Ostraka - Forum di archeologia

Posts written by Usékar

view post Posted: 31/3/2024, 18:05 Una piramide in Indonesia costruita 27000 anni fa? - Archeologia dell'Asia
L'editore ha ritirato l'articolo ma i redattori, cioè tutti i membri del gruppo di ricerca, almeno secondo quanto scrive il loro "capo", contestano questa decisone:

we disagree because they (the Wiley Team) did not even care to give us sufficient evidence and scientific rationale to support the alleged major error

.........

Was the decision to retract our paper a severe form of censorship, blatantly disregarding the fundamental principles of scientific inquiry, transparency, and fairness in academic discourse?

We urge the academic community, scientific organizations, and concerned individuals to stand with us in challenging this decision and upholding the principles of integrity, transparency, and fairness in scientific research and publishing.


In pratica la decisione dell'editore di ritirare l'articolo viene contestata dai membri del gruppo, a nome dei quali scrive il loro "capo", perché non sono state loro comunicate sufficienti prove e ragionamenti scientifici a supporto del presunto grave errore e ipotizzano che la decisione del ritiro sia una grave forma di censura.
E chiamano a raccolta l'intera comunità scientifica perché stia al loro fianco, in difesa dei principi di integrità, trasparenza ed equità nella ricerca scientifica e nella pubblicazione.

Danny Hilman Natawidjaja scrive di aver pubblicato una risposta su Facebook e una cartella Dropbox con materiale che ritiene supporti la validità del lavoro.
Non so come si acceda a Dropbox, per cui non ho letto il nuovo (?) materiale, la risposta su FB è scritta nella sua pagina

www.facebook.com/dannyhilman.natawidjaja

l'ho letta ma non ho competenza sufficiente per capirne la validità.
view post Posted: 25/3/2024, 06:01 Leggi delle XII tavole - Archeoastronomia e Astronomia Culturale
Sempre dall'Università del Salento il testo con traduzione a fronte: attenzione, non è un indirizzo in consultazione, scarica direttamente il testo nella cartella Download, se hai qualche problema te lo invio tramite mail

https://www.unisalento.it/documents/20152/...a4f?version=1.0
view post Posted: 21/3/2024, 16:54 Gli Etruschi e i Latini erano simili geneticamente (DNA autosomico) - Etruscologia
CITAZIONE (bronzew. @ 21/3/2024, 14:41) 
basta cliccare Preview PDF dalla pagina che ho linkato per visualizzare lo studio completo.

Quando entro in quella pagina mi chiede la registrazione e il pagamento, gratis posso leggere solo l'abstract...

Per il resto, tutto molto chiaro, grazie: benché di genomica conosca pochissimo, dato che sono un matematico i campioni in esame mi parevano statisticamente irrilevanti al fine di trarre conclusioni relative ad apparentamenti...
view post Posted: 20/3/2024, 18:37 Il misterioso Teschio Maya della Sventura - America Centrale
Questo argomento necessita di una lunga presentazione, confido nell'interesse e nella pazienza dei miei 25 lettori.


Qua e là in giro per il mondo sono venuti alla luce teschi di cristallo che molti appassionati New Age credono possiedano poteri mistici: qual è la verità su questi straordinari oggetti?

Il Teschio della sventura (o del destino, secondo i gusti)

https://upload.wikimedia.org/wikipedia/com...ndom9834672.jpg

Il più famoso di questi manufatti è quello comunemente noto come Teschio di cristallo di Mitchell-Hedges, per brevità TMH, detto anche "la gemma più strana del mondo" (Welfare e Fairley 1980, 51) e "il nonno di tutte le sfere di cristallo" (Garvin 1973, 6).
Per un motivo che spiegherò più avanti, ha anche una cattiva nomea e viene chiamato "il teschio della sventura" da coloro che credono che detenga potere di morte su chiunque lo derida (Nickell 1988, 30).

https://archeoworld.com/wp-content/uploads...i_cristallo.jpg

A parte la mandibola, che è mobile e staccabile, fu realizzato da un unico blocco di cristallo di rocca naturale (quarzo trasparente, detto anche quarzo ialino) e pesa 11 libbre e 7 once, poco più di 5kg, è largo 12,5 cm, alto quasi 15 e profondo quasi 20.
Frederick Albert Mitchell-Hedges (1882 – 1959), noto anche come Mike e per brevità FAMH, scrisse di averlo trovato negli anni 20 del XIX sec. in Belize allora British Honduras, durante gli scavi nel sito Maya di Labaantun, che nella lingua maya yucateca significa "luogo di pietre cadute" e che FAMH sostenne di aver scoperto lui stesso, il che costituisce il primo problema, perché era già stato visitato e parzialmente scavato nel 1903 dall’archeologo amatoriale Thomas Gann, che pubblicò un resoconto nel 1905.
Qui un po’ di foto del sito

https://commons.wikimedia.org/wiki/Categor...ntun?uselang=it

Un secondo problema è che sua figlia adottiva Anne-Marie Le Guillon, che oggi è nota come Anna Mitchell-Hedges (1907 – 2007), per brevità AMH, dopo la morte di FAMH, avvenuta nel 1959, affermò di averlo trovato lei stessa, sotto un altare della città in rovina, nel 1927 quando aveva 10 anni ed era stata da poco adottata.
In una lettera a Frank Dorland, datata 17 febbraio 10968 scrisse addirittura:
"(io, mio padre e altri membri della spedizione a Lubaantun, ndr) stavamo scavando nel tempio, sollevando una pesante parete caduta sull’altare… Io capitai sul teschio sepolto sotto l’altare, ma solo tre mesi dopo la mandibola fu trovata, a circa 7,6 mt di distanza”.
In seguito affermò anche che quando estrasse il teschio da terra, gli indiani (cioè i manovali Maya) presenti allo scavo reagirono con soggezione e reverenza, poiché "riconobbero subito il Teschio come il dio perduto da tempo dei loro antenati".

Per la verità, FAMH menzionò il teschio nella prima edizione della sua autobiografia, intitolata Danger, My Ally (Il pericolo, mio alleato, 1954), ma non specificò dove né da chi fosse stato trovato.
Pubblicò semplicemente una fotografia di quello che chiamò “il sinistro Teschio della Sventura”, affermando quanto segue:
“Ha almeno 3.600 anni e secondo la leggenda veniva usato dal Sommo Sacerdote dei Maya durante l’esecuzione di riti esoterici. Si dice che quando voleva la morte con l’aiuto del teschio, la morte seguiva invariabilmente”.
Riguardo alla provenienza del teschio disse solo:
"Ho motivo di non rivelare come sia entrato in mio possesso".

Questa credo sia la prima foto del teschio MHT, pubblicata in Danger, My Ally

www.crystalskulls.com/images/Mitchell-Hedges-Skull.jpg

Queste parole risuonarono cariche di mistero, anche se nelle edizioni successive del libro FAMH omise tutti i riferimenti al teschio, pare senza avvisare gli editori.

Molti sono i quesiti che si pongono in merito, di seguito i più importanti.
Chi trovò il teschio: FAMH o la figlia AMH?
Quake dei due sia stato, lo ha davvero trovato a Lubaantun?
In caso negativo, da dove proviene?
Chi lo realizzò?
Il teschio ha effettivamente i poteri che gli vengono attribuiti?
Perché FAMH non rivelò in quale maniera ne fosse entrato in possesso?
Perché nessuno tra i ricercatori menziona la presenza nel sito di AMH, né il ritrovamento del teschio?

All’ultimo quesito la risposta potrebbe essere che non voleva dire che a trovarlo era stata una bambina di 10 anni, ma vedremo più avanti che le cose sembrano proprio non essere andate così.

