Ostraka - Forum di archeologia

Posts written by Perseo87

view post Posted: 21/10/2020, 07:35 [Roma] "I Marmi Torlonia" - Segnalazione Mostre
CITAZIONE (dceg @ 20/10/2020, 23:28) 
Piccola correzione: il compilatore del catalogo dovrebbe essere Pietro Ercole Visconti.

Così dice anche Wikipedia... però, di fatto, subito dopo la prima opera di catalogazione di Pietro Ercole Visconti (1881) è arrivata quella di Carlo Ludovico (1885), che consta di due tomi con le immagini dei singoli marmi e un loro breve apparato critico. La sostanza cambia di poco alla fine: l'edizione completa dei marmi è comunque vecchia di oltre 130 anni.
view post Posted: 20/10/2020, 21:17 [Roma] "I Marmi Torlonia" - Segnalazione Mostre
E' stata da poco inaugurata a Roma, nella suggestiva cornice di Villa Caffarelli, la mostra "I Marmi Torlonia. Collezionare Capolavori". L'esposizione, realizzata dal MiBACT in collaborazione con la Fondazione Torlonia, secondo il progetto scientifico di Salvatore Settis e Carlo Gasparri, rende di nuovo accessibile al pubblico, dopo decenni di oblio, una selezione di 92 spettacolari sculture in marmo, in gran parte costituita da originali greci e romani, facenti parte della celeberrima collezione della famiglia Torlonia. I pezzi sono stati restaurati con il contributo di Bvlgari, mentre l'allestimento è stato curato dallo studio milanese dell'architetto David Chipperfield.

Composta in totale da 620 manufatti in marmo (fra originali e pseudoantichi), quella dei Torlonia è stata riconosciuta nel tempo come la più prestigiosa collezione privata al mondo di sculture antiche, in grado di rivaleggiare, per consistenza e qualità, con quelle dei Musei Vaticani e dei Musei Capitolini. La celebrità dei marmi Torlonia deriva tuttavia non solo dalla loro magnificenza, ma anche dalla loro travagliata storia espositiva (di cui potete leggere qui un breve riassunto: https://it.wikipedia.org/wiki/Museo_Torlonia#Storia ). La mostra romana, che resterà fruibile fino al 29 giugno 2021, è in questo senso di estrema importanza per gli studiosi di antichità e per tutto il settore della cultura in generale, sia sotto il profilo della fruizione, sia dal punto di vista della storia degli studi: basti pensare, infatti, che l'ultima edizione completa dei marmi Torlonia, curata da Carlo Ludovico Visconti, risale appena (!) al 1885.

Con l'auspicio che tutti gli interessati possano trovare l'occasione per visitare la mostra, in questo momento storico pieno di incertezze e tribolazioni, lascio di seguito un link con una panoramica su alcuni eccezionali pezzi selezionati per la mostra, e direttamente raccontati dal curatore Carlo Gasparri: https://video.corriere.it/cronaca/collezio...e2-3854c59f54db.

Qui invece potete trovare tutte le informazioni per pianificare un'eventuale visita all'esposizione di Villa Caffarelli: www.museicapitolini.org/it/mostra-evento/torlonia-marbles.
view post Posted: 18/10/2020, 11:27 Paestum, scoperto un nuovo tempio - Archeologia della Magna Grecia
CITAZIONE (LAVORI ARCHEOLOGICI @ 18/10/2020, 09:11) 
Ma le stratigrafie non contano proprio nulla? Quelle si distruggono malamente con tecniche modeste e ormai pressoché sempre inadeguate (spesso perché male intese sul piano metodologico, talora persino in quanto pignolamente infarcite di una esagerazione di osservazioni inutili e con ciò distorcenti) per inseguire i monumenti (eventualmente poi da reinterrare) e ci mettiamo il cuore in pace così? Siamo tornati come negli anni Settanta a pensare che valgono più i muri della terra?

