero. E in particolare lo sono per quanto riguarda i periodi più antichi e le aree meno colonizzate, come il Mato Grosso brasiliano per esempio.
Quindi, si lavora in presenza di dati distruibuiti in maniera sporadica sul territorio.
Per quanto riguarda l'epoca dei "primi americani", i reperti attualmente noti sono concentrati particolarmente nell'ampia fascia semi-desertica situata tra gli Stati Uniti e il Messico.
Il fatto che punte Clovis, databili attorno a 10/12000 anni fa, siano state trovate in Costa Rica costituisce già un grosso problema per il modello strettamente beringiano-würmiano.

Nello specifico, una prima e immediata osservazione è che se reperti così antichi si trovano in Brasile:
- o i "primi americani" sono arrivati attraverso la Beringia ben prima di 12.000/14.000 anni fa
- o i "primi americani" non sono arrivati dal nord.

Nel primo caso, sarebbe necessario ipotizzare un attraversamento dello stretto di Bering almeno a 30.000 anni fa.

Il secondo caso sarebbe tutto da discutere e sconvolgerebbe completamente il modello oggi più accettato.
I dati genetici ci dicono che le popolazioni indigene dell'America Meridionale al di sotto del tropico del Capricorno mostrano una variabilità genetica ben maggiore rispetto a quelle che vivono al di sopra di tale linea ideale, fino all'America Centrale.
Da questa constatazione si è dedotto che ci siano state una o più ondate migratorie di australo-polinesiani (mi par di ricordare che se ne siano ipotizzate fino a 4), ondate composte però da un numero relativamente piccolo di individui (e comunque, già questo sconvolge le vecchie teorie che vedevano le ondate migratorie degli australo-polinesiani fermarsi alle Hawaii e all'isola di Pasqua).
Ma questo sarebbe avvenuto dopo l'arrivo della grande migrazione che attraversò la Beringia verso la fine dell'ultima glaciazione.
A questo punto, il problema principale sta nel fatto che fin'ora Toca da Tira Peia ha restituito soltanto reperti litici, sui quali è difficile lavorare per stabilire da dove potessero provenire gli individui che li hanno realizzati.
Mancano totalmente reperti ossei, dai quali poter eventualmente estrarre quel tanto di materiale genetico che consenta di fare dei confronti.

Come spesso accade, indagando si sono trovate più domande che risposte.
 
Top
view post Posted on 18/5/2023, 19:58
Avatar

Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

Group:
oikistés
Posts:
4,026
Location:
Verona - Forlì

Status:


Riprendo questo argomento dopo 10 anni, perché nel frattempo, sono stati individuati altri siti archeologici nei pressi di Toca da Tira Peia le cui datazioni sembrano confermare i dati di quest'ultimo.

Qui, articoli del 2014

www.sciencedirect.com/science/arti...047248414002322

www.sciencedirect.com/science/arti...871101415000588

Questo è del 2018

www.academia.edu/42857327/Another_...au%C3%AD_Brazil

Per quanto riguarda il sito di Monte Verde, in Cile, ormai è quasi generalmente accettata la datazione a 18.000 anni fa

www.classicult.it/cile-monte-verde...delle-americhe/

come è ormai accettata la datazione a 15.000 anni fa del sito di Huaca Prieta in Perù

https://ilfattostorico.com/2017/05/29/huac...15-000-anni-fa/

Non è quindi possibile, vista la distanza di queste località dell'ipotizzata Beringia, creatasi alla fine dell'ultima glaciazione, che esseri umani si siano stanziati in queste località così presto.
Visto che i dati genetici confermano la provenienza delle attuali popolazioni del Sudamerica dalla Siberia e dala attuale Cina nord orientale, la colonizzazione delle Americhe deve essere iniziata ben prima, forse alcune decine di millenni dopo la fine della glaciazione che in Europa prende il nome di Riss
 
Top
view post Posted on 21/9/2023, 19:02

Member

Group:
Member
Posts:
706
Location:
Verona

Status:


Grazie Usékar.

Un aspetto affascinante delle civiltà precolombiane è la loro nascita ed evoluzione in totale indipendenza dalle civiltà del Vecchio Mondo (Nord Africa ed Eurasia).
L'America è stata colonizzata circa 16000 anni fa da popolazioni paleolitiche asiatiche. All'epoca, le culture paleolitiche dominavano ancora gli altri continenti. Ma poi, in America, tutte le innovazioni che hanno generato le grandi civiltà dell'America Centrale e Meridionale sono nate in totale isolamento rispetto alle civiltà nate nel Vecchio Mondo (con qualche eccezione come la diffusione in America della gallina, domesticata nell'estremo oriente asiatico, attraverso il contatto di popoli della Polinesia)

Invece, le civiltà eurasiatiche e nord-africane (Egitto), sono sempre state in contatto tra loro. Pensiamo alla diffusione delle culture neolitiche dal Medio Oriente in Egitto ed in Europa, la domesticazione del cavallo e l'invenzione della ruota e del carro delle civiltà del Mar Nero e la loro diffusione in Egitto e Eurasia, la lavorazione dei metalli, la domesticazione di molte piante da frutto nelle regioni orientali dell'Asia che poi sono arrivate anche in Egitto e in Europa, etc.