Joe Nickell, scrittore, investigatore e divulgatore scientifico statunitense, assieme all’avvocato ed esperto di analisi forense John F. Fischer, iniziò un'indagine sul teschio svoltasi dal 1982 al 1984.
Iniziò cercando e ottenendo quanti più dati possibili sul teschio.
Dall’analisi condotta su vecchi numeri di giornali e riviste apprese che FAMH
- corrispondeva con alcuni tra i principali musei e laboratori;
- consultò illustri esperti;
- raccolse informazioni sui Maya, sul cristallo di rocca, sul motivo del teschio nell'arte delle popolazioni della Mesoamerica: Olmechi, Maya, Aztechi, Zapotechi, Mixtechi e altri ancora;
- dopo la sua morte, AMH fece lo stesso e andò alla ricerca di coloro che avevano esaminato il teschio.

Al momento del suo ritorno in Inghilterra da Lubaantun o negli anni immediatamente successivi FAMH, da alcuni autori considerato fin dagli inizi bugiardo e impostore abituale (Nickell 1988, 38; McConnell 1998), non fece alcun riferimento al teschio.
Negli anni '30 scrisse articoli di giornale e un libro in cui discuteva a lungo di Lubaantun, senza mai menzionare il "Teschio della Sventura" mentre descrisse dettagliatamente reperti relativamente meno importanti rispetto al teschio.

La prima notizia pubblicata riguardo a questo celebre oggetto, comparsa nel numero di luglio 1936 di Man, rivista britannica di antropologia oggi Journal of the Royal Anthropo- gical Institute, non fa alcun riferimento a FAMH: esso fu descritto come “in possesso del signor Sydney Burney”, un mercante d’arte londinese (Morant 1936, 105).
A questo proposito ci sono prove documentali che
- Burney lo mise all’asta per conto di Sotheby’s nel 1943
- restò invenduto,
- FAMH lo acquistò nel 1944 appunto da Burney.
Questi affermò in seguito di esserne stato in possesso per tutti i dieci anni precedenti (Morrill 1972, 28; Welfare e Fairley 1980, 53).

Nel corso di una intervista concessa al citato Joe Nickell, concessa nel 1983 e riportata nel numero di luglio-agosto 2006 della rivista Skeptical Inquirer, AMH tentò di giustificare questa stranezza sostenendo che suo padre aveva lasciato il teschio a Burney “come garanzia per un prestito per finanziare una spedizione”.
Nickel le chiese se avesse qualche documentazione, come una lettera o un ritaglio di giornale, che potesse aiutare a stabilire la precedente proprietà del teschio da parte di suo padre e AMH rispose che non aveva "nessuna prova documentale", ma aggiunse: "tutte le carte di mio padre erano andate perdute durante un ciclone nell’isola di Hatteras, fotografie e tutto il resto e un baule con i suoi averi andò perduto a Plymouth”.

Comunque sia, nessuno tra coloro che effettivamente condussero ricerche e scavi a Lubaantun negli anni 1926 – 1927, finanziati dal British Museum, ha mai menzionato la presenza di AMH sul sito, tantomeno il teschio che in quel sito sarebbe stato scoperto da FAMH o da AMH (Nickell 1988, 35–36).

Successivamente, è emersa una lettera che sembra contraddire l’affermazione di AMH.
La scrisse 21 marzo 1933 a George Vaillant dell'American Museum of Natural History, Sydney Burney il quale afferma che in quel momento era in possesso del teschio e che lo aveva "comprato" da un collezionista del quale non fece il nome (Burney, 1933): la data della lettera conferma che lo ebbe in possesso per almeno 10 anni, dal 1933 al 1943, anche se non precisa da chi lo comperò.
In ogni caso nel 1944 FAMH acquistò o secondo AMH riscattò il teschio da Burney: questo spiegherebbe perché i riferimenti al teschio furono cancellati dalle edizioni successive di Danger, My Ally, in quanto nel 1954 (circa tre anni dopo la morte di Sydney Burney) è possibile ci fossero persone che potevano ricordare la precedente proprietà del teschio da parte di Burney e la sua vendita a Mitchell-Hedges.
Una persona che conoscesse tutto questo avrebbe potuto minacciare di smascherare o addirittura ricattare FAMH.

Quando AMH per una unica volta concesse che MHT venisse esaminato da esperti nella lavorazione del cristallo di rocca, contrariamente alle affermazioni secondo cui il cranio mancava di qualsiasi prova di lavorazione moderna, emerse che c'erano "tracce di molatura meccanica" sui denti (Dorland 1973) e fori, destinati a pioli di sostegno, che erano stati praticati da strumenti metallici (Hammond 1983).

In conclusione, per quanto riguarda la vera origine di MHT ci sono poche prove oltre all'oggetto stesso, alla magra documentazione storica e ad alcuni teschi di cristallo di rocca simili nei musei e nelle collezioni private: di questi ultimi prossimamente scriverò in maniera dettagliata.

Tuttavia rimangono in letteratura molte affermazioni fantasiose sul teschio.

Come scritto in precedenza, nella sua autobiografia FAMH (1954) descrisse il “Teschio della Sventura” come “risalente ad almeno 3.600 anni fa e impiegando circa 150 anni (per lucidarlo, ndr) strofinandolo con la sabbia” perché cristallo di rocca è “duro quasi quanto il diamante”, quando in realtà la scala di Rosiwall, più precisa della più famosa scala di Mohs, lo pone al 7° posto con durezza 120 mentre il diamante è al 10° con 140.000, quindi il diamante è circa 1200 volte più duro di quel cristallo.
Viene riportato anche che disse:
“Nella leggenda si afferma che veniva usato da un sommo sacerdote dei Maya per concentrarsi e portare alla morte (i nemici, ndr). Si dice che sia l'incarnazione di tutto il male; diverse persone che cinicamente ne ridevano sono morte, altre sono state colpite e si sono ammalate gravemente”.
Questa l’affermazione, assieme alle successive che elencherò, viene riportata spesso e volentieri nella letteratura new ager.

Richard M. Garvin, autore di The Crystal Skull (1973, 100), ha concluso: “. . .le affermazioni secondo cui il teschio di cristallo ha causato o può causare la morte dovrebbero molto probabilmente essere archiviate proprio come quella del vecchio re Tut(ankhamon, ndr)".

È stato anche affermato che rimane a una temperatura costante di 70° Fahrenheit (21° C, ndr) indipendentemente dalla temperatura a cui viene sottoposto.
In realtà, secondo l'esperto californiano Frank Dorland (1983), il teschio non è diverso nelle sue proprietà fisiche da altri cristalli di quarzo naturali.

Per quanto riguarda le proprietà mistiche del cranio, i suoni percepiti delle campanelle d’argento e le immagini, per es. i volti, Garvin (1973, 100) ironicamente le definisce “il frutto di un’intensa concentrazione e meditazione”.

Joshua Shapiro, che con altri studia l’argomento dal 1983, ha avuto “sessioni di canalizzazione per cercare impressioni psichiche” dal manufatto di cristallo.
Ciò lo ha portato a ritenere che si tratti di un “antico computer” nel quale sono memorizzati messaggi per l’umanità.
Invece di un'origine Maya, ipotizza che il teschio provenga da una civiltà perduta o addirittura da qualche sito extraterrestre (Hunter 2005).

All'età di novantotto anni AMH disse al giornalista Colin Hunter (2005) che il teschio era il segreto della sua longevità.
Quando Hunter fece un viaggio per intervistarla lei rimase fedele al suo racconto di aver ritrovato il teschio a Lubaantun, pur continuando a dare versioni contrastanti dei fatti.