Facciamo meglio se ci rassegnamo in certi casi all'idea di non scavare proprio -né archeologicamente né in alcun altro modo- e di dover resistere -dove la tutela può afficacemente essere esercitata senza scavo- alla curiosità e ad un malinteso senso di prestigio per la scoperta affidandoci -dove siamo certi che il contesto archeologico lo si può preservare sepolto- agli oggigiorno crescenti livelli di conoscenza che possono essere raggiunti mediante modalità non invasive.

Bene. Quindi la soluzione qual è? Fermiamo tutti gli scavi "non necessari" e ingessiamo di fatto la ricerca archeologica in tutto il Paese? Se questa è la tua ricetta, posso dire che mi trova molto poco concorde. Anche perché il concetto di "necessario", in questo senso, può cambiare e di molto, a seconda del punto di vista da cui lo si guarda.

Innanzitutto, è bene ricordare che in Italia, oltre alle soprintendenze (che si occupano meritoriamente della tutela), abbiamo gli atenei, che hanno come prima missione la ricerca, e come seconda missione la didattica.
Ora, una cattedra di Archeologia che non ha scavi all'attivo, in che modo contribuisce alla creazione di nuove conoscenze sulla storia di un territorio? Dobbiamo ridurci tutti a fare solo esami non invasivi? O riesami di quanto è già stato edito? Può essere questa la sola, unica e "nuova" frontiera della ricerca archeologica? Onestamente, mi pare un po' povera come prospettiva, tanto più che, sì, le prospezioni di cui si parla nell'articolo aiutano a individuare possibili contesti archeologici, ma si limitano comunque a evidenziare eventuali strutture sepolte a livello dimensionale (es. geometrie, estensione), senza dare anche informazioni più caratterizzanti sulla loro natura (es. datazione, cultura di afferenza, funzione etc.).

Una volta ebbi modo di assistere a Firenze a una conferenza di Andrea Carandini, che auspicava che in futuro si potesse arrivare a non scavare più manualmente i contesti archeologici, indagandoli nel dettaglio senza alzare un solo pugno di terra... Io non so se arriveremo mai a disporre di una tecnologia tanto avanzata; fino a quel momento, tuttavia, l'unica conoscenza più completa di uno contesto archeologico, piaccia o non piaccia, verrà solo e soltanto dallo scavo stratigrafico. Poi, lo scavo è distruttivo? Purtroppo sì, è risaputo ed è un dato di fatto. E non tutti - su questo sono del tuo stesso parere - sono in grado di leggere e ricostruire sempre tutte le sequenze stratigrafiche nel modo corretto. Questo però non può essere il motivo per cui si fermano gli scavi, che anzi richiedono oggi una crescente mole di documentazione (scritta, grafica e fotografica), proprio per lasciare memoria di tutto quello che emerge pian piano dalla terra, di modo che non si perdano i passaggi dei lavori - e che, un domani, qualcuno, poco convinto delle conclusioni raggiunte dai colleghi, possa eventualmente tentare un riesame (e con esso una differente lettura o interpretazione) dei dati raccolti.

Non dimentichiamo poi anche l'aspetto della didattica - o meglio, della formazione. Niente a questo mondo dura in eterno, e anche gli attuali e più bravi archeologi, prima o poi, dovranno essere sostituiti per mere ragioni anagrafiche. Se togliamo agli atenei la possibilità di fare ricerca archeologica, oltre a non far progredire le conoscenze sui territori oggetto di indagine, togliamo anche ai loro studenti - che magari un domani saranno i nuovi funzionari di soprintendenze e poli museali - la possibilità di farsi un'esperienza di scavo guidata, in un contesto che è formativo, ma che non è comunque quello frenetico e molto più complesso di uno scavo urbano di emergenza (dove onestamente non credo che si potrebbe mai sbattere uno studente della triennale, che per la prima volta prende in mano una trowel...).