Certamente queste interazioni sono state molto vantaggiose per lo sviluppo delle civiltà eurasiatiche. Nonostante l'isolamento, tuttavia lo sviluppo indipendente delle civiltà americane è stato stupefacente.
 
Top
view post Posted on 22/9/2023, 05:37
Avatar

Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

Group:
oikistés
Posts:
4,026
Location:
Verona - Forlì

Status:


La vexata quaestio della colonizzazione umana delle Americhe nel forum è stata ampiamente trattata, a più riprese.

Nei pochi post che compongono quella che credo sia l'ultima volta che è stata "riavviata"
https://ostraka.forumfree.it/?t=65397237
sono trascritti gli indirizzi delle precedenti discussioni.
In particolare, l'ultimo post riporta gli indirizzi di articoli relativamente recenti riguardanti reperti che suggeriscono una decisa retrodatazione dell'arrivo dell'uomo.

@ Mario_a
Non sono un archeologo né un genetista e non seguo attentamente la questione, per cui non sono al corrente di eventuali successivi sviluppi.
Quindi correggimi se i miei ricordi non sono corretti e/o nel frattempo sono intervenuti nuovi studi.

Ora vado avanti utilizzando pallidi ricordi.

Per quanto riguarda la gallina, già Darwin formulò l'ipotesi che provenisse dalle giungle del su est asiatico e recenti studi sembrano confermarlo https://ilbolive.unipd.it/it/news/galline-...la-loro-origini

La sua domesticazione avvenne forse attorno a 4000 a.C. e arrivò in Europa molto dopo, attraverso i contatti con la Persia.
Per quanto ne so, le tracce più antiche rinvenute in America provengono da siti cileni, datati c. 1400 d.C. e questo conferma i dati ottenuti attraverso l'analisi del genoma degli amerindiani: nell'America meridionale arrivarono appunto i polinesiani prima della "conquista".

Come ho riportato nella più recente delle discussioni presenti nel forum
"I dati genetici ci dicono che le popolazioni indigene dell'America Meridionale al di sotto del tropico del Capricorno mostrano una variabilità genetica ben maggiore rispetto a quelle che vivono al di sopra di tale linea ideale, fino all'America Centrale.
Da questa constatazione si è dedotto che ci siano state una o più ondate migratorie di australo-polinesiani (mi par di ricordare che se ne siano ipotizzate fino a 4), ondate composte però da un numero relativamente piccolo di individui (e comunque, già questo sconvolge le vecchie teorie che vedevano le ondate migratorie degli australo-polinesiani fermarsi alle Hawaii e all'isola di Pasqua).
Ma questo sarebbe avvenuto dopo l'arrivo della grande migrazione che attraversò la Beringia verso la fine dell'ultima glaciazione."
 
Top
view post Posted on 22/9/2023, 06:33
Avatar

Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

Group:
oikistés
Posts:
4,026
Location:
Verona - Forlì

Status:


La sincronicità junghiana è infaticabilmente sempre al lavoro: poco fa mi è spuntato su faccialibro un articolo che parla delle analisi condotte sul DNA ricavato dai reperti ossei umani rinvenuti nel sito di Luzio, stato di San Paolo, Brasile, datati a c. 10.000 anni fa.

L'articolo è in spagnolo, ora non ho tempo per leggerlo con attenzione e cercare documentazione in merito, lo farò appena mi sarà possibile.
A presto.

PS: forse sarebbe il caso, a questo punto, di trasferire gli ultimi post in una discussione dedicata all'argomento "colonizzazione delle Americhe" perché il tema che abbiamo intavolato ha poco a che fare con Nasca e le culture precolombiane del Perù
 
Top
view post Posted on 22/9/2023, 08:03
Avatar

Senior Member

Group:
oikistés
Posts:
19,439
Location:
Germania

Status:


Ecco fatto, seguendo il saggio consiglio di Usékar!
 