Inoltre più volte dichiarò che era un oggetto salutare, nel senso che aveva guarito molte persone da malattie anche gravi: alcuni ricercatori affermano che questo fu un tentativo per togliergli il nomignolo di Doom, cioè Sventura/Malasorte, arrivando persino a dire che il suo vero nome era Dum (Larru Arnold, in Rainbows, notiziario new ager, maggio 1987).
Ho consultato l’OED - Oxford English Dictionary, la parola dum ha i seguenti significati:
- cibo cotto in una pentola chiusa o in pentola a pressione, nel suo stesso sugo, con spezie;
- variante di dumb, cioè pazzoide, stupido, ignorante;
- variante di doom, per cui si tornerebbe al punto di partenza.
Scartate le varianti, non capisco come il primo significato in elenco possa adattarsi al Teschio, a meno che non sia un termine gergale ignoto all’OED.

Consiglio ai lettori interessati la lettura di questo interessantissimo articolo

www.strangemag.com/crystalskull/crystalskull.html

Bibliografia

Burney, Sydney. 1933. Letter to George Vaillant, March 21; copy from Gordon F. Ekholm,
American Museum of Natural History.

Connor, Steve. 2005. The mystery of the British Museum’s crystal skull is solved. It’s a fake.
Independent News (UK), January 7.

Dorland, Frank. 1973. Quoted in Garvin 1973, 84.
1983. Letter to Joe Nickell, May 20.

Ekholm, Gordon F. 1983. Letters to Joe Nickell, January 5; February 1.

Garvin, Richard M. 1973. The Crystal Skull. Garden City, N.Y.: Doubleday.

Hammond, Norman. 1983. Letter to Joe Nickell, May 27.

Hunter, Colin. 2005. Caretaker to a mystery. Kitchener, Ontario, Record, August 20.

Kunz, George Frederick. [1913] 1971. The Curious Lore of Precious Stones; reprinted New
York: Dover.

Max, the crystal skull. 2001. Ad for an “Evening Circle with JoAnn Parks,” The Learning Light
(The Learning Light Foundation newsletter, Anaheim, California) 7:11 (December), 3.

Max: The Texas crystal skull. 2005. Online at www.v-j-enterprises.com/maxcs.html.

McConnell, Rob. [1996]. The Mitchell-Hedges crystal skull.

Mitchell-Hedges, Anna. 1983. Letters to Joe Nickell, March 1 and April 25.

Mitchell-Hedges, F.A. 1954. Danger My Ally. London: Elek Books, 240–243; caption to
illus. facing p. 241.

Morant, G.M. 1936. A morphological comparison of two crystal skulls. Man 36 (July), 105–107.

Morrill, Sibley S. 1972. Ambrose Bierce, F.A. Mitchell-Hedges and the Crystal Skull. San
Francisco: Caledon Press.

Nickell, Joe. 1988. Gem of death, chapter 3 of Secrets of the Supernatural. Buffalo, N.Y.:
Prometheus Books, 29–46.

Pennink, Emily. 2005. ‘Aztec’ crystal skull ‘likely to be fake.’
.
Smoker, Debbie. 1995. Max, the crystal skull. New Avenues, June/July; reprinted at Max
2005.

Welfare, Simon, and John Fairley. 1980. Arthur C. Clarke’s Mysterious World. New York: A&W Publishers
view post Posted: 20/3/2024, 17:12 Gli Etruschi e i Latini erano simili geneticamente (DNA autosomico) - Etruscologia
@ Bronzew: all'indirizzo riportato da te posso leggere solo l'abstract, questo è l'indirizzo del pdf con l'articolo completo

www.biorxiv.org/content/10.1101/2024.03.18.585512v1.full.pdf

Estrapolare solo un pezzo della frase non mi sembra corretto, ecco l'intero passaggio

In the Etruscan site of Monteriggioni/Colle di Val D’Elsa, we found an outlier (EV15A) that is more similar to modern Sardinians or European Neolithic populations and a sample (EV18) showing a greater North European ancestry, similarly to other Etruscan outliers previously reported (9)

Quindi EV15A mostra un valore anomalo più simile a quello dei moderni Sardi e dei neolitici europei (credo intenda più simili che non ai Piceni, ndr), mentre quello di EV18 mostra maggiore ascendenza nord europea, analogamente ad altri valori anomali etruschi precedentemente segnalati (9 cioè Posth C, Zaro V, Spyrou MA, Vai S, Gnecchi-Ruscone GA, Modi A, et al. The origin and legacy of the Etruscans through a 2000-year archeogenomic time transect. Sci Adv. 2021;7:eabi7673)

Detto questo secondo te che conclusioni si possono trarre?
Secondo me prendendo in considerazione solo questa frase si può dedurre che:
- EV18 mostra caratteristiche nordeuropee, già ben documentate;
- EV15A è più vicino ai moderni sardi e agli europei del Neolitico, vale a dire tutti i neolitici europei, neolitici sardi compresi, a meno che si considerino questi ultimi non europei, cosa che non credo sia mai stata dimostrata.

Mi sembra pochino per collegare geneticamente etruschi e sardi, molto di più per collegare etruschi e popolazioni europee in genere, quelle del Nord Europa in particolare, direi.

Sinceramente, l'argomento mi interessa molto poco, quindi non ho letto l'intero lavoro, solo quella frase e può essere che qualche altro passo illustri tutto con maggior chiarezza e prove convincenti: se è così, copia e incolla i passaggi, forse riesco a capire di più...
view post Posted: 18/3/2024, 12:24 Tesi Magistrale in Archeologia - Consigli tesi
Mi pare che gli interrogativi di dceg già abbiano configurato una possibile linea di conduzione per uno studio che raffronti le (o gli? farse in giapponese quelle case sono "maschili") Tatehanashiki Jukyo con le Grubenhäuser.

Tra l'latro, le prime non sono solo giapponesi, vedi Sakalin, Curili, e le seconde non solo germaniche, sono diffuse in tutta l'Europa del Nord, nelle terre slave e fors'anche Mongolia, il che renderebbe uno studio del genere vasto e interessante.

Leggendo qua e là, mi è sorto un interrogativo.
Strutture del genere sono note anche in tutt'Italia e nell'Europa mediterranea, ma mi pare prevalentemente in epoca pre-romana, a parte qualche esempio in età longobarda: il tuo studio dovrebbe eventualmente essere rivolto anche al periodo ante cristiano o solo a quello medievale?
view post Posted: 18/3/2024, 06:55 Tesi Magistrale in Archeologia - Consigli tesi
Non conosco la tomba di Sutri, ma suppongo che "vitreo" stia per "mitreo".

Suggestions - it's not so easy for me: come ho scritto in risposta alla tua presentazione il mio interesse principale è rivolto a tutt'altre culture, lontane da casa mia poco meno di quella nipponica.

Per quanto riguarda la Grubenhaus, forse ti può aiutare dceg, per l'arte romana vedrò se possono intervenire Perseo87 e/o Lavori Archeologici.

Sono bravino nel cercare riferimenti bibliografici in rete, perciò ho fatto una veloce ricerca di pubblicazioni riguardanti il confronto tra i due tipi di "case interrate" che hai citato: mentre ho trovato un bel po' di materiale sui due singoli argomenti, separati, riguardo al raffronto tra la Grubenhaus e la nipponica Tatehanashiki Jukyonon ho trovato alcunché.
Pare quindi che la tesi su una ricerca siffatta sarebbe una novità...

