Ostraka - Forum di archeologia

Nomi "veri" dei popoli antichi

« Older   Newer »
  Share  
tetragramma
view post Posted on 9/6/2013, 11:14




Spero che questa sia la sezione giusta in cui inserire la mia domanda ingenua.
Si conoscono i nomi "veri" che i popoli antichi davano a se stessi?
Mi piacerebbe che mi aiutaste a fare un elenco di quei nomi di popolo che risultano certamente diversi (perché gli erano attribuiti, ma non erano i loro veri nomi) o addirittura "falsi".
So - ad esempio - che i "Villanoviani" non chiamavano sé stessi così. E che anche i "Nuragici" avevano un altro nome. Da quello che so, credo che - in ambedue questi casi - i nomi 'veri' siano sconosciuti ed usiamo nomi "di comodo" inventati da località o da monumenti...
Ma, per esempio: gli Etruschi? le varie popolazioni antiche che sono entrate nella Storia?
Mi sembra di ricordare che i Sumeri chiamassero se stessi "teste nere" (mi sembra buffo che un popolo scelga volontariamente un nome che sembra più un soprannome canzonatoria), ma in questo momento non so citare neppure la fonte.
Non so poi se gli Israeliti chiamassero davvero se stessi "il Popolo Eletto".
Mi potete aiutare con gli altri, credo numerosissimi, casi? ;)
 
Top
view post Posted on 9/6/2013, 16:10

Member

Group:
Member
Posts:
706
Location:
Verona

Status:


I Nuragici, cioè gli antichi Sardi dell'Età del Bronzo, non hanno lasciato fonti scritte, e si ignora totalmente come chiamavano sè stessi. Si ignora anche la loro lingua, anche se da labili indizi linguistici è possibile che parlassero una lingua non indoeuropea affine alle lingue iberiche.

Gli Etruschi si chiamavano Rasenna o Rasna.
 
Top
tetragramma
view post Posted on 9/6/2013, 16:53




Sì. Ma questo termine possiede un significato? Mi sembra che Claudio De Palma ne desse una versione (qualche cosa come 'uomini liber', ma non riesco più a trovare il punto esatto in cui lo scriveva ("La Tirrenia Antica", in due volumi), né sono sicuro che quella fosse l'esatta definizione.
Ma recentemente ho visto che Massimo Pittau (www.pittau.it/Etrusco/Studi/rasenna-campidori.html) ha convalidato la tesi di certo
Paolo Campidori, che non conosco (http://www.canino.info/inserti/monografie/...i/villanoviani/), secondo cui la parola Rasenna significherebbe "popolo di guerrieri rasati", con qualche variazione sul tema.
Che ne pensi?
 
Top
view post Posted on 9/6/2013, 17:18

Member

Group:
Member
Posts:
706
Location:
Verona

Status:


CITAZIONE (tetragramma @ 9/6/2013, 17:53) 
Paolo Campidori, che non conosco (www.canino.info/inserti/monografie/...i/villanoviani/), secondo cui la parola Rasenna significherebbe "popolo di guerrieri rasati", con qualche variazione sul tema.
Che ne pensi?

Penso che sia una spiegazione alquanto dilettantesca, priva di qualunque significato scientifico. La linguistica è una scienza seria, non un giochino di parole.
 
Top
tetragramma
view post Posted on 9/6/2013, 17:40




Anche io sono rimasto piuttosto stupito: M. Pittau non è certamente un principiante.
Semerano offre un'altra spiegazione: www.bottega2000.it/pianeta_italia/colle/seran.htm
Ma non riesco a trovare quella di De Palma, con le sue spiegazioni...
Questo, per quanto concerne gli Etruschi....
Ma gli altri numerosissimi altri?
Per esempio ho trovato che la parola "Ariani", (Aryos= "Signore", "appartente al Popolo") che fu scelta da un popolo asiatico molto tempo dopo che il vocabolo stesso era stato coniato (da una lingua Semitica, tra l'altro, per ironia della sorte!).
Ho trovato su un libro di Francisco Villar che i Lidi deriverebbero il loro nome da "leudh", un termine di origine Indoeuropeo che significherebbe "libero".
Quelli che noi chiamiamo oggi Frigi chiamavano se stessi "Briges" (che non so se possieda qualche significato) mentre i Luvi li chiamavano Musas e gli Assiri li chiamavano Muski.
C'è di che fare una bella confusione, non credi?
 