Top
view post Posted on 22/9/2023, 08:05
Avatar

Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

Group:
oikistés
Posts:
4,026
Location:
Verona - Forlì

Status:


Grazie! Ho rintracciato l'articolo originale sull'esame del DNA dell'uomo di Luzio, è tosto, appena possibile lo leggo, ci rivediamo nell'altra discussione
 
Top
view post Posted on 22/9/2023, 08:50

Member

Group:
Member
Posts:
706
Location:
Verona

Status:


Tuttavia, con il mio post, non intendevo discutere sulla colonizzazione umana nelle Americhe nè sulla datazione del suo inizio. Volevo semplicemente commentare il fatto della nascita ed evoluzione delle civiltà americane in totale isolamento rispetto alle civiltà del Vecchio Mondo (Egitto ed Eurasia).

Indipendentemente da eventuali retrodatazioni dell'arrivo dell'uomo nelle Americhe, rimane valido il fatto che l'America è stata colonizzata dall'uomo durante il Paleolitico, e che le civiltà americane siano sorte e si siano sviluppate senza apporti significativi da altre civiltà (i Polinesiani non credo abbiano avuto molto da contribuire oltre alla gallina), al contrario delle civiltà sorte in Egitto ed Eurasia, che hanno potuto beneficiare di una estesa rete di contatti, diretti o indiretti.
 
Top
view post Posted on 22/9/2023, 09:24
Avatar

Senior Member

Group:
oikistés
Posts:
19,439
Location:
Germania

Status:


È vero, non ci fu influsso esterno sulle civiltà americane come esso non ci fu su quelle australiane, se non mi sbaglio, che però non ebbero uno sviluppo paragonabile.
 
Top
view post Posted on 22/9/2023, 14:54
Avatar

Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

Group:
oikistés
Posts:
4,026
Location:
Verona - Forlì

Status:


CITAZIONE (Mario_A @ 22/9/2023, 09:50) 
Tuttavia, con il mio post, non intendevo discutere sulla colonizzazione umana nelle Americhe nè sulla datazione del suo inizio. Volevo semplicemente commentare il fatto della nascita ed evoluzione delle civiltà americane in totale isolamento rispetto alle civiltà del Vecchio Mondo (Egitto ed Eurasia).

Nella mia risposta non voleva esserci intento polemico, mi faceva piacere riattizzare, come sta succedendo, una discussione che attira sempre lettori, cosa che a un forum giova sempre, nella speranza dell'ingresso di qualche nuovo contributore (contribuente non mi sembra il termine più adatto...)

CITAZIONE (Mario_A @ 22/9/2023, 09:50) 
Indipendentemente da eventuali retrodatazioni dell'arrivo dell'uomo nelle Americhe, rimane valido il fatto che l'America è stata colonizzata dall'uomo durante il Paleolitico, e che le civiltà americane siano sorte e si siano sviluppate senza apporti significativi da altre civiltà (i Polinesiani non credo abbiano avuto molto da contribuire oltre alla gallina), al contrario delle civiltà sorte in Egitto ed Eurasia, che hanno potuto beneficiare di una estesa rete di contatti, diretti o indiretti.

Concordo pienamente e giustamente dceg ha fatto osservare la "stranezza" dell'Australia, nella quale gli umani sono arrivati probabilmente 40.000 anni fa, quindi molto prima che nelle Americhe, eppure non ebbero in pratica alcuno sviluppo, né culturale né "artigianale", solo artistico.

Tornando al tema della popolazione dell'America meridionale, come sempre i lanci d'agenzia sono poco attendibili.

Cerco di riassumere il più brevemente possibile i veri dati emersi dalle analisi del DNA ricavato dai resti di 34 individui, rinvenuti nel Brasile sud orientale e datati tra 8.000 e 10.000 anni fa.

Iniziamo dalla storia di Luzio, o meglio, Luzia, perché dei resti di un ominide di sesso femminile si tratta, per i paleoantropologi è Lapa Vermelha IV Hominid 1 ma è chiamata affettuosamente Luzia in onore della ben più celebre Lucy.
I resti del suo scheletro, incompleto ma comprendenti il cranio e il bacino, vennero alla luce nel 1975 nel sito di Lapa Vermelha, nei pressi di Lagoa Santa o Lapa Santa, poco a nord di Belo Orizonte, stato di Minas Gerais, Brasile.
Tutti i suoi resti si credevano perduti nell'incendio che nel 2018 distrusse il Museo Nazionale del Brasile, ma vennero in gran parte successivamente recuperati.
Le indagini sui resti, fortunatamente già condotte nel 2000 da André Menezes Strauss, professore archeologo presso il Museo di Archeologia ed Etnologia e coordinatore del primo Max Planck Partner Group presso l'Università di San Paolo (Brasile), e quelle con il radiocarbonio, pubblicate da M. Fortugne nel 2013, portano alla conclusione che risalivano a 11.500 anni fa, che questa donna era alta c. 1,50mt ed era morta a circa 20 anni di età.