Leggo che l'Università di Hokkaido si interessa all'argomento, ma pare abbia pubblicato qualcosa di specifico solo riguardo alla Cultura di Nalychevo, praticamente Sakalin e Curili...
view post Posted: 18/3/2024, 06:29 Salve a TUTTI... - Presentazioni
Buongiorno e benvenuto Aelianus: che bella presentazione!
Anch'io sono da tempo entrato da un po' di tempo nella terza età e come te non ho perduto la voglia di studiare.

Pur essendo un matematico che si è sempre occupato professionalmente di Information Technology, provengo da una cultura classica e umanistica per cui mi interesso di archeologia in generale, dedicandomi in particolare a quella della Mesoamerica, che non è una regione geografica né politica, bensì una "regione archeologica" che abbraccia la zona che va dalla valle centrale del Messico alla parte nord occidentale del Costarica.

La mia passione riguarda un po' anche il Giappone, perché studio le tecniche di lavorazione della giada e l'iconografia espressa dalle antiche culture utilizzando questa pietra che per esse è stata una vera pietra totemica e per alcune continua ad esserlo.

Yamatologia: quanti ricordi di gioventù, ho adorato il kendo, l'aikido e Mishima... e della storia del Giappone ricordo qualcosa: guarda questo, per es., chissà che tu non ci trovi correzioni da apportare e magari dare un contributo, così, tanto per iniziare https://ostraka.forumfree.it/?t=80117328#newpost

Hai studiato a Trieste? Ho un paio di amici, anche loro "datati", che hanno frequentato il Corso di Laurea Magistrale in traduzione specialistica e interpretazione simultanea
view post Posted: 16/3/2024, 11:08 KomKom misteriosa città Maya - America Centrale
In questo forum l'argomento crisi Maya del IX sec. nella sua totale generalità l'ho iniziato nel 2012 e ho aggiunto alcune pagine quest'anno, l'indirizzo è questo https://ostraka.forumfree.it/?t=60354372

A proposito della città Maya di Cancuén l'argomento specifico l'ho trattato qui

https://ostraka.forumfree.it/?t=60365696
view post Posted: 15/3/2024, 21:02 KomKom misteriosa città Maya - America Centrale
KomKom misteriosa città Maya, quarta e ultima parte

Purtroppo non è stato finora trovato in alcun sito noto il glifo emblema di KomKom, che potrebbe dirci che quel sito è la città di cui si parla nel vaso.
Il che può significare anche che si deve ancora scoprirlo, oppure che sia lo stesso sito chiamato dagli archeologi Baking Pot e del quale non è noto il nome Maya.
Chissà, fosse così tutto sarebbe ancora più chiaro.

Ci sono almeno altri tre quesiti ai quali per ora non è stata data risposta.
Che età ha l’ambiente al suolo del quale è stato trovato?
I due strati di depositi rinvenuti che età hanno?
Lo strato di deposito superiore è relativo all’abbandono della piccola città o addirittura lo sono tutt’e due, quindi quello superficiale relativo all’abbandono definitivo, quello più profondo a un abbandono parziale precedente?

Chiaramente, dell’ambiente è difficile stabilire una data, essendo le pareti rinvenute del tutto prive di decorazioni mentre i due strati sono entrambi posteriori all’812 d.C., la data più recente riportata sul vaso.
Gli esami relativi a tutti gli oggetti e frammenti rinvenuti nei due strati, ancora in corso, potranno aiutare a rispondere ai 3 quesiti, ma un po’ di fatti si possono dedurre da quanto scritto sul vaso, sulle stele citate e su altri pannelli e stele già noti e decifrati, combinando le date e gli episodi riportati sui testi con i dati ottenuti dagli esami palinologici e dendrocronologici e con quelli ottenuti dagli esami dei reperti ossei.

I testi ci dicono che nel Periodo Classico tra le migliaia di centri abitati sparsi nelle terre abitate dai Maya, se ne conoscono circa 6000, emersero una decina di città più importanti, ricche e potenti delle altre.
Questi centri più importanti realizzarono una serie di alleanze con i centri meno potenti e con quelli decisamente minori.
Dette alleanze nel caso dei centri minori si basavano su atti di sottomissioni derivanti da atti militari e quindi erano controllate mediante l’insediamento di governatori legati al centro capostipite dell’alleanza, mentre per i centri di medio-alta importanza esse venivano in genere ratificate attraverso matrimoni tra principi e principesse di sangue regale delle due parti.

Le alleanze non furono mai del tutto stabili: spesso i centri “sudditi” passavano più o meno volontariamente “di mano”, per così dire.
Tra i potentati ci fu sempre uno stato di conflittualità, che era spesso scatenato da questi passaggi.
Ai fini della presentazione che sto portando avanti è interessante notare che con il passare del tempo i conflitti divennero via via più frequenti e alla fine molto sanguinosi: perché?

Come ho fatto presente in una delle puntate precedenti il sovrano era considerato non solo una specie di axis mundi, non solo capace di colloquiare con gli antenati divinizzati ma anche di nutrire gli dei, con il suo sangue spillato attraverso l’autosalasso.
Questo nel corso di una cerimonia che doveva svolgere solitariamente in un ambiente totalmente buio. Era appunto solo, ma poteva giovarsi, secondo le credenze dei Maya, della grande quantità di gioielli di giada che indossava: unita al sangue la giada era considerata in grado di aiutarlo nell’infrangere il diaframma che separa ci separa dal mondo ultraterreno.
Però a questo fine è necessario il sangue di un sovrano o di una persona che ha dimostrato grande valore.

Richiamo ancora il fatto che a partire dall’inizio del Periodo Classcio, 400 d.C., l’alimentazione del popolo Maya divenne sempre più dipendente dal mais, che per crescere rigoglioso e produttivo necessita di molta acqua.
Questa cerimonia aveva due scopi: ottenere dagli antenati previsioni sull’andamento della situazione della città a capo di una alleanza, in particolare su quale fosse il momento propizio per scatenare una guerra e quale ne sarebbe stato l’esito, nonché ingraziarsi chi aveva il potere di far piovere.

Le analisi palinologiche e dendrocronologiche hanno dimostrato che nel Petén si verificavano periodicamente intervalli di siccità, che però duravano relativamente poco, uno o due anni e venivano assorbiti tramite l’immagazzinamento di mais essiccato e il consumo di vegetali selvatici.
Probabilmente a causa degli eccessivi disboscamenti, dovuti anche al contemporaneo smisurato aumento dell’attività edilizia, questi periodi siccitosi divennero più frequenti e soprattutto più lunghi, l’ultimo iniziato verso la fine del Periodo Classico pare sia durato quasi un secolo.

Questo portò all’aumento della richiesta di sangue “nobile” per la celebrazione della cerimonia propiziatrice della pioggia e quindi di un buon raccolto e a una celebrazione sempre più frequente della cerimonia stessa.
In breve tempo, il sangue ricavabile dagli autosalassi dei sovrani non fu più sufficiente e questi pensarono di procurarselo catturando in battaglia i sovrani delle alleanze “nemiche” e, cosa più facile, i sovrani e governatori dei centri minori e i guerrieri più coraggiosi e combattivi degli eserciti avversari, al fine di cavar loro il sangue necessario.
Si ha notizia di un sovrano importante utilizzato per 18 anni al fine del salasso!

Questo portò a uno stato di conflittualità tra i centri maggiori che non fu più solo occasionale bensì perenne, con conseguente depauperamento della popolazione, che già sovvriva per le restrizioni alimentari dovute alla scarsità dei raccolti.

