Ostraka - Forum di archeologia

Xīwángmù, l'Imperatore e Dōngfāngshuò

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view post Posted on 11/10/2019, 16:18
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Ad uso di chi non è pratico di antico folklore cinese.
Per capire quanto seguirà, è utile, se non addirittura necessario, leggere questo racconto https://ostraka.forumfree.it/?t=77032351

Ecco uno dei racconti, in 3 parti, dai quali ho ricavato la mia fantasiosa, ma non tanto, versione.

È necessario fare una premessa.

Alcuni tra i più grandi fiumi del mondo, Brahmaputra, Mekong, Cháng Jiāng, a noi noto come Yángzī Jiāng, il Fiume Azzurro o Yangtsze Kiang in Wade – Giles, e Huáng Hé, il Fiume Giallo, Huang Ho in Wade – Giles, hanno le loro sorgenti attorno o sull’altopiano del Tibet.
In particolare, Cháng Jiāng e Huáng Hé nascono su versanti opposti della catena dei monti Kunlun, che segna il margine settentrionale dell’altipiano, correndo da est a ovest.

Le culture più antiche che fecero della giada nefrite la loro pietra totemica si svilupparono in tre zone dell’attuale Cina: la Mongolia Interna, laddove viene bagnata dallo Huáng Hé , la zona in prossimità della foce del medesimo fiume e quella in prossimità della foce del Cháng Jiāng.
In tutti i tre casi, vennero utilizzati i ciottoli di giada trasportati dai due fiumi e provenienti dalle vene esistenti sui monti della catena del Kūnlún.
Per questo motivo, nelle antiche leggende relative al luogo di provenienza della nefrite e a chi ne controllava la distribuzione, i due fiumi giocano spesso lo stesso ruolo.
Non c’è quindi da meravigliarsi se, nel racconto che trascrivo di seguito, tratta dallo a essere indicate come luogo di residenza di Xīwángmù, la Grande Madre dell’Occidente, sono le sorgenti del Fiume Giallo, non quelle del Fiume Azzurro, come invece appare nei 3 racconti che ho pubblicato in precedenza.

Il racconto che trascrivo proviene da un testo intitolato Qian Han Liu taizi zhuan, cioè Tradizioni relative al Principe Ereditario Liu degli Han Anteriori (prima di ascendere al trono, si chiamavano tutti Liú + il nome proprio), ritrovato nelle grotte di Mogao, vicino alla città di Dūnhuáng.
La versione che riporto, una traduzione semplificata di un antico testo cinese, è a cura del prof. Alfredo Cadonna, oggi in quiescenza, già alla Ca’ Foscari di Venezia, nel Dipartimento di Studi sull'Asia e sull'Africa Mediterranea.
Lo Shījì, cioè Memorie Storiche, citato all’inizio del racconto fu scritto durante il regno dell’Imperatore Han Wù (140 – 80 a.C.), sempre della dinastia degli Han Anteriori, che quand’era ancora principe ereditario si chiamava Liú Chè.
Lo Shījì narra le vicende più o meno leggendarie della Cina, a partire da Huángdì, il mitico Imperatore Giallo che avrebbe regnato tra il 2697 e il 2597 a.C., per arrivare all’epoca contemporanea a Han Wù.


Parte I Le sorgenti del Fiume Giallo e la pietra del telaio celeste

Si narra nello Shījì che l’Imperatore Wù degli Han diede l’ordine al ministro Zhāng Qiān di apprestargli bagagli e provviste e di partire alla ricerca delle alte sorgenti del Fiume Giallo.
Quando lo venne a sapere, la Xīwángmù fece una grande risata e disse: “il Fiume Giallo sgorga dalle viscere del Kūnlún, il monte che si innalza per 3360 decine di migliaia di lí. Anche se ci dedicassi l’intera vita non riusciresti ad arrivarci. Puoi dunque tornare alla capitale; ti darò questa pietra che sostiene il telaio (1) come dono per il tuo sovrano.”

Seguendo il consiglio, Zhāng Qiān fece ritorno con la pietra alla capitale, dove fece all?Imperatore un resoconto completo su quanto aveva detto la Xīwángmù.
Presa la pietra, l’Imperatore convocò nella sala delle udienze i ministri della coret e chiese chi di loro fosse in grado di riconoscerla.