Direi quindi che quelli che poni possono essere in teoria problemi effettivi e dubbi condivisibili, ma dal mio punto di vista (ed evidentemente non solo il mio), all'atto pratico non sono sufficienti a bloccare tutta la ricerca archeologica di per sé. E non tirerei tanto in ballo la curiosità nella volontà di scavare una struttura archeologica come quella individuata a Paestum, quanto piuttosto chiamerei in causa la necessità di approfondire e ampliare una visione del mondo antico e del territorio che deve per sua natura progredire - pena il continuare a trasmettere agli studenti (ma anche a visitatori e turisti) nozioni e informazioni formulate sulla base di una conoscenza pregressa che, dopo una scoperta del genere, c'è il doveroso dubbio che possa essere più o meno incompleta, se non addirittura errata.
view post Posted: 17/10/2020, 10:39 Paestum, scoperto un nuovo tempio - Archeologia della Magna Grecia
CITAZIONE (LAVORI ARCHEOLOGICI @ 14/10/2020, 08:46) 
CITAZIONE (Righel @ 13/10/2020, 14:56) 
Ma non hai risposto alla domanda diretta:
"Se le prospezioni effettuate finora definissero con certezza la presenza di un tempio o altra struttura di interesse archeologico, non bisognerebbe scavarlo e restaurarlo?"

Rispondo che no.
Bisognerebbe fare tutto il possibile per evitare che venisse scavato.

In un mondo che abbia un senso sistemi di prospezione tanto sofisticati servono proprio a questo: ad evitare nuovi scavi archeologici e a fornire argomenti alla comunità scientifica e ai decisori politici per impedirli: in aree già tutelate o facilmente tutelabili perché già parco o perché rientranti in contesti noti, meglio spendere qualche risorsa per indagini che lascino intatte le giaciture sepolte e le loro coperture stratigrafiche, piuttosto che spenderne molti di più per rallentare con restauri il degrado inevitabile conseguente alla messa in luce e tentare improbabilmente di giustificare con una spettacolarizzazione un poco dei danni alla miglior conoscenza futura che l'operazione scavo archeologico (e sui grandi resti monumentali solitamente ancora di più) sempre inevitabilmente comporta .

I turisti in un'area archeologica importante come quella ci vanno ugualmente e con uguale soddisfazione: vuol dire che alcune cose è meglio mostrarle a loro ed agli studiosi mediante esposizione dei dati di prospezione e magari -se l'area è già di proprietà pubblica- tracciando con deboli e poco radicate piantumazioni vegetali l'idea in situ di dove certi resti si trovino sepolti.

Io auspicherei invece una soluzione a metà strada fra le due posizioni.

Capisco la preoccupazione per gli aspetti della tutela, ma oltre a questa c'è anche la questione della conoscenza del sito, che non è meno importante: scavare quel tempio - ammesso che realmente di un tempio poi si tratti (perché per ora è più che altro una deduzione basata solo sulle sue geometrie) - significherebbe infatti aggiungere quantomeno una nuova pagina alle nostre conoscenze del sito archeologico di Poseidonia/Paestum.

Vero è che ci troviamo all'interno di un'area protetta e già tutelata, per cui non si pone il rischio di scavi abusivi o progetti edilizi che possano compromettere l'integrità del sito e della struttura; ma è altrettanto vero che, proprio perché si tratta di uno dei grandi parchi archeologici nazionali dotati di autonomia, ci sarebbe senza dubbio la possibilità (tramite fondi interni e sponsor) di organizzare una campagna di scavo con tutti i crismi del caso, in grado di fornire una documentazione accurata ed esaustiva delle stratigrafie, e una efficiente e scrupolosa raccolta dei reperti trovati al loro interno (non solo archeologici stricto sensu, ma anche zoologici, botanici etc.).
Una indagine di questo tipo si porrebbe, peraltro, in netta controtendenza rispetto a quella che è stata per decenni la tradizione degli scavi archeologici nel Meridione d'Italia, dove i risultati delle indagini (quando la documentazione è stata prodotta) sono stati generalmente poi editi poco e male (ragion per cui oggi si fa una grandissima fatica a ricostruire scoperte e contesti).