Verso la fine dell’VIII sec. e ancor di più nel corso del IX in molti centri la situazione divenne insostenibile per il popolo minuto, che ad un certo punto non resistette più: in molti casi i popolani semplicemente abbandonarono completamente i centri urbani, lasciando al loro destino sovrani, nobili e alti sacerdoti, ma in un certo numero di casi, vedi il caso di Cancuén che era il centro commerciale della giada grezza e semilavorata, addirittura li abbandonarono solo dopo aver massacrato il sovrano, la sua famiglia, i nobili e probabilmente la maggior parte dei sacerdoti.

L’esame dei resti ossei delle persone gettate nel chultun di Cancuén, fatte a pezzi con ancora i gioielli addosso, ha dimostrato che si trattava di persone in buono stato di salute e ben nutrite, mentre i resti trovati abbandonati e insepolti all’interno del centro urbano, di persone morte per ferite da combattimento appartengono a individui deboli e malnutriti.

Immaginatevi la situazione.
Sono un agricoltore con famiglia, devo coltivare i campi che devono fornire nutrimento a tutta la comunità, compresi nobili, guerrieri, sacerdoti e famiglia reale, i cui componenti non producono alcunché e mi chiedono continue corvée per soddisfare la loro bramosia di imponenti monumenti e abitazioni.
Per far rendere i campi coltivati necessito di acqua in abbondanza, che mi arriva dal cielo sotto forma di pioggia.
Mi anno convinto che il mio sovrano con il suo sangue nutre e soddisfa le divinità che portano la pioggia.
Sono anni che per questa funzione il sovrano non basta più, noi comuni siamo affamati e i nostri guerrieri devono sostenere continue battaglie e diventano sempre meno, per cui iniziano a cedere, non riescono a catturare sufficienti “prede” da sacrificare e non ci difendono più con l’efficacia di un tempo, per cui la gente di altri borghi o alleanze ci deruba sistematicamente, come noi derubiamo loro.
Nel contempo, le piogge continuano a rarefarsi.

Mi sembra ce ne sia a sufficienza: in tempi più recenti e noti la Rivoluzione Francese credo abbia dimostrato che si tratta di una situazione esplosiva.
Nel X sec. la situazione nel Petén esplose, portando all’esodo della popolazione verso le coste della Penisola dello Yucatàn, esodo che terminò probabilmente nel corso del secolo successivo.
view post Posted: 12/3/2024, 18:12 I popoli dell'America precolombiana conoscevano la ruota? - America Centrale
CITAZIONE (dceg @ 12/3/2024, 17:21) 

Boh, ho provato con il tuo, non funziona, ho provato con il mio, nel mio post e funziona, ho incollato quello del mio post qui sotto e funziona, prova anche tu

https://thumbs.worthpoint.com/zoom/images1...afb54a167a8.jpg

poi riprova quello del mio post originale, che tanto per non saper né leggere né scrivere ho rinfrescato
view post Posted: 12/3/2024, 15:10 I popoli dell'America precolombiana conoscevano la ruota? - America Centrale
Riprendo nuovamente l’argomento, perché ho rintracciato e letto alcuni lavori nei quali vengono prospettate ipotesi di cui non ero a conoscenza.
Una di queste ho anche tentato di svilupparla ulteriormente.

Inizio col contestare l’idea che non si capisce come mai i nativi delle praterie nordamericane, i quali solevano far trainare le loro poche masserizie caricate su slitte note come travois tirati dai cani e dalle donne, pur conoscendo e utilizzando la figura del cerchio non abbiano pensato di realizzare ruote da applicare a quelle loro slitte.

www.native-languages.org/images/travois1.jpg

www.bigorrin.org/lako1.jpg

Secondo me la spiegazione principale è semplicissima: sarebbe stato più scomodo, perché non arrivarono a costruire strade, al massimo utilizzavano piste più o meno battute.
Inoltre ci sono altre due ragioni, quella più semplice è che quelle slitte erano realizzate utilizzando i montanti e le pelli che formavano le loro tende, che per essere trasportate dovevano essere smontate comunque: dunque si aveva già a disposizione il materiale per realizzare le slitte e al contempo si evitava il lavoro di produrre le ruote.
Si può obiettare che queste si sarebbero potute utilizzare per muovere carretti per i commerci, ma l’attività commerciale tra di loro era molto limitata, oserei dire esigua.
L’altra ragione la illustrerò più avanti.

https://upload.wikimedia.org/wikipedia/com...dicineWheel.jpg
antica ruota della medicina, Bighorn National Forest, Wyoming, USA

https://img.freepik.com/premium-vector/dre...8-403.jpg?w=996
disegni ricavati da antichi acchiappasogni con simboli tribali, piume e ornamenti

La questione potrebbe essere ancora aperta per quanto riguarda parte del Messico, l’America centrale, segnatamente la Mesoamerica, e quella meridionale.

Che tutte le popolazioni precolombiane che abitarono quelle zone conoscessero il cerchio e l’utilizzo di utensili in rotazione è un fatto indiscutibile: l’uso del trapano a pompa e ad archetto per accendere il fuoco, svuotare vasi di pietra, forare ornamenti di vario materiale ed effettuare trapanazioni in genere e anche del cranio, di fusaiole per torcere le fibre tessili, di manos cioè mattarelli di pietra utilizzati per macinare i semi delle piante di cacao, mais e quinoa, tanto per citarne alcune, e per polverizzare le pietre semidure, producendo materiale per dipingere, di pesanti rulli di pietra utilizzati per livellare le strade, che nelle zone citate esistevano, è ben testimoniato come lo sono gli orecchini a rocchetto e i grandi dischi da petto in oro, sempre per citare solo alcuni tra i gioielli prodotti.
Molto probabilmente utilizzavano tronchi di legno per far scorrere gli enormi blocchi di pietra utilizzati per la costruzione delle loro piramidi e non solo, ma questo utilizzo non è documentato né da fonti scritte né da immagini, dipinte nei codici o scolpite su stele o lastre di pietra.

Tutto questo fu trattato e chiarito in un lavoro pubblicato nel 1946, a cura di Alfonso Caso e con il contributo di Matthew Stirling, Samuel Lothrop, Eric Thompson, José García Payón e Gordon Ekholm intitolato ¿Conocieron la Rueda los Indígenas Mesoamericanos?, vale a dire I popoli indigeni della Mesoamerica conobbero la ruota?
Questo lavoro sin al titolo si riferisce solo alla Mesoamerica, ma i concetti espressi e le prove addotte si possono tranquillamente estendere anche all’America meridionale.

https://thumbs.worthpoint.com/zoom/images1...afb54a167a8.jpg
antico trapano manuale a pompa

https://fershop.it/images/News/Immagini/Ev...ano-ad-arco.jpg
disegno di trapano manuale ad archetto

www.thestoryoftexas.com/upload/ima....jpg?1453143348
metate con mano

Quindi da questo punto di vista il problema non esiste.

Il vero problema è perché non costruirono ruote per muovere carri e le risposte date ancor oggi, soprattutto dagli studiosi la cui cultura nasce da quella europea degli ultimi 4 secoli e mezzo, vale a dire nordamericani ed europei, sono legate alla mentalità colonialista e continuare a diffonderle è pericoloso per 2 motivi:
1) che i cambiamenti tecnologici siano parte di uno sviluppo incrementale e unilineare dell'intelletto umano slegato dalla un contesto sociale, politico ed economico;
2) che il concetto alla base dell’uso della ruota sia applicabile solo alle tecnologie di trasporto meccanizzato o motorizzato.
Di conseguenza l’assenza di mezzi di trasporto su ruote in epoca preispanica è stato e continua ad essere utilizzata per confrontare paternalisticamente le “conquiste” di varie civiltà, perpetuando a sua volta una prospettiva occidentale e colonialista nello studio delle antiche culture precolombiane presenti nei territori ai quali ho accennato poc’anzi.