La riconobbe Dōngfāngshuò (2): “Questa è la giada che sosteneva il telaio della Xīwángmù! Come è arrivata fin qui?”
Il viso di drago del sovrano emise allora bagliori di gioia. L’Imperatore conferì a Zhāng Qiān il titolo di “Pacificatore delle Regioni Remote”.


Parte II Le pesche della Xīwángmù

Giunta la 7 ª notte del 7° mese, la Xīwángmù, con il capo ornato d’un settuplice sheng (3) e di fiori, arrivò con un carro decorato con mica (4) nella sala delle udienze. Quando la vide volteggiare nel vuoto, l’animo del sovrano si turbò, infatti non aveva ancora ottenuto di diventare un immortale.

La Xīwángmù recava con sé cinque pesche, che offrì all’Imperatore nella sala delle udienze. Il sovrano mangiò i frutti e invece di gettare i noccioli li conservò nella mano.

“Perché non gettate via i noccioli, Maestà?” chiese la Xīwángmù. Il sovrano rispose “Il sapore di queste pesche mi è parso delizioso; voglio piantare i semi nel giardino del Palazzo.”

La Xīwángmù si mise a ridere e disse rivolta al sovrano: “Una volta piantati i semi sono necessari 1000 anni perché la pianta cominci a spuntare dal suolo, 2000 anni perché cominci a crescere, 3000 anni perché cominci a mettere i fiori, 4000 anni perché produca dei frutti, 5000 anni perché i frutti maturino. Dal momento che la vostra vita non oltrepasserà i cento anni, ditemi Maestà, le pesche che adesso volete piantare chi le mangerà?”

Proprio in quel momento si trovava a passare di lì Dōngfāngshuò, il quale dette un’occhiata nella sala. La Xīwángmù lo indicò al sovrano dicendo: ”Quand’era bambino, costui venne a tre riprese sotto il mio albero a rubare le pesche. Ogni volta riuscivo ad acciuffarlo e lo legavo a un piede del telaio. Poi lo lasciavo andare. Adesso eccolo qui, diventato ormai adulto!”


Parte III La bruttezza dell’immortale Péngzù (5)

L’imperatore disse rivolto a Dōngfāngshuò: “Hai la vita corta, Ministro.” “Come fate a sapere che non vivrò a lungo, Maestà?” chiese Dōngfāngshuò. “ho letto il Trattato di Fisiognomia di Xu Fu dove si dice: se fra il naso e il labbro c’è lo spazio di un pollice, si vivrà per cento anni. Lo spazio sotto il tuo naso non è neanche un pollice, ecco come faccio a saperlo.”

Udite le parole del sovrano, Dōngfāngshuò si piegò a terra per il gran ridere. “ho detto che la tua vita sarà breve” disse l’Iperatore, “che cosa ci trovi da ridere?” “Non oserei mai ridere delle Vostre parole, Maestà”, disse Dōngfāngshuò, “rido penasndo all’eccezionale bruttezza di Péngzù.” “Tu non haio mai visto Péngzù” disse il sovrano, “come fai a sapere che era brutto?”

“Secondo quello che avete appena detto, Maestà, se sotto il naso c’è lo spazio di un pollice, si vivrà per cento anni; ebbene io ho letto il Zhoushu, dove si dice: Péngzù visse 700 anni. Una longevità di 700 anni doveva comportare uno spazio di sette pollici sopra il labbro superiore; e una bruttezza più che certa!”

L’Imperatore riferì il discorso alla Xīwángmù e insieme si fecero grandi risate.


Note

(1) Come divinità legata al mondo femminile, Xīwángmù aveva anche il titolo di Tessitrice Celeste, che i cinesi identificano nell’asterismo in corrispondenza di Vega e della nostra costellazione della Lira, che solo una volta all’anno si riunisce con il Mandriano, l’asterismo in corrispondenza di Altair e della nostra Aquila.
Ora chiedo aiuto a Righel, che ho visto mi sta seguendo.