Dall'altro lato c'è poi la questione del restauro della struttura, e magari della sua musealizzazione, che invece potrebbe anche trovarmi meno concorde. Premesso che, in generale, per qualunque monumento, le spese ingenti per i restauri si possono in parte anche evitare tramite l'adozione di programmi di manutenzione ordinaria mirata, si tratterebbe comunque di "una bocca in più da sfamare".
Si potrebbe allora anche pensare, una volta concluse le indagini, di reinterrare quanto scoperto, soprattutto nel caso in cui questa struttura non si configurasse come un sostanziale punto di interesse per i fruitori del parco: in questo caso, la terra continuerebbe così ad avere il suo ruolo conservativo per le strutture contro le intemperie e gli infestanti, senza togliere agli studiosi la possibilità di raccogliere una documentazione archeologica in base a cui poter avanzare nuove ricostruzioni dell'area sacra in età greca, lucana e/o romana, utili sia a fini accademici, sia divulgativi, e forse perfino di tutela (perché, in certi casi, alcuni monumenti possono rivelarsi veri e propri "cardini", lasciando supporre la presenza di altre strutture a essi legate nelle loro immediate vicinanze).
view post Posted: 13/10/2020, 16:52 Buon giorno a tutti - Presentazioni
Ben trovata! :)

Se ti interessassero anche le antichità elleniche e magnogreche, chiedi pure, se posso sarò lieto di darti una mano.

;)
view post Posted: 6/10/2020, 11:42 Paestum, scoperto un nuovo tempio - Archeologia della Magna Grecia
E' dell'agosto 2020 l'annuncio sulla rivista Remote Sensing della scoperta di un nuovo, probabile edificio templare nell'area archeologica di Paestum. I resti della struttura sono stati individuati lo scorso anno in un'area non ancora indagata del parco archeologico, situata nei pressi delle mura occidentali, non lontano da Porta Marina.

La pianificazione di un'accurata campagna di esplorazioni geofisiche, promossa dalla Direzione del Parco Archeologico di Paestum e Velia e dal CNR, ha infatti portato a delineare le geometrie del basamento di una possibile struttura templare, che, una volta scavata, potrebbe rappresentare una delle più importanti scoperte dell'archeologia magnogreca del nostro tempo.

Di seguito il link a cui è possibile rintracciare il testo in pdf: https://www.mdpi.com/2072-4292/12/17/2711?...qKOEGj0KWYLK1Xk.
view post Posted: 2/10/2020, 11:22 Chi da manforte all'archeologia? - Problemi aperti e teorie alternative
CITAZIONE (dceg @ 28/9/2020, 22:49) 
Molto interessante Perseo. Magari, se possibile, un giorno ci racconterai qualcosa in più?

Mi piacerebbe. Al momento però i dati sono pochi e sono ancora inediti. Strada facendo vedremo magari come e in che modo.
view post Posted: 28/9/2020, 11:40 Chi da manforte all'archeologia? - Problemi aperti e teorie alternative
CITAZIONE (InchiostroEMente2 @ 28/9/2020, 09:52) 
Gli archeologi nel corso dei loro studi ma anche nel corso delle loro ricerche dopo il Dottorato, lavorano solo ed esclusivamente con altri archeologi od anche con biologi, fisici, chimici e scienziati vari?

Assolutamente sì! :)

O meglio, non è necessariamente la prassi (nel senso di una condicio sine qua non), perché in uno studio archeologico ci sono tutta una serie di valutazioni "tradizionali" che si possono tranquillamente continuare a fare anche senza il supporto di esami scientifici (es. analisi stilistica, tipologica, iconografica, stratigrafica etc.). Però una collaborazione interdisciplinare con i settori delle scienze chimiche, fisiche e naturali è sempre auspicabile (laddove possibile), poiché è in grado ampliare notevolmente il ventaglio dei dati che si possono raccogliere (e dunque delle considerazioni che se ne possono trarre).