L’esempio più classico di questa mentalità è quello degli oggetti di terracotta chiamati wheeled toys,, cioè giocattoli con ruote, rinvenuti in tombe risalenti al periodo tra il 400 e il 900 d.C. soprattutto nella zona in cui si sviluppò la cultura Nayarit.
Si tratta di modelli di cagnolini montati su ruote.
Gli archeologi che li rinvennero non pensarono ad altro che a giocattoli, appunto cagnolini con i quali giocavano i bambini e da allora il nome loro attribuito non è cambiato.

Ho già parlato in un'altra discussione di cosa si tratta con tutta probabilità e cioè di rappresentazioni del cane psicopompo, il cane che, dopo la morte, accompagna l’anima dell’essere umano nel suo pericoloso viaggio nell’oltretomba.
Quello che mi interessa sottolineare in questa sede è il fatto che le loro zampe siano dotate di ruote, perché di cosa stiamo ancora discutendo? Mi sembra chiaro che i mesoamericani conoscevano la ruota e non solo i concetti di oggetto di forma circolare e di rotazione, sono gli archeologi che non lo vogliono accettare.

Già nel 1946 Caso e i suoi colleghi conclusero che la ruota era un'invenzione indipendente in Mesoamerica e, oltre ad avere diversi usi pratici, aveva un altro uno di ordine simbolico.
Tuttavia con poche eccezioni, l'idea che le figurine con ruote siano giocattoli continua a persistere.
Il bello è che qualche autore più “sveglio” ha osservato che il giocattolo è quasi sempre una piccola replica di modelli in scala maggiore, oltre al fatto che i contesti dei pochi esempi ben documentati non sembrano supportare la tesi del semplice giocattolo: gli individui accanto ai quali sono stati deposti questi cagnolini sono adulti, non bambini.

Ma l'interpretazione secondo cui le figurine su ruota fossero concepite e utilizzate come giocattoli e/o mezzi didattici per bambini ha portato gli studiosi a riflettere in modo limitato sul caso della ruota in Mesoamerica.
Inoltre molti autori sostengono l’idea che le innovazioni culturali e tecnologiche non possano avere che un punto di origine nel tempo e nello spazio, e adottano il modello diffusionista per sostenere che il concetto di ruota in Mesoamerica, anche se aveva un’applicazione simbolica, doveva essere stato un prestito dal Medio Oriente o dall’Europa, alla luce di quegli oggetti avvenuto prima del XVI secolo!

Il parere di Matthew Stirling riportato da Caso nel lavoro citato è questo:
“Sembra incredibile che avendo conosciuto per cinque secoli il principio della ruota nessuno avrebbe pensato di utilizzarlo in modo più generale. È più accettabile presumere che, facendo affidamento sulla locomozione umana ed essendo vincolati dai limiti del terreno, non ne realizzassero il valore come mezzo pratico per migliorare i trasporti” (Caso et al., 1946, pag. 200).
Poco dopo, in un annuncio congiunto del Center for Naval Analysis (in Virginia) e del Franklin Institute (a Filadelfia) che cercavano professionisti in fisica, matematica ed economia, si affermava che
“gli indiani precolombiani avevano giocattoli con le ruote, ma nessun veicolo su ruote per il trasporto di carichi. Anche con un uomo come motore principale avrebbero potuto raddoppiare o triplicare i carichi sulle loro strade, talvolta eccellenti. Non sono riusciti a sfruttare la loro inventiva”.

In discussioni più recenti è stato commentato che anche la tecnologia mesoamericana dei trasporti era piuttosto semplice . Sebbene l'uso della ruota fosse compreso (come testimoniano i giocattoli con ruote), non fu applicato ai trasporti a causa della mancanza di animali da tiro adatti e della tortuosa topografia.
Questa osservazione allude a una visione progressista, o alla mancanza di ingegno, o alla massimizzazione come valore intrinseco a ogni sforzo umano.

Tuttavia, la mancanza di animali da tiro non è necessariamente una limitazione all'applicazione del principio del movimento rotatorio alla ruota, poiché è possibile ideare tecnologie di trasporto su ruote utilizzando la forza umana e molte regioni della Mesoamerica sono caratterizzate da formazioni geologiche pianeggianti e valli alluvionali, e non solo da imponenti montagne.
Gli antichi Maya, ad esempio, costruivano strade delimitate da muri di pietra (sakbéob, lett. strade bianche) che a volte venivano riempiti di pietrisco e sabbia calcarea fino a un'altezza di due metri e mezzo sul piano di campagna per compensare la topografia irregolare, hanno una larghezza fino a quindici metri e collegano non solo edifici all'interno della stessa comunità ma anche centri monumentali di insediamenti lontani: la più lunga conosciuta misura più di 100 chilometri).
Il problema è che, oltre a materializzare i rapporti di potere, esse venivano utilizzate solo per il traffico pedonale, compreso il movimento delle merci, le processioni e i pellegrinaggi.

Vi sono altre considerazioni espresse da alcuni autori, ma non voglio tirarla troppo in lungo e vengo alla conclusione.

I popoli dell’America precolombiana avevano una mentalità fondamentalmente conservatrice.
Gli esempi in questo senso sono molti, ne cito solo uno: benché abbiano sviluppato una tecnologia dei metalli, si limitarono quasi esclusivamente a quella di rame, argento e oro.
Il motivo sarebbe da ricercare nel fatto che non riuscirono a ideare un forno che raggiungesse una temperatura adeguata a lavorarne altri.
In realtà sembra piuttosto che le ragioni siano state di ordine religioso: la Terra era sacra e non si potevano scavare miniere, per cui lavorarono solo metalli i cui minerali nelle loro zone si trovavano in superficie o nelle sabbie fluviali.
In altri settori, come quello litico, quello della pietra scolpita e quello della tessitura, ha dominato sempre il tradizionalismo, sia nelle tecnologie di produzione che nelle forme, nei contenuti e nell’iconografia.

Una osservazione acuta in questo senso si trova in Hernández: gli antichi abitanti della Mesoamerica non applicavano il concetto di movimento rotatorio ai trasporti “semplicemente perché non volevano, a causa di concetti atavici degni di essere presi in considerazione”. In modo acuto, Hernández ha sottolineato l'etica indigena nei confronti del sacrificio e dell'offerta di sforzi fisici alle divinità. (Hernández, Francisco Javier 1950 El Juguete Popular en México: Estudio de Interpretación . Ediciones Mexicanas, vol. 10, pag. 40)

Bisogna poi osservare che una ruota che resista nel tempo alle sollecitazioni e all’usura non è né facile né semplice da realizzare: probabilmente, la prima ruota fu quella del tornio da vasaio, comparsa nella Mezzaluna Fertile e poi adattata all’utilizzo per muovere carri da trasporto.
Veniva realizzata con legno pieno il che era adatto per quella da vasaio ma non durava molto nel caso di carri da trasporto: era soggetta a rotture e a forte usura.
I problemi furono risolti solo dopo l’invenzione la ruota a raggi, dotata di boccola metallica per l’asse e di cerchio metallico.
Inoltre i costi di manutenzione delle strade, che per essere adatte all’uso di mezzi ruotati a trazione e/o spinta umana devono avere meno salite possibile, sono molto alti, soprattutto nel caso dei ponti.