I testi dicono che le due stelle, e quindi i due asterismi, sono situati ai lati opposti della Via Lattea, e l’incontro avviene durante “il 7° giorno del 7° mese” lunare del calendario cinese, vedi alla fine del mio precedente racconto quanto ho scritto a proposito dell’Imperatore Wu e del banchetto a base di cervi bianchi, che alcuni testi specificano essere avvenuto in quel giorno del primo anno dell’era Yuanfeng, vale a dire nel 110 a.C.
La sera del 7° giorno del 7° mese del calendario lunare cinese, quando Altair e Vega si trovano particolarmente vicine, si tiene la festa del Qīxì jié, “festa delle stelle innamorate”, equivalente al nostro San Valentino.
Essa è passata anche nel calendario giapponese e viene celebrata il 7 luglio con il nome di Tanabata Matsuri, che è la traduzione giapponese degli ideogrammi di Qīxì jié e ha lo stesso significato come ricorrenza.
La festa trae origine da un’altra bellissima leggenda cinese, forse il prossimo racconto sarà ad essa legato.

(2) personaggio che aveva la carica di fāngshì, cioè Maestro del Dao

(3) lo sheng indossato dalla Xīwángmù sembra fosse un diadema costituito da sette coppie sovrapposte di dischi di giada bianca, ogni coppia legata da una stretta corda. Esso è probabilmente legato all’identificazione della dea come “tessitrice”, secondo gli esegeti occidentali perché la composizione suggerita dai dischi sarebbe riconducibile alle spole usate nella tessitura a telaio. Per quanto ne so, un modo per tessere è quello di usare come spole appunto delle tessere di pietra, opportunamente forate e manovrate e forse i dischi intrecciavano le corde dalle quali erano “legati”. Ho assistito al lavoro di una signora che utilizzava questa tecnica, nota da reperti archeologici del Neolitico. La signora utilizzava come telaio la sua schiena e il dito alluce del piede sx e tessere di giadeite… Tessera deriva dalla parola greca che indicava il quadrato ed è passato in latino ad indicare le pietruzze utilizzate per comporre i mosaici e forse deriva dalla stessa radice del verbo tessere, radice che significa comporre, vedi www.etimo.it/?term=tessera e www.etimo.it/?term=tessere.

(4) Questa serie di racconti è di derivazione daoista, non a caso uno dei protagonisti è il Maestro daoista di corte Dōngfāngshuò. Ho scritto in un altro racconto che i daoisti praticavano, secondo certe condizioni prescritte, l’ingestione di polvere di giada. Non era l’unico minerale che ingerivano, anche la mica entrava in queste pratiche. Distinguevano 5 ti pi di mica, da ingerire in periodi differenti dell’anno, quella in cui, se osservata controluce, predomina il verde in primavera, per esempio. Uno dei sistemi utilizzati era quello di ridurre il minerale a polvere finissima assieme alla giada dello stesso colore, poi mescolato a cannella, aglio e acqua purissima, per poi bere il “frullato” così ottenuto.

(5) Si tratta di una figura leggendaria, un uomo considerato un “santo” dai daoisti, che sarebbe vissuto per più di 700 anni all’epoca della dinastia Shāng, XVI sec. – 1046 a.C.

Edited by Usékar - 6/11/2019, 07:50
 
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view post Posted on 14/10/2019, 17:12
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Mi sono scordato di spiegare il perché si parli, per questi incontri, di 7° giorno del 7° mese.
Parlando nei termini nostri, si direbbe il 7 luglio, ma in Cina non è così, si tratta di una data che ha una discreta variabilità di collocazione.

In Cina, dal 1912 il calendario ufficiale è quello gregoriano, però il calendario delle festività segue ancora l'antico calendario lunisolare, che si basa principalmente sul calcolo delle fasi lunari e della rotazione della Terra attorno al Sole.
Un anno è composto da 12 o 13 mesi che iniziano ad ogni fase di luna nuova, vale a dire quando la Luna e il Sole sono in congiunzione. Ogni mese ha 29 o 30 giorni e quindi il ciclo calendariale prevede anni con 12 oppure 13 mesi.

Di conseguenza, la posizione del 7° giorno del 7° mese del calendario tradizionale varia notevolmente rispetto alla data gregoriana.
Per fare un esempio, l'anno tradizionale cinese inizia tra il 21 gennaio e il 19 febbraio del calendario gregoriano, a seconda della sua posizione nel ciclo nel quale è inserito.
Di conseguenza, l'inizio del 7° mese varia pressapoco dalla metà di luglio alla metà di agosto nel calendario ufficiale.

