Ostraka - Forum di archeologia

Centauri, tropi, e magari anche somari.

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view post Posted on 18/2/2022, 12:20
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Riallacciandomi a quanto osservato in questa discussione sul definire "tela" il dipinto leonardesco di Monna Lisa eseguito su tavola di pioppo mi vien da fare qualche considerazione sull'uso smodato, inappropriato e spesso errato e comunque superfluo dei tropi nel linguaggio, e purtroppo non solo in quello, di giornalitsi o cronisti. A proposito, i tropi non sono una varietà di roditori ma delle figure retoriche; dico questo perché tra poco dovremo occuparci di scienze naturali e vorrei evitare confusioni.

Un esempio: leggendo ogni tanto Il Piccolo, quotidiano di Trieste, città in cui sono cresciuto e alla quale mi sento ancora affettivamente, e pure culturalmente, legato, si ricava l'impressione che la città sia percorsa da frotte di mitiche figure ben note a noi cultori (scusate il bisticcio) della cultura classica. Sono stato anche di recente a Trieste e mia sorella che vive lì me lo conferma: per la città sorazzano spesso in modo disordinato e pericoloso frotte di motociclisti, che utilizzano veicoli a due ruote di diverse dimensioni, a centinaia tali veicoli si vedono parcheggiati pressoché ovunque, ma quei centauri di cui Il Piccolo soprattutto in caso di incidenti riferisce, non ne ho proprio visti. Anni fa, commentando un articolo in cui si parlava di un centauro ferito chiesi, mosso da una legittima curiosità scientifica, se il ricovero avvenisse in un ospedale "normale" o una clinica veterinaria, o se ci si orientasse in base alla localizzazione delle ferite riportate.
Attendo ancora la risposta.
 
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view post Posted on 18/2/2022, 14:12
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Probabilmente lo scribacchino che ha ricevuto il tuo commento non ha nemmeno capito la tua ironia e ha cestinato con tutta tranquillità la tua richiesta. Chissà se gli è venuta alla mente almeno questa domanda: Centauro, chi era costui?

L'ironia, figura retorica che tra l'altro fa parte della categoria dei tropi, per essere compresa, richiede un livello culturale che non è accessibile agli scribacchini. Chiamo così gli odierni mestieranti che scrivono la quasi totalità degli articoli che compaiono sui quotidiani, il giornalista è un'altra cosa.
E non si tratta di un fenomeno solo italiano.
 
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view post Posted on 18/2/2022, 15:05
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Hai ragione, il fenomeno è diffuso peggio di una pandemia; non sono neppure scribacchini, ma copia-incollatori anche mentali.
 
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view post Posted on 18/2/2022, 17:24
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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CITAZIONE (dceg @ 18/2/2022, 15:05) 
non sono neppure scribacchini, ma copia-incollatori anche mentali.

Proprio così, si parte molto spesso da un "lancio" di agenzia, lo si copia e si cambia qualche parola, quasi sempre a sproposito e lo si pubblica.
Il che sottende un problema di base: se il lancio di agenzia contiene errori, questi non solo non vengono eliminati, ma vengono quasi sempre ingigantiti, perché man mano che la presunta notizia passa di mano, non ci si perita di aggiungere una invenzione, per rendere il tutto più "importante" o perlomeno accattivante e comunque un po' diverso da quello degli altri.
Al titolo ci pensa la redazione, specialista nel gonfiare tutto e il più delle volte ignorante del vero contenuto dell'articolo, dal quale pesca le parole di maggiore effetto, spesso travisando il tutto.

Aggiungiamoci che è evidente che sono quasi totalmente "passate di moda" tre pratiche molto importanti, almeno così si pensava un tempo, per chiunque scriva:
conoscere almeno per sommi capi l'argomento del quale si scrive, il che equivale a informarsi quando non lo si conosce;
conoscere bene ortografia, grammatica e sintassi della lingua nella quale si scrive;
rileggere attentamente quanto si è scritto.

Dal punto di vista della ormai cosiddetta informazione, probabilmente la radice di tutto sta in due fatti
- il sapersi esprimere correttamente, grammaticalmente parlando, non viene più considerato necessario, quindi non si studia il linguaggio, è inutile farlo, tanto la lingua ormai è una opinione, non più una serie di regole formali che, se studiate e rispettate, rendono il linguaggio comprensibile a tutti;
- non c'è tempo per controllare, tantomeno per documentarsi, le notizie scorrono in fretta ed è necessario pubblicare per primi o perlomeno tra i primi, altrimenti si rischia di non impattare sul pubblico e di non avere sufficienti lettori per giustificare i costi che si fanno pagare per le inserzioni pubblicitarie e il passaggio dei dati dei lettori ai "partners", come si dice oggi.

Edited by Usékar - 18/2/2022, 20:14
 
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view post Posted on 18/2/2022, 17:29
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Proprio così, e il principio fondamentale del giornalismo, la verifica, svanisce nell'infinito digitale.
Ma, carissimo Usékar, lo sai anche tu: è questione di tempora e di more. :wallbash.gif:
 
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view post Posted on 18/2/2022, 20:13
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Mah, le more ( :lol: :lol: :lol: ) maturano, i cervelli mi pare rimangano acerbi, tanto acerbi... e non si può nemmeno metterli nella paglia, come si fa con le nespole: tempo e paja maùra le nespole, come si dice in veneto, cioè tempo e paglia maturan le nespole.

Come commento a una serie di articoletti sgrammaticati pubblicati su facebook, qualcuno ha scritto "la situazione è grammatica!". Insomma, per dirla con Cicerone "mala tempora currunt, sed peiora parantur" tanto per essere ottimisiti :( :cry: :sick:
 
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5 replies since 18/2/2022, 12:20   33 views
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