Top
view post Posted on 9/6/2013, 18:24

Member

Group:
Member
Posts:
706
Location:
Verona

Status:


Pittau ha senz'altro un ottimo curriculum, ma, contrariamente a quanto viene affermato in rete, non mi risulta sia un accreditato studioso di lingua etrusca (gli etruscologhi di questo forum credo che possano confermarlo). Inoltre, ad una certa età, non è raro che studiosi seri cambino passo e si mettano a seguire le idee più strampalate.
Perfino Luc Montagnier, premio Nobel per la scoperta del virus HIV, invece di godersi la pensione si è trasferito in Cina per seguire una linea di ricerca pseudoscientifica.

Per quanto riguarda i nomi degli altri popoli antichi, lascio la parola ad altri più competenti di me in questo forum. Comunque mi sembra normale che i nomi dei popoli antichi siano cambiati, o perchè il nome originale si è perso (ad es. in mancanza di fonti scritte), o perchè e' stato tramandato il nome usato da un altro popolo più influente che ci ha lasciato più documenti.
In fondo, perfino oggi, non chiamiamo forse Giappone il Nihon?
 
Top
view post Posted on 20/6/2013, 22:10

Member

Group:
Member
Posts:
131

Status:


Ciao a tutti! Confesso che questo argomento mi ha sempre stuzzicata molto.
Come diceva Mario, il più delle volte conosciamo i popoli con i nomi che gli hanno dato quelli che li hanno sottomessi o che ne hanno tramandato la storia.

Senza andare troppo lontano, i Greci, così chiamati dai Romani, chiamavano se stessi Hellenes, ossia abitanti dell'Hellas, termine che si trova già in Omero e che non so se abbia anche un significato per loro e quale. I Greci si chiamano Hellenes tuttora.

I Fenici erano chiamati così dai Greci, ma, per quel che ne so, loro si chiamavano Cananei, ossia abitanti di Canaan. Se non ricordo male, il termine phoenikos ha a che vedere con la porpora prodotta da quel popolo e particolarmente apprezzata dai Greci.

Gli Egizi pure derivano questo nome da come venivano appellati dai Greci, e lo si fa derivare dalla capitale egizia Tebe (in egizio Porta di Ptah, che suona più o meno come Aegyptos), mentre loro si chiamavano e si chiamano tuttora Misriun e Misry è il nome che gli Egiziani attuali usano ancora per il loro paese. Si potrebbe chiedere a loro se sanno che significato ha. Di sicuro il fatto che gli Egizi fossero identificati con quella che era la loro capitale in una precisa epoca storia aiuta a collocare temporalmente il periodo in cui si consolidarono i contatti tra i due popoli.

Ebrei deriva dall'egizio habiru, oggi come allora loro si chiamano Israeliti.

Sioux era il nome dato ai Lakota dai loro nemici.

Di sicuro a pensarci ne salterebbero fuori anche altri. Purtroppo non so esserti più d'aiuto sul significato dei nomi che ognuno di questi popoli dava a se stesso, ma la discussione interessa anche me.
 
Top
view post Posted on 21/6/2013, 16:50
Avatar

Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

Group:
oikistés
Posts:
4,026
Location:
Verona - Forlì

Status:


Qualcosa su alcuni antichi popoli del Nord e Centro America.