Io sono quasi alla fine del mio primo anno di dottorato, mi sto occupando di scultura greca e magnogreca in marmo, e proprio di recente ho avviato le prime collaborazioni con il Dipartimento di Scienze dell'ateneo in cui lavoro, per la realizzazione di esami agli UV sulle superfici scultoree, alla ricerca di tracce di pigmenti e di altre sostanze non visibili a occhio nudo. E i primi frutti si sono già visti con la prima prova effettuata giusto giovedì scorso su una piccola scultura.

Edited by Perseo87 - 28/9/2020, 14:11
view post Posted: 31/8/2020, 20:02 Novità dal litorale di Crotone - Archeologia della Magna Grecia
CITAZIONE (ratapena @ 31/8/2020, 20:24) 
Sarebbe da verificare se le presunte macine sono di materiale idoneo alla macinatura o alla molitura. Devono essere dure e resistenti, dalle mie parti sono calcaree.

Dalle mie invece se ne trovano anche di arenaria (del tipo detto "macigno"). Questa tipologia è molto diffusa qui in alta Toscana, in particolare in area appenninica, fra la Garfagnana e l'Appennino pistoiese.
view post Posted: 31/8/2020, 14:59 Novità dal litorale di Crotone - Archeologia della Magna Grecia
Dal materiale disponibile online si vede oggettivamente ben poco e ci sono differenze palesi con il caso di Capo d'Orlando (che ho citato unicamente per mostrare come anche lungo un litorale potesse teoricamente essere situato un sito d'estrazione di materiale roccioso, eventualmente destinato alla realizzazione di macine). Tante valutazioni e misurazioni dalle foto non si possono fare, occorrerebbe poter essere lì, esaminare il sito dal vivo e magari fare anche qualche ricerca negli archivi locali.

Staremo a vedere che verrà fuori: al momento si tratta - com'è ovvio - di una semplice notizia giornalistica, basata su una dichiarazione dello scopritore, che non ha effettuato nessuna ricerca pregressa, di carattere storico, prima di consegnare alle testate locali il contenuto della sua scoperta.
view post Posted: 31/8/2020, 14:45 consiglio su tesi magistrale in archeologia romana - Consigli tesi
Intanto se ti va potresti raccontarci qualcosa della tua tesi triennale (così, giusto per capire di quali materiali ti sei occupata). Pittura e scultura, detti così, sono due campi vastissimi, dove c'è da perdersi se non si ha almeno una vaga idea di dove andare a parare...

In generale posso dirti che, se è vero che i campi dell'indagine archeologica sono ormai stati battuti più o meno tutti, il livello non è necessariamente sempre molto approfondito. Ci sono casi in cui la bibliografia è sostanzialmente ferma da anni (per non dire da decenni) e ancora ci si basa su vecchie teorie, e su interpretazioni e ricostruzioni che oggi appaiono, se non superate, quantomeno da rivalutare.

Oggi poi, molto può essere aggiunto sul conto della storia dell'arte antica anche grazie alle indagini archeometriche (pensa solo a quali passi da gigante sono stati fatti, già nell'ultimo decennio, nello studio del colore perduto della scultura romana, grazie alle più recenti indagini diagnostiche sulle statue in marmo).

Da ultimo, consiglierei anche una chiacchierata con il tuo relatore (oppure con il docente con cui hai scelto di laurearti alla magistrale), perché potresti ottenere qualche indicazione in più, utile a capire su dove e come orientarti più nello specifico.
view post Posted: 31/8/2020, 14:26 Novità dal litorale di Crotone - Archeologia della Magna Grecia
CITAZIONE (ratapena @ 31/8/2020, 13:51) 
Ma quando hanno posto la barriera frangiflutti, non se ne sono mai accorti?
E dove sarebbe la cava? Sulla spiaggia si vede solo sabbia...

