Ostraka - Forum di archeologia

Le 4 ere della Creazione secondo il Popol Vuh

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 19/2/2020, 20:30
Avatar

Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

Group:
oikistés
Posts:
4,026
Location:
Verona - Forlì

Status:


Come ho scritto in un altro post su miti e leggende dei Maya, il loro credo religioso, la loro cosmogonia e i miti della creazione mutarono molto dopo la crisi della loro società, avvenuta nel IX –X sec. d.C.
Un ulteriore cambiamento avvenne per effetto del contatto e dell’assimilazione nella loro cultura di concetti importati o imposti loro dai missionari cattolici spagnoli.
Tutto questo è molto evidente nei racconti cosmogonici e della creazione dell’uomo, riportati nel Popol Vuh, il “Libro della comunità”, un libro scritto in lingua Maya Quiché traslitterata utilizzando caratteri latini.
La versione a noi pervenuta, rintracciata da un monaco francescano nel 1702, risale probabilmente al XVI sec., anche se gran parte dei racconti in essa raccolti è più antica.

Dal racconto della creazione del mondo presente nel Popol Vuh, che è un po prolisso e ripetitivo al pari della Genesi biblica, ho tratto una novella, di cui allego la prima parte, la seconda seguirà a breve.
Giova ricordare, per capire alcuni passi, che dopo la crisi di cui ho parlato in precedenza, I Maya persero la nozione del loro passato splendore, la loro cultura in un certo senso ricominciò da capo, per cui conoscevano l’esistenza delle ormai mitiche città nascoste nella selva del Petén, le rispettavano, andavano a celebrarvi riti magico-religiosi, ma non sapevano più da chi, come e quando fossero state costruite.

Le quattro ere della Creazione, secondo il Popol Vuh

Mi chiamo Hunac Ceel, sono ormai un vecchio di oltre 80 anni e vivo nel villaggio di X Hazil, vicino alla città maya di Chan Santa Cruz, la città sacra dei ribelli del movimento dei Cruzob, coloro che ascoltavano la Croce Parlante e furono protagonisti di quella che i bianchi invasori hanno chiamato Guerra delle Caste, durante la quale arrivarono ad espellere dalle nostre terre quasi tutti gli invasori.
In soccorso degli ultimi, chiusi tra le possenti mura di San Francisco de Campeche, giunsero altri invasori, che sconfissero i ribelli, distrussero il tempio della Croce Parlante e rinominarono Felipe Carrillo Puerto la città di Chan Santa Cruz.
I miei genitori, entrambi giovani sacerdoti della nostra antica religione, vollero darmi il nome del fondatore della dinastia Cocom di Chichén Itzá e Mayapan, il grande Nacom (generale dell’esercito, ndr) Hunac Ceel, e con questo nome sono noto alla mia gente, ma per la legge degli invasori mi chiamo Miguel Paniagua…
Viveva in Chan Santa Cruz un grande e potente sacerdote, molto vecchio, che prese me come suo allievo, nella speranza che io potessi tramandare i suoi insegnamenti, una volta che se ne fosse andato a raggiungere i suoi antenati. Egli era noto con il nome di K’inich Ahau, Sole Splendente Grande Signore, in memoria dei nostri antichi sovrani ed era il massimo conoscitore della vicende che portarono Hunab Ku, il dio Cosa Solitaria, a creare tutto ciò che prima non esisteva.
Iniziò raccontandomi che Hunab Ku, dio creatore e dio degli dei, incorporeo e senza figura, era anche conosciuto con il nome magico di Kolop U Wich K'in e Kolop U Wich Ak’ab, nella lingua degli invasori Colui che Strappò l’Occhio al Giorno e Colui che Strappò l’Occhio alla Notte. Questo perché Hunab Ku è la divinità nella quale convergono le dualità, gli elementi opposti che hanno dato origine all'universo. Questo dio è incorporeo, impossibile da rappresentare ed è tutto e niente allo stesso tempo. Viene spesso identificato con Itzamaj, che è il dio della creazione e della saggezza e anche come dio-agente legato alle eclissi e a Venere, nonché alla pioggia. In realtà, è simultaneamente tutte le divinità, cioè Itzamnaj il creatore, già Kukulkan, Huracan la pioggia e la tempesta, un tempo attribuite a Chaac, i 2 Pawahtunob traghettatori del Sole durante la notte, Ixchel la Luna e l’Amore, K’inich il Sole Splendente, Yum Kaax il mais, un tempo detto Hun Nal Ye. Questo perché tutte le divinità sono in realtà i molteplici aspetti dell’unica vera divinità, la Natura, il Cosmo, Hunab Ku.
Mi disse che questa potente divinità riuniva nella sua essenza gli opposti cosmici, la cui dualità simboleggia la continua evoluzione dell'essere umano e il centro della galassia per eccellenza. Mi assicurò che nella sua infinita saggezza, in un tempo molto lontano gli fu affidato il compito di creare i nostri due dei più alti dei: Tepeu, quello che conquista, il Sovrano; e Gucumatz, il sacro serpente piumato, al quale noi Maya yucatechi dobbiamo la nostra esistenza, la nostra conoscenza e il mondo in cui viviamo.
Attraverso i discorsi del grande e potente maestro-sacerdote appresi che questo nostro dio incorporeo raffigura se stesso con un bellissimo simbolo composto da quattro farfalle che indicavano le quattro direzioni sacre.
Le quattro farfalle si trovano in coppie opposte complementari: bianco e nero, nero e bianco, il materiale e l'immateriale. Al centro del simbolo c’è una chiocciola tagliata trasversalmente, connotata come un respiro divino che dà coscienza alla materia, il luogo centrale in cui si trovano la mente e il cuore del Creatore. Pertanto, non è altro che il simbolo dell'equilibrio raggiunto attraverso la misurazione, ottenuto dal continuo movimento delle stelle nel cielo. Per questo motivo, i nostri antenati hanno chiamato il dio Hunab Ku, Colui che dà il movimento e la misurazione. K’inich Ahau mi spiegò che il simbolo rappresentava l'arte di vivere in equilibrio, un obiettivo a cui tutti i Maya dovrebbero avvicinarsi.