In una società come quella dei popoli precolombiani dell’America latina, nella quale la manodopera servile e schiavistica era la norma, il trasporto “a schiena umana” era la soluzione più semplice e di gran lunga meno costosa. E a dimostrazione del fatto che l’inventiva di quelle popolazioni non era poi così limitata come si vuol far credere ci sono gli esempi dello sviluppo di elaborati telai in legno utilizzati dai portatori per trasportare grandi quantità di merci mantenendo abilmente il loro equilibrio, adottati ancor oggi laddove è necessario per mancanza di strade adeguate.

Secondo me non è tutto.
Tornando all’acuta osservazione di Hernández richiamata poco addietro, mi viene da esplicitarla come segue.
La forma del disco richiama quella di Sole e Luna, che furono figure sacre per molte culture.
Ma nel caso dei nativi americani, particolarmente dei mesoamericani e dei peruviani, è possibile che la sacralità di questi due oggetti celesti fosse tale da non permettere che la loro “figura” rotonda potesse essere adottata da un mezzo utilitaristico.

Edited by Usékar - 12/3/2024, 18:05
view post Posted: 10/3/2024, 18:58 Crudele pratica funeraria in una tomba di cultura Coclé, Panama - America Centrale
Nel parco archeologico di El Caño, provincia panamense di Coclé, è stata scoperta la tomba di un individuo di epoca preispanica, dato che la tomba si stima risalente al periodo 750-800 d.C.

L'area del rinvenimento è quella del Gran Coclé, una cultura precolombiana che si sviluppò in almeno 3 fasi: quella alla quale pertiene la tomba in questione è la fase Cubitá, sviluppatasi dal 550 d. C. all'800 d. C.

Nella tomba venne sepolto quello che, a giudicare dal corredo e dalla pratica attuata, era un grande personaggio locale, molto probabilmente un sovrano.
Fu sepolto a faccia in giù, sopra il corpo di una donna, probabilmente la moglie, pratica comune per quella cultura.
La donna probabilmente è stata sacrificata così come gli individui di cui sono stati trovati i resti nella stessa tomba.

Lo scavo è ancora in corso, per cui non si sa con certezza quanti siano questi individui: si pensa che fossero i membri della corte dell'individuo principale.
Per quanto noto, si tratterebbe del primo caso venuto alla luce di un sacrificio del genere in quella zona.

La tomba ha restituito anche un ricchissimo corredo funebre, composto da oggetti in ceramica e da 5 grandi pettorali in lamina d'oro, almeno uno dei quali decorato a sbalzo, 2 cinture di grani sferici d'oro, 4 braccialetti, 2 orecchini a forma di figure umane, un orecchino a forma di doppio coccodrillo, 1 collana di grani circolari, 5 orecchini realizzati con denti di capodoglio coperti d'oro, un set di placche circolari d'oro, due campanelli, 4 braccialetti di denti di cane, una gonna ornata anch'essa con denti di cane e un set di flauti in osso.

Tutto ciò è testimonianza dell'importanza di quello che si pensa sia un sovrano e della ricchezza culturale e sociale della società Coclé - Cubitá

https://www.finestresullarte.info/archeolo...-el-cano-panama
view post Posted: 9/3/2024, 17:12 KomKom misteriosa città Maya - America Centrale
KomKom misteriosa città Maya, terza parte

Mi sono scordato di presentare immagini relative alla ricomposizione dei frammenti del vaso, eccone un paio: la prima mostra la ricomposizione della parte inferiore, la seconda la zona nella quale si leggono i glifi della data iniziale dell’812

https://i0.wp.com/mayadecipherment.com/wp-..._5352.jpg?ssl=1

https://i.pinimg.com/736x/61/58/b3/6158b3d...f77fc993224.jpg

Il Petén è una zona dell’America centrale che si estende tra il Messico, il Belize e il Guatemala. Un dipartimento di quest’ultima nazione ha questo nome e misura da solo quasi 34.000 kmq. mentre la zona messicana della biosfera di Calakmul ne misura circa altri 20.000
Qui una immagine dell’intera area del Petén, che rende un po’ l’idea delle sue dimensioni, tenendo conto che il Petén è delimitato a ovest dalle statali messicane 186, 19, a sud dalla 307 e dal confine del Guatemala e a nord ancora dalla 186, mentre la zona riquadrata, il cui margine meridionale è la poco visibile linea punteggiata che si attacca alla messicana 307, è il dipartimento guatemalteco che porta lo stesso nome.

www.google.com/maps/@16.9119281,-90.1092666,8.75z?entry=ttu

Nell’immagine si vedono i nomi e quindi la collocazione di alcune delle città che ho citato: Calakmul, El Naranjo e Tikal.
Baking Pot si trova nelle immediate vicinanze di San Ignacio, Yaxhà è a metà strada tra El Remate e Melchor de Mencos.

Gli studi archeologici condotti in questa grande area per capire la causa o le cause della crisi della società Maya di epoca classica, avvenuta a cavallo tra il VII e il X sec., negli ultimi 20 anni si sono giovati di tecniche interdisciplinari, fra le altre la palinologia, cioè lo studio dei pollini, le rilevazioni aeree con il LIDAR, un particolare radar che permette di vedere cosa c’è sotto la copertura della foresta e la dendrocronologia, che analizza gli anelli di accrescimento degli alberi.

I risultati dimostrano che a partire dall’VIII sec. quella zona visse una serie di periodi di siccità, i primi dei quali furono relativamente brevi, ma andarono allungandosi con il passare del tempo.
In particolare, alla fine di quel secolo i periodi di siccità iniziarono a durare anche più di dieci anni consecutivi e dalla metà del IX la situazione divenne drammatica.

Per capire a cosa portarono questi periodi di siccità prolungata è necessario avere presente come i Maya concepissero le forze che governano l’Universo, o meglio come nel Periodo Classico fosse strutturata la loro società in funzione del controllo delle forze della natura.

Nel Periodo Formativo, quindi più o meno dal 1000 al 200 a. C., gli studi palinologici associati a quelli relativi all’iconografia espressa attraverso le pitture sui loro vasi, la statuaria e la lavorazione della giada ci dicono che la loro alimentazione era prevalentemente a base vegetale e prevedeva la raccolta di molte specie, nel mentre procedeva la domesticazione del mais.
Le cose iniziarono a cambiare nel Periodo Preclassico, cioè dal 200 a. C. al 400 d. C., quando la coltivazione del mais diventò via via più estesa, fino ad arrivare al punto che nel successivo Periodo Classico divenne praticamente una monocoltura estensiva.

Per la sua crescita il mais richiede notevoli quantità di acqua, oltre che terreni aperti.
Nel Petén, zona inizialmente ricoperta da grandi foreste, dalla fase preclassica, che al fine di ricavare terreni coltivabili a mais comportò un disboscamento modesto, nella fase classica il disboscamento divenne importante.
A questo si aggiunse il disboscamento al fine di ricavare legname da ardere per la calcinazione della pietra calcarea e la costruzione dei loro grandi edifici piramidali e palaziali.
Ciò che gli studi effettuati portano a concludere è che i periodi di siccità sempre più lunghi furono causati proprio disboscamento estensivo ed eccessivo.

Per capire il perché della costruzione di quei grandi edifici è necessario conoscere qualcosa della evoluzione della loro società e delle loro credenze.
La struttura della società Maya di epoca classica era piramidale, come le loro più grandi costruzioni.