Qual è il significato di questa festività e perché viene richiamata in questi miti?
Come ho scritto, si tratta dell'equivalente del nostro "San Valentino", la festa degli innamorati, che per noi cade il 14 febbraio.
Mi sembra allora chiaro che, quando nei miti si accenna ad un incontro tra due persone che avviene in quel giorno, si tratta di un incontro con risvolti amorosi.
Inoltre, era tradizione che in quel giorno le mogli dimistrassero la loro abilità nelle faccende di casa, in particolare nella tessitura, arte della quale Xīwángmù era la patrona, uno dei suoi titoli era per l'appunto Grande Tessitrice.

Penso proprio che non appena avrò un po' di tempo, scriverò il racconto della leggenda che ha dato origine in Cina a questa ricorrenza, e a sua volta, è la congiunzione astrale che ha dato origine alla leggenda.
 
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view post Posted on 20/10/2019, 13:53
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CITAZIONE (Usékar @ 11/10/2019, 17:18) 
Come divinità legata al mondo femminile, Xīwángmù aveva anche il titolo di Tessitrice Celeste, che i cinesi identificano nell’asterismo in corrispondenza di Vega e della nostra costellazione della Lira, che solo una volta all’anno si riunisce con il Mandriano, l’asterismo in corrispondenza di Altair e della nostra Aquila.
Ora chiedo aiuto a Righel, che ho visto mi sta seguendo.

Tardi arrivo, ma arrivo :rolleyes:
E chiedo scusa per il ritardo, ma sto attraversando un periodo molto intenso di impegni, faticosi ma gratificanti.

CITAZIONE
I testi dicono che le due stelle, e quindi i due asterismi, sono situati ai lati opposti della Via Lattea, e l’incontro avviene durante “il 7° giorno del 7° mese” lunare del calendario cinese, vedi alla fine del mio precedente racconto quanto ho scritto a proposito dell’Imperatore Wu e del banchetto a base di cervi bianchi, che alcuni testi specificano essere avvenuto in quel giorno del primo anno dell’era Yuanfeng, vale a dire nel 110 a.C.
La sera del 7° giorno del 7° mese del calendario lunare cinese, quando Altair e Vega si trovano particolarmente vicine, si tiene la festa del Qīxì jié, “festa delle stelle innamorate”, equivalente al nostro San Valentino.
Essa è passata anche nel calendario giapponese e viene celebrata il 7 luglio con il nome di Tanabata Matsuri, che è la traduzione giapponese degli ideogrammi di Qīxì jié e ha lo stesso significato come ricorrenza.
La festa trae origine da un’altra bellissima leggenda cinese, forse il prossimo racconto sarà ad essa legato.

Cominciamo a chiarire alcuni punti, in sequenza.
1) Siamo sicuri che i Cinesi antichi chiamassero Via Lattea la stessa cosa che intendiamo noi? oppure che il termine che la designa sia stato tradotto (interpretato) correttamente?
2) Ho ricostruito al computer il cielo del 110 a.C., cioè l'anno astronomico -2130, e lo vedo sostanzialmente identico a quello di stanotte, a parte lo spostamento del polo nord celeste dovuto alla precessione degli equinozi.
Ne risulta che la distanza angolare fra Vega (alfa Lirae) ed Altair (alfa Aquilae) è di circa 34°.
Ad una distanza minore da Vega, circa 24°, c'è però un'altra stella molto brillante: Deneb (alfa Cygni). E le tre stelle formano un asterismo facilmente individuabile nel cielo notturno: il Triangolo Estivo. Asterismo, questo, visibile principalmente d'estate e per tutto l'autunno, come si deduce dal suo nome.
Mi risulta strano che nella leggenda che citi Deneb non sia nominato e nemmeno l'evidente Triangolo Estivo che puoi agevolmente osservare tu stesso, stanotte, partendo da Vega, alta nel cielo.
In ogni caso la distanza angolare (quindi visuale) fra Vega ed Altair non cambia, non è mai cambiata in maniera visibile a occhio nudo negli ultimi tremila anni né cambierà nei prossimi tremila.
Ne consegue che l'incontro fra le due stelle non esiste.
Tuttavia ogni favola o racconto mitico contiene sempre un pizzico, anche piccolissimo, di verità: Freud, se non ricordo male, diceva che nel sogno non inventiamo nulla. Possiamo solo costruire oggetti od animali fantastici unendo fra di loro pezzi di oggetti od animali autentici... Vabbè. Dceg ce lo può spiegare con maggiore precisione: la mia memoria, ogni tanto, vacilla.
Un'ipotesi è che nel 110 a.C. si sia verificata dalle parti di Altair l'esplosione di una stella, una supernova, e che questa sia stata scambiata per la luminosa Vega venuta a trovare l'amato Altair.
Ma questa è fantascienza :lol:!