Il simbolo che i Maya contemporanei hanno ricavato dalla descrizione fornita dal Popol Vuh
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/...0px-HunabKu.gif


Dopo molte e fruttuose lezioni del grande sacerdote-maestro, arrivai a comprendere che Hunab Ku ha plasmato il nostro mondo quattro volte. Quattro sono state le creazioni necessarie per inventare quello che è il mondo in cui viviamo oggi. Nella prima era non c'era il sole, c'erano solo i Saiyamwinkoob, “Coloro che mettono a posto” nella lingua degli invasori, i mediatori tra cielo e terra, che di solito chiamiamo anche Puzoob, I Gobbi. Questi meravigliosi esseri vivevano con gli Yicobe Be’yichob Colelcak, “Coloro che hanno gli occhi come api”. I Puzoob erano piccoli, quelli che voi chiamate nani, molto laboriosi, estremamente agili e molto forti. Avevano poteri soprannaturali, che permisero loro di creare le nostre antiche città, che erano costruite nell'oscurità assoluta, ricordando che il Sole non esisteva ancora. Sebbene potessero trasportare un peso maggiore del loro stesso, per costruire gli edifici delle città fischiettarono semplicemente e le pietre volarono nell'aria e si accomodarono per formare le piramidi di cui ora vediamo solo le rovine abbandonate.

Dopo questi insegnamenti K'inich Ahau mi disse che c'era un sentiero verso il Paradiso che andava da Tulum e Cobá a Chichen Itza e Uxmal (queste strade esistono veramente, coprono distanze superiori ai 100km, erano sopraelevate e in origine erano larghe fino a 8mt e coperte di bianco calcare, oggi sono ridotte a miseri sentieri poco visibili a un occhio non esperto, ndr). Questa strada era chiamata Kuxan-Sum, Corda Vivente, sebbene fosse anche conosciuta come Sakbé, “ Via Bianca” nella vostra barbara lingua, perché si riferisce alla Via Lattea, l'Albero del Mondo, la cui rappresentazione era un albero ceiba, dove viveva il mostro Cauac.