Foto della piramide cosiddetta del mago o del nano, città di Uxmal, che significa tre volte costruita, proprio perché i suoi edifici sono stati 3 volte rimodellati, in particolare la scalinata, che in origine aveva gradini più bassi e inclinazione leggermente minore, si vede anche nella foto che ci sono 3 strati di gradini.
Il tutto per consentire a un sovrano, il mago perché era il gran sacerdote che parlava con le divinità, che pare sia stato una persona di scarsa altezza


https://c8.alamy.com/compit/hdt9g5/preisto...nita-hdt9g5.jpg

Probabilmente è il personaggio ritratto in questa scultura inserita sulla facciata principale del cosiddetto quadrilatero delle monache e che si vede in questa mia foto


New%20Picture%207

e forse anche in questa, con il corpo trasformato in quello di una tartaruga, che per gli antichi Maya era il primo personaggio comparso nel cielo all’atto della creazione dell’attuale Universo: la identificavano con la cintura di Orione e dopo molti millenni originò la Terra


New%20Picture%208

Quasi tutte le piramidi furono costruite a gradoni, con piattaforme intermedie, sulle quali nel corso delle principali cerimonie piani bassi stavano i guerrieri, poi venivano i sacerdoti, quindi la nobiltà “di sangue”, al vertice fiancheggiato dai 2 sacerdoti di più alto rango stava il sovrano, che era l’equivalente del pontifex maximus per i Romani.
La struttura di queste piramidi a gradoni e piattaforme si vede bene in questa foto della maggiore tra quelle di Calakmul, purtroppo il tempio che eretto sulla piattaforma più alta è crollato ancora in antico

www.civitatis.com/f/mexico/palenqu...mul-589x392.jpg

Il sovrano era anche considerato colui che procurava il nutrimento per il suo popolo.
A questo scopo periodicamente entrava da solo nella sala più buia del tempio che stava sulla sommità della piramide più sacra della sua città, per praticare la importantissima cerimonia dell’autosalasso, che aveva carattere anche cruento, nel senso che egli si forava le orecchie, la lingua e il glande per spargere il suo sangue su sottili strisce di carta.
Eccezionalmente la cerimonia poteva essere svolta dalla sua sposa principale, soprattutto quando era lei portatrice della linea di sangue reale, per cui il marito era salito al trono sposandola

statuetta dall'isola sacra di Jaina: sovrano Maya che si accinge a praticare la cerimonia dell'autosalasso, perforandosi il pene

https://research.mayavase.com/uploads/kerr.../hires/2821.jpg

Yaxchilan pannello 24: sovrano Maya che regge una torcia per illuminare la sposa principale che pratica l'autosalasso passando in un foro praticato attraverso la sua lingua una corda con denti di squalo

https://upload.wikimedia.org/wikipedia/com...n_Lintel_24.jpg

Yaxchilan pannello 15: il sovrano ha la visione del serpente, notare che nelle sua mani tiene la ciotola che contiene le striscioline di carta bagnate del suo sangue e che il serpente nasce da una ciotola uguale

https://upload.wikimedia.org/wikipedia/com...n_Lintel_15.jpg

Nel corso della cerimonia, che era preceduta da un lungo digiuno purificatore e dall’assunzione di sostanze psicotrope tramite enema, il sovrano aveva la cosiddetta visione del serpente: in pratica si credeva che fosse in grado di abbattere il diaframma che lo separava dal mondo degli antenati divinizzati e poteva con essi avere colloqui riguardanti i futuro e impetrare fortuna e prosperità per il suo popolo.
Terminata questa visione, il sovrano usciva all’aperto, sulla piattaforma alla sommità della piramide e gettava i foglietti di carta imbevuti del suo sangue, assieme a una grande quantità di profumata resina di copale, sopra i carboni ardenti che stavano dentro due bracieri posti al fianco della porta del tempio.
Il fumo che si levava dai bracieri annunciava alla folla, raccolta nella piazza alla base della piramide, che il sovrano aveva avuto la visione, parlato con gli antenati e le altre divinità e ottenuto la promessa di garantire un ottimo raccolto.
Il popolo lanciava grida di tripudio e le famiglie tornavano alle loro dimore per festeggiare l’avvenimento.

Questa cerimonia si ripeteva più volte nel corso dell’anno, perché non solo era necessaria per garantire il raccolto: le divinità dei Maya potevano nutrirsi solo del sangue umano che inizialmente era quello che i sovrani donavano periodicamente.


Breve excursus.
Dopo un lungo digiuno e un clistere di liquido nel quale erano state macerate erbe dall’effetto psicotropo, il sovrano doveva salire una lunga scalinata dai gradini alti circa 30 cm e profondi 20 -25: a mio modo di vedere era già grande questa impresa.
Entrava da solo o al più accompagnato dalla sposa principale in una stanza buia e si bucherellava varie parti del corpo, a volte assieme alla sposa, per gettare abbondante sangue: ridotto in uno stato di grande spossatezza e prostrazione penso che anch’io vedrei tutte le possibili divinità e i mei cari trapassati.
Tutto questo pare che i sovrani Maya lo vedessero sotto la forma di scie luminose serpeggianti, per questo motivo venne chiamata visione del serpente e probabilmente da questo ne venne il culto.
Tremo al pensiero di scendere una ripida scalinata, alla fine della cerimonia: presumo che il sovrano venisse aiutato dai suoi sacerdoti.

Torniamo al disboscamento.

Le facciate delle piramidi erano coperte da uno strato di stucco, ricavato dalla calcinazione della pietra calcarea, che fino al VII sec. era spesso 20 -25 cm. e poi andò gradatamente assottigliandosi, arrivando a uno spessore di meno di 10 cm.
Lo stucco veniva poi dipinto con vivaci colori, tra i quali non a caso predominava il rosso sangue.

https://i.pinimg.com/736x/09/4d/1f/094d1f0...87b137855e0.jpg

La roccia calcarea costituisce tutta la base sulla quale sorge(va) la foresta del Petén e dello Yucatàn, quindi non si è mai esaurita né è mai diventato difficile procurarsela, solo che la sua calcinazione richiedeva roghi realizzati con grande quantità di legname di pregio, che doveva essere ricavato tagliando i grandi alberi della foresta.

Questa deforestazione andava ad aggiungersi a quella dovuta all’allargamento degli appezzamenti coltivabili.
Mentre le piramidi andarono moltiplicandosi, attività che richiedeva sempre più stucco, ogni sovrano richiedeva che almeno alla piramide più sacra, quella dedicata al suo lignaggio, venissero sovrapposte nuove facciate, anch’esse stuccate.
Oltre che di moltissimo stucco, l’erezione delle piramidi necessitava di molta manodopera, che ovviamente veniva richiesta ai sudditi.
E poi c’erano le abitazioni della famiglia reale, i locali dell’amministrazione e le abitazioni dei membri delle classi privilegiate, che erano molto prolifiche e quindi necessitavano di periodici allargamenti: anche queste erano costruite con lo stesso sistema.
Morale: grave ed estensivo disboscamento, pesanti corvée per il popolo minuto, periodiche siccità e quindi maggiore e ripetuta richiesta di sangue del sovrano, per impetrare la pioggia.

Mi sembra chiaro che col tempo il sangue del solo sovrano non fu più sufficiente e si dovettero cercare categorie di personaggi che potessero servire alla bisogna.
Si pensò quindi di far diventare protagonisti della cerimonia anche sovrani e valorosi guerrieri di altri luoghi, catturati in battaglia.
E questo portò a una serie di sanguinosi eventi bellici.

Nella prossima puntata cercherò di spiegare perché e come mai la lettura di quanto scritto sul vaso e sulle stele abbia fatto maggiore chiarezza sulla conoscenza dei motivi che portarono alla grande crisi dei Maya del Petén.
3733 replies since 28/9/2010