Fin a non molto tempo fa li chiamavamo Eschimesi o Esquimesi, termine da essi considerato offensivo con il quale venivano designati nella lingua algonchina. Il termine forse significa "mangiatori di carne cruda" o "fabbricanti di racchette da neve" (mica poco come differenza, chissà se i linguisti si metteranno mai d'accordo).
Oggi, abbiamo imparato a chiamarli Inuit, plurale di inuk, che significa letteralmente "gente", "uomini".
Il termine è utilizzato dagli indigeni che vivono sulle coste della Groenlandia, nel Labrador e sulle coste settentrionali del Canada, i loro omologhi dell'Alaska e della Siberia usano con lo stesso significato il termine Yuit.

Anasazi è un vocabolo Navajo che forse significa antenati, ben poco sappiamo di questo popolo, molti suppongono che si tratti del il popolo che migrò nel Messico centrale per dare origine agli Aztechi.
A sua volta, Aztec è un vocabolo inventato nella 2ª metà del 1800 da Alexander von Humboldt (vedi https://ostraka.forumfree.it/?t=55498755 e https://ostraka.forumfree.it/?t=59405478 ), loro si autoindicavano col termine di Tenocha o Mexica, entrambi termini dal non chiaro significato (Tenocha sembra che abbia a che fare con la loro provenienza da terre poste più a settentrione, vedi nelle stesse discussioni citate sopra ).

Nulla sappiamo di come chiamassero se stessi gli Olmechi "archeologici".
Il termine con cui li chiamiamo oggi è quello con cui gli Aztechi-Tenocha-Mexica chiamavano gli abitanti della costa del Golfo del Messico corrispondente all'attuale stato messicano di Veracruz, quando arrivarono gli spagnoli e deriva da Ollman o Olman cioè "paese della gomma", ma appunto è un termine della lingua nahuatl, quindi relativamente moderno.
Per indicare l'antica cultura, scomparsa già attorno al 200 a.C., gli archeologhi messicani preferiscono oggi utilizzare il termine Tenocelome, che ha a che fare con il fatto che la cultura Olmeca archeologica si sviluppò attorno al culto del giaguaro, ma questo è un termine ancora più recente, risale agli anni '950.
Un'altra cultura porta il nome di Olmeca, quella che oggi si preferisce chiamare Olmeca-Xicallanca: si sviluppò nel Messico centrale durante il cosidetto "periodo classico" (200 a.C. - 700 d.C. circa) e probabilmete dette origine alla città di Teotihuacan e alla sua cultura. Anche delle popolazioni Olmeca-Xicallanca non conosciamo il termine con cui si auto-designavano.

La parola Maya deriva dal termine Maya'o o Mayab, utilizzato dagli Yucatechi al tempo dell'arrivo degli spagnoli per indicare lo Yucatàn, ossia il territorio da loro abitato. La più importante città in quel momento si chiamava Mayapan, che viene comunemente tradotto con "Stendardo dello Yucatan": tale interpretazione si basa sulla ricostruzione della parola come formata dal termine Maya, cioè Yucatàn, più il nahuatl "pantli" (stendardo, insegna), ma i Maya non parlavano nahuatl.
Non è chiaro il termine con cui si autoindicavano, forse "Winik' " plur. "Winik'ob", cioè semplicemente "uomo" e "uomini", il loro capo era "halach winik' " cioè "grande uomo".
I Lacandoni ancora oggi chiamano se stessi "hach winik'ob", cioè "veri uomini".
Di per sè, la parola ma'ya (l'apostrofo è utilizzato per indicare una palatalizzazione) nelle attuali lingue yucateche significa "poco" e sembra che ma'ya'ab avesse il significato di "terra poco abitata" (vedi discussione sulla crisi maya del IX-X sec., nella sezione dell'America Centrale).
Altra interpretazione afferma che la parola "maya" deriverebbe dai vocaboli yucatechi maay (deposito) ha' (acqua) ad indicare il sedimento lasciato dall'acqua: sempre di un riferimento alla "madre terra" si tratta.
 
Top
§Karl§
view post Posted on 21/6/2013, 19:16




I sumeri sì, la traduzione è grosso modo quella. Non mi ricordo esattamente la traslitterazione del termine con cui chiamavano sé stessi ma più o meno è sag-giga. Sumeri in effetti viene dall'accadico Šumer, ma ovviamente essi chiamavano il proprio paese con altro termine (kiengi).
 