Edited by Righel - 20/10/2019, 17:25
 
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Quello che ho scritto è un racconto basato sulla traduzione del prof. Cadonna di una "storia" in 3 parti.
Rispetto alla sua traduzione (che in realtà ho scoperto alla fine trattarsi di una sua interpretazione, non di una traduzione letterale) ho leggermente modificato alcuni termini, per rendere tutto più scorrevole.

Le note non sono frutto della mia fantasia, bensì di altri racconti, tradotti dal cinese in inglese.
A mia volta, ho tradotto quanto si legge nelle note, dall'inglese in italiano, vedi la storia che ho intitolato "L'Imperatore di Giada e Qīxì Jié, il giorno del San Valentino cinese", che è praticamente la traduzione letterale del racconto dall'inglese in italiano.

La fonte da cui ho preso il testo del racconto è cinese, anche se il testo è in inglese.
In questa versione, oltre alla traduzione in inglese dei nomi viene riportata anche la loro originale grafia negli ideogrammi cinesi, solo dei nomi, non dell'intero testo.
Con il traduttore di google, ho controllata la traduzione in italiano degli ideogrammi dei nomi, questa corrisponde alla traduzione degli stessi termini dal cinese all'inglese e dall'inglese all'italiano.
Più di questo, non sono in grado di fare.
 
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view post Posted on 20/10/2019, 19:19
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Capisco perfettamente e non metto in dubbio quanto mi scrivi ma questo non risolve il mio problema che è quello di trovare il motivo per cui in un racconto cinese, peraltro tanto simpatico e romantico da produrne una versione giapponese, siano stati inseriti dei dati, delle affermazioni che sono astronomicamente inaccettabili.
I Cinesi sono stati valenti astronomi/astrologi, ne da ragione la scoperta di un testo in cui viene descritta con accuratezza l'esplosione della supernova M1 (Crab Nebula) nel 1054. Come mai nella favola si accenna al ripetersi di un fenomeno - l'avvicinamento di Vega ed Altair - che si ripeterebbe ogni anno ad una determinata data ?
E' chiaro che chiunque avrebbe potuto osservare l'inconsistenza del racconto e pertanto l'interesse per la favola stessa ne sarebbe stato sminuito.
Ma non è stato così. Perché?
C'è qualcosa che non quadra, quantomeno sul piano logico.
Qualcosa mi è sfuggito?
 
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view post Posted on 21/10/2019, 05:42
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Mah, non so proprio cosa risponderti, sai bene che non sono ferrato in astronomia, mica per niente ti ho "chiamato".
Tutto ciò che posso dirti è che appunto la festa è addirittura passata in Giappopne con il nome di Tanabata.
Guarda qui

https://it.wikipedia.org/wiki/Tanabata
incidentalmente, qui puoi leggere che i giapponesi chiamano Fiume Celeste (天の川 amanogawa) quella che per noi è la Via Lattea, mantre per i cinesi è il Fiume d'Argento (銀河系 Yínhéxì, Yín argento, hé fiume, héxì sistema fluviale.)

Le due divinità in giapponese si chiamano Orihime, la semidea, e Hikoboshi, il mandriano, e guarda qui (lo so che è in inglese, ma riporto i lemmi britannici, perché in genere en.wiki è decisamente più documentata di it.wiki)

https://en.wikipedia.org/wiki/Orihime
https://en.wikipedia.org/wiki/Hikoboshi

Sono due lemmi per la disambiguazione, nel senso che quei due nomi possono ricondurre a differenti spiegazioni.
Traduco la prima riga di entrambi.

Orihime: è il nome giapponese della tessitrice (simboleggiante la stella Vega), dalla leggenda cinese La ragazza tessitrice e il mandriano (la tessitrice è celebrata nel Tanabata, festival giapponese.)
(ndt: Orihime si scrive 織姫, 織 "O" tessitura, 織姫 "Hime" principessa.)

Hikoboshi (la Stella Maschio, lett.) è il nome giapponese della stella Altair, nota in giapponese anche come Natsuhikoboshi (Stella Maschio dell'Estate) o Kengyūsei (Stella del Mandriano.)
Si riferisce:
al mandriano celebrato nella festa cinese delle stelle, chiamata Qi Xi
al mandriano celebrato nel festival giapponese delle stelle, Tanabata influenzato da quello cinese Qi Xi.

