Ah, ecco da dove arrivano i miei ricordi, grazie dceg. Ora però credo di aver trovato nuovo materiale.
Il lavoro di Tiboni è stato presentato durante TourismA 2018, il 10 febbraio. Probabilmente, ho letto qualcosa in quell'occasione, ma non sono riuscito a rintracciare il passo nella mia documentazione, la parte in ordine della quale è quella che riguarda la Mesoamerica, il resto è accatastato un po' qua e un po' là.
Cercando in rete, ho trovato una recensione che riporta dei virgolettati di Tiboni, l'indirizzo è questo
https://archeologiavocidalpassato.com/2018...-vinta-con-lin/la parte interessante è questa, copio e incollo
<<“Sono un archeologo navale”, ha puntualizzato subito, “e quindi ho voluto approfondire gli aspetti della navigazione nel Mediterraneo tra la tarda età del Bronzo, cioè quello corrispondente alla guerra di Troia, e la prima età del Ferro, periodo in cui sono stati scritti i poemi omerici.
È proprio in questi secoli che tra le navi che solcavano le acque del Mediterraneo c’era un’imbarcazione fenicia molto diffusa e nota col nome di hippos, così chiamata perché aveva la polena a testa di cavallo, imbarcazioni con le quali sarebbe stata circumnavigata addirittura l’Africa”.
Le fonti antiche citano la nave hippos in più occasioni.
Strabone la ricorda come una nave mercantile fenicia. (
qui manca la citazione del/dei passo/i, nota mia)
Sofocle (Andromeda, fr. 2, Apud Athenaeum, XI, 64): “su hippoi o su piccole navi navighi verso terra?”.
Trifiodoro (184-5): “dopo aver pregato la glaucopide figlia di Zeus (Atena, ndr,
del giornalista), si precipitano al mercantile hippos”.
Ma forse la citazione più interessante, spiega Tiboni, è quella contenuta in Plinio il Vecchio (Naturalis Historiae, VII, 57) che afferma: “Hippo di Tiro inventò l’oneraria”.
“Quando Plinio scrive – siamo nel I sec. d.C. – la tradizione di queste navi si è ormai persa nel corso dei secoli. Sappiamo che nel Levante non è riscontrato il nome Hippo. Quindi il nome della nave oneraria, hippos, si fonde con le sue origini fenice, la città di Tiro, e in Plinio diventa un nome proprio: Hippo di Tiro. Ma, al di là della “sovrapposizione-contrazione” delle notizie, abbiamo la conferma che l’hippos era una nave fenicia”.
Ma quello che per Tiboni è fondamentale è che Omero, nel descrivere l’inganno del cavallo, usa sempre una terminologia navale
Odissea (IV, 708-9): “Dimmi araldo, perché mio figlio solca il mare a bordo delle navi che sono gli hippoi del mare?”;
(XI, 523): “Quando ci imbarcammo sull’hippos, che Epeo costruì, noi fiore degli Argivi, e tutto da me dipendeva, aprire il solido inganno e richiuderlo”.
E ancora (VIII, 487-520): “Dicci del dourateous hippos che Epeo costruì con Atena”.
Per Tiboni questo è un passo importante perché si associa hippos all’aggettivo dourateous, che rimanda al termine dourata, cioè alle tavole del fasciame che compongono una imbarcazione.
“Quindi non stiamo parlando di un cavallo di legno, come per secoli è stato tradotto (per legno Omero avrebbe usato un’altra parola), ma di una nave. E a ribadire il concetto più che Epeo, del quale si sa essere stato un pugile e un discobolo, è l’intervento divino di Atena che in epoca omerica era la protettrice dei maestri d’ascia”.>>
Vedi anche qui, risalire di 1 pagina, l'articolo è un estratto dello stesso Tiboni del contenuto del suo libro
https://books.google.it/books?id=A5lBDwAAQ...0hippos&f=falseNon ho tempo per controllare le citazioni, andando a cercare gli originali in greco e le corrispondenti traduzioni.
Se le citazioni elencate corrispondono, beh, c'è materia per discutere... anche se sempre dceg, alla fine della precedente discussione, trascrive l'indirizzo di un lavoro che è una pesante critica a Tiboni, riporto l'indirizzo
https://www.academia.edu/35029806/IL_CAVAL...n=weekly_digest