Top
tetragramma
view post Posted on 24/6/2013, 08:10




Grazie a tutti!
Da parte mia, sto ancora cercando il significato di 'Etrusco', che mi elude ancora.
Ho recentemente letto che 'Bantu' - che si riferisce ad un molto vasto e poco omogeneo gruppo linguistico africano - significa in realtà "Uomini", proprio in lingua Bantu.

Mi piace molto il modo in cui, grazie a tutti, sta pian piano crescendo questo argomento: forse non sarà un tema molto scientifico (si potrebbe dire, anzi, che è 'scentifico', se Leda almeno per una volta me lo lasciasse passare goliardicamente :P ), ma credo sia stuzzicante, in qualche modo curioso, proprio come ricorda clitemnestra.
 
Top
massinissa
view post Posted on 25/6/2013, 15:03




Sul significato dei nomi di popoli preromani: i Piceni, sembra significasse popolo del picchio/dei picchi, da picos picchio appunto. E gli Irpini, popolo del lupo/lupi da irpus (credo), lupo.
 
Top
lama su
view post Posted on 25/6/2013, 22:23




Discussione interessante, su cui c’è parecchio che si potrebbe dire. Ci sono alcuni dei punti e nomi che avete già menzionato su cui mi piacerebbe aggiungere qualcosa, però prima trovo sia importante sottolineare alcuni punti “teorici” o “metodologici”, che potrebbero aiutare a risolvere alcuni dei problemi che avete evocato.

Prima di tutto, è importante sottolineare che non tutti i nomi che sembrano diversi, risultano anche essere diversi.

Capita, e anche abbastanza spesso, che in effetti quelli che sembrano nomi diversi sono in realtà varianti dello stesso nome, in genere dovuti ad adattamenti fonetici in lingue diverse dall’originale, oppure perchè sono entrate in lingue diverse in diversi periodi storici, e dunque derivano da fasi diverse d’evoluzione della stessa parola.

In alcuni casi, queste varianti sono relativamente semplici da identificare.

Un buon esempio è quello dei frigi dato da tetragramma. Come dice bene lui, quelli che noi chiamiamo “frigi”, chiamavano se stessi “briges”. Seppure sembrino diversi, questi due nomi sono in realtà due varianti di una singola forma.
E seppur non conosca la storia precisa del nome, e sebbene non sappia nulla della lingua frigia, non mi sembra difficile immaginare come queste due forme siano connesse:

Partendo da “briges”, che è la forma “autoctona”, si può immaginare che i greci l’abbiano trascritta phriges (usando p aspirata, magari per rendere un originale b aspirata (bh) frigia - questo avrebbe senso, perchè il greco non ha il suono bh, e il suono più vicino è ph)
Il greco phriges sarà poi passato in latino, e quindi in italiano, dove ph viene regolarmente pronunciato, e in seguito scritto, con “f”.



Il caso dei frigi è abbastanza semplice e intuitivo, e basta una semplice occhiata per capire che i due nomi devono essere in qualche modo connessi.

Altri casi invece sono più complessi, e in genere più interessanti.

Un buon esempio è il nome del giappone, citato da Mario.


Bene, il nome “giappone” (in italiano) e “nihon” (in giapponese) sembrano diversissimi, eppure non solo sono connessi, ma addirittura non sono altro che due varianti, due “evoluzioni” o “adattamenti” dello stesso identico nome. E in effetti alla lista si potrebbe aggiungere anche il nome Cippango, cioè il nome usato da Marco Polo.

Come si spiega?
La storia qui è più complessa.

Prima di tutto, va detto che il nome moderno del giappone in giapponse, cioè “nihon”, in realtà non è un nome “nativo” giapponese. In realtà, “nihon” è originariamente il nome cinese con cui i cinesi chiamavano il giappone. la questione del o dei nomi “nativi” del giappone è anche interessante, ma la salto qua e proverò a tornarci più tardi.