Una Ceiba Pentandra solitaria, l’albero del cotone capoc, che può raggiungere i 70 mt di altezza, notare la persona che sta camminando un po’ a dx della base
https://c8.alamy.com/compit/bh2r68/ceiba-c...ceae-bh2r68.jpg

Questo percorso era il cordone ombelicale del Cielo, dal cui centro scorreva il sangue che gli dei mandarono per nutrire i capi che governavano ciascuna delle nostre antiche città.
Un giorno disastroso, la sacra corda fu spezzata, il sangue fu versato e i capi, a corto di cibo, dimenticarono di adorare gli dei e di seguire le regole stabilite di condotta.
Molto arrabbiati per tale comportamento, gli dei dissero ai nani che avrebbero inviato una grande inondazione, l'Haiyococab, “L' Acqua sulla Terra” per voi barbari, che avrebbe ucciso quegli irresponsabili.
Velocemente i Puzoob si prepararono e costruirono barche in pietra. Ma il lavoro fu inutile, perché le barche non servirono loro affatto, perché affondarono senza speranza.
Tutti i nani-maghi sono morti annegati. Ora possiamo vedere le loro immagini incise sui muri degli edifici, così come è possibile vedere quelle canoe di pietra del Puzoob nei metates (pietre piatte o scavate, utilizzate per macinare i semi di mais e di altre piante, ndr) che sono stati trovati nelle rovine, quando i bianchi più intelligenti le hanno scavate, quelli che chiamano antropologi. Ma la vita non si sarebbe conclusa con un'alluvione così fatale, quindi nella seconda era Hunab Ku diede vita ai cosiddetti Dz'olob, “I Trangressori” per i bianchi, che, sfortunatamente, non ebbero fortuna migliore dei nani, poiché morirono in una seconda inondazione tanto aggressiva come la prima.
 
Top
view post Posted on 20/2/2020, 16:34
Avatar

Member

Group:
Member
Posts:
866
Location:
Napoli

Status:


Interessante, inoltre presenta alcune curiosità:

CITAZIONE (Usékar @ 19/2/2020, 20:30) 
Mi disse che questa potente divinità riuniva nella sua essenza gli opposti cosmici, la cui dualità simboleggia la continua evoluzione dell'essere umano e il centro della galassia per eccellenza.

E più avanti:
CITAZIONE
Questa strada era chiamata Kuxan-Sum, Corda Vivente, sebbene fosse anche conosciuta come Sakbé, “ Via Bianca” nella vostra barbara lingua, perché si riferisce alla Via Lattea, l'Albero del Mondo, la cui rappresentazione era un albero ceiba, dove viveva il mostro Cauac.

Questo mi ricorda un’antica leggenda cinese di cui ci hai parlato non molto tempo fa, dove la Via Lattea aveva una funzione notevole.
E come se non bastasse:

CITAZIONE
Le quattro farfalle si trovano in coppie opposte complementari: bianco e nero, nero e bianco, il materiale e l'immateriale.

Il che mi riposta alla mente il simbolo, anch’esso cinese, dello yin yang:
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/com...in_yang.svg.png
Insomma, sembra che la fantasia degli uomini antichi, a qualunque cultura appartenessero, finisse prima o poi per cristallizzarsi su alcuni stereotipi convenzionali, quelli che io chiamo “segni”, comuni a tutti.

Per esempio, uno di questi segni (cueva del Pindal, Magdaleniano) ci dimostra che anche gli elefanti di 18.000 anni fa (o i mammuth, come sostiene Di J. Jelìnek, l’autore del testo da cui ho tratto il disegno) conoscevano l’amore:
www.righel40.altervista.org/0/cor.htm
Il disegno è in bianco e nero ma nella realtà il suo cuore è rosso.
 
Web  Top
view post Posted on 20/2/2020, 17:02
Avatar

Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

Group:
oikistés
Posts:
4,026
Location:
Verona - Forlì

Status:


@Righel: concordo.
C'è però da dire che il disegno del simbolo legato a Hunab Ku, che ho indirizzato, è una resa grafica contemporanea, non mi risulta sia una grafica antica, di antico c'è solo la descrizione che compare nel Popol Vuh, così come l'ho riportata.

Il mito cinese che ti è venuto alla mente è quello relativo alla nascita della festa di Qīxì Jié, l'equivalente cinese della festa degli innamorati nel giorno di San Valentino, ne ho trascritte un paio di versioni qui https://ostraka.forumfree.it/?t=77049907


Fra una mezz'ora pubblicherò la seconda parte del racconto relativo a quanto è scritto nel Popol Vuh.
 
Top
view post Posted on 20/2/2020, 18:01
Avatar

Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

Group:
oikistés
Posts:
4,026
Location:
Verona - Forlì

Status:


Come per la prima parte, per una miglior comprensione del seguito premetto alcune informazioni e spiegazioni.