Mi hai indotto a fare delle ricerche, prima mi ero limitato a tradurre e rendere più fluida una delle tante versioni del mito, versioni che però coincidono tutte nel parlare di avvicinamento delle 2 stelle.
Così, sono arrivato qui, dove è riportata anche un po' di bibliografia relativa

https://en.wikipedia.org/wiki/Qixi_Festival

Questo lemma, che è molto più lungo e sempre in inglese, sostanzialmente riassume il racconto che ho trascritto, mettendo nelle note i riferimenti bibliografici. E mi pare colpisca nel segno.
Anzitutto, precisa che la prima versione nota del mito risale a più di 2600 anni fa.
Riporto la mia traduzione delle ultime righe, riferimenti bibliografici tra [] compresi:

<< In questo giorno, lo sguardo cinese (rivolto, ndt) verso il cielo è alla ricerca di Vega e Altair che brillano nella Via Lattea, mentre una terza stella forma un ponte simbolico tra le due stelle. [6] Si diceva che se in questo giorno piove ciò è causato da un fiume che ha spazzato via il ponte della gazza o che la pioggia è le lacrime della coppia separata. [13] Basandosi sulla leggenda di uno stormo di gazze che formano un ponte per riunire la coppia, una coppia di gazze venne a simboleggiare la felicità e la fedeltà coniugali. [14] >>

Questo rende tutto più chiaro e dà ragione alla tua ricostruzione: le stelle restano separate, vicino a loro ce n'è una terza che forma tra le due un simbolico ponte.
Chissà perché la narrazione leggendaria parla di un avvicinamento delle 2 stelle, in quel giorno... forse perchè i miti tendono a raccontare ciò che si vuole vedere, non ciò che si vede...
Par di capire, però, che in quella notte Vega e Altair siano particolarmente brillanti, così come la terza stella, quella del Toro, secondo i cinesi.
 
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view post Posted on 21/10/2019, 19:59
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Nel lemma che ho citato per ultimo si legge che la festività ha avuto origine da una romantica leggenda e che durante l'epoca Han il rituale dei festeggiamenti veniva condotto secondo le formalità di stato.

In pratica, mi sembra di capire che si tratta di una leggenda popolare, molto antica, che per un certo periodo è stata anche inclusa nelle cerimonie di stato.
Tuttavia, appunto, di leggenda popolare molto antica si tratta e dunque, con tutta probabilità gli astronomi non c'entrano e non hanno colpe.
Come ho scritto in precedenza, la leggenda racconta ciò che il popolino "voleva" o credeva di vedere e "vede" ancor oggi, non ciò che vedevano gli astronomi di corte e vedono gli astronomi attuali.

La realtà, nel mito, non ha importanza, secondo me non è vero che bisogna vedere per credere, è invece vero che è sufficiente credere per vedere.
 
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view post Posted on 22/10/2019, 11:33
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CITAZIONE (Usékar @ 21/10/2019, 20:59) 
non è vero che bisogna vedere per credere, è invece vero che è sufficiente credere per vedere.

Bellissimo!
 
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view post Posted on 22/10/2019, 12:54
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CITAZIONE (dceg @ 22/10/2019, 12:33) 
CITAZIONE (Usékar @ 21/10/2019, 20:59) 
non è vero che bisogna vedere per credere, è invece vero che è sufficiente credere per vedere.

Bellissimo!

Già... me lo diceva sempre un tale patito per gli Ufo :alienff: .
 
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Appunto, e tu che non ci credi te li perdi! :B): :rolleyes:
 
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CITAZIONE (dceg @ 22/10/2019, 15:26) 
Appunto, e tu che non ci credi te li perdi! :B): :rolleyes:

Macchè! Ne ho perfino fotografato uno, più di quarant'anni fa.
Stavo effettuando foto del Sole, al telescopio, alla ricerca di macchie solari. Ma quando sono andato a sviluppare la pellicola (a quei tempi si faceva così) ho individuato una macchiolina nera, irregolarmente ellittica, che sembrava muoversi sulla superficie dell'astro perché appariva in posizioni diverse su differenti fotogrammi.
Ne ho parlato con alcuni amici (che credevo) fidati mostrando loro le immagini ma pregandoli di non farne parola con alcuno fino a che non avessimo capito che cosa era successo.
Poi sono corso in Osservatorio per utilizzare una strumentazione che analizza le lastre (e le pellicole) con una risoluzione di circa un millesimo di millimetro.
Dopo qualche ora di indagini, con la collaborazione di un tecnico che, conosceva molto meglio di me il funzionamento di quell'aggeggio, scoprimmo che la macchiolina nera altro non era che un difetto della pellicola.
Troppo tardi!