Come detto, il nome “nihon” è in realtà un nome cinese.
Esso si scrive in cinese (e quindi in giapponese) con due caratteri:

日本

日 significa “sole”

e 本 significa “base”

quindi 日本 significa “base del sole”, o meglio “sollevante”, “luogo dove sorge il sole”. Questo è il primo punto interessante: il significato stesso del nome mostra che è stato coniato in cina, e non in giappone, perchè è solo guardando le cose da una prospettiva cinese che si può dire che il giappone, che è situato ad est della costa cinese, è il luogo dove sorge il sole. Ovviamente, per i giapponesi il luogo dove sorge il sole sarebbe in pieno oceano pacifico, non certo nel giapponse stesso!

Quindi 日本 = “sol levante”.

Ora, la domanda è: visto che questo in origine è un nome cinese, come si pronunciava in cinese?
Qui sta il nodo del problema, e anche la sua soluzione.

Partiamo dal secondo carattere: in cinese 本 era generalmente pronunciato “ben”, con la “e” simile alla “e” muta del francese, quindi in realtà quasi “bon” (o in certi dialetti anche “bun”).

Questo “bon” è chiaramente all’origine del “-(p)pon” di “gia-(p)pon-e”, e fin qui la cosa è semplice.
Questo bon però è anche all’origine del giapponese “hon” di “ni-hon”, e questo a causa di una regola specifica ben precisa. Infatti in giapponse, nelle parole composte (come questa) la “p” all’inizio di una sillaba si trasfoma in “h”.

Quindi ni-pon diventa ni-hon perchè “-pon” è la seconda sillaba del nome. Si noti che a volte questo cambiamento non avviene, e infatti assieme alla pronuncia “nihon” si può anche sentire la pronuncia “ni(p)pon” (da cui per esempio l’aggettivo italiano “nipponico”).

La spiegazione del primo carattere è invece diversa.

Il carattere 日 = “sole” in cinese può essere pronunciato in un solo modo.
in giapponese invece può essere letto in giapponese in vari modi. Due però ci interessano qui: nel primo caso esso può essere pronunciato “ji” (come in italiano “gi-” in “gi-raffa”), nel secondo “ni”.
“ni” è la pronuncia usualmente letta nel nome 日本.
Entrambe le pronunce “ji” e “ni” sono di origine cinese, e questo sebbene io abbia appena detto che in cinese è pronunciato in un solo modo.

Il punto qui è che le pronunce “ji” e “ni” derivano e riflettono due dialetti cinesi diversi.

In in dialetto Mandarino, cioè il dialetto della corte imperiale cinese, e nei dialetti del nord in genere, il carattere 日 = “sole” si pronuncia qualcosa di simile a “ji”.

In dialetto cinese Hakka (parlato per esempio a hong kong) e in altri dialetti del sud il carattere 日 = “sole” si pronuncia “ni(t)” o simili.

Quindi, cosa deve essere successo: probabilmente i giapponesi sentirono il nome 日本 da dei cinesi che parlavano un dialetto del sud che quindi lo pronunciavano qualcosa come “ni(t)-bon” o simile, e lo hanno prima pronunciato “nipon” e poi “nihon” in accordo con le regole fonetiche del giapponese.

Gli europei al contrario, avranno sicuramente sentito il nome “日本” anche loro in cina, ma verosimilmente al nord, o direttamente alla corte imperiale, dove risiedevano gli ambasciatori stranieri (sia quelli europei sia quelli giapponesi) o in qualche altro centro amministrativo o di commercio ufficiale.

In ogni caso, lo avranno sicuramente sentito in un luogo dove si parlava un dialetto cinese del nord, in cui 日本 era pronunciato qualcosa come “ji-ben”.
Da “jiben” è facile capire da dove viene l’inglese “japan” o anche l’italiano “giappone”.