Il villaggio di X Hazil (si legge isc asil) e la città di Chan Santa Cruz, odierna Felipe Carrillo Puerto, si trovano nello Yucatán messicano.
Più precisamente, si trovano nella zona che dopo la citata crisi della società Maya, venne occupata da genti mayoidi provenienti dai dintorni della Laguna de Terminos. Si tratta di Chontales e i Putunes, ma la copia superstite del Popol Vuh è stata rinvenuta in Guatemala, laddove queste genti non riuscirono ad arrivare.
Tuttavia, nel libro sono citati come protagonisti, ai tempi della ultima creazione, i clan Tutul Xiu, Cocom e Itzá, facenti parte delle due etnie immigrate nello Yucatán messicano, probabilmente perché la cultura di questi clan, risultati vincenti, influenzò fortemente anche le etnie stanziate nelle zone guatemalteche del Petén, delle Sierras e della costa del Pacifico, come Quiché, Tzeltal, Tzotzil, Kaqchikel, C’hol, Lacandon, Tojolabal e altre ancora .
Per questo motivo ho pensato di far partire da quelle località dello Yucatán il mio racconto.

I citati Itzáob, cioè i membri della confraternita degli Itzáes come diremmo noi, erano grandi sacerdoti legati al culto dell’acqua. Alla fine dell’XI sec. si stanziarono nella zona dello Yucatán nord orientale, dove fondarono la grande conurbazione al cui centro si trova Chichén Itzá, lett. “La bocca (chi) del pozzo (chen) degli Itzá” perché sorse nei pressi del grande cenote sacro (il cenote è una cavità carsica che raggiunge la falda acquifera, per cui è un grande pozzo naturale) che utilizzavano per le loro cerimonie.

I Tutul Xiu occuparono la zona centrale dello Yucatán, dove fondarono la loro capitale, Maní, e Mayapan, copia in piccolo di Chichén Itzá, riedificando anche la già abbandonata Uxmal.
In seguito, Mayapan venne occupata dai Cocom.

Suddivisione dei regni Maya dello Yucatán all’arrivo degli Spagnoli
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/com...as_-_es.svg.png

Nel racconto parlo di immagini degli dei massacrate dagli Spagnoli. Le popolazioni dell’intera Mesoamerica credevano che nella statua della divinità fosse presente essa stessa, era una delle incarnazioni della divinità.

L’henequen è una pianta della famiglia delle agave, dalla quale si ricavava una fibra tessile. Le sue dure foglie terminano con una punta durissima, che si utilizzava per ricavarne robusti aghi. L’espressione “una punta di henequen” significa “una distanza piccola”.

La quarta creazione secondo il Popol Vuh– seconda parte

K’inich Ahau mi assicurò che fu allora che apparvero gli Itzáob, uomini saggi che assunsero il compito di costruire nuove città. Costruivano di notte, motivo per cui ricevettero il nome di Achab-Winikoob, Uomini della Notte. Questi esseri magici si salvarono per miracolo dal terribile diluvio e andarono a vivere in un posto all'interno della Terra chiamato Oxkinkiuic, che significa Piazza dei Tre Giorni nel linguaggio dei bianchi, situato ad est, punto sacro del cosmo, forse allo scopo di evitare l'incontro con i bianchi conquistatori.
Stanno ancora aspettando di tornare ai loro sacri dei, le cui immagini sono state massacrate dagli invasori.
Alcuni degli Itzaob rimasero pietrificati nelle città e possono ancora essere visti sui muri degli edifici.
Addirittura nelle rovine di Cobá è possibile ascoltare, al crepuscolo, la musica di trombe e tamburi che i nostri antenati suonano durante le loro cerimonie religiose.
Sono gli Itzaob, che al calar della notte tornano in vita. Molti di noi, gli attuali Maya, hanno visto e parlato con Batab Tráscara, il loro saggio sovrano.

Piramide di Cobá: sorge in una zona completamente pianeggiante e prima di venire disboscata e restaurata sembrava un grande ammasso di pietre, per cui i Maya, all’arrivo degli Spagnoli, la chiamavano Nohoc Mul, cioè La Grande Collina, nome che porta tutt’ora
https://media-cdn.tripadvisor.com/media/ph...yramid-coba.jpg

Tuttavia, non tutto era perduto.
Il Sacerdote-Maestro, pieno di soddisfazione e ricordi, mi affascinava e infondeva speranza con i suoi insegnamenti, assicurandomi che ci fu una terza creazione in cui apparimmo noi Maya e i macehuales, termine del dolce linguaggio nahuatl che nella barbara lingua dei bianchi invasori significa "gente comune" e indica coloro che i bianchi chiamano Aztechi. Questi antichi Maya erano simili agli Itzaob, sebbene senza essere saggi quanto loro. Si limitarono a vivere in città esistenti e non ne hanno mai costruite di nuove, mi disse il Grande Saggio Maestro.
Anche i macehuales non sopravvissero e morirono a causa di un nuovo Haiyococab (vedi fine della parte precedente, ndr), che si chiamava Hunyecil, vale a dire per i bianchi "una punta di henequen", perché era l'unica distanza che separava l'acqua dal Cielo, così grande e disastrosa fu l'alluvione.