Siti di estrazione, consistenti in banchi di roccia più o meno piatti (anche di modeste dimensioni), possono tranquillamente trovarsi talvolta a ridosso della linea di costa, lungo i litorali del territorio italiano (e non). Cercando in rete, qualcosa di vagamente simile si trova, per esempio, anche a Capo d'Orlando (Messina), dove nel 1987, durante la costruzione del porto locale, furono rinvenuti i resti di un'antica cava di pietra, forse parimenti sfruttata per la produzione di macine da mulino (anche se in questo caso specifico c'è ancora minor certezza, visto che dalle foto online sembrano affiorare perlopiù semplici dischi di pietra, di ridotto spessore e senza alcun foro centrale).

Per una breve descrizione: https://it.wikipedia.org/wiki/Cave_del_Mercadante.
Qui, invece, alcune foto: www.scomunicando.it/notizie/colori...-capo-dorlando/.

Per quanto riguarda invece il posizionamento della barriera frangiflutti sul litorale di Crotone negli anni Ottanta... si può forse anche pensare che all'epoca non se ne siano accorti (magari anche a causa dell'insabbiamento del sito). Certo, anche il dubbio che la messa in opera della barriera possa essere passata avanti alla necessità di tutelare un eventuale sito archeologico potrebbe non essere del tutto improbabile, visti i recenti episodi di cementificazione del Patrimonio culturale denunciati dalla cronaca locale: www.ilcrotonese.it/cemento-a-capoc...ventato-realta/.

Infine, anche io aspetterei a sbilanciarmi sull'ipotetica datazione del sito. La notizia è stata data a giugno di quest'anno, e considerate tutte le ricerche e le verifiche che dovranno essere effettuate, e ancor più le pratiche amministrative che dovranno essere imbastite, credo che di tempo ne dovremo attendere...
view post Posted: 31/8/2020, 11:05 Novità dal litorale di Crotone - Archeologia della Magna Grecia
E' del giugno di quest'anno la scoperta a Crotone dei resti di alcune macine in pietra semilavorate, affioranti lungo il litorale di Crotone, all'altezza del locale convento dei Carmelitani, lungo la via che in antico conduceva al rinomato tempio di Hera Lacinia (Capo Colonna): https://wesud.it/crotone-scoperto-nuovo-si...cava-di-macine/.

La scoperta è stata effettuata dall'architetto Marina Vincelli, durante una passeggiata lungo la costa. Dopo aver notato che, fra i blocchi di cemento della moderna barriera frangiflutti (allestita in questa zona negli anni '80) emergevano, a pelo dell'acqua, i resti di almeno quattro macine ancora inserite nel piano di cava, l'architetto Vincelli ha provveduto ad allertare il responsabile del Gruppo Archeologico Krotoniate (GAK) e il funzionario competente di Soprintendenza per la realizzazione di tutte le debite indagini, che aiuteranno eventualmente a chiarire in futuro l'estensione del sito archeologico e il suo possibile periodo di utilizzo.
view post Posted: 25/8/2020, 14:57 Una "guerra civile" all'origine dell'Iliade? - Archeologia dell'Egeo e dell'Anatolia
Faccio una piccola aggiunta a quanto scritto poco fa: dal momento che nessuno mi pare abbia ancora letto per intero il saggio di Godart (stiamo discutendo infatti solo di quello che i principali giornali hanno riportato, e delle brevi interviste che il docente ha rilasciato per pubblicizzare il suo libro), segnalo per tutti questo link: https://speciali.giunti.it/archeologiaviva...-9eOEACXMVZVgJQ.