Qualcuno, non saprò mai chi, aveva rivelato la notizia che avevo scoperto e fotografato un Ufo al telescopio.
Due giorni dopo la notizia apparve su una rivistucola che si occupava del peggior tipo di fantascienza e per di più col mio nome e cognome.

Mannaggia :( ! Avrei potuto diventare famoso se fosse stato vero.
 
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view post Posted on 22/10/2019, 16:19
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Beh, ma scusa, ci potevi benissimo marciare sopra :lol: :lol: :lol: potevi campare di rendita per un po' di tempo, immagina: vendita delle foto, interviste, tv locali e non, e chissà cos'altro :woot_jump.gif:

C'è gente che ci ha costruito una carriera, su un paio di foto così...
 
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Ma non t'è rimasto un dubbio, piccolino piccolino? :hmm.gif:
 
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icon6  view post Posted on 23/10/2019, 17:03
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CITAZIONE (Righel @ 22/10/2019, 16:05) 
Qualcuno, non saprò mai chi, aveva rivelato la notizia che avevo scoperto e fotografato un Ufo al telescopio.
Due giorni dopo la notizia apparve su una rivistucola che si occupava del peggior tipo di fantascienza e per di più col mio nome e cognome.

Mannaggia :( ! Avrei potuto diventare famoso se fosse stato vero.

Che occasione persa! Saresti stato sicuramente tra gli ospiti d'onore di Voyager!
:lol: :lol: :lol: :lol:

CITAZIONE (Usékar @ 21/10/2019, 06:42) 
<< In questo giorno, lo sguardo cinese (rivolto, ndt) verso il cielo è alla ricerca di Vega e Altair che brillano nella Via Lattea, mentre una terza stella forma un ponte simbolico tra le due stelle. >>

Questo rende tutto più chiaro e dà ragione alla tua ricostruzione: le stelle restano separate, vicino a loro ce n'è una terza che forma tra le due un simbolico ponte.
Chissà perché la narrazione leggendaria parla di un avvicinamento delle 2 stelle, in quel giorno... forse perchè i miti tendono a raccontare ciò che si vuole vedere, non ciò che si vede...
Par di capire, però, che in quella notte Vega e Altair siano particolarmente brillanti, così come la terza stella, quella del Toro, secondo i cinesi.

Però il Toro sta da tutt'altra parte nel cielo, rispetto a Vega ed Altair. Tra le due ci sono solo stelle poco brillanti di Sagitta, Vulpecula ed Hercules.
 
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view post Posted on 23/10/2019, 17:11
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CITAZIONE (Luigi_C @ 23/10/2019, 18:03) 
CITAZIONE (Usékar @ 21/10/2019, 06:42) 
<< In questo giorno, lo sguardo cinese (rivolto, ndt) verso il cielo è alla ricerca di Vega e Altair che brillano nella Via Lattea, mentre una terza stella forma un ponte simbolico tra le due stelle. >>

Questo rende tutto più chiaro e dà ragione alla tua ricostruzione: le stelle restano separate, vicino a loro ce n'è una terza che forma tra le due un simbolico ponte.
Chissà perché la narrazione leggendaria parla di un avvicinamento delle 2 stelle, in quel giorno... forse perchè i miti tendono a raccontare ciò che si vuole vedere, non ciò che si vede...
Par di capire, però, che in quella notte Vega e Altair siano particolarmente brillanti, così come la terza stella, quella del Toro, secondo i cinesi.

Però il Toro sta da tutt'altra parte nel cielo, rispetto a Vega ed Altair. Tra le due ci sono solo stelle poco brillanti di Sagitta, Vulpecula ed Hercules.

Si riferisce alla stella detta Toro dai cinesi, che non c'entra con la nostra costellazione del Toro.
Appena ho un po' di tempo, rintraccio come la identifichiamo noi.
 
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20 replies since 11/10/2019, 16:18   143 views
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