L’ultimo dettaglio: Marco polo. Marco polo ci parla di “cippango”. Ora la prime due sillabe, “ci-” “-(p)pan-” dovrebbero essere ora facili da spiegare: essere rendono il cinese “ji-ben”, probabilmente nella pronuncia del suo tempo come erano sentite da un orecchio veneziano. Si noti che di nuovo abbiamo qui la pronuncia di un dialetto del nord della cina, il che ha perfettamente senso, visto che Marco Polo avrà probabilmente sentito questo nome alla corte imperiale del Khan, dove appunto si parlava mandarino.

Tuttavia, qui rimane da spiegare il “-go” finale di “cippango”. In realtà, se si pensa in cinese, la risposta è molto facile. Il cinese usa spesso aggiungere dopo i nomi di luogo il carattere 国 = “paese”, che in dialetto Mandarino si legge “guo”.
Il “-go” di marco polo quindi non è altro che questo “guo”: ji-ben-guo fu sentito e reso da marco polo con “ci-(p)pan-go”, “Cippango”.



Ecco, quello che volevo mostrare con questo esempio (a parte aggiungere un nome alla lista :P ) è che a volte, e in realtà forse più spesso di quello che può sembrare, quelli che sembrano nomi diversi in diverse lingue, sono in realtà varianti più o meno modificate di un singolo nome. Che può essere un nome nativo (come forse, non so, ma immagino, nel caso dei frigi), o può essere un nome “straniero” -magari secondariamente adottato dai nativi stessi- come nel caso di Nihon/giappone



^_^

Edited by lama su - 26/6/2013, 07:07
 
Top
view post Posted on 25/6/2013, 22:47
Avatar

Senior Member

Group:
oikistés
Posts:
19,437
Location:
Germania

Status:


Grazie Lama, molto interessante. Ho però una domanda a cui forse troverei risposta se fossi più ordinato e riuscissi a recuperare la Storia del Giappone che ho letto non molto tempo fà, credo l'anno scorso: Come chiamavano gli abitanti del Giappone il loro paese o se stessi prima di venir a contatto con la Cina e di addottare il nome cinese?

Trovato! Ci voleva solo pazienza. Non trovo però indicazioni sul nome. Pare che lre cronache cinesi parlino di un emissario giapponese attorno all'anno 57 d.C. Si parla anche di cronache giapponesi, tra cui le Nihon shoki del 720. Se il titolo è coevo il nome Nihon sarebbe già presente da allora.
 
Top
lama su
view post Posted on 26/6/2013, 16:14




CITAZIONE (dceg @ 25/6/2013, 23:47) 
Grazie Lama, molto interessante. Ho però una domanda a cui forse troverei risposta se fossi più ordinato e riuscissi a recuperare la Storia del Giappone che ho letto non molto tempo fà, credo l'anno scorso: Come chiamavano gli abitanti del Giappone il loro paese o se stessi prima di venir a contatto con la Cina e di addottare il nome cinese?

di fatto non lo sappiamo e non possiamo saperlo, in quanto la scrittura in giappone è stata importata dalla cina (ed è dunque successiva ai contatti -diretti o indiretti- con la cultura cinese). Inoltre per vari secoli dopo l'introduzione della scrittura, erano principalmente testi cinesi a essere copiati, o testi scritti da giapponesi in cinese, o in una forma di giapponse estremamente influenzata dal cinese. Questo anche perchè la scrittura cinese funziona a caratteri associati a idee, e non è molto pratica per trascrivere suoni, soprattutto i suoni e elementi grammaticali di una lingua come il giapponese che è molto diverso dal cinese.
Di fatto la lingua giapponese a se stante appare in forma scritta in maniera ben definita solo alcuni secoli dopo l'introduzione della scrittura (e dopo l'invenzione di segni caratteristici, puramente fonetici, indispensabili per scrivere il giapponese)

Detto questo, il primo nome con cui i giapponesi sono menzionati nelle fonti cinesi è "倭", che si legge in mandarino qualcosa tipo "wa" o "wo".
Non conosco bene il problema, perô da quello che so, i problemi sono molti: si tratta di un nome vero giapponese che i cinesi hanno tentato di "trascrivere" foneticamente con un loro carattere? oppure il carattere cinese "traduce" il significato del nome originale dei giapponese in giapponese? Oppure si tratta di una reinterpretazione di qualche tipo da parte dei cinesi? O magari ancora e un nome inventato dai cinesi, come jiben/nihon?