Attraverso questa pagina, Giunti Editore permette di scaricare gratuitamente l'inserto (a firma dello stesso Godart) che si può leggere sul nuovo numero di Archeologia Viva. Per poter scaricare il documento bisogna segnarsi nella loro mailing list (nome, cognome, professione, email) e in questo modo si può ottenere il pdf del suo articolo (che riassume in buona sostanza il succo del suo saggio). In larga misura, le argomentazioni sono più o meno le stesse (discutibili) che si trovano anche sulle pagine dei quotidiani già linkati... ma qualche dettaglio nuovo c'è, e per questo invito alla lettura tutti gli interessati.
view post Posted: 25/8/2020, 12:07 Una "guerra civile" all'origine dell'Iliade? - Archeologia dell'Egeo e dell'Anatolia
CITAZIONE (aekas @ 19/8/2020, 10:15)
Non puoi contrapporre un articolo del 2001 contro il libro recente di Louis Godart. Da quando questi tedeschi hanno compiuti scavi sono state fatte altre scoperte molto probabilmente.

Su questo punto volevo intervenire per fare una piccola, ulteriore riflessione: a mio avviso, anche contrapporre un saggio divulgativo a un articolo scientifico potrebbe non essere metodologicamente del tutto corretto, nella misura in cui, scegliendo di lanciare questa sua nuova teoria tramite un saggio diretto al grande pubblico, Godart ha bypassato gli scogli rappresentati dai revisori delle riviste scientifiche (che non è affatto detto che avrebbero dato il loro nulla osta a questa lettura, solo in virtù della "novità" che rappresenta e della notorietà del nome del suo autore). Scegliere la via del saggio divulgativo lascia molta più libertà di manovra all'autore, e dunque semplifica la pubblicazione di una teoria che, in sede accademica, avrebbe magari richiesto molti dati e riferimenti bibliografici a supporto (ammesso e concesso che ve ne siano).
Inoltre si deve stare attenti anche alla questione dell'anno di edizione: "datato" non significa infatti automaticamente anche "superato". Nelle ricerche che sto svolgendo sulle indagini diagnostiche dei litotipi dei marmi statuari nelle opere magnogreche un caposaldo della letteratura scientifica da cui si continua oggi a partire - poiché giudicato più che valido - è datato al 2007 (eppure siamo nel 2020)... Occorre quindi stare attenti e verificare quante ricerche siano state fatte nel frattempo su quel determinato campo d'indagine, e se queste abbiano apportato sostanziali novità al panorama delle nostre conoscenze, perché, in caso contrario, anche un articolo vecchio di quasi 20 anni potrebbe comunque rappresentare ancora oggi un più che valido punto di riferimento per gli studiosi.

CITAZIONE (clitemnestra @ 24/8/2020, 21:20) 
Nella Grecia micenea sappiamo per certo che si parlava greco. Non sappiamo che lingua si parlava a Troia. Dire che, in quanto indoeuropeo, tutto sommato si tratta della stessa famiglia, non rende giustizia delle diversità.

(...)

Quindi che fossero tutte di origine indoeuropea non significa che fossero comprensibili tra loro, neanche appartenendo allo stesso ceppo anatolico.

Giusta osservazione, che condivido.
Inoltre, ribadisco quanto già detto: l'ipotesi che a Troia si parlasse luvio fu formulata a partire dal rinvenimento di un unico sigillo scritto in caratteri luvi. Ma, come aveva già fatto notare Hertel, un sigillo in geroglifico luvio (come anche più di uno) non significa assolutamente nulla, poiché i sigilli potevano circolare in passato e diventare anche oggetto di razzia o di dono. Quello di cui avremmo bisogno per il sito di Hissarlik è invece un archivio palatino, come ne sono già stati trovati altri, sia nella reggia di Hattusa, sia nei palazzi delle varie cittadelle micenee. A meno che dal 2001 a oggi non sia saltato fuori materiale inedito e scientificamente sicuro (ma qualcosa immagino sarebbe trapelato negli anni...), mi pare che ci siano oggettivamente un po' poche basi su cui fondare questa lettura di Godart, e il fatto che gli eroi di due popoli diversi dialoghino fra loro in un'opera di letteratura a carattere epico non mi pare sia una gran prova per postulare la loro appartenenza a una medesima etnia o stirpe.
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