Dopo un certo tempo, iniziò la quarta era.
Noi, i Maya, arrivammo a popolare lo Yucatán una volta che fummo creati da Dio con fango ed erba (qui c’è una certa contraddizione, visto che il racconto narra che i Maya erano già apparsi nell’era precedente, ndr.) L'erba ci ha dato i capelli e con il fango si sono formati la carne, il sangue e le ossa.
Dio stava attento a creare diverse coppie, alle quali concedeva caratteristiche razziali diverse.
A ognuno ha dato un appezzamento di terra per il supporto.
I veri Maya vivono in quello che i barbari bianchi hanno chiamato Quintana Roo (Stato Federale del Messico che si trova lungo la costa caribica dello Yucatán, immediatamente a bnord del Belize, in questo sato si trovano Chan Santa Cruz e X Hazil, ndr.)
Sfortunatamente, noi indios Maya pensammo per molti secoli di essere inferiori ai bianchi, ma superiori ai cinesi e ai neri. Fortunatamente, queste idee sbagliate vengono pian piano cancellate.
Il destino di noi uomini di fango è soffrire la povertà e vivere nella selva. Ma la sofferenza non sarà eterna, poiché questo quarto mondo finirà per essere distrutto dal fuoco divorante che il dio onnipotente invierà.

Il Sacerdote-Maestro ricordò che quando i conquistatori spagnoli arrivarono nello Yucatan, Juan Tutul Xiu, monarca dei nostri antenati, prima dell'arrivo imminente degli stranieri, decise di fuggire a est da una strada sotterranea che iniziava a Tulum e entrava sotto il mare.

L’acropoli della città di Tulum, eratta dopo il XII sec.
https://www.excursionesenrivieramaya.es/wp...tulumm-logo.png

Da allora, da quel suo rifugio Juan Tutul Xiu osserva il comportamento dei Maya.
Se faranno accordi e si consegneranno agli invasori, chiederà agli dei di coprire il Sole con una cortina di fumo, in modo che il mondo sia finalmente finito.
D'altra parte, se i Maya si manterranno separati dagli invasori, o se avranno contatti solo con i bianchi che siano in grado di leggere i geroglifici degli antenati, allora Juan Tutul Xiu tornerà dall'Est per regnare in mezzo a noi.

Ma fino ad ora nessun bianco è stato in grado di decifrare completamente la scrittura Maya, Juan Tutul Xiu non è tornato, e dobbiamo ancora sopportare il maltrattamento e le vessazioni degli uomini bianchi.
 
Top
view post Posted on 20/2/2020, 19:14
Avatar

Member

Group:
Member
Posts:
866
Location:
Napoli

Status:


Ecco come si fa a trasformare la storia in un racconto.
Grazie, Usékar.
 
Web  Top
view post Posted on 20/2/2020, 19:52
Avatar

Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

Group:
oikistés
Posts:
4,026
Location:
Verona - Forlì

Status:


'sta storia, non la Storia, mi sta prendendo la mano...

A proposito, questa "storiella" non l'ho inventata io, in gran parte è scritta nel Popol Vuh, qualche particolare arriva da altre letture (ci sono anche altri libri scritti dai Maya dopo la conquista), ho aggiunto e inquadrato il personaggio narrante e il suo possibile ambiente e resa leggibile per noi occidentali la narrazione mitica del testo originale, che a tratti è ripetitiva fino all'ossessivo e a tratti incomprensibile per chi non conosca la cultura base di riferimento.

Del resto, io lo sono, un ossessivo... :B):
 
Top
view post Posted on 22/2/2020, 11:35
Avatar

Senior Member

Group:
oikistés
Posts:
19,435
Location:
Germania

Status:


CITAZIONE (Usékar @ 20/2/2020, 19:52) 
Del resto, io lo sono, un ossessivo... :B):

Sei in buona compagnia... :P
 
Top
6 replies since 19/2/2020, 20:30   186 views
  Share