Onestamente non so abbastanza della questione per dire se c'è una risposta a queste domande, e ovviamente ancor meno per darla, questa risposta. L'unica cosa che posso dire è che il giapponese (nella sua componente "pura" nativa, non nelle numerose parole di origine cinese che usa) è una lingua che tende ad avere parole di 2 o più sillabe.
Il nome "wa" usato dai cinese mi fa dunque un po' esitare: non escludo che possa veramente essere una "trascrizione" fonetica del nome originale, ma se così fosse non mi sorprenderebbe se fosse una trascrizione pesantemente modificata e pesantemente adattata o abbreviata dai cinese.
In particolare, nel caso della possibilità che sia un'abbreviazione, è interessante notare che ancora oggi i cinesi tendono ad abbreviare alla prima sillaba i nomi stranieri: per esempo italia è yi-da-li, ma può anche essere abbreviato in yi-guo (guo = "paese", come spiegato sopra), o anche l'inghilterra, in cinese ying-ge-lan, è frequentissimamente abbreviato in ying-guo.
Quindi diciamo, non mi sorprenderebbe se questo "Wa" sia in realtà un'abbreviazione di una forma originale giapponese "Wa-qualcosa"
 
Top
view post Posted on 26/6/2013, 16:46
Avatar

Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

Group:
oikistés
Posts:
4,026
Location:
Verona - Forlì

Status:


Qualcosa sui popoli del versante Pacifico dell'America Meridionale

Siamo soliti chiamare con il nome di Incas coloro che abitavano il Perù al tempo dell'arrivo degli Spagnoli.
In realtà, Inca o Inka era il nome con cui si autodefinivano i membri della etnia che attorno al 1250 si stabilì nella valle di Qusqu (l'attuale Cuzco), proveniendo dai dintorni del lago Titicaca.
Molti affermano che Inca significasse "sovrano", ma questo non è esatto, il loro sovrano portava il titolo di Qhapaq Inca oltre a quelli di Sapa (unico), Apu (divino), Intip Churin (figlio di Inti, il sole) e Huaccha Coyac (amorevole con i poveri).
Probabilmente, Inca era proprio il nome con cui si autodefivano, il suo significato riportato dai cronisti spagnoli è "nobile", forse perchè i membri di quella etnia si consideravano tali costituendo essi la casta dominante, mentre quello di Qhapaq viene tradotto dai cronisti con "imperatore". Quindi, il Qapaq Inca era il "Primo tra i nobili".
Il termine Inca veniva usato sia nei confronti della loro etnia, nel qual caso significava "membro del popolo (dei nobili)" o "il popolo (dei nobili)", sia nei confronti del sovrano, senza alcun aggettivo, nel qual caso "l'Inca" suonava come "l'Eccellente", "il Massimo".
Contrariamente a quanto si crede, non era solo il territorio da essi controllato che veniva indicato con il nome di Tahuantinsuyu (le 4 regioni della Terra), bensì tutta la Terra stessa.
Inoltre, sembra che questa etnia in origine non parlasse una delle due lingue considerate "ufficiali" quando arrivò Pizarro, il quechua e l'aymarà. Sembra che parlassero il puquina o pukina, una lingua estinta che forse sopravviveva a corte come "linguaggio segreto".

I Quechua che abitavano la regione prima dell'arrivo degli Incas, e furono da questi sottomessi, chiamavano la loro lingua "runa simi", letteralmente "uomo bocca" e forse runasimi era anche il nome con cui indicavano se stessi.

L'altra lingua ufficiale, l'aymarà, per indicare il popolo probabilmente utilizzava la parola hake, lett. persone.
 
Top
24 replies since 9/6/2013, 11:14   3654 views
  Share