Lo studio al quale si riferiscono i lanci di agenzia non ha potuto prendere in esame i resti di Luzia, perché condotto dopo l'incendio che li ha comunque danneggiati.
In realtà, ha preso in esame i reperti di 34 ominidi rinvenuti in Brasile, provenienti sia dalle caverne che circondano la citata Lapa Santa sia da siti posti nella parte sud orientale del Brasile, e che si ipotizzava avessero non meno di 8.000 anni e non più di 10.000

I risultati della ricerca e degli esami, condotti da un gruppo interdisciplinare composto da 52 ricercatori brasiliani, dei quali fa parte il citato Strauss, ha di fatto confermato l'ipotesi formulata dallo stesso relativamente a Luzia attraverso l'esame dei soli resti ossei, in particolare la morfologia del cranio, e cioè che appunto che già 10.000 anni fa la zona sud orientale del Brasile fosse popolata di ominidi imparentati con i loro contemporanei africani e austopolinesiani.

Strauss ha poi dichiarato alla stampa che questo significa che questo significa che nel Paleolitico superiore nel Brasile sud orientale c'erano esseri imparentati strettamente con gli amerindiani attuali e che questo portava a confermare che l'Homo sapiens aveva iniziato a colonizzare le Americhe almeno 16.000 anni fa.
Ma questo dato non è rilevabile direttamente dallo studio pubblicato, che non ne parla assolutamente, è una "induzione" di Strauss.
In pratica, vista la velocità relativa con la quale gli umani potevano espandersi a quei tempi, per essere arrivati sino al Brasile sud orientale 10.000 anni fa dovevano aver iniziato a occupare i territori del'America settentrionale almeno 6.000 anni prima.

Fonti:
l'articolo completo www.nature.com/articles/s41559-023-02114-9

stampa
www.archaeology.org/news/11621-230801-brazil-sambaquis-dna

https://cosmosmagazine.com/history/archaeo...dna-similarity/
 
Top
view post Posted on 24/9/2023, 15:54

Member

Group:
Member
Posts:
706
Location:
Verona

Status:


CITAZIONE (Usékar @ 22/9/2023, 15:54) 
Concordo pienamente e giustamente dceg ha fatto osservare la "stranezza" dell'Australia, nella quale gli umani sono arrivati probabilmente 40.000 anni fa, quindi molto prima che nelle Americhe, eppure non ebbero in pratica alcuno sviluppo, né culturale né "artigianale", solo artistico.

Si pensa che la colonizzazione dell'Australia sia iniziata molto prima, circa 65000 anni fa:

www.nature.com/articles/nature22968

Effettivamente, pur in un tempo così lungo, lo sviluppo culturale australiano è stato minimo, e non ha superato il livello del Paleolitico.
Fino ad un periodo molto recente, si pensava addirittura che i nativi australiani non fossero Homo sapiens, ma i discendenti di una delle varie specie di ominidi che un tempo popolavano l'Eurasia.
Quando invece fu sequenziato il genoma dei nativi Australiani, il risultato fu che essi erano Homo sapiens come tutti noi.
 
Top
view post Posted on 24/9/2023, 16:31
Avatar

Senior Member

Group:
oikistés
Posts:
19,439
Location:
Germania

Status:


Quali possono essere i motivi della grande differenza tra lo sviluppo culturale australiano e quello di altre regioni? La scarsezza delle risorse e quindi la poca densità della popolazione può essere un motivo?
 
Top
view post Posted on 24/9/2023, 17:36
Avatar

Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

Group:
oikistés
Posts:
4,026
Location:
Verona - Forlì

Status:


CITAZIONE (Mario_A @ 24/9/2023, 16:54) 
CITAZIONE (Usékar @ 22/9/2023, 15:54) 
Concordo pienamente e giustamente dceg ha fatto osservare la "stranezza" dell'Australia, nella quale gli umani sono arrivati probabilmente 40.000 anni fa, quindi molto prima che nelle Americhe, eppure non ebbero in pratica alcuno sviluppo, né culturale né "artigianale", solo artistico.

Si pensa che la colonizzazione dell'Australia sia iniziata molto prima, circa 65000 anni fa:

Conosco quell'articolo pubblicato su Nature, ho riportato un dato molto vecchio, rimastomi evidentemente impresso, tipico lapsus da fretta, per non parlare dell'età... :unsure:

Tra l'altro, il dato rilevato pone un grande problema.
Considerato che per quanto ne so i reperti relativi alle più antiche imbarcazioni sono datati attorno a 8500 anni fa, la domanda è: come c'è arrivato?
 
Top
16 replies since 22/3/2013, 18:37   264 views
  Share